Mentre in altre realtà italiane il ritorno del treno è considerato una ricchezza per il Territorio, soprattutto in prospettiva turistica grazie al progetto nazionale della Fondazione FS "Binari senza tempo" e alla nuova legge n. 128/2017 che valorizza le ferrovie turistiche di cui la Pedemontana fa parte, a Sacile si è "scatenata la Terza Guerra mondiale" per i passaggi a livello di via dello Sport e della Pontebbana.
Come annunciato dal direttore di RFI, Giuseppe Albanese, nel corso dell'incontro con i Sindaci a Maniago lo scorso 25 luglio, per permettere la riapertura della ferrovia a dicembre, la linea verrà riattivata a tecnologia esistente, mentre nel corso del 2018 verranno completati tutti i lavori che permetteranno di attrezzare la linea con le più moderne attrezzature.
In particolare per il governo della linea sarà ripristinato temporaneamente il DCO di Pinzano, mentre dal prossimo anno è previsto che il controllo passi in telecomando da Mestre.
I passaggi a livello esistenti saranno in gran parte sostituiti con nuovi, dotati di motori che permettono una più rapida chiusura e apertura delle sbarre; gran parte delle attrezzature sono già state portate in loco in attesa di essere installate (vedi foto).
E' da chiedersi se nel caso del PL della Gronda Est di Via dello Sport, il Comune di Sacile "non abbia venduto la pelle dell'orso prima di ucciderlo", sbagliando i tempi della pianificazione urbanistica, dando per scontato che il treno non sarebbe mai più ripartito. RFI ha fatto sapere che il PL automatico verrà realizzato nel 2018 a conclusione dei lavori di adeguamento tecnologico della linea, visto che ora non vi sono i tempi tecnici necessari.
Altro discorso invece è dato dal PL della Pontebbana, la cui chiusura potrebbe creare degli incolonnamenti delle auto. Degli oltre 50 PL presenti lungo la linea, questa appare l'unica vera situazione di criticità se la chiusura delle sbarre non verrà contingentata.
Il problema è da ricercarsi nella segnaletica che governa i PL: per i treni in partenza da Sacile, che saranno 11 giornalieri, la chiusura delle sbarre dello Stadio, della ss13 e di Via Curiel, è comandata dal segnale di protezione della stazione, il quale chiude i PL quando parte il treno, mentre le barriere si riaprono non appena il treno oltrepassa il pedale posizionato sui binari poco dopo l'ultimo PL di Via Curiel.
La criticità sui tempi di chiusura nasce dal fatto che tra il PL dello Stadio e quello della ss13 il treno deve fermarsi a San Liberale, prolungando per un paio di minuti il blocco della circolazione, il quale tuttavia non è superiore ai 6/7 minuti.
Vista l'impossibilità di posizionare un nuovo segnale a San Liberale, posta a meno di 200 metri dal PL, l'unico sistema per ridurre di un paio di minuti la chiusura delle sbarre è posizionare un pedale in prossimità dell'attraversamento della ss13, rendendo così del tutto automatico.
Minori problemi invece si pongono per la chiusura dei PL per i treni che scendono da Maniago verso Sacile, essendo le sbarre in questo caso governate da un dispositivo di comando di boe e pedali posizionati sui binari che rilevano il passaggio dei treni e riducono al minimo la chiusura dei PL.
Minori problemi invece si pongono per la chiusura dei PL per i treni che scendono da Maniago verso Sacile, essendo le sbarre in questo caso governate da un dispositivo di comando di boe e pedali posizionati sui binari che rilevano il passaggio dei treni e riducono al minimo la chiusura dei PL.
E' chiaro che la realizzazione di un sottopasso risolverebbe alla radice il problema della ss13, soluzione che necessità però l’intesa tra Regione, RFI e Comune.
Di certo l’aver previsto un sevizio con 22 corse quotidiane pare un azzardo da parte della Regione, che dimostra per l'ennesima volta di calare dall'alto scelte senza sentire i Territori. Preferibile, come da noi proposto, era avviare un servizio sperimentale con 12 corse (6 per Maniago e 6 per Sacile), adeguando l'infrastruttura ferroviaria e preparandosi al meglio al lancio del servizio turistico.
Auspichiamo che per la soluzione dei problemi venga creato un Tavolo Tecnico tra Regione, Comune di Sacile e RFI, abbandonando sterili polemiche e assurde minacce di contenziosi legali.
Auspichiamo che per la soluzione dei problemi venga creato un Tavolo Tecnico tra Regione, Comune di Sacile e RFI, abbandonando sterili polemiche e assurde minacce di contenziosi legali.
2 commenti:
Un comitato pendolari che chiede MENO treni è aberrante.
E' aberrante riaprire una ferrovia in questo modo.
1) ad oggi non sono stati resi pubblici gli orari, anche se sono pronti da luglio (!) perché qualche oscuro funzionario regionale sta bloccando la pubblicazione;
2) non è stata avviata nessuna campagna informativa sul territorio che incentivi le persone all’utilizzo del treno o quanto mai informi dell’esistenza del servizio;
3) pensare di far viaggiare VUOTI 22 treni/giorno al costo di 2,5 milioni di euro annui è una follia visto che la ferrovia verrà riaperta a tecnologia esistente e ci saranno almeno fino a dicembre 2018 alcune problematiche tecniche difficilmente superabili. In primis i PL: a Sacile ad esempio il PL della Pontebbana si chiuderà 22 volte dalle 6.00 di mattina alle 20.00 di sera, bloccando la strada per un minimo di 2 h e 30 min. con ovvie conseguenze sul traffico veicolare di quella arteria
4) preferibile era partire con un servizio sperimentale come da noi proposto con 6 coppie di treni e 12 collegamenti giornalieri, coordianti in base agli orari delle coincidenze per UD e VE e da UD e VE, nonché in base agli orari scolastici, prevendendo un coordinamento anche con gli orari dei bus. Per poi implementare il servizio all'occorrenza con altre corse treno a dicembre 2018, quando verrà riaperta tutta la linea.
5) Questo avrebbe permesso di lavorare sull’infrastruttura, risparmiando 1 milione circa, da utilizzare per sistemare le stazioni che sono decadenti e in stati pessimi alla faccia della possibilità di far turismo col treno.
Serve buon senso e non sognare scenari ferroviari irrealizzabili.
La realtà di questo territorio è questa e il bacino d’utenza va conquistato con un servizio adeguato alle richieste del territorio, facendo un passo per volta.
22 collegamenti al giorno non li ha neanche la Tarvisio/UD/TS ! Sulla Pedemonatana si passa dal nulla al troppo (!), serve equilibrio.
Pertanto a chi ci critica, replichiamo che serve responsabilità perchè i soldi pubblici (quella della regione sul servizio TPL) non possono esserre gettati dalla finestra.
Non abbiamo MAI sostenuto la riapertura della ferrovia tout court, come uno sperpero di risorse, ma come un modo di sviluppare sul territorio economia, sfruttando le potenzialità del treno turisitco e portare un servizio tpl adeguato alle esigenze dei Paesi della Pedemontana.
Posta un commento