Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

giovedì 28 novembre 2019

Lettera ai vertici di Trenitalia, RFI e Regione FVG. Convocato il Tavolo di Lavoro dei Pendolari

Dopo la mattinata nera di martedì scorso e dopo aver assunto tutte le necessarie informazioni ed analizzato quanto accaduto, abbiamo preso carta e penna e scritto ai vertici nazionali e regionali di Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana, nonchè al Presidente della Giunta Regionale, Massimiliano Fedriga e all'Assessore alla Mobilità, Graziano Pizzimenti, il quale ha già convocato il Tavolo di Lavoro dei Pendolari previsto per il prossimo giovedì 5 dicembre alle ore 18.
Di seguito pubblichiamo la lettera inviata.

"Buongiorno, 
abbiamo aspettato 24 ore prima di scriverVi, riflettendo a mente fredda quanto successo ieri in Friuli Venezia Giulia. 
Rimaniamo basiti dai tanti disagi e disservizi causati non tanto da un guasto alla linea - come quello di ieri - ma dall'assoluta incapacità a far fronte in maniera organizzata e tempestiva alle criticità. 
Ieri l'intero FVG ferroviario si è fermato in piena fascia pendolare (dalle 5.30 alle 9.30); migliaia e migliaia di utenti (stimiamo dai 10 ai 15mila) sono stati lasciati senza la minima informazione utile nelle stazioni e a bordo treno. 
Un caos derivato dalla disorganizzazione e dalle lentezza delle strutture competenti nell'assumere decisioni. 
 Serve cambiare passo, ma soprattutto approccio lavorativo. 
Da almeno due settimane - non da oggi - stiamo registrando che il sistema legato agli attuali protocolli di Trenitalia e RFi non regge.
Troppi guasti all'infrastruttura, troppi errori nel governo della circolazione, informazione assolutamente insoddisfacente. L'eccellenza ferroviaria del FVG si è dissolta come neve al sole. 
E' necessario che qualcuno faccia autocritica e si assuma la proprie responsabilità. 
Quando una squadra perde, un allenatore capace deve saper cambiar modulo in corsa per farla giocare meglio. In caso di risultati disastrosi è evidente che l'allenatore è sempre il primo a pagare e generalmente il cambio serve a dare una scossa all'ambiente e alla squadra sfiduciata. 
Abbiamo sostenuto ed evidenziato convintamente l'operato di Trenitalia e di RFI quando i risultati erano eccellenti, abbiamo parimenti dialogato sempre con il Gruppo FS in maniera costruttiva cercando di suggerire correttivi e migliorie al servizio grazie al Tavolo di Lavoro convocato periodicamente dalla Regione FVG. 
Ora però prendiamo atto di un'involuzione del servizio a tutto tondo, quasi si procedesse per inerzia senza la minima capacità di reazione. 
Con grande amarezza denunciamo che in FVG si è fatto un grande passo indietro: manca purtroppo l'umiltà e il rispetto verso l'utenza che paga il biglietto o l'abbonamento e usufruisce di un servizio pubblico sostenuto con i denari dei contribuenti. 
La Regione FVG andrà presto a gara per il servizio tpl ferro: Trenitalia se vuole vedersi confermare l'appalto del servizio, dovrà dimostrare sul campo di meritarselo, lavorando come in passato quando ha garantito standard d'eccellenza. 
Da buoni friulani auspichiamo che ci si rimbocchi le maniche, si evitino puerili giustificazioni, appellandosi alla sfortuna o ad eventi atmosferici, e si lavori per ritornare presto ai livelli qualitativi di quel servizio che il FVG merita. 
Ringraziamo tutti i ferrovieri che ieri si sono prodigati a bordo treno o nei desk di Udine e Trieste, che con pazienza e professionalità hanno cercato di fornire supporto agli utenti, pur non disponendo di idonee informazioni e fungendo spesso da parafulmini. 
Come in passato il nostro supporto e contributo non mancherà !
 Distinti saluti 
Comitato Pendolari Alto Friuli

martedì 26 novembre 2019

VERGOGNATEVI !

Una mattinata da "girone dantesco" per i Pendolari del FVG.
Un guasto all’alimentazione ad un treno dell’Alta Velocità in partenza dalla stazione di Udine ha coinvolto l’alimentazione aerea, mettendo ko tutta la circolazione. Il black out ha coinvolto tutti i treni da e per Udine dalle 6 di mattina fino alle 9 e 30.
Trenitalia ha comunicato che sono 16 i treni regionali coinvolti: 9 con ritardi da 36 a 159 min. (R2441 Udine-Venezia 159’ di rit.; R20953 Udine-Trieste 36’ di rit.; R20956 Trieste-Udine-Venezia 77’ di rit.; R6001 arrivato a Udine con 94’ di rit.; 6002 Trieste-Carnia 16’ di rit.; R20958 Trieste-Sacile 39’ di rit.;R6003 Tarvisio-Trieste 36’ di rit.; R20955 Udine-Trieste 46’ di rit.; R99336 Trieste-Udine 69’ di rit.) e sono stati soppressi (R5863 Udine-Trieste; R1004/20963 Venezia-Udine-Trieste; R2444/2445 Trieste-Udine-Venezia; R20952/2807 soppresso nella tratta Gorizia-Udine-Venezia; R6001 soppresso nella tratta Udine-Trieste; R6006 Trieste-Udine; R6005 soppresso nella tratta Tarvisio–Udine.
A mettere in ginocchio ulteriormente la circolazione fs in piena fascia pendolare sono stati anche i lavori di manutenzione programmati nella località di Venezia Mestre Ospedale ed un guasto a Mestre, che ha causato pesanti ritardi tra i 30 e i 106 minuti ad altri 6 treni (2800/2801Venezia-Trieste, R2805 Udine-Venezia, R11005 Udine-Venezia, R11009 Udine-Venezia, R11008 Venezia-Udine e R2442 Venezia-Trieste) mentre è stato soppresso il R11014/20969 Venezia-Trieste.
Un bollettino di guerra che ha coinvolto la linea Tarvisio-Udine-Cervignano-Trieste, la Udine-Venezia e la Trieste-Udine.
Pesantissimi i disagi per gli utenti, che a quell’ora si stima fossero tra i 10 e i 15mila in viaggio.
Sotto accusa ancora una volta il servizio informativo di RFI e Trenitalia, il quale è andato completamente in tilt. A Udine in stazione regnava l’anarchia, con continui ordini e contrordini, in perfetto stile Fantozzi, con passeggeri che salivano e scendevano le scale delle banchine dei binari.
Quello di oggi è solo l’ultimo episodio dopo due settimane assolutamente da dimenticare per i pendolari. Già nei giorni scorsi avevamo inviato varie note a Trenitalia e alla Regione FVG, evidenziando la pesante situazione, che ha fatto fare un grande passo indietro al servizio fs, che fino all’estate registrava buone performance sia per puntualità che per affidabilità.
Oltre ai frequenti guasti all’infrastruttura fs, sotto accusa è l’organizzazione di Trenitalia e di RFI. Non sono giustificabili le scene da “circo Togni” con passeggeri abbandonati e personale di bordo che funge da parafulmine senza istruzioni da parte delle sale operative.
Condanniamo assolutamente l’approccio di RFI e Trenitalia incapaci a reagire tempestivamente. Nelle ultime settimane abbiamo sentito ogni tipo di giustificazione, mai però la parola SCUSATE
Quando una squadra non gioca bene e perde, l’allenatore è il primo a pagare, così riteniamo che i vertici regionali delle Direzioni di Trenitalia e Rfi debbano essere rimossi dall’incarico per dare una scossa all’ambiente evidentemente sfiduciato e allo sbando organizzativo.
Chiederemo agli AD di Trenitalia e di RFI di garantire una maggior attenzione alla situazione del FVG, regione che a breve dovrà bandire la gara per il trasporto pubblico su ferro. Se Trenitalia vorrà la riconferma del contratto questa sicuramente non è la strada giusta.
In mattinata è stato avvisato dei disagi sia l’Assessore regionale alla Mobilità, Graziano Pizzimenti che l’ufficio regionale competente che già prima delle 8 aveva inviato una nota a RFI.
Prossima settimana verrà convocato dalla Regione il Tavolo dei Pendolari, con Trenitalia e RFI. In tale sede i Comitati dei Pendolari chiederanno alla Regione di studiare una forma di ristoro per gli utenti che hanno subito i disagi a novembre.
Una situazione assolutamente imbarazzante che necessità di una pronta reazione, rimboccandosi le maniche e lavorare a testa bassa, senza giustificazioni di sorta.

Una bella notizia: il servizio Udine/Trieste-Lubiana torna diretto

Con un post del 9 novembre avevamo evidenziato la situazione del servizio transfrontaliero Udine/Trieste-Lubiana, il quale non era più diretto in quanto i passeggeri sono costretti a Villa Opicina a trasbordare dal treno italiano ETR563 - 564 a quello sloveno.  
Abbiamo interpellato la Regione FVG sul tema, la quale con una nota ci ha confermato che "la necessità di trasbordo a Villa Opicina dei viaggiatori dei treni Trieste/Lubiana realizzati con materiale CAF è stata determinata dalla modifica delle procedure in atto da parte dell’Agenzia Slovena relativamente al rinnovo dell’APS (l’Autorizzazione alla messa in esercizio), che è avvenuta finora a valle del rinnovo dell’autorizzazioneItaliana. Ciò in ragione del progressivo recepimento del IV pacchetto ferroviario dell’Unione Europea".
La Regione ha comunicato che "i treni ETR563 hanno completato l’iter autorizzativo per la circolazione su rete slovena e che pertanto possono nuovamente essere utilizzati per tutto il tragitto. Pertanto, a partire dai prossimi giorni, i servizi ferroviari da e verso Lubiana in partenza da Trieste Centrale saranno nuovamenterealizzati senza interscambio a Villa Opicina."

giovedì 21 novembre 2019

Altri ritardi, ancora guasti alla rete fs. Informazione tardiva e ancora disagi

Dopo una breve tregua, ieri mattina dalle 7.30 alle 8.20 i pendolari della linea Venezia-Cervignano-Trieste sono tornati a soffrire.
Questa volta è stato un passaggio a livello a Ronchi dei Legionari Sud a mandare in tilt la circolazione. Il guasto ha coinvolto una decina di treni che hanno subito ritardi tra i 18 e 57 minuti: R2206 (rit. 57 min), R2781 (rit. 20 min.), R6001 (rit. 21 min.), R6002 (rit. 18 min. a Udine), R99336 (rit. 37 min.), R2785 (rit. 34 min.), R2782 (rit. 38 min.), R5863 (rit. 22 min.).
Sono state diverse le segnalazioni che abbiamo ricevuto a seguito dei disservizi che hanno colpito una decina di treni in piena fascia pendolare in transito lungo la Trieste-Venezia.
Un utente che era a bordo di uno dei treni lungo la TS-Cervignano-UD ha scritto "segnalo l'ennesima, assoluta ed impenitente incompetenza di Trenitalia, insieme alla costante mancanza di informazioni. Oggi 20 novembre, per un guasto ad un passaggio a livello di Ronchi dei Legionari sud (versione ufficiale) i treni da e per Trieste avevano mediamente un ritardo di 20 minuti. Un guasto tecnico.. Sfortuna. Arrivati a Monfalcone con 10 minuti di ritardo ci avvisano che saremmo ripartiti 10 minuti dopo. Il treno riparte da Monfalcone con un ritardo complessivo di 25 minuti e dopo pochi chilometri si torna a fermare per altri 10 minuti. Morale. Alle 7:57, ora in cui il treno doveva essere a Udine, non si era neanche a Trieste Airport. La beffa. Nessuno si è preoccupato di avvisare i passeggeri destinati ad Udine che potevano prendere il treno 2444 che, partito da Monfalcone 2 minuti dopo e passando via Gorizia, non avrebbe più trovato motivi di rallentamento. Che i pendolari arrivino tardi a lavoro a Trenitalia non interessa ..."
Un'altro ha scritto "...siamo al 20 novembre, solito guasto al passaggio livello e solita mezz'oretta di ritardo. La cosa bestiale è che non ti avvisano, ti fanno salire a Ts Airport direzione Trieste e poi il treno si ferma per 25 minuti all'ex stazione di Ronchi. Ma io dico... avvisare prima che magari uno sceglie di non salire sul treno e prender la macchina e andarsene a lavorare con le 4 ruote?? Solito passaggio livello non funzionante... siamo quasi nel 2020. Imbarazzante!"
Un altro utente invece ha scritto alla Direttrice di Trenitalia Elisa Nannetti, evidenziando che "non entro nel merito del guasto ma del fatto che non si avvisi l'utenza che il treno non potrà proseguire. Uno deve essere libero di valutare se convenga usare altri mezzi... Ma se non si dice nulla... La trovo una prevaricazione scorretta. Quanto all'infrastruttura, considero i ritardi connessi alla tratta Trieste-Bivio d'Aurisina come scientemente previsti e tollerati. Se vado in giro con un'auto senza una ruota non è fatalità se non proseguo; allo stesso modo perdurare a lasciare una tratta così lunga e trafficata senza posti di comunicazione e movimento vuol dire aver pianificato a monte i ritardi. E questo vale a prescindere dal guasto di oggi che forse non riguarda quella tratta". 
Trenitalia come al solito si è limitata a dire che è competenza di RFI il funzionamento dell'infrastruttura, mentre RFI continua a cercare giustificazioni nelle condizioni meteo.
E' inutile nasconderci, il servizio fs in queste settimane ha fatto un grande passo indietro e pare quasi che si prosegua per inezia... chissà aspettando Godot forse? 
Male per un'azienda come Trenitalia che intende rinnovare il contratto di servizio con la Regione. Peggio per un'Impresa a capitale completamente pubblico, come RFI, che gestisce in concessione un'infrastruttura dello Stato di un servizio pubblico essenziale
Nel segnalare i disservizi odierni alla Regione abbiamo rinnovato la richiesta di convocare al più presto il Tavolo dei Pendolari, già in occasione della presentazione del nuovo orario invernale 2019/2020, per fare il punto della situazione. 
Auspichiamo un cambiamento di rotta e se necessario la sostituzione di qualche "ingranaggio" del sistema, visto che così non funziona.

domenica 17 novembre 2019

Settimana da dimenticare per i Pendolari. Vertici dI RFI da sostituire

Si è chiusa una settimana molto pesante per il servizio fs del Friuli Venezia Giulia, caratterizzato da numerosi ritardi e soppressioni, su quasi tutte le linee.
Un grande passo indietro, che ha fatto ritornare il servizio indietro a più di 3 anni.
Sul banco degli imputati la gestione di RFI e in particolare l'infrastruttura che sta evidenziando tutte le criticità e una fragilità molto accentuata.
Le giustificazioni del meteo di questi giorni sono solo un pretesto banale visto che da settimane assistevamo a una escalation di disservizi sempre più frequenti.
Se le soppressioni lungo la Sacile-Maniago non fanno più notizia (3 su 5 volte in questa settimana gli studenti e i pendolari in fascia mattutina non hanno visto il treno), quello che è successo lungo la linea 15 (Udine-Cervignano) e a Trieste è degno del miglior film di Fantozzi.
Le dichiarazioni sulla stampa da parte di RFI, che ha cercato ancora una volta di giustificare i disagi dando la colpa ad eventi soprannaturali o improvvisi, è assolutamente irrispettosa.
Questi Signori senza vergogna alcuna, vivono fuori dal mondo, in una dimensione tutta loro e si dimenticano la cosa più banale ovvero quella di chiedere SCUSA alle migliaia di utenti.
Si perché questi Signori dimenticano che sono e restano dei dipendenti pubblici e il 27 che percepiscono è grazie ai contribuenti e agli utenti.
Abbiamo fatto sentire la nostra voce sulla stampa e ci faremo sentire con le Istituzioni, chiedendo un netto di cambio di rotta al vertici di RFI.
Nel calcio quando una squadra perde, l'allenatore è il primo a pagare ! E' evidente che RFI sia allo sbando più totale, dove regna l'anarchia assoluta e lo scarica barile.
I problemi riguardano quasi esclusivamente l'infrastruttura, anche se poi anche Trenitalia ci ha messo del suo: vedi il trasbordo da comiche del R6028 a Palmanova, dove i passeggeri sono stati fatti scendere dal treno, salire sui bus sostitutivi, e poi rifatti scendere dai bus e risalire nuovamente sul treno che ha continuato il viaggio ...
La nostra analisi distingue le questioni legate al servizio gestito da Trenitalia, legata alla Regione FVG in base al contratto, dalle criticità dell'infrastruttura gestita da RFI, la quale opera in forza della concessione statale prevista dal Decreto Ministeriale n. 138T del 31.10.2000.
Abbiamo chiesto all'Assessore regionale Graziano Pizzimenti la convocazione del Tavolo dei Pendolari prima dell'avvio dell'orario invernale di dicembre; in tale sede ci auguriamo che sia presente anche RFI.
I risultati dell'attuale management di RFI sono assolutamente insoddisfacenti: stazioni abbandonate, scarsa manutenzione all'infrastruttura, lavori che durano da mesi e mesi (vedi stazione di Udine), scelte assurde legate alla gestione della circolazione fs.
Chiederemo non solo alla Regione, ma alla politica nazionale di vigilare sull'operato di RFI in FVG.
Serve una cura drastica per dare una scossa ad una struttura elefantiaca; qualche avvicendamento ai vertici regionali e ai quadri intermedi potrebbe essere la cura giusta e soprattutto un controllo effettivo dell'operato, atteso che oggi di fatto nessuno controlla RFI se non se stessa.
Di certo non resteremo ad assistere impotenti, ci sono vari strumenti sia istituzionali che giuridici che pensiamo di attivare, chiedendo la verifica delle responsabilità dei singoli, con nomi e cognomi di dirigenti, funzionari.
Questo dovrebbe fare un Paese serio, dove il merito e la professionalità dovrebbero essere dogmi di un servizio pubblico come quello ferroviario.

venerdì 15 novembre 2019

Linea 15: Tarvisio-Udine-Trieste, in aumento passeggeri, ma anche egli episodi di sovraffollamento

Da qualche mese stiamo monitorando la questione sovraffollamento treni e numero dei passeggeri lungo la linea 15 Tarvisio-Udine-Trieste.
Con grande soddisfazione abbiamo rilevato un significativo aumento del numero degli utenti (10-15%) nelle fasce pendolari 6-9. Sempre più persone usufruiscono quindi il treno, che risulta un mezzo comodo, veloce e soprattutto economico.
Purtroppo però sono aumentati anche i casi di sovraffollamento, causati soprattutto dall'utilizzo da parte di Trenitalia di materiale rotabile in composizione ridotta o non idonea, come i Minuetto che non dispongono di una capienza adeguata.
Abbiamo pertanto scritto a Regione FVG e Direzione Trenitalia FVG una mail dove segnaliamo i casi di sovraffollamento, chiedendo una valutazione sulle composizioni delle corse.
Di seguito il testo dalla nota spedita.  

Facciamo seguito alle nostre precedenti note sul tema per evidenziarvi ulteriori episodi di sovraffollamento.
Vi abbiamo già comunicato la precaria situazione del R6032 Udine Carnia delle ore 16.35, il quale viene effettuato di prassi con materiale Minuetto (170 posti a sedere?) assolutamente inadeguato. Spesso se non quotidianamente i passeggeri viaggiano in piedi da Udine.
Episodi di sovraffollamento sono stati lamentati a bordo del R6002 Trieste-Carnia delle ore 6.20, quando la corsa viene effettuata con materiale Minuetto, con viaggiatori in piedi da Monfalcone a Udine e sul R. 6040 Trieste - Tarvisio delle ore 17.50, anche in questo caso quando effettuato con materiale Minuetto.
In data 13 novembre ci è stato segnalato inoltre il sovraffollamento del R. 6044 da Trieste a Carnia delle 18.40, il quale dovrebbe essere stato realizzato con materiale MDVC, 3 carrozze (per 240 posti a sedere?) assolutamente insufficienti a far sedere tutti i pendolari presenti.
Il materiale MDVC viene talvolta utilizzato - in sostituzione dei Caf - anche su altre corse lungo la linea 15 (es. 6005), sempre con composizione di 3 carrozze che a stento riescono a far sedere tutti i passeggeri.
Segnaliamo con soddisfazione un aumento del numero dei passeggeri, facilmente riscontrabile su alcune corse R6003 e R6005 in fascia pendolare, tuttavia, evidenziamo il crescendo di questi episodi di sovraffollamento dovuto all'utilizzo di materiale rotabile in composizione ridotta, insufficiente a far viaggiare comodamente tutti i viaggiatori.
Riteniamo pertanto che si debba fare una valutazione su come meglio organizzare le composizioni del materiale al fine di potenziare la capienza dei treni.
Distinti saluti 
Comitato Pendolari Alto Friuli 

mercoledì 13 novembre 2019

In Veneto arrivano i nuovi treni Pop e Rock di Trenitalia. Viaggeranno anche in Friuli ?

Presentazione dei treni a Venezia
Sono stati presentati l'altro ieri a Venezia i nuovi treni Pop e Rock targati Trenitalia. I treni destinati alla Direzione Regionale Veneto saranno in totale 78 e «sono stati costruiti con l'idea di dare la priorità ai pendolari», ha detto l'AD di Trenitalia Orazio Iacono, aggiungendo che sono «i treni più scattanti d'Europa». 
A oggi, i Pop e Rock sono già in esercizio in Emilia Romagna e da ieri anche in Liguria, tutte regioni che al pari del Veneto hanno già stipulato il nuovo contratto di servizio con Trenitalia, la quale si è impegnata ad investire importanti cifre per il rinnovo del parco rotabile.
In Veneto quindi il parco rotabile verrà integralmente rinnovato con l'arrivo di 78 nuovi treni (47 Rock e 31 Pop), entro la fine del 2023. Entro la fine del 2020 sui binari ce ne saranno però già 24 in esercizio. 
I TRENI: i Rock sono a due piani, e hanno una capacità fino a 700 posti a sedere, con 15 posti biciclette in configurazione invernale e 24/30 posti in configurazione estiva. I treni raggiungono i 160 km/h di velocità massima con un’accelerazione di 1,10 m/sec2.
I Pop sono invece monopiano con una capacità massima di 300 posti a sedere, con 6 posti bici. Possono viaggiare ad una velocità massima di 160 km/h con un’accelerazione maggiore di 1 m/sec2. 
In ogni convoglio ci sono fino a 50 telecamere di videosorveglianza, prese per ricarica bici elettriche, WiFi con portale di bordo, 2 posti per clienti diversamente abili con carrozzina rigida (normalmente presente un solo posto per treno), prese elettriche + USB.
I nuovi treni sono riciclabili fino al 97% con una riduzione del 30% dei consumi energetici rispetto ai treni precedenti.
DOVE CIRCOLERANNO: in base a quanto scritto nel comunicato stampa ufficiale di FS, i Rock saranno utilizzabili da Venezia a Verona, Bologna, Conegliano, Udine, Belluno e Bassano, ma anche tra Belluno e Padova e tra Bassano e Padova; i Pop invece saranno impiegati nelle tratte Venezia-Rovigo/Ferrara, Venezia-Portogruaro/Trieste e Venezia-Vicenza, oltre che tra Monselice e Mantova e tra Mantova e Verona. 
Questo significa che Trenitalia metterà a disposizione i nuovi treni anche lungo i binari friulani, della Venezia-Udine e della Venezia-Portogruaro-Trieste.
NOMI E BRAND: i treni saranno battezzati con i nomi delle città Venete e sono brandizzati con la bandiera del Leone di San Marco. Un'iniziativa identica a quella che ha già fatto il Friuli con i suoi treni CAF.
FUTURO CONTRATTO IN FVG: la situazione del servizio in FVG è legata al nuovo contratto, che slitterà al 2020. Una situazione che sta paralizzando ogni tipo di investimento, sia legato al parco rotabile che all'offerta del servizio.
Purtroppo la Regione FVG dopo aver comprato nel 2011 (Giunta Tondo), con proprie risorse (70 milioni) i 12 treni CAF, quando Trenitalia non acquistava treni in proprio, non ha saputo successivamente essere lungimirante e leggere correttamente lo sviluppo della politica nazionale in tema di trasporto pubblico locale.
Non si è stati capaci di approfittare delle risorse messe a in campo dalla cosiddetta "cura del ferro" del Ministro Graziano Del Rio, la quale tra il 2015 e il 2018, ha dato avvio al nuovo corso delle FS, con un ambizioso piano di investimenti dedicato al servizio ferroviario regionale dei pendolari.
E così mentre le altre Regioni italiane stipulavano nuovi accordi con Trenitalia, beneficiano dei nuovi treni senza spendere un euro per il parco rotabile, in 5 anni la Giunta Serracchiani è stata immobile. Oggi così ci troviamo con una situazione assolutamente precaria e un contratto di servizio risalente alla preistoria , scaduto e prorogato più volte.
Se l'acquisto dei treni CAF fatto nel 2011 è stato fatto con lungimiranza dall'allora Assessore Riccardo Riccardi, (Giunta Tondo), in quanto non vi erano le condizioni che vi sono ora, per tutta la legislatura targata Deborah Serracchiani si è dormito, perdendo il treno giusto!
I CAF hanno rinnovato parzialmente il nostro parco rotabile, garantendo un salto di qualità del servizio; tuttavia ora il gap con le altre regioni si è assottigliato se non del tutto venuto meno, proprio perché gli altri con maggior lungimiranza hanno saputo leggere quali sarebbero stati gli sviluppi futuri del settore. Veneto, Emilia Romagna e Lazio hanno migliorato sensibilmente le performance del loro servizio sfruttando l'occasione.
A parziale giustificazione di questo immobilismo vi è stato il pesante contenzioso che ha caratterizzato il bando del tpl gomma e che ha visto la Regione contrapposta a Busitalia, società del Gruppo FS.
Basilare sarà pertanto il nuovo contratto di servizio (un piatto ricco che vale oltre 40 milioni/anno) che dovrà necessariamente prevedere da parte dell'Impresa ferroviaria investimenti al parco rotabile, oltre che una rinnovata offerta di corse, con orari più competitivi e una riduzione dei tempi di percorrenza
Ci sarà da pensare, sicuramente sino al 2021, nel mentre grazie ai nuovi treni della Direzione regionale Veneto di Trenitalia alcuni servizi lungo la Venezia-Udine beneficeranno del nuovo materiale Rock milgiorando la qualità del servizio dei pendolari friulani.
Che dire ... W il Veneto e W la politica coraggiosa e lungimirante ! 

martedì 12 novembre 2019

Una "Caporetto" per i treni del FVG: vari guasti mettono ko la rete dal mattino alla sera

Una vera "Caporetto" per il servizio fs del Friuli Venezia Giulia: una giornata con pesantissimi ritardi e disagi (ancora ora che scriviamo)
Mattina iniziata male lungo la Sacile-Gemona a causa di un tallonamento da parte di un'auto ad un passaggio a livello in prossimità di Sacile che ha messo ko la linea facendo sopprimere 4 treni (R23826 Sacile-Manaigo; R23828 Sacile-Maniago; R23823 Maniago-Sacile sostituito con bus; R 23827 Maniago-Sacile sostituito con bus).
Al pomeriggio un guasto all'infrastruttura nei pressi della stazione di Cervignano ha mandato in tilt la circolazione lungo le linee 13 (Ts-Ve) e 15 (Ts-Cervignano-Ud-Tarvisio). Sono stati coinvolti i seguenti treni: R 2791 (soppresso da Cervignano a TS), R 6021 (rit. 13 min.), R 6024 cancellato da Cervignano a Carnia (i passeggeri sono stati trasbordati su R 6028, mentre da Udine a Carnia il servizio è stato sostituito con bus), R 6035 cancellato da Carnia a Udine e sostitutivo con bus, R 2791 cancellato da Cervignano a Trieste (viaggiatori trasbordati su R 2211, giunto a destinazione con un ritardo di 18 min.)
La sera, dalle 17.40 in poi, un guasto ad un treno merci all'altezza di Aurisna ha messo ko l'intera tratta Monfalcone-Trieste. 
Un vero e proprio bollettino di guerra con tutti i treni da e per Trieste coinvolti, con ritardi segnalati fino a 150 min. e soppressioni e limitazioni alla circolazione.
Di seguito i ritardi dei singoli treni:
RV 2458 Venezia (16:05) - Trieste (19:03): rit. 58 min. soppresso da Monfalcone a Trieste
R 6037 Tarvisio (15:53) - Trieste (18:10): soppresso da Monfalcone a Trieste
R 20989 Udine (17:09) - Trieste (18:33): rit. 73 min. 
R 20991 Udine (18:17) - Trieste (19:41): rit. 60 min.
R 6044 Trieste (19.14) -Carnia (20.38): rit. 50 min.
R 2468 Trieste (19.21) -Venezia (21.55): rit. 75 min.
R 2815 Venezia (15.05) - Trieste 18.03). rit. 150 min.
R 20993 Udine - Trieste, cancellato intera tratta
R 2795 Venezia (16.41) - Trieste (18.08): cancellato da Cervignano a Trieste
IC 588/589 Roma Termini (10:30) - Trieste Centrale (18:39): rit. 29 min. 
R 1891 Udine (17.54) - Trieste (18.58) - Lubiana (21.48): cancellato da Trieste a Villa Opicina, rit. 25 min.
R 2458 Venezia (16:05) - Trieste (19:03): rit. 58 min. e cancellato da Monfalcone a Trieste
R 6044 Trieste (19.14) - Carnia (20.38): cancellato da Trieste a Monfalcone: rit. 45 min.
RV 2215 Venezia (17:41) - Trieste (19:46): rit. 75 min. 
R 20988 Trieste (18.27) - Udine (19.51): rit. 50 min.
R 20991 Udine (18.17) - Trieste (19.41): rit. 60 min.
RV 2818 Venezia (17:05) - Trieste (20:03): rit. 52 min. 
RV 2799 Venezia (18:41) - Trieste (20:46): rit. 25
R 2220 Trieste (19.52) - Venezia (21.24): cancellato da Trieste a Cervignano
R 2468 Trieste (19.21) - Venezia (21.25): cancellato da Trieste a Monfalcone, rit. 71 min.
FR 9737 Torino Porta Nuova (14:05) - Trieste Centrale (19:29): rit. 80 min.
R 6043 Carnia (18:29) - Trieste Centrale (20:10): rit. 56 min.
R 2472 Trieste (20.31) - Venezia (23.55): rit. 41 min.
Commento: Care Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia c'è molto da lavorare e da rivedere nei vostri borbonici protocolli che vi governano. E' possibile che un banale guasto ad un treno merci possa mettere in crisi l'intero sistema fs del FVG? Viaggiamo mica sulla monorotaia in FVG?
Domani è un'altro giorno si spera meno complicato visto che le ultime settimane sono state caratterizzate da continui guasti che ancora una volta hanno evidenziato l'estrema fragilità della nostra infrastruttura ferroviaria che in alcuni punti necessita di interventi radicali ed investimenti.

lunedì 11 novembre 2019

Trenitalia: informazione carente e non tempestiva

Pubblichiamo la mail pervenuta oggi da un utente della linea 15 Trieste-Monfalcone-Cervignano-Udine, con la quale si lamenta di un ritardo (nella specie 25 min. circa del R.99336 Trieste-Udine delle ore 6.50), ma soprattutto la carenza assoluta di informazioni tempestive da parte di Trenitalia.
Condividendo pienamente quanto scritto dall'utente, provvederemo a sensibilizzare Regione FVG e Trenitalia affinché si assumano i correttivi necessari a migliorare la comunicazione all'utenza, la quale è ormai divenuta la maggior criticità, soprattutto nei casi di anomalie alla circolazione.
      
Buongiorno, La presente per informarvi della disperazione che corre sulla Linea Trieste - Cervignano - Udine.
Anche oggi ci sono stati 30 minuti di ritardo, con una bella giornata... Non oso immaginare i prossimi giorni che hanno messo pioggia.
Si sa quando si parte ma non quando si arriva. Bisogna aspettare fermi gli incroci di treni che arrivano nell'altro senso di marcia.
Cosa c'è una monorotaia? Dove siamo, in Africa? Oltre a questo la continua e completa disinformazione e l'assoluto menefreghismo dell'utente finale.
Prima di salire sul treno ho chiesto al capotreno se c'erano problemi sulla linea, ricevendo come risposta un "nessun problema" senza indugio.
Appena ripartiti da Monfalcone ci informano che causa investimento di un animale si sarebbe accumulato ritardo e fino a Cervignano abbiamo viaggiato a 20km/h o giù di lì.
Conoscendo le tempistiche di rallentamento che si hanno in questi casi, l'imprevisto sicuramente era già avvenuto, non avvisando l'utente finale.
Evidenzio infine il grande senso civico e la pazienza dei passeggeri visto che, la settimana scorsa, è stato enfatizzato l'aggressione a un capotreno. Condannando in maniera assoluta quel gesto, non posso però non evidenziare l'esasperazione dei pendolari che ogni giorno affrontano questi problemi e si sentono assolutamente non calcolati da Trenitalia.
Tutto ciò premesso per una giusta informazione.
Cordiali saluti.

sabato 9 novembre 2019

Servizio fs Italia-Slovenia: si torna all'antico con il trasbordo a Villa Opicina

Da qualche tempo i treni Udine / Trieste - Lubiana non sono più diretti in quanto i passeggeri sono costretti a Villa Opicina a trasbordare dal treno italiano ETR564 a quello sloveno.
La notizia è stata data dalla informatissima rivista Ferrovie.Info , la quale evidenzia che "una buona iniziativa bloccata, probabilmente, da qualche vicissitudine burocratica".
La linea tra l'Italia e la Slovenia è stata ristabilita il 9 settembre 2018 grazie al progetto UE CrossMoby, nell'ambito del programma di cooperazione transfrontaliera Interreg Italia-Slovenia, programma coordinato proprio dalla Regione Friuli Venezia Giulia in veste di autorità di gestione e che garantisce il cofinanziamento del fondo europeo di sviluppo regionale.
Attualmente sono due i collegamenti giornalieri previsti lungo l'intero arco della settimana, di cui uno sulla direttrice Udine-Trieste-Lubiana (con sosta anche a Trieste Airport) ed un altro nella sola tratta tra il capoluogo regionale e la capitale slovena. Più nel dettaglio da Trieste per Lubiana si parte il mattino alle 9.01 e la sera alle 19.09. Da Udine per la capitale slovena partenza prevista alle 17.54. Le partenze da Lubiana sono previste alle 5.57, con destinazione Trieste e Udine, e alle 16.10, con stazione di arrivo Trieste. 
Gli ETR 564 che da un anno viaggiavano tra Udine/Trieste e Lubiana sono ora costretti a fermarsi al confine di Villa Opicina: le ferrovie slovene non hanno rivelato la causa, ma informalmente, secondo quanto riferiscono i media locali, l'ETR 564 avrebbe perso la sua licenza operativa per la Slovenia.
Gli elettrotreni CAF, acquistati qualche anno fa dalla Regione Friuli Venezia Giulia effettuano quindi solo la tratta italiana, mentre dall'altra parte del confine un Desiro SZ assicura il resto del percorso. Il tutto con buona pace dei viaggiatori che devono tornare alla rottura di carico, scaricare baracca e burattini e ricaricarli su un altro treno. 
Chiederemo un chiarimento alla Regione FVG e a Trenitalia, impresa ferroviaria che gestisce i treni CAF di proprietà della regione.
I treni sono nuovissimi e anche i certificati lo dovrebbero essere, visto che il materiale ha svolto più volte prove in linea in Slovenia.
Non ci risultano guasti o episodi che possano aver messo in discussione la certificazione.
Qualcuno ha ipotizzato un certo "mal di pancia" delle ferrovie slovene a veder viaggiare materiale italiano lungo le loro linee.
Possibile anche che questo sia solo un pretesto per chiedere un appannaggio economico.
Un vero peccato ! 

martedì 5 novembre 2019

Tornano i capotreno "sceriffi", multati due scout tredicenni di Budoia

Ci risiamo, tornano gli "sceriffi" a bordo treno, questa volta a farne le spese due ragazzini scout tredicenni, come riportato dall'articolo del Gazzettino Veneto del 4 novembre (vedi foto).
I due tredicenni sono stati multati sabato scorso da uno zelante e inflessibile capotreno lungo la tratta Budoia-Sacile in quanto sprovvisti di biglietto. Ai due adolescenti, al primo viaggio in treno da soli, l'avventura è costata 34 € a testa. Saliti a Budoia - stazione chiusa dove non esiste né biglietteria, né self service, né sala d'aspetto - come riportato dal giornale "un po' per timidezza, un po' per inesperienza, non hanno cercato il capotreno, aspettandolo con i soldi in mano per fare il biglietto".
Il  tragitto da Budoia a Sacile dura appena 10 minuti e poco dopo la partenza il controllore in maniera inflessibile ha proceduto a sanzionare i due. A nulla sono valse le spiegazioni e la volontà di pagare il biglietto con soldi in mano, così, a tempo di record, il capotreno ha identificato i due ragazzini, contestato le violazioni ed emesso le due multe per complessivi 68 €. I due ragazzini hanno racimolano tutto quello che avevano in tasca pagando una delle due multe, mentre la seconda verrà recapitata a casa.  
Una storia vergognosa, che denota una mancanza assoluta di sensibilità da parte del capotreno, al limite dell'abuso d'autorità, visto che i due adolescenti sanzionati oltre ad essere minorenni, quindi giuridicamente incapaci di agire, sono perfino infra quattordicenni, soglia che la legge  presuppone per l'imputabilità e la capacità di intendere e volere.
Stazione di Budoia
E' mancato il buon senso, ma soprattutto la diligenza del buon padre di famiglia nell'operato del capotreno, il quale avrebbe dovuto informare i due adolescenti delle regole, evidenziando loro che a bordo treno si deve salire muniti di biglietto ovvero come accade lungo la tratta Maniago-Sacile si può salire anche senza biglietto purché si avvisi subito il controllore.
Lungo la linea Pedemontana, infatti il regolamento Trenitalia prevede espressamente la possibilità di acquisto del biglietto a bordo treno senza il pagamento del sovraprezzo proprio perché le stazioni sono sfornite di servizi di biglietteria ed emettitrici self service.
La stazione di Budoia, come quella di Montereale Valcellina, a quasi due anni dalla riapertura della linea Pedemontana sono ancora chiuse: gli utenti sono costretti ad attendere il treno all'aperto, sotto la pioggia e al freddo ... se non un servizio da terzo mondo, quasi ! Ma ovviamente per FS è tutto regolare e senza vergogna (!), nonostante i 17 milioni di € spesi per la riattivazione della ferrovia. nelle altre stazioni sono i Comuni (es. Maniago e Aviano) che si sostituiscono a FS e a proprie spese e con proprio personale provvedono a tener aperta la sala d'aspetto.
Solo qualche giorno fa abbiamo espresso la nostra solidarietà al capotreno aggredito verbalmente a Cervignano da alcuni utenti inferociti, oggi invece condanniamo senza se e senza ma il comportamento diseducativo di questo capotreno. E' troppo facile fare gli sceriffi con dei tredicenni scout, difficile invece comportarsi allo stesso modo con alcuni maggiorenni grandi e grossi ...
Se è vero che la legge è uguale per tutti, ci domandiamo perché quotidianamente tanti controllori fanno finta di non vedere certe situazioni?
Perché su alcune tratte gli operatori stanno rintanati in cabina e si vedono a controllare i biglietti solo dopo che gran parte dei passeggeri sono scesi (vedi tratta Mestre-TV-PN-UD) ?
Perché difronte a certi Signori, sia italiani che extracomunitari, non dimostrano tutto il loro coraggio e zelo?
Il nostro auspicio è che la Direzione Regionale Trenitalia con buon senso annulli le sanzioni e provveda a rimborsare la differenza tra la sanzione già pagata e il costo dei due biglietti, dando altresì chiare indicazioni al personale di bordo perché episodi similari non succedano più, soprattutto con ragazzi minorenni.
STOP INCENTIVI-MULTE: l'episodio di Budoia fa tornare a galla un vecchio problema ovvero quello legato al "premio di controlleria".
Il premio prevede una percentuale sui diritti di esazione e sulle multe elevate a bordo treno, variabile a seconda della sanzione inflitta (fino al 30%), che viene riconosciuta al personale viaggiante. Un incentivo ben noto tra gli addetti ai lavori, ma di cui sono per lo più ignari gli utenti.
Un modo per incentivare il personale a fare il proprio dovere in maniera più scrupolosa per FS, per arrotondare invece lo stipendio per noi, visto che i ferrovieri sono già pagati per svolgere questi adempimenti e non servono ulteriori premi.
Per alcuni infatti è ben più che un arrotondamento dello stipendio; chi persegue il profitto in modo scientifico può accumulare infatti anche più di mille euro ogni mese. Certo non tutti i ferrovieri sono persecutori incalliti, ma i "rangers" come li abbiamo battezzati noi ci sono anche in FVG; spietati con gli stranieri e inflessibili con studenti minorenni e anziani.
In FVG negli anni passati vi erano persino i recordman nazionali di questa particolare disciplina, degli "smanettoni seriali" di verbali, capaci di arrotondare lo stipendio a fine anno di quasi 10 mila € ... 
Talvolta il personale è tassativo perché probabilmente incalzato dalle continue pressioni dell’azienda che chiede di aumentare la produttività; riteniamo che sia assurdo che venga premiato chi senza buonsenso eleva multe a raffica, mentre chi fa pochi verbali alla fine passa per uno scansafatiche.
Manca buon senso ed equilibrio, ma il Dio Denaro sembra sempre averla vinta !  

venerdì 1 novembre 2019

E' in libreria "Un gioiello sui binari", il libro di Sara Palluello e Romano Vecchiet dedicato alla ferrovia Sacile Gemona

Dallo scorso 3 ottobre è disponibile in tutte le librerie d’Italia e nei circuiti online il libro "Un gioiello sui binari. Storia della ferrovia Pedemontana Sacile-Gemona tra emigrazione e promozione turistica” di Romano Vecchiet, storico e grande appassionato di ferrovie e Sara Palluello, giovane e rampante giornalista friulana.
Il libro, presentato in anteprima nazionale al festival di Pordenonelegge, è stato pubblicato da Gaspari Editore con il patrocinio della Fondazione FS Italiane e dalla Fondazione Friuli.
L'opera rappresenta la ciliegina sulla torta di un lungo racconto, avvincente e curato nei dettagli, che ripercorre la storia a lieto fine della ferrovia Pedemontana del Friuli.
Inaugurata il 28 ottobre 1930 e chiusa il 6 luglio 2012, la ferrovia Sacile-Gemona sembrava destinata a morte certa, come tanti altri “rami secchi” dei tracciati ferroviari italiani. Invece, grazie a una mobilitazione unica nel suo genere, la popolazione, i pendolari, i sindaci, le associazioni e i comitati si sono uniti per difendere la loro ferrovia, e così la Pedemontana è tornata a vivere.
Il libro, realizzato con una spasmodica ricerca di notizie e fonti da parte degli autori, racconta con dovizia di particolari, episodi e storie, molte inedite, della prima vita e della resurrezione di questa ferrata, i cui binari per decenni hanno trasportato lavoratori, studenti, militari, emigranti (che andavano all’estero in cerca di fortuna) e i volontari soccorritori delle genti terremotate nel sisma del 1976.
Proprio lo spirito e la tenacia di quel Friuli orgoglioso, modello della ricostruzione, che ha saputo rialzarsi da un‘immane tragedia è incarnato nella determinazione del territorio per difendere la sua ferrovia. La “battaglia” per salvare ad ogni costo quei 74 km+114 metri che uniscono Sacile a Gemona (una delle più belle ferrovie italiane per i paesaggi, il fascino delle stazioni, dei ponti, dei viadotti, delle trincee, dei rilevati e delle gallerie) è durata oltre 5 anni e mezzo; anni che sono sembrati interminabili.
Il libro di Vecchiet e Palluello non parla però solo di ferrovia, ma fotografa in maniera egregia uno spaccato di quasi 90 anni della società friulana e la tenacia di queste popolazioni, caratteristica che ha permesso di superare gli eventi travagliati che hanno segnato quei luoghi. Con l'estate del 2012 la vita di questa strada ferrata sembrò definitivamente arrestarsi: una piccola frana ne compromise l'esercizio e il traffico venne sospeso.
La speranza non morì mai e poi, quando qualcuno bussò alla porta di Fondazione FS, questa aprì e credette in questo importante progetto di territorio sostenuto dai Sindaci e dalla Regione, che seppero sfruttare al meglio l’occasione tanto che oggi la Pedemontana è l’unica linea in Italia ad essere utilizzata sia per il servizio passeggeri che per quello turistico.
Oggi la Sacile-Gemona è diventata da "ferrovia dell’emigrazione a ferrovia delle emozioni". Grazie a un articolato programma di treni storici oggi la Sacile Gemona è diventata la ferrovia dei turisti, che grazie al treno possono scoprire le bellezze di un territorio ricco di storia, arte e natura incontaminata.
Il libro, curato dal Presidente dell'Associazione Museo Stazione di Trieste Campo Marzio, Alessandro Puhali, è introdotto dalla prefazione di Luigi Cantamessa, direttore della Fondazione Fs e dall’introduzione di Giuseppe Morandini, Presidente della Fondazione Friuli e Andrea Palese, coordinatore del Team Treni Storici FVG e nostro storico portavoce.
A completare l’opera una ricca selezione di fotografie storiche e moderne realizzate da tanti appassionati, che con i loro scatti d’autore testimoniano la grande valenza che ha avuto ed avrà la Sacile-Gemona.
Un grande orgoglio anche da parte nostra, aver contribuito alla realizzazione di questo sogno. Sembra lontano quel novembre 2012 quando organizzammo la "Staffetta Treni-taglia ridacci il nostro treno", la quale viene oggi ricordata come l'evento che diede il via alla mobilitazione popolare per salvare la ferrovia.
Il libro è la ciliegina sulla torta di questa storia a lieto fine.
Lunga vita alla Pedemontana del Friuli e buona lettura di questo splendido libro.