Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

martedì 29 marzo 2016

Sacile-Gemona, divelto un passaggio a livello

Articolo di Giulia Sacchi pubblicato dal Messaggero Veneto il 27 marzo 2016 


È successo sulla linea tra Marsure e Montereale. Sotto accusa i mezzi agricoli
I pendolari: «I sindaci intervengano, la ferrovia non può essere abbandonata»
Atti vandalici lungo la linea Sacile-Gemona: parti di palizzata ferroviaria e impianti semaforici di passaggi a livello di campagna sono stati abbattuti nel comune di Montereale Valcellina, al chilometro 24 della tratta.
La segnalazione è arrivata al comitato dei pendolari Alto Friuli, il quale ha deciso di denunciare il caso. Sull’identità degli autori, fioccano le ipotesi: non si esclude che i danni siano stati causati da mezzi agricoli in transito, viste anche le tracce di grossi pneumatici lasciate a terra.
Il comitato. «Ci è pervenuta una segnalazione, corredata da fotografie, che prova il grave stato di abbandono dell'infrastruttura ferroviaria in prossimità di alcuni passaggi a livello di campagna, tra Marsure e Montereale Valcellina – fa sapere il presidente del comitato, Giorgio Picco – I danni agli impianti sono notevoli: è possibile ipotizzare che siano stati causati da mezzi agricoli, che hanno abbattuto recinzioni, segnali e altri manufatti. Una situazione che ci lascia senza parole». «Non dovrebbero essere questi gli episodi per i quali la Sacile-Gemona fa parlare di sé» osserva Picco. E aggiunge: «Ancora una volta, purtroppo, passa il messaggio di una linea in totale abbandono. Confidiamo in una netta presa di posizione dei sindaci, i quali devono fare il possibile affinché la ferrovia non diventi definitivamente una struttura fantasma e abbandonata a sé stessa, nonché bersaglio di vandali».
Il comitato ribadisce la necessità di «chiedere a Rfi di procedere a ripulire dalle sterpaglie la linea, ovvero attivare la protezione civile per eliminare i rovi e le erbacce che stanno invadendo la massicciata». L’auspicio. L’auspicio è che «il progetto economico territoriale venga avviato al più presto dai Comuni, con fatti concreti». «A tale fine – evidenzia Picco – è fondamentale che i municipi chiedano senza indugio a Rfi, con il sostegno della Regione, il comodato gratuito delle stazioni, affinché possano diventare sedi di associazioni o di Pro loco e, comunque, punto di interesse strategico per la promozione turistica della Pedemontana». Considerato il recente interesse dimostrato dalla Fondazione Fs, attraverso il direttore Luigi Francesco Cantamessa, per la riapertura della linea, se non altro del tratto Pinzano-Gemona, per fini turistici, Picco sottolinea che «i Comuni devono farsi parte attiva, seguendo l'esempio di altre realtà, dalla Ceva-Ormea in Piemonte alla Aosta-Pré-Saint-Didier in Valle d'Aosta, dimostrando di avere a cuore il futuro della linea».
I lavori. Picco interviene sull’eliminazione di un tratto di rotaie, segnalata recentemente sulla Sacile-Gemona: tale tratto, di un centinaio di metri, è quello di Meduno interessato dalla frana del luglio 2012. Osserva: «L’assenza dei binari è legata a lavori di consolidamento del versante, realizzati da Rfi in seguito allo svio del Minuetto».

mercoledì 23 marzo 2016

Gara milionaria del Trasporto pubblico: due offerte. Fs ci prova

Sono stati necessari, due ricorsi al TAR del Fvg e uno al Consiglio di Stato, alla fine la gara per l’affidamento del servizio del tpl gomma è stata riaperta. La grossa novità è che un’offerta è pervenuta dal Gruppo FS, tramite la partecipata Bus Italia Sita Nord srl.
L’ufficialità è arrivata ieri, alla chiusura dei termini per presentare i propri progetti. Sono dunque due le offerte depositate al primo bando europeo del genere realizzato in Fvg, per affidare il servizio regionale di Tpl su gomma e marittimo, e che vale quasi un miliardo e 800 milioni di euro.
Le imprese che si sfidano sono quelle già immaginate un anno fa e cioè Tpl Fvg scarl – società che riunisce gli attuali gestori del servizio di Tpl in regione (Saf, Trieste Trasporti, Atap e Apt) – che si contende il servizio con l’associazione temporanea d’impresa formata da Busitalia Sita Nord srl (società al 100 per cento di Ferrovie dello Stato) e Autoguidovie spa.
Un anno fa Tpl Fvg aveva presentato la propria offerta, mentre Busitalia Sita Nord e Autoguidovie avevano scelto subito la strada delle aule giudiziarie, mettendo anche la Regione nelle condizioni di dover “congelare” anche la proposta presentata da Tpl Fvg.
Dopo le decisioni dei giudici amministrativi e la ripubblicazione del bando di gara da parte della Regione, con le modifiche imposte dal Tar, i termini sono stati chiusi senza ulteriori colpi di scena.
Il 4 aprile sarà avviato il lavoro della Commissione di gara nominata dalla regione per valutare le due offerte; dopo la verifica delle regolarità delle offerte e della presenza dei requisiti per la partecipazione al bando la Commissione di gara dovrà entrare nel concreto della valutazione di tutte le migliorie proposte.
Il bando di gara europea a procedura aperta era stato pubblicato a dicembre 2014 per l’affidamento, per i prossimi dieci anni, prorogabili per ulteriori cinque, dei servizi automobilistici urbani ed extraurbani – bus e corriere – e dei servizi marittimi di trasporto di persone in Fvg, per un importo complessivo che arriverà a quasi un miliardo e 800 milioni di euro.
Sarà interessante capire chi vincerà, visto l’interesse concreto dimostrato da FS, che in caso di aggiudicazione della gara potrebbe gestire sia il trasporto su ferro (mediante Trenitalia) che quello su gomma (mediante Busitalia Sita Nord).
Che si possa avviare così un vero e proprio servizio integrato treno-bus, con la tanto auspicata integrazione tariffaria?

venerdì 18 marzo 2016

Ferrovia Sacile-Gemona, la Fondazione Fs: "Rilancio con il turismo"

Articolo di Giulia Sacchi pubblicato sul Messaggero Veneto 16 marzo 2016    
Fondazione ferrovie delle Stato mette gli occhi sulla linea Sacile-Gemona. La riattivazione almeno del tratto Pinzano-Gemona a scopo turistico, con l’impiego di treni storici, potrebbe passare per il progetto nazionale “Binari senza tempo”, curato dalla Fondazione Fs, che ha riportato convogli a viaggiare su antiche linee. Si pensi alla siciliana Ferrovia dei templi: nei giorni scorsi, dopo 38 anni di dismissione, è stato inaugurato il nuovo capolinea della stazione di Porto Empedocle succursale, in provincia di Agrigento.
E proprio in Sicilia è stato annunciato l’interesse della Fondazione Fs alla ferrovia Pedemontana. L’incontro. Il direttore di Fondazione Fs, Luigi Francesco Cantamessa, incontrando Andrea Palese, consigliere comunale di Gemona e storico rappresentante dei pendolari friulani, è stato chiaro: l’obiettivo di “Binari senza tempo” è unire lo Stivale, da Agrigento al Friuli. «“Conquisteremo” anche il Nordest – ha dichiarato, col sostegno della deputata agrigentina Maria Iacono, che spinge sull'acceleratore delle linee turistiche – È il momento giusto per effettuare una rivalutazione economica della ferrovia. Il nostro principale interesse si concentra sul tratto Pinzano-Gemona, il più panoramico, ma non escludiamo un progetto più ampio. Abbiamo discusso con Debora Serracchiani di un piano inerente pure ad altre linee friulane: l'interesse della Regione c’è».
IL PROGETTO Cantamessa ha messo in evidenza che «"Binari senza tempo" non è solo un piano dedicato a treni storici, ma economico, per promuovere un turismo lento e rispettoso dell'ambiente. Il turismo ferroviario, anche nella Pedemontana, non si può fare col Minuetto, ma con automotrici (le littorine, ndr). I passeggeri devono avere la possibilità di stare con la testa fuori del finestrino ad ammirare il panorama».
Un’ipotesi progettuale, quella di Cantamessa, in linea con quanto prospettato nei mesi scorsi da Palese, invitato alla cerimonia inaugurale agrigentina da Fondazione Fs e Ferrovie Kaos. Prima della stipula del protocollo dei sindaci per chiedere a Rfi la riapertura della tratta della Pedemontana, Palese aveva inviato una lettera all’assessore regionale Maria Grazia Santoro e agli amministratori locali per proporre un nuovo modello di gestione della Sacile-Gemona, soprattutto chiave turistica.
IL CONSIGLIERE «Si deve guardare alla ferrovia non solo come servizio per pendolari, ma come fulcro di un moderno trasporto pubblico locale, volano per turismo e attività – ha osservato Palese – Limitarsi a chiedere la riapertura è sbagliato: treno e linea da soli non servono alla Pedemontana. Serve un progetto economico territoriale per migliorare la qualità della vita dei cittadini».
Palese ha chiarito che «la riapertura dell’intera linea non è in discussione, ma bisogna distinguere condizioni e scenari». «La nuova vita della ferrovia deve passare non solo dal tradizionale servizio di trasporto pubblico, con una rimodulazione lungo la tratta bassa e l’ottimizzazione delle corse in base alle coincidenze da e per Venezia, Udine e Pordenone; serve nuova logica di trasporto, ispirato alla valorizzazione turistica lungo la tratta alta Pinzano-Gemona».
Per la ferrovia, insomma, l’interesse di Fondazione Fs c'è. Ora spetta alle istituzioni, Regione in testa, fare mosse giuste e celeri.

mercoledì 16 marzo 2016

Passaggi a livello di Udine: basta con le polemiche populiste, i Comitati Pendolari regionali scrivono al Sindaco di Udine

Pubblichiamo la lettera che abbiamo inviato al Sindaco di Udine, Furio Honsell, al Vicesindaco Carlo Giacomello e all’Assessore alla Mobilità Enrico Pizza, relativa al dibattito dei passaggi a livello di Udine.
Riteniamo che la questione debba essere trattata dalle Istituzioni in maniera seria e tecnica e non seguendo facili populismi, per questo abbiamo richiesto un incontro agli amministratori udinesi per apportare un contributo utile alla soluzione della problematica.

Egregio Signor Sindaco,
Egregio Signor Vice Sindaco,
Egregio Signor Assessore,
Vi scriviamo per contribuire in maniera propositiva nella questione dei passaggi a livello di Udine Est, auspicando che venga trattata dalle Istituzioni preposte in maniera seria e tecnica e non seguendo “la pancia della gente”, cavalcando proteste strumentali, utili solo a far guadagnare a singoli consensi e visibilità, lasciando inalterati i problemi se non peggiorandoli ulteriormente.
Riteniamo sempre più sorprendente i toni della protesa dei vari Comitati che chiedono al dismissione dei passaggi a livello, nonostante le nette prese di posizione assunte dall’Assessore regionale alla Mobilità, Mariagrazia Santoro, e dal Comune di Udine.
Riteniamo che la questione sia stata ampiamente strumentalizzata da singoli, che digiuni di cognizioni ferroviarie hanno badato unicamente a cavalcare una protesta populista, senza apportare alcun contributo utile alla causa.
La strumentalizzazione è evidente, considerato che ormai abbiamo perso il conto del numero dei Comitati AntiTreno che sono sorti in questi mesi, frutto di divisioni interne e ideologiche, tanto che ormai ci sono più Comitati che passaggi a livello a Udine.
La nostra tesi è nota da tempo e si basa unicamente su motivazioni di carattere tecnico-ferroviario: riteniamo infatti che una città che possa definirsi moderna, non possa cadere in un provincialismo spinto, come quello invocato dalle pretese dei Comitati AntiTreno.
Se Udine vorrà diventare veramente uno dei nodi strategici del Nordest, sfruttando il Corridoio Baltico-Adriatico, dovrà necessariamente elevarsi, strutturando un efficiente sistema di mobilità, basato sull'integrazione treno-bus.
In nessuna città al mondo infatti una ferrovia internazionale e strategica, come la nostra Pontebbana, viene deviata fuori città, allungando il tragitto di 10 km solo per i capricci di pochi a discapito degli interessi della collettività.
Da sempre siamo favorevoli al trasferimento in linea di Cintura di tutto il traffico merci; trasferimento quasi completato a fine 2015, così come dichiarato recentemente dall'Assessore Santoro.
Siamo invece contrari alla dismissione della linea Bv Vat-Udine e al trasferimento in Circonvallazione dei treni passeggeri. Una decisione del genere sarebbe una vera e propria “sciagura ferroviaria” e non risolverebbe i problemi dei passaggi a livello, atteso che resterebbero attivi quelli della linea Udine-Cividale, le cui sbarre si chiudono ben 48 volte al giorno rispetto alle 25 della linea Tarvisio-Udine.
Un treno non è un'auto e la linea di Cintura non è "quell'autostrada" immaginata dai Comitati AntiTreno, in quanto è soggetta a ferree prescrizioni di circolazione dettate dall'Agenzia Nazionale Sicurezza Ferroviaria e non presenta caratteristiche ferroviarie idonee a far circolare velocemente tutti i treni, visto che si tratta di "un falso doppio binario", con limitazione della velocità a 60 km/h.
L'intento della Regione, come più volte espresso dall'Assessore Santoro, è quello di eliminare i "colli di bottiglia" e non crearne altri, come invece si farebbe spostando il traffico passeggeri in linea di Cintura.
Al contrario di quanto sostenuto, il trasferimento dei traffico passeggeri in Cintura comporterebbe:
  • un aumento di 10 km del tragitto da Bv Vat a Udine (14,3 km contro gli attuali 4,3 di oggi);
  • un aumento dei tempi di percorrenza di oltre 10 min. Oggi il tratto Bv. Vat-Udine viene percorso in 3 min. e 30 sec. / 4 min., rilevando una velocità media di quasi 70 km/h. Un minutaggio spesso gonfiato da un non ottimale instradamento dei treni in stazione. Rammentiamo che al contrario di quello dichiarato dai Comitati AntiTreno oggi il limite di velocità d'ingresso dei treni a Bv Vat è di 120 km/h in rango A e di 140 km/h in rango B e C, per poi diminuire rispettivamente a 90-95 km/h;
  • maggiori costi per gli utenti a fronte dell'aumento del kilometraggio (aumento di biglietti e abbonamenti nell'ordine del 10-15%);
  • maggiori oneri per la Regione e quindi per la collettività a fronte del maggior pedaggio da corrispondere a RFI e del maggior corrispettivo da riconoscere a Trenitalia mediante il contratto di servizio;
  • un costo spropositato (oltre 50 milioni) per adeguare la linea di Cintura, sprecando milioni di euro per rendere meno performante e competitiva la ferrovia, disincentivando l’utilizzo del treno con la conseguenza che molti pendolari potrebbero utilizzare l'auto per raggiungere Udine.
Scialacquare denari pubblici per le esigenze di un migliaio di cittadini, che hanno firmato una petizione senza probabilmente conoscere tutte le questioni che sottostanno ad una scelta proposta da una minoranza esigua di cittadini del territorio regionale è una pura follia.
Negli anni '90, durante la costruzione del raddoppio della Pontebbana, FS aveva proposto l'interramento tra Vat e Udine, opera che venne però osteggiata da un Comitato di residenti, probabilmente gli stessi che oggi chiedono l'eliminazione dei PL e gli stessi che hanno costruito in deroga alla fascia di rispetto, ben sapendo che lì c'è da sempre una ferrovia.
Se vogliamo limitare il disagio a costo zero, è sufficiente migliorare l'instradamento dei treni in arrivo a Udine, sensibilizzando RFI ad ottimizzare la gestione dei segnali di protezione di Bv Vat e Via Buttrio, limitando così il tempo di chiusura dei PL, nonché prevedere una migliore viabilità cittadina, sfruttando al meglio il cavalcavia Simonetti.
La questione poi potrebbe essere risolta alla radice senza sperperare decine e decine di milioni di euro realizzando uno o due sottopassi (es. al Bearzi e in Via Cividale), spendendo sicuramente meno rispetto a quanto si spenderebbe per attrezzare e adeguare la linea di Cintura per il transito dei treni passeggeri.
Certi che terrete in debito conto quanto argomentato e al fine di poter ulteriormente contribuire fattivamente a risolvere la vertenza in parola, Vi chiediamo cortesemente un incontro per poter condividere le nostre posizioni.
Ringraziando per l'attenzione che ci fornirete, porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Coordinamento dei Comitati Pendolari regionali del FVG
Comitato Pendolari FVG
Comitato Pendolari Alto Friuli

venerdì 4 marzo 2016

Binari svizzeri? No, viaggiamo in FVG

La maledizione della stampa perseguita Trenitalia.
Ormai è prassi che ogni qual volta vengono resi pubblici i risultati positivi del servizio ferroviario in Fvg, puntualmente il giorno dopo si incappa in una giornataccia piena di disservizi e ritardi.
Anche ieri la maledizione ha colpito, puntualmente!
Giovedì sono stati ufficializzati i dati del primo bimestre 2016, il quale ha evidenziato performance d’eccellenza con una puntualità reale percepita dall’utente pari al 96%, cancellazioni imputabili a Trenitalia pari al 0,4%, con un abbattimento del 47% rispetto all’anno scorso (del 39,3% rispetto a solo due anni fa) e indici di gradimento del servizio in crescita (l’87,9% degli intervistati valuta positivamente il viaggio nel suo complesso).
Dati che confermano il Fvg al vertice della classifica nazionale per puntualità, affidabilità e confort di viaggio.
Puntualmente però come nella migliore tradizione, la pubblicazione di questi risultati è stata accolta da pesanti disservizi, che nel corso della mattinata di ieri hanno messo in sofferenza la rete ferroviaria regionale.
A causa del maltempo il traffico è stato rallentato per alcuni guasti ai sistemi di distanziamento in sicurezza dei treni provocati dalle forti scariche atmosferiche che si sono abbattute: dalle 5.30 alle 8.10 fra Basiliano e Codroipo e dalle 8 alle 9.30 fra Ronchi dei Legionari Nord e Bivio San Polo.
Quattro treni a lunga percorrenza e 18 treni regionali hanno registrato ritardi fino a 130 minuti; tre regionali sono stati cancellati e 11 limitati.
Contro i fulmini di Giove Pluvio c'è poco da fare ... l'unica cosa da chiedersi è se gli interventi di RFI/Trenitalia siano stati tempestivi e le informazioni fornite ai viaggiatori in stazione e a bordo treno siano stati adeguati alla situazione.

Era da ottobre che non ci si incappava in una giornataccia così, ma nonostante ciò il trend è molto positivo.
Se a gennaio e febbraio la puntualità entro i 5 min. a livello regionale (115 treni/giorno) si attesta al 96%, lungo la linea 15 (TS-Cervignano-UD-Tarvisio) è addirittura del 97,42% (contro l’86,34% del 2015).
Anche gli altri parametri prestazionali confermano l’eccellente stato del servizio offerto nei primi due mesi dell’anno lungo la Pontebbana: puntualità entro i 10 min. al 98,21% (contro il 92,25% del 2015), indice di disservizio 2,36% (contro il 9,5% del 2015), indice di soppressioni/treno 0,59% (contro il 1,9% del 2015).
Dati che evidenziano un significativo miglioramento rispetto al medesimo periodo dello scorso anno: 11,08% sulla puntualità entro i 5 min. e 5,96% sulla puntualità entro i 10 min.
L’affidabilità è praticamente totale, con l’indice delle soppressioni sceso allo 0,59%; miglioramenti continui anche sull’informazione a bordo e sulla pulizia, che confermano l’aumento dell’indice di gradimento da parte degli utenti.
A parte la maledizione della stampa, tutto sta procedendo bene grazie alla fattiva collaborazione tra Regione, Trenitalia e Comitati dei Pendolari.
Un risultato ottenuto grazie ad un nuovo modello organizzativo dell’impresa ferroviaria; a fronte di ciò è doveroso associarsi al ringraziamento fatto dall’Assessore Regionale alla Mobilità Mariagrazia Santoro, al Direttore Nazionale di Trenitalia Orazio Iacono e al Direttore Regionale Fvg, Simone Gorini, per il loro costante impegno, che ha permesso di realizzare questa storica svolta del servizio ferroviario regionale del Friuli Venezia Giulia.