Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

giovedì 30 settembre 2010

Orario invernale: proposte di modifica

Al fine di inviare alle Autorità competenti le proposte per le modifiche dell’orario invernale lungo la linea Udine-Tarvisio (orario che entrerà in esercizio il prossimo dicembre) Vi sottoponiamo la Piattaforma delle richieste da noi elaborata.

Vi saremo grati se Vorrete fornirci le Vostre osservazioni in merito, anche in ordine alle corse da noi non prese in considerazione. Le osservazioni andranno inviate entro il termine del 15 ottobre p.v. al seguente indirizzo mail:

comitatopendolarigemonaudine@gmail.com

Tutti i pendolari sono invitati a sensibilizzare i compagni di viaggio sul tema affinché si possano conoscere le effettive esigenze dell’Utenza per consentire un sensibile miglioramento del servizio pubblico in questione.

Grazie

PROPOSTE DI MODIFICHE DEL SERVIZIO – NUOVI COLLEGAMENTI

LINEA PONTEBBANA

TRENO

COLLEGAMENTO

PARTENZA ORA ATTUALE

VARIAZIONE RICHIESTA

MOTIVI

5957

Gemona-Udine

8.33

Anticipo partenza

8.15 - 8.20

Tale collegamento è stato oggetto di recenti modifiche da parte di Trenitalia (dicembre 2009): attualmente il treno parte da Gemona alle ore 8.33 e arriva ad Udine alle ore 9.01.

Si ritiene che il collegamento debba essere anticipato di qualche minuto, in maniera da giungere a Udine prima delle ore 9.00, per permettere a studenti universitari e / o lavoratori di raggiungere il Capoluogo Udine entro le ore 9.00 e quindi in tempo utile per l’inizio delle proprie attività lavorative e / o di studio.

Tarvisio-Udine

RICHIESTA

NUOVO COLLEGAMENTO

FERROVIARIO

La fascia mattutina dalle ore 9.00 alle ore 13.00 non risulta coperta da alcun servizio su ferro che collega Tarvisio a Udine: attualmente la fascia in questione risulta coperta solo da autocorse Saf, le quali impiegano quasi un’ora per coprire la distanza da Gemona a Udine, disincentivando di fatto l’utilizzo del servizio pubblico.

Si richiede pertanto la reintroduzione di un collegamento ferroviario, com’era previsto sino al 08.12.2007 (partenza da Tarvisio alle ore 10.20 circa – arrivo a Udine alle ore 11.50 circa), ovvero altro orario a mezza mattina.

2862

Udine-Tarvisio

18.47

Richiesta

coincidenza

Si chiede di garantire la coincidenza con il treno n. 2834 proveniente da Venezia S.L. delle ore 19.53

5990

Udine-Carnia

20.00

Richiesta

coincidenza

Tale collegamento dovrà garantire tutte le coincidenze provenienti da Venezia e da Trieste in considerazione del fatto che attualmente tale treno costituisce l’ultimo collegamento della giornata con l’Alto Friuli.

Attualmente il collegamento non garantisce a coincidenza con il treno n. 2472 proveniente da Trieste (p. ore 18.20), il quale raggiunge Udine alla ore 20.04

Udine-Tarvisio

RICHIESTA

NUOVO COLLEGAMENTO

Si richiede l’introduzione di un nuovo collegamento serale (dopo le 22.00) in maniera da garantire coincidenza ai collegamenti serali provenienti da Venezia e Trieste.

In particolare si chiede la reintroduzione della fermata a Gemona del treno EN Allegro Don Giovanni n. 236 delle ore 21.18 da Venezia (con arrivo a Gemona alle ore 23.20 circa). Tale permetterebbe il collegamento con Venezia anche in fascia serale ed eviterebbe l’isolamento serale dell’Alto Friuli visto che l’ultimo collegamento è dato dal treno n. 5990 delle ore 20.00.

Udine-Tarvisio

Tarvisio-Udine

RICHIESTA

ELIMINAZIONE

DEI DOPPIONI

Per rafforzare il servizio, e razionalizzare le risorse, si chiede l‘eliminazione di tutte le corse doppie ed in particolare di tutti i servizi bus SAF, la cui partenza è prevista in coincidenza o ovvero pochi minuti prima o dopo dei collegamenti ferroviari.

Esempi:

Ø corsa TS n. 705 (p. da Gemona alle ore 7.25) coincidente con il treno n. 5963 (p. da Gemona alle ore 7.28);

Ø corsa TS n. 745 (p. da Gemona alle ore 17.05) coincidente con il treno n. 5987 (p. da Gemona alle ore 17.06);

Ø corsa TS n. 732 (p. da Udine alle ore 12.00) coincidente con il treno n. 5962 (p. da Udine alle ore 12.00);

Ø corsa TS n. 738 (p. da Udine alle ore 13.25) coincidente con il treno n. 5966 (p. da Udine alle ore 13.35);

Ø corsa TS n. 754 (p. da Udine alle ore 17.30) coincidente con il treno n. 6024 (p. da Udine alle ore 17.35);

Ø corsa TS n. 762 (p. da Udine alle ore 18.10) coincidente con il treno n. 5998 (p. da Udine alle ore 18.15).

Udine-Tarvisio

Tarvisio-Udine

POTENZIARE COLLEGAMENTI

GIORNI FESTIVI

Si chiede il potenziamento dei collegamenti su ferro nei giorni festivi lungo tutta la linea.

Stazione di Gemona

MIGLIORAMENTO DEI SERVIZI ALL’INTERNO DELLA STAZIONE

Si chiede di mantener fede agli impegni assunti da Trenitalia nel novembre 2009 e di istallare all’interno della stazione la nuova biglietteria elettronica modello Sipax in sostituzione delle due attuali obsolete emettitrici self service modello ETF 500 – ETF 501.

Stazione di Venzone

Stazione di Pontebba

Stazione di Valbruna

MIGLIORAMENTO DEI SERVIZI ALL’INTERNO DELLA STAZIONE

Si chiede in particolare l’installazione di una biglietteria self service all’interno dei locali delle stazioni di Venzone, Pontebba e Valbruna, nonché l’apertura di una sala di attesa a Venzone

mercoledì 29 settembre 2010

Class Action contro Trenitalia: raccolta di firme sulla Nettuno-Roma

Articolo di Alessandro Fulloni (Corriere della Sera del 29 settembre 2010) «Treni sporchi e zeppi: insopportabile»
L'iniziativa parte dai viaggiatori della Nettuno-Roma: 20mila passeggeri al giorno. E la protesta dilaga in Rete anche per tutte le altre linee regionali
Quant’è lontana la Capitale per i pendolari che ogni mattina devono raggiungere l’ufficio in treno. Su tutte le linee gli stessi problemi, dalla Roma-Lido alla Nettuno-Roma, passando per i collegamenti verso Tivoli, Cesano e Civitavecchia. Corse saltate, ritardi, sporcizia. Aria condizionata fuori uso sino a qualche giorno fa e adesso, con la temperatura che scende, freddo nelle carrozze e spifferi gelidi. I passeggeri però si organizzano. Quelli della Nettuno-Roma, una delle tratte dove maggiori sono le tribolazioni, con una specie di mobilitazione «fai da te» stanno raccogliendo le firme per avviare una class action - in sostanza una richiesta danni - indirizzata a Trenitalia. Un’iniziativa che potrebbe presto estendersi anche su altre linee, sostenuta da agguerriti comitati pendolari.
LA PROTESTA IN TRIBUNALE – Alla mail classactionromanettuno@gmail.it le adesioni continuano a crescere ogni giorno. La scadenza per firmare la petizione contro Trenitalia scadrà il 15 ottobre. Poi un avvocato di Aprilia, al quale si è rivolto la signora Rosalba Rizzuto che sta coordinando la protesta, porterà il documento in tribunale. Tutto è iniziato a luglio, a seguito di un viaggio che la donna non dimentica. «Eravamo schiacciati sui vagoni l’uno contro gli altri, la temperatura segnava 40 gradi, non respiravamo più. “Sono esausta”, mi sono detta. “Non posso più sopportare tutto questo”. Da qui è cominciato il confronto con gli altri viaggiatori di Aprilia, di Nettuno, di Pomezia». Ed è partita la sollevazione legale.
INTERVENGONO REGIONE E SINDACI - I pendolari della Nettuno-Roma, circa 20 mila utenti al giorno, segnalano sporcizia sui vagoni, aria condizionata inesistente, corse carenti e affollamento insopportabile delle carrozze. Tutto inoltrato ai Sindaci del Litorale (Ardea, Pomezia e Nettuno) che stanno prendendo a cuore la protesta e pensano ad un imminente confronto tra Giunte e Trenitalia. Intanto arriva l’interessamento anche di alcuni consiglieri regionali. Ivano Peduzzi, di Sinistra e Libertà, chiede la convocazione «quanto prima, della commissione Mobilità per affrontare le criticità denunciate». Il presidente dei Verdi Angelo Bonelli pensa invece ad estendere l’utilizzo della «class action». «Le segnalazioni arrabbiate dei pendolari - osserva l’ambientalista - riguardano numerose linee e la richiesta danni è fondata».
LA RABBIA CORRE SULLA RETE – Sul web ovunque fioccano denunce e resoconti furibondi. Su http://www.pendoralicv.org/ c’è il racconto di quanto accaduto sulla Roma-Civitavecchia il 16 settembre. Da Roma Ostiense il convoglio delle 18 e 16 parte «con i passeggeri compressi all’inverosimile. Ma si procede piuttosto piano ed a sorpresa ci fermiamo al binario 4 di Roma Aurelia. La fermata non è prevista, le porte sono bloccate e non può scendere nè salire nessuno. Tutto perché deve transitare l’Eurostar City, in ritardo di 30 minuti. Un ritardo che rimbalza pari pari sul nostro rientro a casa».
Un altro sito, http://www.pendolare.wordpress.com/, dettaglia le soppressioni sulla linea FM2 verso Tivoli. Una specie di falcidie quotidiana, con un record – una mattina – di due cancellazioni tra le 7 e le 8, la fascia oraria più affollata. Tribolazioni anche sulla Roma-Lido che porta i pendolari di Ostia sino a Piramide. Qui i disagi «si stanno ripetendo da oltre una settimana - è sempre Bonelli a denunciare - con soppressioni improvvise di corse e ritardi che superano i 30 minuti».
IL MACCHINISTA: «PROBLEMI NOTI» - Ancora: il 23 settembre sulla FM3 (Roma Cesano) i passeggeri non trovano il treno annunciato in partenza alle 18 e 22. Salgono quindi su quello delle 18 e 37 che però «antico, distrutto, affaticato - stavolta il racconto si legge sul sito del comitato contro l’autovelox di Torrimpietra - mostra fin da subito segnali di sofferenza fermandosi tre volte prima di giungere a Trastevere, distante solo un chilometro da Ostiense». Si procede al buio, anche lungo le numerose gallerie. Alla stazione San Pietro la motrice getta la spugna e si ferma. Definitivamente. I passeggeri vengono fatti scendere e ripartono con un convoglio successivo. Un viaggiatore chiede spiegazioni a un macchinista ed ecco la risposta: «Caro signore, questo treno non poteva in alcun modo fare la salita di questa linea, è noto a tutti e io stesso l'ho segnalato alla dirigenza. Loro hanno voluto lo stesso che partisse: sono una gabbia di matti, non vedo l’ora di andarmene in pensione e salutare tutti».

mercoledì 22 settembre 2010

Nasce il PATTO DEI PENDOLARI ITALIANI

Si è tenuta questa mattina a Roma la prevista assemblea dei rappresentanti dei pendolari italiani.
Erano presenti rappresentanti di Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli e Toscana, con adesioni e deleghe da Liguria, Piemonte, Lazio, Umbria e Sicilia (oltre 40 sigle rappresentate) .
I pendolari hanno unanimemente deciso di dire NO! ai tagli di risorse e servizi perché le soluzioni al problema di finanziamento al TPL esistono e si tratta solo di applicarle da parte di chi ci governa.
E' stato quindi concordato che l'unità dei pendolari italiani, di tutti i modi di trasporto pubblico (treno, tram, autobus e metropolitana) è in questo momento la cosa più importante per contrastare la questione dei tagli. Questa unità sarà rappresentata dal PATTO DEI PENDOLARI ITALIANI.
Dal punto di vista operativo, data anche la fluidità e l'incertezza della situazione, si è stabilito innanzitutto di realizzare una "rete" sia in senso figurato di relazioni e scambio di informazioni, sia fisicamente mediante la costituzione di un sito unico tra comitati e associazioni quale strumento indispensabile per sottolineare tale unità di intenti e aiutarsi nella lotta contro i tagli e per una reale attenzione dei governanti al tema della mobilità sostenibile col mezzo pubblico.
Il PATTO DEI PENDOLARI ITALIANI non sostituisce i comitati e le associazioni dei pendolari, non ha alcuna paternità politica o ideologica ed è semplicemente costituito da una libera aggregazione di cittadini che chiedono un servizio di trasporto pubblico migliore, efficace e a disposizione di tutti.
L'obiettivo è confrontarsi e fare delle proposte concrete al Governo e alle Regioni in un crescendo di iniziative in funzione degli eventi e delle risposte avute e che, pertanto, verranno studiate nelle prossime settimane, non escludendo l'ipotesi di una grande raccolta di firme a livello nazionale sulla base di una piattaforma con proposte operative semplici e praticabili.
Tutti i pendolari italiani sono invitati a sensibilizzare i compagni di viaggio e l'opinione pubblica sul tema dei tagli e delle cupe prospettive che si preannunciano per il trasporto pubblico e ad aderire al PATTO DEI PENDOLARI ITALIANI scrivendo per ora all'indirizzo provvisorio cpfl@libero.it

lunedì 20 settembre 2010

22.09.2010 - Assemblea Nazionale Pendolari sul trasporto ferroviario regionale: mala tempora currunt !

La manovra economica varata a fine luglio dal Governo opererà tagli consistenti ai contributi statali per il trasporto pubblico. La manovra economica si rivela estremamente iniqua in quanto interviene solamente su alcune categorie di cittadini, chiamati così a pagare i costi della crisi, non certo da loro provocata, e degli sprechi.
Di fatto saranno dimezzati i trasferimenti per il trasporto ferroviario regionale, che interessa 2.700.000 pendolari, per garantire i medesimi livelli di (dis)servizio attuali, le tariffe dovrebbero venire raddoppiate, oppure, per stare nei costi, si dovranno dimezzare i servizi. Che sia a causa degli aumenti delle tariffe, o per l’assenza di servizi di trasporto pubblico, centinaia di migliaia di auto finiranno col riversarsi sulle già congestionate strade delle aree urbane, con le conseguenze facilmente immaginabili, anche per la salute dei cittadini.
Secondo uno studio della Regione Lombardia, un aumento delle tariffe del 50% non sarebbe neppure lontanamente sufficiente per assicurare l'equilibrio economico del sistema e mantenere invariato il livello di servizio attuale. Pertanto, oltre ad aumenti tariffari pesantissimi, sarebbero necessari anche inaccettabili tagli ai servizi. D'altra parte, gli aumenti tariffari ed i tagli ai servizi provocherebbero una forte contrazione dei viaggiatori (sino al 23% con +50% delle tariffe per la Lombardia), che non potrebbero permettersi di pagare il biglietto o verrebbero dirottati sul mezzo privato, incrementando la congestione stradale e l'inquinamento.
Quella dei rincari e dei tagli sembra essere l'unica ipotesi presa in considerazione dagli assessorati regionali, incapaci di porre in atto riforme strutturali per recuperare risorse e diminuire i costi di gestione.
Il taglio dei servizi, tuttavia, in termini reali non costituisce un risparmio, se non marginale, perché Trenitalia si troverebbe ad avere dall’oggi al domani decine di migliaia di esuberi che non può certo licenziare. Per non parlare di centinaia di società di trasporto pubblico locale, che verrebbero portate al fallimento per via dei tagli ai finanziamenti al trasporto pubblico locale.
Anche il rinnovo del materiale rotabile per l’acquisto dei famosi 1000 treni per i pendolari, che poteva costituire un investimento volto anche a migliorare, con materiale rotabile più efficiente, anche la gestione economica e a velocizzare i servizi, è stato bloccato.
Mentre si tagliano i servizi destinati a Pendolari, si continua ad investire nelle “Grandi Opere”, come confermato dalla commessa da 1,5 miliardi per i treni AV, finanziati con soldi pubblici.
In questo particolare momento, su iniziativa del Coordinamento dei Pendolari Regione Lombardia, è stata convocata un’Assemblea Nazionale dei Pendolari, la quale si svolgerà a Roma il prossimo 22 settembre (Piazza S. Claudio 166 - Palazzo Marini 2, in Sala Poli – inizio lavori ore 11.00), per discutere quali iniziative – proteste comuni porre in essere per opporsi ai tagli del servizio.
L’intenzione è quella di unire, mediante i numerosi Comitati presenti sul territorio nazionale, il Movimento Pendolare, in maniera da formare una rete che possa dar voce alla protesta, formando un gruppo di pressione sociale, affinché si riapra il Tavolo sul T.P.L. per sollecitare le Istituzioni e il mondo della politica a trovare le risorse necessarie per evitare un disastro senza precedenti.
L'iniziativa è apolitica ed apartitica, nell'ottica di trovare alternative al disastro che si prefigura per i pendolari e per la sopravvivenza dello stesso trasporto pubblico.
Anche il Comitato Pendolari Alto Friuli sosterrà l’Assemblea Nazionale Pendolari, partecipando attivamente con una propria delegazione.
L’auspicio è quello che i nostri governanti facciano un passo indietro, garantendo agli Utenti quel diritto fondamentale di mobilità e spostamento previsto dal nostro ordinamento… per ora però pare che si avvicinano t- a grandi passi - tempi bui per noi Pendolari !

venerdì 17 settembre 2010

Anche la Regione ufficializza: i treni sono sporchi !

Pubblichiamo di seguito la risposta del 16.09 u.s. pervenutaci dalla Regione in ordine alle segnalazioni effettuate sullo lo stato di ASSOLUTA INDECENZA di alcuni treni, i quali presentano la quasi totalità dei sedili sporchi, macchiati e strappati, porte interne bloccate oltre a servizi wc praticamente inutilizzabili.
La segnalazione in questione riguardava in particolare la situazione critica dei treni regionali n. 5963 (Tarvisio p. ore 6.36 – Udine a. 7.57) e n. 5998 (Udine p. 18.15 – Carnia a. 18.57): i collegamenti in questione sono garantiti da vecchie Ale801, e senza dubbio sono quelli maggiormente utillizzati dall’Utenza Pendolare, specie ora con la riapertura delle scuole e il riavvio dei corsi universitari.
Nel ribadire la necessità di un intervento IMMEDIATO da parte delle Istituzioni competenti, volto a risolvere la problematica in questione, attendiamo di conoscere quali determinazioni assumerà la Regione nei confronti di Trenitalia, atteso l’accertamento dell'inadempiemto contrattuale, il quale prevede l'applicazione di una puntuale sanzione, così come stabilita dal Contratto di Servizio vigente.
Da mesi l’Ufficio Stampa di FS e la Direzione Regionale di Trenitalia asseriscono che il restyling delle carrozze sarà completato entro la fine dell’estate: il countdown ormai sta per terminare, che si tratti della solita promessa da “Ferroviere” ? .. scusate da marinaio (!)

Spettabile Comitato,
nel ringraziare i componenti del Comitato Pendolari Alto Friuli per la preziosa collaborazione fornita alla Regione ai fini di un continuo monitoraggio dei servizi ferroviari, desidero innanzitutto confermare, come a suo tempo comunicato, che tutte le vostre segnalazioni, anche quelle non seguite da una specifica risposta, vengono analizzate dall'ufficio in collaborazione con Trenitalia al fine di individuare le più opportune soluzioni per un miglioramento del servizio ferroviario.
In relazione alle problematiche segnalate desidero informarvi di quanto segue.
La criticità relativa allo stato dei rivestimenti dei sedili da voi rilevata su parte del materiale rotabile conferma quanto già evidenziato nel corso di recenti ispezioni effettuate dal personale regionale (da ultimo in data 08 settembre 2010).
A fronte degli esiti delle stesse è stato già richiesto a Trenitalia un immediato intervento volto a risolvere la criticità evidenziata ed è in corso il costante monitoraggio delle azioni svolte dalla stessa Trenitalia in tal senso, in attesa del completamento dell'avviata sostituzione dei rivestimenti dei sedili.
Per quanto riguarda il ritardo del treno 5990 e la concomitante discordanza dei messaggi forniti all'utenza, è in corso una verifica con Trenitalia su quanto segnalato.
Cordiali saluti
Arch. Enzo VOLPONI
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Direzione Centrale mobilità e infrastrutture di trasporto
Servizio trasporto pubblico locale
Posizione Organizzativa Coordinamento per la formazione del Piano regionale del trasporto pubblico locale e della gestione del servizio di trasporto ferroviario di persone

venerdì 10 settembre 2010

Stazione di Udine: esposto dei Comitati Pendolari regionali

Pubblichiamo la lettera esposto sottoscritta dal nostro Comitato, congintamente ai colleghi del Comitato Spontaneo FVG e a quelli del Nodo di Udine e spedita all'Assessore Regionale ai Trasporti, alla Direzione Regionale Trenitalia, al Sindaco di Udine e a Centostazioni Spa, proprietaria della Stazione di Udine.

Abbiamo appreso dalla stampa che la situazione di degrado delle pensiline della stazione ferroviaria di Udine troverà presto una soluzione (entro i primi mesi del 2011), grazie all’intervento che verrà svolto da R.F.I. – Rete Ferroviaria Italiana. Intervento che riteniamo un atto dovuto, necessario a ripristinare le condizioni di legalità sotto il profilo igienico-sanitario, nonché della sicurezza, così come sollecitato nel recente esposto depositato lo scorso mese di giugno all’ASL di Udine dal Comitato Pendolari Alto Friuli.
Con la presente, vogliamo tuttavia svolgere una panoramica relativa alle problematiche della Stazione, le quali non si limitano allo stato delle pensiline o all’installazione del tabellone partenze.
Giova rammentare che la situazione di degrado della stazione di Udine deriva essenzialmente da una progettazione sbagliata, svolta “per compartimenti stagni”, che non ha permesso la realizzazione di una struttura funzionale, idonea alle esigenze dell’Utenza e soprattutto al passo con i tempi.
La struttura infatti, dopo la radicale ristrutturazione di fine anni ’80 - effettuata per i Mondiali di Calcio di Italia ‘90 - è stata successivamente rinnovata nel 2005, con un intervento di riqualificazione urbano costato oltre 1,6 milioni di euro. Nella sostanza, l’ultimo intervento di restyling ha riguardato solo l’adeguamento funzionale del fabbricato viaggiatori, con la creazione di una galleria e l’ampliamento della superficie commerciale complessiva, tralasciando tuttavia la zona delle banchine esterne dei binari e il relativo tunnel di accesso.
Con la ristrutturazione della stazione, come si legge sul sito di Centostazioni, si intendeva “recuperare progressivamente quel ruolo sociale che lo caratterizzava in passato come uno dei maggiori punti di riferimento per i cittadini”. A distanza di 5 anni, pare ragionevole porre all’attenzione le problematiche del complesso, che con i suoi 7.200.000 passeggeri annui (fonte Centostazioni) costituisce la stazione con il maggior afflusso di passeggeri in regione, nonché uno dei centri di interesse sociali più importanti del Friuli Venezia Giulia, oltre a costituire un vero e proprio “biglietto da visita” per la Città di Udine.
Per questo motivo i rappresentanti dei Comitati Pendolari regionali, riunitisi lo scorso 15 luglio, hanno deciso di formalizzare con la presente una richiesta di intervento complessivo in ordine alla Stazione di Udine al fine di migliorare l’utilizzo funzionale della stessa e facilitare la fruibilità da parte dei viaggiatori.
Le seguenti indicazioni, formulate per punti, sono la sintesi delle segnalazioni dei numerosi pendolari che quotidianamente fruiscono della stazione e rappresentano le ultime - di una lunga serie - pervenute sul tema della pulizia e dell’igiene degli ambienti della stazione e dei treni. Ciò al fine di fotografare lo stato di degrado degli ambienti’ e rendere consapevoli le Autorità competenti circa le condizioni igienico - sanitarie degli ambienti della stazione ferroviaria.
Nella convinzione che quanto sotto descritto sarà oggetto di pronta valutazione e intervento segnaliamo:
1) I marciapiedi lungo i binari sono ricoperti di guano e piumaggio dei numerosi volatili che nidificano negli interstizi delle pensiline.
2) Le tettoie dei binari sono ricoperte da doghe in lamiera. Alcuni pezzi che componevano la copertura delle stesse si sono staccati causando la formazione di cavità, nelle quali i piccioni nidificano con le conseguenze di quanto esplicato al punto 1. Si segnala che la situazione risulta particolarmente critica presso i binari 3 e 7.
Si rileva inoltre, che sotto le tettoie risultano collocate alcune lastre di materiale non ben definito (si allega alla presente documentazione fotografica). Ci auguriamo che l’imminente intervento permetta una riqualificazione dell’intera area delle pensiline: a tal fine, vogliamo sensibilizzare le Autorità competenti, senza tuttavia creare alcun inutile e dannoso allarmismo, affinché si attivino per verificare se effettivamente le lastre collocate sotto le pensiline risultino costituite da materiale inquinante o dannoso per la salute pubblica. I futuri lavori dovranno pertanto mettere in sicurezza le pensiline, accertando se sussiste la presenza di materiale nocivo nelle lastre sopra menzionate e in tal caso procedere alla necessaria bonifica e / o smaltimento come previsto dalla normativa vigente.
3) Tunnel di accesso ai binari: il sottopassaggio è spesso soggetto ad allagamenti a seguito delle piogge, dal momento che non funzionano gli scoli e che il tetto delle pensiline risulta bucato, come già riferito al punto 2. I pavimenti delle scale e del sottopasso, pur non essendo particolarmente sporchi, presentano il rivestimento in plastica logoro in diversi punti cagionando, a seguito di fenomeni temporaleschi, vere e proprie insidie per gli utenti, specialmente se anziani o con ridotte capacità motorie. Osserviamo inoltre, che il mero posizionamento di alcuni cilindri in plastica appare insufficiente per informare gli utenti del pericolo di scivolamento e rappresenta solamente un palliativo rispetto alla soluzione fattiva e concreta del problema.
4) Tabelloni informativi: la notizia da parte di RFI dell’installazione del tabellone informativo partenze/arrivi rappresenta senza dubbio un passo in avanti nel miglioramento della qualità del servizio. La mancanza di un tabellone di grandezza idonea nell’atrio della stazione costituisce senza dubbio uno dei fattori più penalizzanti per l’Utenza poiché i monitor, di ridotte dimensioni e collocati nei diversi punti della stazione non permettono una visibilità adeguata delle informazioni.
Pur considerandola una buona notizia, riteniamo che il risultato si poteva raggiungere prima, visto che il problema era stato sollevato sei anni orsono. Peraltro anche da queste piccole cose si vede il grado di rispetto e attenzione che viene dimostrato nei confronti del cittadino/utente, il quale sfornito di un’informazione di base adeguata, suo malgrado, è attualmente costretto a subire un’informativa pubblicitaria martellante ad opera di altri schermi installati sui binari e all’interno della stazione stessa.
5) Situazione dei servizi igienici: i bagni rappresentano dei servizi essenziali in una stazione. In particolare, segnaliamo che nei wc, seppur vetusti ma tutto sommato decenti, non sono presenti dei ganci o dei piani d'appoggio per le borse e i bagagli.
6) Panchine: all’interno della stazione e lungo i marciapiedi che costeggiano i binari non è collocato un numero sufficiente di panchine tale da permettere all’utenza di sedersi, costringendola quindi ad attendere in piedi l’arrivo dei treni. La presenza di senzatetto o senza fissa dimora nella stazione di Udine non giustifica, a nostro avviso, la mancanza di un servizio decoroso, dal momento che in stazione è presente un presidio di Polizia Ferroviaria che garantisce la sicurezza ai viaggiatori.
7) Servizi disabili: si riscontra la mancanza di un montascale per l'assistenza ai disabili. A tal riguardo rileviamo che la Stazione di Udine risulta assolutamente inaccessibile ai disabili i quali in mancanza di assistenza non hanno la possibilità di raggiungere i binari (fatto salvo il binario 1). La situazione non risulta particolarmente rosea neppure per gli anziani e per le persone con ridotte capacità motorie o per i viaggiatori con bagagli ingombranti, i quali devono affrontare la ripida scalinata di accesso al tunnel.
La stazione dispone infatti di due sottopassi con caratteristiche estremamente diverse. Il nuovo tunnel, realizzato in occasione dei Mondiali di Calcio di Italia ’90, dispone di scivoli e piattaforme per lo spostamento dei disabili con difficoltà motorie, ma è posto ad una distanza superiore al centinaio di metri dai principali servizi (biglietteria, taxi, autobus locali), mentre il vecchio tunnel che sbocca direttamente sul vano antistante alla biglietteria e sul piazzale della stazione dispone di una sezione di passaggio estremamente ridotta che rende difficoltoso il passaggio dei viaggiatori in caso di arrivo contemporaneo di due convogli. Il tunnel è inoltre privo di qualsiasi supporto per facilitare salite o discese di carrozzine e portatori di handicap.
8) Da ultimo chiediamo anche una soluzione concreta in ordine alla situazione del passaggio pedonale del piazzale esterno della stazione, al fine di garantire la sicurezza ai cittadini che entrano e escono dalla stazione. Ad oggi, infatti, non esiste un vero e proprio attraversamento dedicato ai pedoni; la situazione risulta particolarmente delicata soprattutto in considerazione del fatto che il piazzale è attraversato in continuazione dai bus delle linee urbane della Saf, nonché da numerosi taxi.
Siamo certi che le nostre osservazioni potranno essere utili alla risoluzione delle criticità; siamo inoltre sicuri che le Autorità competenti effettueranno le necessarie verifiche, al fine di accertare se le attuali condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza rispettino gli standard e i parametri previsti dalla vigente normativa.
Ribadiamo la nostra soddisfazione per l’imminente avvio dei lavori, augurandoci che l’intervento venga svolto con la dovuta lungimiranza, utilizzando le soluzioni tecniche più adeguate al caso concreto.
Evidenziamo che continua a mancare da parte della Regione e dei Gestori un vero e proprio scambio fattivo di informazioni con l’Utenza, come previsto dalla ratio dell’Art. 15 comma 7 del vigente Contratto di Servizio e in particolare con i suoi rappresentanti, atteso che l’ultima riunione risale al novembre 2009.
A tal fine invitiamo le Istituzioni a ricercare un METODO DI LAVORO CONDIVISO con l’Utenza, in maniera da permettere l’instaurazione di un percorso comune volto all’individuazione delle soluzioni delle criticità presenti.
Restiamo in attesa di ricevere un Vostro pregiato riscontro, nonché a disposizione per fissare un
incontro a breve per discutere le problematiche in oggetto e le altre criticità relative al servizio ferroviario
regionale.
Distinti saluti.
Comitato Pendolari Alto Friuli
Comitato Spontaneo Pendolari FVG
Pendolari Nodo di Udine



venerdì 3 settembre 2010

“Sto pranzando non ho tempo …”

E’ questa la frase che un nostro rappresentante si è sentito dire alcune settimane fa dal Direttore Regionale di Trenitalia, prima che gli attaccasse il telefono. Non vogliamo abusare di questo spazio per enfatizzare un’espressione, che si commenta da sé, pronunciata nel contesto di una semplice e cortese telefonata di servizio, volta unicamente a sensibilizzare il Dirigente in ordine ad una problematica segnalata da un Utente, nostro associato. Vogliamo invece porre all’attenzione pubblica il modo in cui viene gestito un servizio, quale quello ferroviario, di importanza strategica per la nostra Regione, atteso il decadimento della qualità registrata negli ultimi mesi, con soppressioni e ritardi all’ordine del giorno.
E’ noto che il Comitato Pendolari Gemona-Udine, ora Comitato Pendolari Alto Friuli, è da tempo impegnato in una seria attività di sensibilizzazione in ordine al problema del trasporto pubblico ferroviario regionale. Proposte e critiche costruttive, non solo lamentele: la riapertura della biglietteria della stazione di Gemona ne è la prova; risultato ottenuto dopo una vera e propria mobilitazione popolare, come dimostrato dalle oltre 2.100 firme raccolte e consegnate all’Assessore Regionale Riccardi. Soluzioni che vanno ricercate grazie ad un metodo di lavoro condiviso tra Regione, Trenitalia e Utenza, vero e proprio “termometro” del servizio e non “calate dall’alto”, verificato che il problema è divenuto ormai una vera e propria emergenza territoriale che in Friuli riguarda oltre 20.000 pendolari.
Negli ultimi mesi il servizio ha raggiunto picchi di inefficienza mai visti prima, non tanto per colpa del personale FS, ma soprattutto per la disorganizzazione del suo management, sempre più distante dalla gente, incapace di recepire i minimi suggerimenti degli Utenti. A Natale, 10 cm di neve e qualche grado sotto zero sono stati sufficienti per bloccare due treni su tre, quest’estate in 21 giorni si sono contate 98 corse soppresse, 4 e mezza ogni giorno, senza risparmiare alcuna area della regione. Dal 1 gennaio ad oggi, il Comitato ha inviato alla Regione oltre 30 segnalazioni di disservizi lungo la solo linea Udine-Tarvisio, senza mai ottenere risposta e questo la dice lunga sulla bontà e sull’efficienza del servizio e-mail dedicato agli Utenti (info@regione.fvg.it) istituito solo un anno fa dalla Regione! Dati preoccupanti che denotano uno stato agonizzante del servizio, incapace ormai di attrarre nuovi utenti e sempre più destinato a perdere quote di mercato, dal momento che i reiterati disservizi disincentivano all’utilizzo del treno, altrimenti preferito al mezzo automobilistico privato.
Non dimentichiamo poi il problema non risolto della pulizia: la questione non è tuttavia una novità, lo stesso AD di Trenitalia, Vincenzo Soprano, intervenendo alla trasmissione radiofonica “Radio anch’io”, ha dichiarato che “mi vergogno ogni volta che salgo su un treno”. Lo stato di degrado della stazione di Udine, denunciato dal Comitato mediante un recente esposto all’ASL di Udine, fotografa perfettamente la situazione. Solo pochi giorni fa, abbiamo appreso dalla stampa che entro la fine dell’anno inizieranno i lavori di restyling delle pensiline della stazione di Udine: una coincidenza oppure l’effetto dell’esposto? Forse la situazione relativa alla sicurezza e quella igienica-sanitaria non risultano così a norma … alla faccia dei “casi isolati”, come asserito dalla Direzione Regionale Trenitalia. Chissà però quando e soprattutto se inizieranno questi lavori, visto che del tanto pubblicizzato restyling dei mezzi (vedi Messaggero Veneto del 08.03.2010), pari a circa 328.000 euro di investimenti, si deve ancora vedere i primi risultati concreti, nonostante le pompose dichiarazione effettuate a mezzo stampa dall’Assessore regionale competente. Senza poi contare che questo investimento dovrebbe derivare dalle penali che Trenitalia dovrebbe pagare alla Regione per inadempimento contrattuale inerente le condizioni di pulizia e igiene a bordo treno: troppo buonismo signori, così non funziona ! E’ come se il vigile multasse un automobilista perché circola con un faro rotto e poi gli lasciasse il corrispettivo della multa per comprarsi il faro nuovo …
I precedenti tuttavia non mancano e non invocano certo all’ottimismo: lo scorso anno l’Asl di Milano ha messo in mora il Sindaco Moratti, perché emettesse un'ordinanza contro Trenitalia per obbligare la società a ripulire i treni della Milano-Mortara, ripristinando così le condizioni di pulizia e sicurezza. La situazione regionale non si discosta di tanto da quella delle altre regioni, dove l’esasperazione degli utenti è purtroppo sfociata anche in spiacevoli episodi: risse tra Pendolari e ferrovieri a Milano Centrale, blocchi di treni e in stazione in Liguria e al Sud. L’ultimo episodio è quello occorso a Elisa, pendolare pavese, denunciata per interruzione di pubblico servizio, in quanto dopo l’ennesimo disservizio subito ha occupato con altre persone i binari a Stradella.
Se come riferito da alcuni “colleghi” pavesi, la denuncia di Elisa è stata una ritorsione, ebbene il copione anche da noi non si discosta di molto, dove alcuni “capitreno sceriffi” continuano a elevare multe agli utenti della tratta Gemona-Udine perché non in possesso del biglietto integrato Saf, ovvero si registrano episodi come quello capitato alla sig.ra Lauretta Bastiani, denunciato sulle pagine di questo giornale, punita e trattata come una delinquente comune per non aver obliterato il biglietto nonostante l’obliteratrice in stazione risultasse guasta. Il tutto solo per ritorsione nei confronti di coloro che osano contestare “il sistema”, ovvero per il piacere di esibire la propria autorità a bordo treno, come dimostrato da quel capitreno (pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue mansioni), che al momento della contestazione della multa si è rifiutato di ricevere a verbale le dichiarazioni a difesa dell’asserito trasgressore, così come previsto dall’Art. 73 del DPR n. 653/1980, dichiarando poi il falso a verbale indicando che l’utente si era rifiutato di sottoscriverlo; ovvero come accaduto ancora in maniera più pacchiana, quando il capotreno (sempre il medesimo soggetto) ha costretto l’Utente a scrivere di suo pugno le osservazioni a verbale... Poi alla fine però tutto rimane come prima: basti pensare alla questione del biglietto integrato Saf, vera e propria ingiustizia posta in essere ai danni degli utenti gemonesi, discriminati dall’applicazione di una maggiorazione tariffaria che non trova giustificazione normativa e che da oltre 10 anni attende una soluzione. Comprendiamo benissimo lo stato d’animo di queste persone, compagni di viaggio e di sventura, capiamo la loro esasperazione perché è anche la nostra e quella di altri 2.000.000 di pendolari italiani: ebbene in questo scenario tutti noi siamo Elisa!
Il decadimento del servizio è evidente, basti pensare al proliferare di Comitati a tutela degli utenti e alle pronunce della Magistratura in favore dei Pendolari. L’Associazione Pendolari Piacenza, ad esempio, ha sino ad oggi ottenuto 8 sentenze che hanno riconosciuto ai viaggiatori-reclamanti un risarcimento del danno esistenziale, non per un singolo episodio di ritardo, ma per il mancato rispetto degli standard di qualità e pulizia; altre 40 cause analoghe aspettano di giungere a sentenza e l’esito pare scontato. Anche in regione si registra una sentenza storica in favore dei Pendolari, quella emessa in favore di uno studente assistito dal Codacons: il Tribunale di Udine, a fronte del viaggio da incubo denunciato dal pendolare, ha condannato Trenitalia al risarcimento del danno morale, in quanto “negligente e incapace di sopperire adeguatamente – si legge nella sentenza – ad un guasto tecnico” e di garantire ugualmente il trasporto dei passeggeri in condizioni dignitose.
E Trenitalia e le Istituzioni cosa fanno di fronte a questa emergenza? Lavorano, dicono loro, ma poi i risultati sono questi. Dinanzi al dramma quotidiano dei pendolari si pensa all’Alta Velocità e alle Grandi Opere, per poi leggere sui giornali che i finanziamenti europei per la progettazione e la realizzazione della TAV nelle tratte Venezia-Trieste e Trieste-Divaccia sono a rischio, a causa dei ritardi nella presentazione dei progetti, come dichiarato recentemente dal coordinatore del Progetto Prioritario numero 6, Laurens Jan Brinkhorst.
Non c’è nulla da stupirsi, in un Paese dove l’AD di FS continua a sbeffeggiare gli utenti con irridenti esternazioni: dopo il famoso "portatevi panini e coperte da casa", ha fatto seguito l'aver definito uno "spiacevolissimo episodio" la strage di Viareggio con i suoi incolpevoli 32 morti, eccoti ora l'ennesima perla dell’Ing. Moretti: ''per i pendolari le proteste ci saranno sempre, perché l'affollamento e' tale per cui la difficoltà di avere posti e treni per tutti e' difficile. Non si può pensare a una flotta solo nelle due ore di punta.” Forse è davvero attuale quella frase proferita da un nostro associato, vecchio ferroviere che negli anni ‘70 istruiva i giovani controllori: “dove finisce il buon senso inizia la ferrovia”.
E la Regione, concessionaria del servizio dal 2008, cosa sta facendo? Tanto, sembrerebbe leggendo i titoli apparsi sulla stampa. Concretamente, pochino ... interessante è la delibera n. 862 del 6 maggio scorso, con cui la Giunta ha stanziato 100.000 euro per avviare la libera circolazione delle Forze dell’Ordine (rispettivamente: Carabinieri, Polizia di Stato e Locale, Polizia Penitenziaria, Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto, Corpo Forestale dello Stato e della Regione, Vigili del Fuoco e Ispettorato del Lavoro), in divisa o dotati di tessera di riconoscimento, sia per le finalità di servizio che per garantire la sicurezza dei trasportati. Premesso che riteniamo corretto che si permetta alle Forze dell’Ordine di viaggiare gratuitamente su tutti i mezzi per esigenze di servizio, alcuni dubbi rimangono sull’opportunità di estendere tale agevolazione anche agli agenti non in servizio. La decisione sarebbe giustificata dall’esigenza di garantire “una maggiore sicurezza dei passeggeri e del personale in servizio sui treni regionali”. Ci domandiamo quanti reati siano stati commessi nell’ultimo anno a bordo treno e soprattutto se il personale Polfer in servizio nei nove Presidi regionali (Tarvisio, Gemona, Udine, Cervignano, Casarsa, Pordenone, Gorizia, Monfalcone, Trieste) non sia di per sé sufficiente a garantire la sicurezza dei trasportati.
Non solo, si spenderanno ulteriori 100.000 euro per una consulenza al fine “dell’individuazione di azioni di miglioramento delle attività di monitoraggio e della correlata qualità dei servizi ferroviari, in particolare negli ambiti della pulizia del materiale rotabile e dell’informazione all’utenza ...”. Una delle tante consulenze che la Regione ha disposto negli ultimi anni, nonostante la Corte dei Conti l’abbia invitata a ridurre ai minimi termini la spesa per tali incarichi, specie nell'attuale situazione di particolare difficoltà finanziaria. Ci auguriamo che i 100.000 euro vengano ben spesi e che non si tratti dell’ennesimo sondaggio telefonico, i cui risultati lasciano il tempo che trovano.
Anche in questo caso si poteva fare qualcosa di più, coinvolgendo maggiormente i pendolari ben rappresentati in regione, magari sull’esempio della Lombardia, la quale ha recentemente adottato in forma sperimentale il sistema di monitoraggio ideato da Max Lilla del Coordinamento Pendolari di Pavia (http://www.coordinamentopendolari.it/segnalazioni.php), il quale, grazie a un semplice software, permette a costo zero l’aggiornamento in tempo reale in ordine alla puntualità e ad ogni altro disservizio rilevabile a bordo treno.
L’ultima novità però è la sentenza del TAR regionale n. 394 del 9 giugno scorso che ha riammesso l’impresa spagnola CAF alla gara indetta dalla Regione per l’acquisto di otto nuovi elettrotreni da adibire al trasporto pubblico locale. Il ricorso della CAF è stato accolto dai Giudici, i quali hanno rilevato una serie di irregolarità formali. Ma il Tribunale ha contestato alla Regione anche di aver definito un bando di gara non chiaro e pertanto suscettibile di interpretazioni diverse. La questione potrebbe ora avere conseguenze rilevanti in ordine alla tempistica prevista per il rinnovo del parco mezzi (entro il 2011): la sentenza del TAR potrebbe infatti rimettere tutto in discussione. Ricordiamo che per l’acquisto di questi nuovi mezzi è stata prevista una spesa di 107 milioni di euro, che verrà sostenuta dallo Stato (3 milioni), da Trenitalia (30 milioni) e dalla Regione (74 milioni). I nuovi treni dovranno sostituire i vecchi Ale 801, 33 anni di servizio alle spalle e vera e propria disperazione per gli Utenti. I treni nuovi arriveranno, prima o poi e così finalmente tutti, politici e dirigenti FS potranno pontificare e far loro i risultati ottenuti, dimenticando in fretta tutti gli errori commessi e chissà, magari per taluni sarà anche un’occasione irripetibile per preparare al meglio la prossima campagna elettorale!
In questo scenario spiace rilevare l’imbarazzante silenzio delle Istituzioni e del mondo politico in generale dinanzi alle richieste dell’Utenza: basti pensare alle proposte formulate dai rappresentanti dei Pendolari quali la costituzione della Consulta del Trasporto Pubblico Locale che permetterebbe l’istituzionalizzazione dei Pendolari o la richiesta di un bonus-sconto in favore degli utenti a parziale ristoro dei danni economici subiti a fronte dei disservizi, strumenti già adottati da altre Regioni più virtuose. A tal fine, pretendiamo che la Regione si attivi in maniera rigorosa nei confronti del gestore per far rispettare i termini del contratto di servizio, applicando le penali in caso di inadempimento e utilizzando i proventi in favore dell’Utenza mediante lo strumento del bonus. Il contratto di servizio vigente, contratto “vero” secondo taluni, risulta a nostro giudizio un contratto di comodo, visto che non indica in maniera precisa e insindacabile dei parametri prestazionali vincolanti, come parimenti fatto da altre Regioni (es. Lombardia, Veneto e Liguria). Se i parametri prestazionali e i vincoli su qualità e modalità del servizio non verranno inseriti in futuro in maniera più precisa e dettagliata, significherà vincolare l’Utenza ad un servizio scadente, vanificando le enormi potenzialità del sistema ferroviario quale asse forte della mobilità regionale.
Da ultimo un richiamo forte alla classe dirigente, la quale deve recuperare sobrietà e soprattutto quello spirito funzionale per cui la politica deve essere intesa come l’arte del buon governo: un plauso a quell’Assessore della Lombardia che per una settimana, lontano dai fotografi e dalla stampa, ha viaggiato con i pendolari, studiando e apprendendo i loro problemi. Parimenti, si contrappongono comportamenti opposti, come nel caso di Viareggio, dove solo la ferma opposizione del Comitato dei familiari delle vittime della strage, ha impedito al Ministro ai Trasporti e all’AD di FS “di sfilare” alle cerimonie dell’anniversario della tragedia. E’ bene ricordare a questi Dirigenti FS e ai nostri politici che i treni non sono i loro, ma i nostri, che l’azienda che gestiscono non è loro, ma è la nostra, che i loro lauti stipendi, quelli sì, sono loro, ma sono pagati con le nostre tasse e che la prossima volta che verranno a chiedere il nostro voto, farebbero bene a fare un esame di coscienza, evitando l’ennesima figura di pessimo gusto.
Non ci serve che qualcuno ci ricordi quanto è dura la vita del pendolare, la conosciamo già; non ci serve che ogni giorno qualcuno ci illuda, promettendoci sulla stampa un miglioramento del servizio e poi non si degni neppure di rispondere alle nostre e-mails o non trovi un solo giorno nell’arco dell’anno per riunire i rappresentanti dei Pendolari. Si è parlato tanto di coinvolgimento dell’utenza nella valutazione del servizio, così come previsto dall’art. 15 comma 7 del vigente Contratto di Servizio e poi la Regione da oltre 9 mesi risulta latitante, anzi muta al confronto con l’Utenza! Il tempo delle ferie ora è passato, chissà se a settembre qualcuno si ricorderà di noi ...
Ebbene cari signori, noi siamo stufi di questo andazzo, siamo nauseati di viaggiare su carrozze sudice oltre ogni inimmaginabile immaginazione, dove persino i bagni sono bloccati o inutilizzabili e se al povero utente gli scappa, il capotreno è obbligato a fermare il treno nella prima stazione servita da wc, anche se alla fine come dice l’Ing. Moretti, “i pendolari si lamenteranno sempre”. Già noi ci lamentiamo sempre, mentre loro invece non hanno tempo, perché stanno pranzando!
Segreteria Comitato Pendolari Alto Friuli