Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

lunedì 27 febbraio 2017

Passaggi a livello udinesi: è carnevale tutto l'anno !

A Udine impazza il Carnevale anche tra gli attivisti dei Comitati AntiTreno e a farne le spese dello scherzo è lo storico leader del gruppo, Matteo Mansi, consigliere comunale di maggioranza (Lista Innovare con Honsell), che solo qualche settimana fa aveva lanciato la petizione per raccogliere le firme necessarie per indire un referendum comunale per chiedere l'eliminazione dei passaggi a livello lungo il tratto Bivio Vat-Stazione.
Dalla stampa (LEGGI) apprendiamo che impazza una dura lotta intestina tra i membri del gruppo, che si è scisso in più anime.
Sara Perdon, portavoce del nuovo gruppo (Comitato civico per la soppressione dei passaggi a livello) è andata giù pesante nei confronti di Matteo Mansi, disconoscendo la sua leadership, denunciando la strumentalizzazione politica dell'attività del consigliere e soprattutto dichiarandosi contraria al referendum.
Ormai siamo ben oltre alle comiche: che la questione sia stata sempre strumentalizzata era evidente a tutti. Non solo Mansi, ma tutti i politici udinesi, senza distinzione di colore, e soprattutto ignoranti in materia ferroviaria, hanno "cercato gloria" e soprattutto i voti con la vicenda dei passaggi a livello di Laipacco. 
Ora dopo aver cavalcato per mesi la battaglia con a capo Matteo Mansi, dopo aver convocato riunioni con esponenti politici di ogni partito dell'arco costituzionale, gli AntiTreno hanno abbandonato il loro condottiero, cercando una nuova verginità, dichiarandosi apolitici.
A novembre 2016, il Comune di Udine con la regia della Regione FVG e dell'Assessore alle Infrastrutture Mariagrazia Santoro, per cercare di "buttare acqua sul fuoco" e soprattutto procrastinare nel tempo la questione, aveva sottoscritto con RFI un Protocollo d'Intesa, con il quale la stessa RFI "si impegna ad effettuare una valutazione tecnica dell'ipotesi di trasferimento del traffico passeggeri sulla linea di circonvallazione a seguito del completamento integrale dei lavori del Nodo di Udine" (durata non inferiore a 5 anni).
La nostra tesi è nota da tempo e si basa unicamente su motivazione di carattere tecnico-ferroviario: la pretesa degli AntiTreno di spostare il traffico passeggeri lungo la linea di Cintura, lascia il tempo che trova, tanto che la questione è sorta solo dopo il diniego di RFI ad un esercente di Via Cividale ad occupare un’area antistante la ferrovia, alla faccia delle nobili ragioni dei residenti o degli amanti dell’ambiente! 
Fermo restando che concordiamo con lo spostamento di tutto il traffico merci lungo la linea di Circonvallazione (di fatto già trasferito), riteniamo invece assurde le altre pretese degli AntiTreno:
1) un treno non è un’automobile e la linea di Cintura non è "quell’autostrada" immaginata, in quanto è soggetta a ferree prescrizioni di circolazione dettate dall’Agenzia Nazionale Sicurezza Ferroviaria (ANSF) e non presenta caratteristiche ferroviarie idonee a far circolare tutti i treni visto che si tratta di "un falso doppio binario" con limitazione della velocità a 60 km/h. L’intento della Regione e di RFI è quello di eliminare i “colli di bottiglia” e non di crearne altri, come invece si farebbe spostando il traffico passeggeri in linea di Cintura, la quale poco prima di Via Pradamano si incrocia con al direttissima VE-PN-UD-GO-TS. 
2) Al contrario di quanto sostenuto il trasferimento dei traffico passeggeri lungo la Cintura comporterebbe un aumento di 10 km del tragitto (14,3 contro gli attuali 4,3); un aumento dei tempi di percorrenza di oltre 10 minuti e non 4/5 come prospettato dagli AntiTreno (che di fatto farebbe venir meno il vantaggio di utilizzare il treno per tutti gli utenti residenti nell'hinterland udinese); maggiori costi per gli utenti (aumento di biglietti/abbonamenti nell'ordine del 10%); maggiori oneri per la Regione (cioè per tutti!) a fronte del pedaggio da riconoscere a RFI e a Trenitalia nel contratto di servizio; un costo spropositato per adeguare la linea di Cintura, sprecando milioni di euro solo per i capricci di un manipolo di persone. 
3) E bene rilevare che se lungo la linea Udine-Tarvisio transitano 26 treni passeggeri al giorno, mentre lungo la Udine-Cividale i treni sono ben 48 e l’eventuale eliminazione della tratta Bivio Vat-Udine non eliminerà i PL della Cividale, le cui sbarre continueranno ad abbassarsi per ben 48 volte al giorno!

SOLUZIONE A COSTO ZERO: la questione potrebbe essere risolta praticamente a costo zero, in quanto è sufficiente migliorare l’instradamento dei treni in arrivo a Udine, ottimizzando la gestione dei segnali di protezione di Bv Vat e Via Buttrio, limitando così il tempo di chiusura dei PL, nonché prevedere una migliore viabilità cittadina sfruttando meglio il cavalcavia Simonetti.
Oggi il limite di velocità d'ingresso dei treni a Bv Vat è di 120 km/h in rango A e 140 km/h in rango B e C, per poi diminuire rispettivamente a 90-95 km/h in prossimità del Pl di Via Cividale.

REALIZZAZIONE DI SOTTOPASSI FERROVIARI: gli AntiTreno hanno la memoria corta, visto che negli anni ’90 durante la realizzazione del raddoppio della Linea Pontebbana, il Comune di Udine NON ha voluto l’interramento della ferrovia e l’eliminazione dei PL come proposto allora da FS (progetto dell'ing. Roberto Carollo). Perché? Di certo anche allora un gruppo di residenti di Laipacco si era opposto, consegnando all'Amministrazione una petizione di 800 firme contro l'interramento della ferrovia, intervento ritenuto troppo invasivo per il quartiere.
Probabilmente le motivazioni del mancato interramento della linea sono ben altre, legate alla solita speculazione edilizia che ha permesso di continuare ad edificare in deroga alla fascia di rispetto fin quasi a ridosso dei binari.
Chissà se chi oggi si lamenta e si fa promotore di petizioni per l'eliminazione dei PL, negli anni '90 ha protestato contro l'interramento della ferrovia e contro l'eliminazione dei PL ...
La questione potrebbe essere risolta in maniera definitiva senza sperperare 50 milioni di euro per creare un "mostro ferroviario", con la semplice realizzazione di due sottopassi (spesa prevista 2/3 milioni ciascuno), rispettivamente uno al Bearzi, dove lo spazio non manca e l'altro in via Cividale, espropriando per pubblica utilità qualche terreno, risolvendo così alla radice il problema e risparmiando milionate di euro.
Questi sono gli unici modi per eliminare i PL, mantenendo efficiente il sistema ferroviario.
Passaggio a livello a Melbourne
I PL esistono in ogni città e non solo nella provinciale Udine, basti pensare che a Melbourne (città australiana di 4,6 milioni di abitanti), eletta per la sesta volta consecutiva dalla rivista inglese "The Economist", la città più vivibile al mondo, i PL in città sono cosa normalissima (VEDI FOTO).
Melbourne è nota per la sua articolata ed efficiente rete ferroviaria e metropolitana di superficie, la quale presenta numerosi PL che dividono i quartieri; qui nessuno si sognerebbe di chiederne l'eliminazione, visto che il tempo di chiusura del PL è limitatissimo (2/3 minuti al max) grazie ad un moderno sistema sincronizzato che limita al minimo il disagio degli automobilisti e dei pedoni.
Nella "periferica" Laipacco si pensa invece che solo a Udine esistano i PL ... dimostrando una visione "Udinecentrica" del Mondo.
La ferrovia, è un'infrastrututra pubblica strategica, che deve essere valorizzata in maniera da garantire il servizio per il quale è stata realizzata; è evidente che lo spostamento di una linea ferroviaria non coinvolge solo gli interessi degli abitanti di uno sperduto borgo qual è Laipacco, ma l'interesse della Nazione, atteso che la linea Pontebbana, costata oltre 1000 miliardi di vecchie Lire ai contribuenti è inserita nel Corridoio UE Baltico-Adriatico ed è stata realizzata per far transitare 200 treni/giorno (oggi è sfruttata solo per un 30-40% del suo potenziale).
I residenti di Lapacco, quando hanno costruito le loro case erano perfettamente consci che lì esisteva una ferrovia da fine '800 e quindi consci di tutti i pro e contro di costruire o acquistare casa vicino ad una linea ferroviaria.
Attraversamento pedonale stazione di Udine
Chi pretende l'eliminazione dei PL a Udine, spendendo ingenti risorse pubbliche, pensando che Udine sia il "centro del mondo", dovrebbe guardarsi attorno e magari pretendere anche la soluzione di altri problemi della "megalopoli" Udine, ad esempio quella dell'attraversamento pedonale tra la stazione Fs e Via Europa Unita; un problema da noi sollevato ancora nel lontano 2011, quando il Sindaco Honsell e l'Assessore Pizza promisero la realizzazione e la messa in sicurezza del passaggio pedonale con l'approvazione del piano della nuova segnaletica stradale (CLICCA E LEGGI).
A distanza di oltre 5 anni nulla è cambiato e chi esce dalla stazione è costretto a zigzagare - a suo rischio e pericolo - tra i numerosi bus e taxi che attraversano il piazzale della stazione, senza pensare alla pericolosità degli attraversamenti posti lungo il ring di Via Europa Unita, dove la presenza dei vigili urbani è limitata ad un'ora al giorno.
Ma si sa che i pendolari non votano a Udine, mentre i residenti di Laipacco si, quindi continua la caccia al voto ! 

venerdì 24 febbraio 2017

Progetto Pedemontana: riparte il "Treno dei Poeti", obiettivo il comodato della stazione di Budoia

Particolarmente interessante è l’attività posta in essere dall’Associazione Ciampore di Santa Lucia di Budoia (PN) dell’amico Mauro Giannelli, fin dalla prima ora promotore di varie iniziative a supporto della riapertura della Ferrovia Gemona-Sacile.
Vista imminente ripresa del traffico ferroviario in base al Protocollo d’Intesa siglato lo scorso novembre tra RFI e Regione FVG, il quale prevede una riapertura per fasi della ferrovia (entro il 2018 la riattivazione del traffico passeggeri lungo la tratta Sacile/Maniago e l’avvio su tutta la linea di un servizio turistico a cura della Fondazione FS), l’Associazione ha accolto l’invito lanciato nel corso del Convegno di Cavasso Nuovo lo scorso 26 novembre dal Comitato Pendolari Alto Friuli, per lavorare in sinergia e promuovere una serie di eventi ed azioni informative sul Territorio, finalizzate alla creazione di un indotto legato al progetto della ferrovia turistica.
In quest’ottica, Asd Ciampore ha aderito, unitamente ad altri sodalizi (Italia Nostra Onlus, Legambiente Fvg, Fiab Fvg, Associazione Ferrovia Willy, Gruppo 835 Vapore Vivo e agli Istituti di Istruzione Statale Superiori di Sacile/Brugnera ed E. Torricelli di Maniago), al “progetto Pedemontana”, che nei prossimi mesi si caratterizzerà per l’organizzazione di vari eventi culturali, sportivi e didattici che coinvolgeranno tutti i Comuni della linea.
Si tratta di una compagine variegata di sodalizi, ben motivati, che da anni operano sul Territorio, i quali intendono supportare fattivamente le Istituzioni nell’iter di avvicinamento che porterà nel 2018 alla riapertura della ferrovia.
L’idea è quella di “far adottare le stazioni”, coinvolgendo Comuni, Pro Loco, Associazioni e produttori locali, valorizzando il patrimonio degli immobili fs non più presidiati, destinandoli ad attività di supporto della ferrovia turistica al fine di incrementare il movimento lungo la fascia pedemontana del Friuli Occidentale.
Mauro Giannelli e Andrea Palese, rappresentante del Comitato Pendolari Alto Friuli, coordinatore dell’iniziativa, sul punto hanno le idee chiare: “è necessario che i Comuni fin da subito si attivino, sfruttando le realtà associative, con la collaborazione degli operatori commerciali, per far rivivere le stazioni, prima del ripristino della circolazione ferroviaria prevista per il 2018”.
La valenza turistica della Gemona-Sacile è altresì sottolineata dalla legge sulle ferrovie turistiche (ddl Iacono), approvata a gennaio dalla Camera dei Deputati, nel cui elenco è compresa anche la nostra ferrovia e che grazie all’impegno di Fondazione Fs potrebbe diventare l’ottava linea del progetto nazionale “Binari senza tempo”; un progetto quest’ultimo che nel solo 2016 ha fatto viaggiare sui treni storici oltre 60mila turisti (+47% rispetto al 2015) con oltre 230 eventi organizzati (+39%), evidenziando un trend in forte crescita del turismo ferroviario.
Tutto ciò va a rafforzare la convinzione dei sodalizi proponenti che non si può “perdere questo treno” e che è basilare “gettare nel 2017 le basi per la creazione delle condizioni economiche per il rilancio della Pedemontana”.
Palese e Giannelli concordano che serve passare alla “Fase 2”: acquisito l’impegno di FS di riattivare la ferrovia, ora il Territorio deve “rimboccarsi le maniche” e sfruttare questa occasione, che potrebbe offrire nuove opportunità di lavoro.
Nel 2017 - secondo Palese - si dovrà “passare dalle pagine dei giornali - il cui interesse è stato determinante -  al campo, realizzando interventi mirati per dare sostanza al progetto turistico”, ad esempio miglioramento la segnaletica della Ciclabile FVG3, creando InfoPoint, sistemando alcune stazioni e destinandole ad attività turistiche quali B&B, bike sharing, oppure individuando itinerari storico-naturalistici o percorsi del gusto.
In questa ottica sono impegnate le Associazioni, le quali puntano a far rete, coinvolgendo tutti i portatori d’interesse; il rischio è quello di arrivare impreparati all’appuntamento del 2018 e di ritrovarsi senza un vero progetto, che potrebbe da subito mettere in difficoltà la sopravvivenza della ferrovia, risultato ottenuto con non poche fatica.
In questo contesto, Asd Ciampore organizza da tempo varie iniziative a supporto della ferrovia e del sistema turistico locale, finalizzate ad intercettare escursionisti, appassionati della bicicletta, studenti e turisti alternativi ai villaggi vacanze.
Il progetto più conosciuto è quello del “Treno dei Poeti”, giunto alla sua terza edizione, il quale si propone di intercettare i flussi turistici esteri da e per Venezia, proponendo un percorso di esperienze artistiche, musicali, sportive ed enogastronomiche lungo la Pedemontana.
Dal 17 al 23 giugno il sodalizio organizzerà la “Vacanza collettiva slow”, la quale quest’anno si propone di far scoprire i numerosi castelli presenti lungo la Sacile-Gemona, da quelli di Caneva, Polcenigo e Aviano, ai resti di quelli di Maniago e Meduno, all’antico Borgo di Toppo e di Solimbergo, per far tappa poi a Castelnovo, Pinzano, Ragogna e Flagogna e terminare il viaggio sul Forte di Osoppo dopo una visita allo splendido maniero del Conte Ceconi di Pielungo,
Bisogna guardare alle esperienze positive già in atto in altre realtà, abbinando la ferrovia e la ciclabile, per richiamare sui nostri Paesi i giovani da ogni parte d’Europa” – sostiene Giannelli – “è fondamentale intercettare i flussi turistici alternativi, che usano la bicicletta, da Nord verso il mare o Venezia”.
Per questo il sodalizio di Giannelli ha messo da tempo gli occhi sulla stazione di Santa Lucia di Budoia, dove esistono già infrastrutture pronte all’uso.
E’ stato richiesto al Comune di farsi portavoce con RFI per l’ottenimento del comodato d’uso dell’ex scalo merci fs e del blocco dei bagni (già oggetto in passato di un restyling da parte della Provincia di Pordenone). L’obiettivo è quello di realizzare un centro di supporto al turismo sostenibile dove svolgere attività sportive, ludiche ed artistiche e al contempo metterli a disposizione dei ciclisti, visto che proprio a Santa Lucia prende avvio la Ciclabile Fvg3.

giovedì 23 febbraio 2017

Legambiente: riaprire la Gemona-Sacile per lo sviluppo del territorio

Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa di Legambiente in ordine alla questione della riapertura e del rilancio della Ferrovia Gemona-Sacile.
Legambiente, come altre associazioni a livello nazionale (Italia Nostra e Fiab) ha convintamente aderito al "progetto Pedemontana" lanciato lo scorso mese di novembre nel corso del Convegno di Cavasso Nuovo dal nostro Comitato.
Un progetto che intende creare sinergie e far rete tra i portatori d'interesse, favorendo sul Territorio la nascita delle condizioni minime per la riattivazione del servizio passeggeri e l'avvio di un vero progetto a supporto della ferrovia turistica di Fondazione FS.

"I circoli Legambiente delle Prealpi Carniche, Pinzano al Tagliamento e della Pedemontana Gemonese si sono riuniti per discutere sulla riapertura della ferrovia Gemona-Sacile. 
La ferrovia Pedemontana lungo i suoi 74 Km ha visto negli ultimi anni servizi differenziati, in alcune zone il treno correva sempre in altre solo nel fine settimana. 
I circoli che sono in grado di rappresentare in maniera indipendente i territori di tutta la linea hanno analizzato il progetto di riapertura che prevede un servizio di trasporto pubblico locale limitato al tratto Sacile-Maniago ed affiancato da un servizio di tipo turistico svolto con treni storici lungo tutta la linea fino a Gemona e ritengono che: 
  • Il progetto territoriale elaborato dal GAL Montagna Leader per lo sviluppo turistico delle zone interessate dalla ferrovia debba essere effettivamente partecipato con il coinvolgimento delle realtà locali economiche e associative; 
  • Il treno in servizio di trasporto pubblico locale anche se limitato al solo tratto Sacile-Maniago dovrà avere un orario idoneo a raggiungere velocemente con adeguate coincidenze Pordenone; 
  • Affinché il trasporto pubblico locale possa fare un effettivo salto di qualità è necessaria una reale collaborazione fra il treno e le corriere sia in termini di orario integrato che di biglietto unico treno+gomma (come previsto dal piano regionale per il trasporto pubblico locale); 
  • Lo sviluppo del cicloturismo è fondamentale per il successo del progetto. Per fare in modo che ciò avvenga, la ciclovia FVG3 dev’essere una infrastruttura progettata e realizzata con criteri di univocità, completezza ed efficienza, strettamente collegata al tracciato ferroviario ed alle stazioni deve permettere ai turisti di pedalare in sicurezza e ben raccordarsi con le altre ciclovie regionali come l’Alpe Adria radweg (anch’essa dotata del treno transfrontaliero MiCotra specializzato nel trasporto delle bici); 
  • Nel percorso di riattivazione della Gemona-Sacile particolare rilievo va dato anche al trasporto delle merci su tutta la linea, in particolare la ferrovia può dare un importante contributo ai lavori di sghiaiamento del lago di Barcis limitando quindi l’utilizzo del trasporto su strada maggiormente impattante e pericoloso. Legambiente appoggia il progetto di riapertura considerandolo però un primo passo verso lo sviluppo delle piene potenzialità dell’intera ferrovia come utile strumento per lo sviluppo armonico delle comunità locali e la tutela dei territori."

mercoledì 22 febbraio 2017

Sconti del 20% per chi viaggia sabato e domenica sulla Udine-Tarvisio

Dal prossimo 24 febbraio sulla linea ferroviaria Udine-Gemona-Tarvisio sarà possibile viaggiare con biglietti scontati del 20% il sabato e la domenica.
Lo sconto promozionale per i viaggi sarà valido per i biglietti acquistati presso le biglietterie Trenitalia.
L'estensione della tariffa agevolata, introdotta a dicembre con l'approvazione del piano tariffe per il 2017, è stata recentemente approvata dalla Giunta regionale.
Si tratta di una promozione all'utilizzo del trasporto pubblico locale, direttamente correlata agli investimenti attuati per valorizzare anche in chiave turistica il Tpl regionale.
In particolare si tratta di una forma di incentivo del servizio bici+treno sfruttando le potenzialità dei nuovi treni Civity, che dispongono di 30 portabiciclette, in sinergia con la Ciclovia AlpeAdria.

lunedì 20 febbraio 2017

Mi.Co.Tra. quale futuro?

MIglioramento dei COllegamenti TRAnsfrontalieri di trasporto pubblico meglio noto come progetto MI.CO.TRA. il servizio ferroviario istituito dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, in partnership con il Land della Carinzia per unire le città di Udine e Villaco. 
Storia: dal dicembre 2009, quando Trenitalia sospese tutti i collegamenti ferroviari diurni tra il Friuli-Venezia Giulia e l'Austria, l'allora Assessore regionale ai Trasporti, Riccardo Riccardi, con la spinta dei Comitati dei Pendolari, sentì la necessità di ripristinare la via di comunicazione su strada ferrata.
Il Mi.Co.Tra. nasce così dall'approvazione del progetto UE Interreg IV - Obiettivo cooperazione territoriale europea 2007-2013 - Priorità 2 -"Territorio e sostenibilità", linea 5 "Accesso ai servizi di trasporto, di telecomunicazione e ad altri servizi", in base al quale si riuscì a finanziare l'attivazione del servizio ferroviario transfrontaliero, che prevede due coppie giornaliere di corse sulla relazione stazione di Udine–Villach Hauptbahnhof: una espletata al mattino e l'altra nel tardo pomeriggio.
L'attivazione del servizio venne inaugurata il 10 giugno 2012.
La gestione è affidata alla società ferroviaria regionale, Ferrovie Udine-Cividale (FUC), in partnership con le Österreichische Bundesbahnen (ÖBB).  
Le fermate intermedie: Gemona del Friuli, Venzone, Carnia, Pontebba, Ugovizza, Tarvisio Bosco Verde, Thörl-Maglern, Arnoldstein, Villach Warmbad, Villach Westbf. 
Inaugurazione Mi.Co.Tra. a Tarvisio 10.06.2012
Senza dubbio Mi.Co.Tra. ha rappresentato il punto più alto della collaborazione tra Comitati dei Pendolari e Regione FVG, oggi praticamente nulla a causa dell'appiattimento della politica regionale.
Mi.Co.Tra. è una pagina importante nelle relazioni tra FVG e Carinzia e per il sistema dei trasporti transfrontalieri, a servizio non solo dei tanti pendolari dell'Alto Friuli, ma anche di nuovi flussi turistici da e per le due aree.
Proprio la sinergia treno-turismo è stata la ricetta vincente di Mi.Co.Tra.: il servizio treno+bici e la valorizzazione della Ciclovia Alpe Adria ha permesso di fare passi da giganti, nonostante una modesta se non inesistente, campagna di promozione pubblicitaria del servizio.
Mi.Co.Tra. infatti è diventato il treno delle biciclette, sempre più conosciuto grazie soprattutto al passaparola degli utenti.
Non tutto è oro ciò che luccica però, in oltre 4 anni dal suo avvio il servizio transfrontaliero non ha trovato ancora una stabilità e una programmazione seria, visto che la Regione provvede di anno in anno a confermare le risorse economiche necessarie per il suo sostentamento (1,5 milioni di €/annui), al contrario di OBB che invece programma a 5 anni le proprie attività.
Un handicap pesante, visto che da anni si vocifera di un prolungamento del servizio verso Trieste, via Cervignano, garantendo così la copertura dell'intera direttrice della Ciclabile Alpe Adria.
Già nel 2015 l'Assessore regionale ai trasporti, Mariagrazia Santoro, parlava di estendere il Mi.Co.Tra. fino a Trieste ed integrare il biglietto del convoglio transfrontaliero con il sistema di bike sharing del Comune di Udine, attraverso il progetto europeo ‘Connect2Ce - Improved rail connections and smart mobility in Central Europe’ a valere sui fondi del Programma Central Europe 2014-2020 – Asse 4 (Trasporti)". A tal fine la Regione aveva promesso di supportare FUC, che doveva prendere parte all'iniziativa in qualità di partner con un budget di oltre 600mila €.
Ad oggi, ad oltre 1 anno e mezzo dall'annuncio, nulla si sa.
I numeri sulla carta sono positivi, ma vanno letti correttamente con la giusta interpretazione economica.
Servizio Mi.Co.Tra
Lunghezza linea
Km 89
Num. corse/giorno
4
Num. corse/anno
1.456
Num. Passeggeri/anno
78.802*
Media Passeggeri/treno
54,12
Biciclette trasportate
11.879
Ricavi – Anno 2015
123.283,38
Utile – Anno 2015
75.768,12
Il 2016 ha confermato il buon andamento di Mi.Co.Tra. e il suo appeal grazie alla sinergia creatasi con la Ciclovia Alpe Adria: i passeggeri sono aumentati del 17,5% rispetto al 2015 (toccando quota 90.000) e le biciclette trasportate sono aumentate del 25,1%, segno evidente del crescente interesse per l'utilizzo del treno a fini turistici.
E' doveroso tuttavia segnalare che il buon risultato dei passeggeri e delle biciclette trasportate è un dato poco significativo se rapportato ai ricavi effettivi, i quali nel 2015 erano pari ad € 123.283,38 pari a 1,56 €/passeggero e bici trasportata.
Il perché di questo dato è facile da spiegare: tutti gli utenti della Udine-Tarvisio, titolari di valido titolo di viaggio Trenitalia/Saf, possono viaggiare su Mi.Co.Tra.
Non abbiamo notizia che Trenitalia o Saf retrocedino a FUC alcuna somma, pertanto i ricavi di FUC derivano esclusivamente dalla vendita di biglietti a bordo treno.
L'utile a bilancio che deriva dalla gestione Mi.Co.Tra. deriva pertanto dalla somma dei ricavi della vendita dei biglietti e dal contributo regionale di 1,5 milioni, detratte i costi d'esercizio  (es. affitto dei binari a RFI, costo personale, affitto delle carrozze a OBB, ecc.).
Da ciò deriva che sotto il profilo gestionale Mi.Co.Tra. vive essenzialmente dello stanziamento regionale da 1,5 milioni di €/annuo.
Prospettive future: Mi.Co.Tra. nasce nel 2009 come una sorta di rivalsa verso lo Stato e Trenitalia, che avevano deciso di tagliare i collegamenti transfrontalieri con l'Austria.
A fronte di ciò la Regione aveva deciso di valorizzare la sua specialità e la sua società ferroviaria, avviando il collegamento transfrontaliero.
Una scelta coraggiosa e di buon senso visto che ha permesso senza dubbio di sviluppare sul territorio una nuova forma di economia legata al turismo, che ha permesso una discreta ricaduta economica legata al servizio treno+bici.
Dopo questa spinta emozionale però l'indirizzo politico ferroviario della Regione si è arrestato: da un lato si vive ormai di promesse (non mantenute), dall'altro si stringe la cinghia e non si investe più su FUC, non programmando più nulla oltre l'anno.
Continua a mancare una vera e propria campagna di marketing, in quanto ci si accontenta del "tirare a campare" con piccole operazioni di basso cabotaggio con riscontri pressoché nulli.
Il 2017 sarà l'anno della stipula del nuovo contratto per i servizi ferroviari del FVG e si dovrà tener conto di uno scenario radicalmente mutato rispetto a quello del 2012.
Trenitalia ha fatto passi da gigante, recuperando la fiducia dell'utenza e l'affidabilità, portando il FVG ai vertici delle classifiche nazionali per puntualità e qualità del servizio, mentre FUC sta perdendo pezzi, come dimostrato dalle recenti dimissioni di quattro macchinisti che hanno sbattuto la porta alla società regionale incapace di garantire un contratto di lavoro equiparato a quello dei ferrovieri FS.
Ci si chiede quindi quale sarà il futuro di Mi.Co.Tra.?
Dipenderà tutto da quale sarà il futuro di FUC, società che la Regione in questi anni ha "foraggiato" solo per il mantenimento delle attività correnti (gestione di una modesta linea di appena 15 km, la Udine-Cividale e del servizio Mi.Co.Tra.), senza  riuscire mai a potenziare la società sul mercato con nuove offerte commerciali.
Alla luce dei recenti accadimenti in FUC, visto il clima sindacale e la mancanza di un vero e proprio piano industriale in grado di far crescere la società, è doveroso che la politica svolga una seria riflessione sul futuro della sua partecipata.
In primis è necessario tutelare le professionalità ed evitare ulteriori uscite di personale che potrebbero mettere in ginocchio l'organizzazione aziendale, assumendo determinazioni volte ad evitare che FUC resti solo il solito "poltronificio" o il "parcheggio" di persone assunte perchè in possesso di una tessera di partito più che di una vera e propria professionalità in ambito ferroviario.
Oggi al vertice di FUC si trova Maurizio Ionico, responsabile PD per i trasporti, manager di fiducia dell'odierna "corte dei miracoli" e uomo di partito che dal 1997 ad oggi ha sempre ricoperto incarichi in società partecipate.
A parte il fallimentare studio di fattibilità sulla Gemona-Sacile, dove FUC ha evidenziato tutte le sue carenze, in questi anni Ionico non è riuscito a far decollare Mi.Co.Tra., il gioiellino di casa, il quale continua ad avere potenzialità inespresse.
Se il personale si licenzia un motivo ci sarà, soprattutto in tempi di crisi come quelli odierni dove il posto di lavoro fisso rappresenta un privilegio per pochi.
E' chiaro che se l'azionista unico, Regione FVG, non investirà più, il futuro di FUC e Mi.Co.Tra. non potrà che essere molto nebuloso e difficile.

venerdì 17 febbraio 2017

Gemona-Sacile, aspettando il treno, che fare?

Pubblichiamo una articolata riflessione di Andrea Palese, storico rappresentante dei Comitati Pendolari del FVG e promotore del progetto della ferrovia turistica della Pedemontana del Friuli.
Buona lettura.

LA SVOLTA: Il 2016 è stato senza dubbio l’anno della svolta per la ferrovia Gemona-Sacile, la quale grazie al Protocollo d’Intesa tra Gruppo Fs e Regione FVG verrà riattivata entro il 2018.
Un grande risultato, anche personale, visto che da anni seguo questa “causa” e che per primo ho avuto l’intuizione di inserire la Pedemontana nel progetto nazionale “Binari senza tempo” della Fondazione FS.
Un’intuizione maturata grazie a quel viaggio ad Agrigento a marzo 2016, lungo la ferrovia dei Templi; lì è nata la vera “rinascita” della Pedemontana, grazie all’incontro tra il sottoscritto, l'ing. Luigi Cantamessa, Direttore della Fondazione FS e l'on. Maria Iacono, prima firmataria della legge sulle ferrovie turistiche.
Lì ho capito le potenzialità di Fondazione Fs e la concretezza del suo progetto “Binari senza tempo” e da lì si è partiti per “importare” quel modello virtuoso in Friuli, cercando di far comprendere alla Regione FVG che non si poteva perdere quel treno.
Un viaggio nato quasi per caso, merito di una persona speciale che mi ha "spronato" a volare in Sicilia per conoscere Fondazione FS. Senza quello sprone quel viaggio non lo avrei mai fatto e probabilmente oggi l’affaire Pedemontana non si sarebbe risolto e saremmo a parlare d’altro.
Dopo Agrigento tante cose sono successe e quel sogno di rivedere il trenino correre sui binari della nostra amata ferrovia si sta pian piano realizzando.
L’ANNUNCIO DELLA RIAPERTURA: dopo una “battaglia civile” di quattro anni e una continua pressione sulle Istituzioni, con toni talvolta accesi, ad ottobre, è giunto il tanto atteso annuncio della riapertura della linea da parte dell'ing. Cantamessa.
Un risultato ancora più bello perché è arrivato in un contesto “casalingo”, proprio all’inaugurazione della Mostra fotografica di Gemona; evento alla cui organizzazione hanno partecipato tutte le anime ferroviarie del FVG, manifestando una unità d’intenti mai dimostrata prima.
Anche per questo possiamo dire che questa battaglia l'abbiamo vinta noi pendolari !
Il “miracolo” della Gemona-Sacile è stato possibile grazie al lavoro dei Comitati dei Pendolari, dei tanti appassionati e delle Associazioni; in questo contesto Andrea Palese è stato solo la figura di riferimento di un lavoro di squadra, ma soprattutto di chi ha creduto e crede che la riattivazione della ferrovia sia uno strumento di sviluppo economico del Territorio.
I successi della Mostra di Gemona e del Convegno di Cavasso Nuovo sono due esempi di quale sia oggi l’interesse della gente verso il tema della ferrovia; purtroppo è mancato l’interesse concreto di alcune Istituzioni e soprattutto il coraggio a promuovere il “progetto Pedemontana”.
In un Territorio in sofferenza, caratterizzato da un contesto economico difficile e marginale, sempre più depauperato dai servizi, è basilare uscire dagli schemi e cercare di inventarsi nuove iniziative che possano portare ricadute positive; proprio la ferrovia turistica potrebbe portare benefici grazie alla nascita di una microeconomia capace di creare nuovi posti di lavoro, sviluppando quel settore turistico, oggi ridotto ai minimi termini, ma di grande potenziale.
Come si è giunti alla riapertura della linea? Dal 2012 ad oggi tante sono state la manifestazioni e le iniziative a supporto della riapertura della ferrovia.
Il primo a denunciare la situazione è stato l’amico, Emanuele Zanon, Sindaco di Cavasso Nuovo, poi sono stati i Comitati dei Pendolari e in particolare quello dell’Alto Friuli a movimentare la scena, basti ricordare alla nota “Staffetta Treni-taglia ridacci il nostro treno” che ha percorso tutti i 70 km della linea sensibilizzando le Istituzioni.
Tante erano le aspettative riposte sullo studio di fattibilità di Ferrovie Udine Cividale (società partecipata della Regione): purtroppo si è perso oltre un anno per attendere uno studio (costato 40mila €) che ha evidenziato conclusioni quanto mai fantasiose, con un modello d'esercizio irrealistico (1,1 milioni di passeggeri/anno trasportati, con una media di 215 passeggeri a treno).
I risultati dello studio hanno evidenziato tutte le carenze di FUC, nella quale in tanti, me compreso, avevano ipotizzato (sbagliando!) che potesse assumere la gestione del servizio passeggeri.
Un'idea purtroppo senza fondamento, in quanto mai la Regione ci ha creduto, mettendoci i quattrini, potenziando la struttura di FUC.
In realtà lo studio è servito alla politica e all'Assessore Santoro in particolare solo per prendere tempo, visto che non si sapeva o non si voleva assumere una decisione per risolvere la grana Gemona-Sacile.
Stesso discorso vale per il “Protocollo di Pinzano”, documento sottoscritto dai Comuni a febbraio 2016 e voluto dalla Santoro per giustificare l’immobilismo della Regione sul tema.
Tanto si è scritto e tanto si è detto sul futuro della Pedemontana, fantasticando e facendo spesso paragoni inappropriati; personalmente condivido l’idea dell’ex Sindaco di Pordenone, Claudio Pedrotti, secondo il quale la Gemona-Sacile non è paragonabile per le sue peculiarità né alla Merano-Malles, né alla San Candido-Lienz, i cui modelli non sono replicabili in FVG. Questo soprattutto per la mancanza di una vocazione turistica “spinta”, presente altresì in Alto Adige e radicata da oltre 40 anni.
Da noi la partita va giocata con altre armi, sfruttando le tante potenzialità inespresse del Territorio e cercando soprattutto di far squadra.
BINARI SENZA TEMPO: il punto forte su cui basare il futuro della Pedemontana è l'accordo tra Regione e Gruppo FS, il quale prevede che la Gemona-Sacile sarà la prima linea d’Italia che verrà utilizzata sia per il trasporto passeggeri regionale, che per il servizio turistico.
Si tratterà di una riapertura per fasi: il 2018 dovrebbe essere l'anno buono per la tratta passeggeri Sacile-Maniago e per l'avvio del servizio turistico lungo tutta la linea, la quale diventerà l’ottava ferrovia del progetto nazionale “Binari senza tempo” di Fondazione FS; un progetto che dalla sua creazione nel 2014 ha permesso la riapertura per scopi turistici di sette linee, caratterizzate da un alto valore storico e paesaggistico per la bellezza dei territori attraversati dai tracciati e per gli arditi manufatti che vi insistono.
Nel 2016 oltre 60mila turisti hanno viaggiato sui treni storici della Fondazione FS, confermando il trend di crescita del turismo ferroviario (+47% rispetto al 2015) con oltre 230 eventi (+39%).
L’Abruzzo, con la meravigliosa Sulmona-Carpinone la cosiddetta “Transiberiana d’Italia”, è la meta più gettonata con oltre 14mila presenze; la Sicilia, invece, risulta la prima regione per numero di eventi organizzati (42) grazie ad un esteso programma congiunto tra Fondazione FS, Regione e Trenitalia, previsti peraltro dal contratto di servizio, il quale ha esteso anche ai treni storici per fini turistici la possibilità di finanziamento mediante fondi appositamente destinati dalla Regione.
La classifica del turismo ferroviario vede il Friuli penultimo, con appena 512 presenze e 4 eventi organizzati (treno di Pasolini e Barcolana Express).

Passeggeri
Eventi
Media pass./evento
Abruzzo
14.754
39
379
Lombardia
9.063
25
362
Toscana
8.523
34
250
Sicilia
5.530
42
132
Piemonte
5.412
21
258
Campania
4.493
25
180
Veneto
3.918
10
391
Liguria
3.393
8
424
Puglia
1.877
5
375
Lazio
1.050
10
105
Emilia Romagna
758
3
256
Friuli Venezia Giulia
512
4
128
Sardegna
408
4
102
TOTALE
59.691
230
260

Risultati molto deludenti, frutto dello scarso interesse dimostrato dalla politica regionale; l’inserimento della Gemona-Sacile, come ottava linea di “Binari senza tempi”, dovrebbe invertire questa rotta e aumentare l’appetito di turismo ferroviario di questa regione.
CLIMA POLITICO: non sono mancate le polemiche e la solita propaganda politica; tante sono state le promesse, soprattutto da parte della Regione, che per anni ha tentennato, tenendo un atteggiamento ondivago e procrastinando ogni decisione, per poi approfittare del lavoro altrui (Comitati dei Pendolari in primis).
L’unico punto fermo è che sarà il Gruppo FS a mettere i quattrini per la riattivazione della linea (17 milioni di euro); manca invece una visione d'insieme e una progettazione delle attività a supporto del progetto turistico.
Le incapacità della Regione e dell'Assessore al riguardo sono evidenti, ma anche quelle delle "Corti dei Miracoli locali" non sono da meno. Mi riferisco a tutti i Comuni che per tutto questo tempo sono rimasti “coperti e allineati”, privilegiando per opportunità partitica l’immobilismo regionale.
Fatto salvo Gemona del Friuli e Cavasso Nuovo, gli altri sono rimasti “freddini” dinanzi alla questione Pedemontana: alle belle parole e alle tante fotografie scattate nel corso delle varie “passerelle”, poi nei fatti non si sono registrati atti che possano in qualche maniera supportare il progetto ferrovia.
Gemona gestisce già la stazione in comodato e a breve avvierà un cantiere da 80mila € per il restyling dell’immobile in prospettiva dell’avvio della ferrovia turistica: un progetto partito ancora nel 2013 che vedrà coinvolte Associazioni, Pro Loco ed operatori commerciali privati.
Nessun altro Comune ha invece ottenuto il comodato della stazione da parte di RFI: l’unico che ha fatto qualche timido passo in avanti è Cavasso Nuovo, che sull’esempio di Gemona, ha ottenuto nel 2016 un finanziamento per la riqualificazione dell’immobile fs e ora sta ragionando con RFI come poter sfruttare la stazione.
Molto nebulosi appaiono invece i progetti di Montereale e Pinzano (quest’ultimo beneficiario recentemente di un finanziamento regionale), le cui proposte progettuali appaiono più dei “libri dei sogni” che altro, visto che non sono state vagliate dalla proprietà RFI.
Manca soprattutto la collaborazione tra Istituzioni e operatori commerciali: proprio quest’ultimi, per la riuscita del progetto, dovranno necessariamente essere coinvolti.
Servono idee chiare fin dall’inizio perché il rischio è che le stazioni ristrutturate e destinate a specifiche attività sulla base delle progettualità dei Comuni, restino poi desolatamente vuote per la mancanza dell’interesse degli operatori privati: è assurdo infatti che i Comuni, ognuno per conto suo, ipotizzino i più disparati recuperi funzionali delle stazioni (B&B, servizi bike sharing, ecc.), senza un progetto d’insieme e soprattutto senza sapere chi in futuro gestirà l’immobile.
Mi meraviglio poi che Comuni come Maniago e Forgaria, che potrebbero ottenere un valore aggiunto dallo sfruttamento della ferrovia, siano rimasti fino ad oggi sempre ai margini.
Maniago beneficerà infatti sia del ritorno del traffico passeggeri (pendolari e studenti), che dell’avvio del servizio turistico, i cui flussi - grazie alla posizione centrale della stazione - raggiungeranno facilmente il cuore della città del coltello. Forgaria invece potrebbe sfruttare le due fermate presenti sul suo territorio (Cornino e Forgaria) per valorizzare le eccellenze naturalistiche, in primis la Riserva di Cornino.
LEGGE FERROVIE TURISTICHE: un ulteriore fattore positivo è dato dall’inserimento della Pedemontana nell’elenco della legge sulle ferrovie turistiche (Ddl Iacono), recentemente approvata dalla Camera dei Deputati.
Si tratta di una legge di principio che detta le linee guida in materia e che pone le basi per il riconoscimento del recupero delle linee ferroviarie dismesse o in disuso, come un asset economico strategico per un turismo sostenibile. Purtroppo la legge difetta di una propria copertura finanziaria (in quanto demanda alle Regioni l'individuazione delle risorse economiche necessarie) e dell'indicazione di un soggetto capofila (es. Fondazione FS).
Si tratta tuttavia di un bel passo in avanti, che promuove il turismo ferroviario e il recupero di vecchi tracciati, invertendo quell’indirizzo dei primi anni ’90 volto al taglio indiscriminato dei rami secchi.
Speriamo solo che la burocrazia non demolisca quanto di buono fatto fino ad oggi e conquistato con molta difficoltà.
FASE 2: forte è stato fino oggi l’interesse della stampa sulla questione Pedemontana, probabilmente la ferrovia “più mediatica” degli ultimi anni, grazie alle tante iniziative organizzate (convegni, mostre, concorsi fotografici), alcune a dire il vero finalizzate più al mero protagonismo che per l’effettiva riapertura della ferrovia.
Non nascondo che è il ruolo della stampa locale è stato determinante per l’ottenimento del risultato e di questo si deve ringraziare i giornalisti che si sono dedicati con professionalità al tema, tuttavia ora è necessario cambiare passo, passando dalle pagine dei giornali al campo.
Acquisito l'impegno di FS, serve avviare la Fase 2, lavorando sul Territorio per realizzare quegli interventi infrastrutturali a supporto del progetto turistico, investendo denari veri e non quelli del "Monopoli" promessi fino ad oggi dalla politica.
Non ho dubbi che nei prossimi mesi il tema ferrovia verrà utilizzato per strumentalizzazioni personali o politiche, fini a se stesse: ora che il tema è “caldo” in tanti si cimenteranno e cercheranno di "salire sul carro", sfruttando la mediaticità della materia per speculazioni giornalistiche estranee però al progetto ferroviario.
La “Fase 2” per dare sostanza al rilancio della ferrovia dovrà caratterizzarsi dall’avvio del “Progetto di Territorio”, con investimenti mirati a supporto della ferrovia turistica.
In questo contesto è basilare il potenziamento della Ciclabile FVG3, la sistemazione delle stazioni e loro destinazione per attività turistiche quali B&B, Infopoint o altre attività commerciali, l’individuazione di itinerari storico-naturalistici, di percorsi enogastronomici (es. pitina e prosciutto di San Daniele), mediante una adeguata campagna di promozione e di marketing, sviluppando una sinergia con gli operatori privati.
Nulla di tutto questo è stato pensato e per ora siamo fermi alle parole di un fantomatico "Progetto di Territorio" che non esiste e che probabilmente si trasformerà in un altro studio di fattibilità con belle ma inutili slides ...
La soluzione prospettata dalla Regione di delegare il GAL-Montagna Leader non mi convince, visto che molti dubbi restano sulle competenze in materia dell'Ente individuato.
Si punterà sui bandi UE, con un programma di interventi quanto mai nebuloso.
Temo che si perderà ancora tempo, sulla falsariga di quanto già successo con lo studio di FUC, visto che si è deciso “di non decidere” e di "non aprire il portafogli", puntando su un soggetto "amico", politicamente controllabile.
Ammesso che si riesca a vincere qualche bando UE, mi domando quando saranno disponibili queste risorse? Il treno tornerà a correre nel 2018 e per quella data un minimo di infrastruttura turistica dovrebbe quanto meno essere già abbozzata.
Purtroppo non si stanno preparando le basi per l’avvio del progetto turistico e si continua "a vivere alla giornata": il rischio quindi è quello di arrivare impreparati al 2018 e di ritrovarsi con un non-progetto che potrebbe avere sin dall'inizio una sopravvivenza molto difficile.
Oltre al coinvolgimento fondamentale degli operatori privati resta basilare il coinvolgimento diretto e fattivo dei Comuni, i quali fino ad oggi hanno subito decisioni calate dall'alto.
La scommessa ferroviaria della Pedemontana potrà essere vinta poi solo se la Regione, sull’esempio di quanto già fatto dalla Sicilia, prevederà nel nuovo Contratto di Servizio con Trenitalia i km/treno sia per il servizio passeggeri Sacile/Maniago, ma soprattutto quelli per il servizio turistico Gemona/Sacile, in maniera da rendere la ferrovia turistica un servizio stabile e non solo spot.
La riapertura della Pedemontana resta in ogni caso una delle più belle pagine della storia degli ultimi anni di questa regione, ottenuta grazie alla volontà e alla determinazione di alcuni rappresentanti della Società Civile che hanno fortemente voluto salvaguardare e difendere il patrimonio storico della ferrovia, parte integrante della di questa Terra.
Un onore e una grande soddisfazione aver partecipato a questo splendido "viaggio" che mi ha permesso di scoprire le bellezze della Pedemontana e condividere con tanti compagni di viaggio questa emozionante avventura.
Andrea Palese