Dopo il repentino passo indietro di Trenitalia sugli aumenti tariffari dell’Alta Velocità, rincari dimezzati di circa della metà (10% rispetto al 17,5%) di quanto previsto, scoppia ora il caso delle tariffe sovraregionali (dei treni ex interregionali).
Da dieci anni un algoritmo errato ha calcolato le tariffe, che ha determinato ingiusti aumenti dal 15 al 33% in più.
Penalizzati soprattutto i pendolari che dal 2007 hanno pagato a Trenitalia gli abbonamenti sovraregionali, cioè i percorsi che coinvolgono più regioni.
Un esempio: l'abbonamento mensile di seconda classe per la tratta Ancona-Pescara costa 145,50 €, ma secondo il calcolo dell'algoritmo corretto dovrebbe costare 109,50 euro, quindi gli utenti pagano 36 € in più a mese. Idem sulla Genova-Milano dove il maggior esborso è stato quantificato in 38 €/mese.
Il perché di questi aumenti ha radici lontane: dal momento che ogni Regione ha una tariffa per km diversa, al viaggiatore spesso costava meno una tratta interregionale più lunga rispetto a una più breve nella stessa Regione. Per ovviare a questa situazione, nel 2007, la Conferenza delle Regioni ha introdotto il calcolo della tariffa sovraregionale mediante l’algoritmo, il quale doveva prevedere aumenti progressivi per i tre anni successivi (2008, 2009 e 2010), cercando un riallineamento con le tariffe regionali.
L’errore denunciato dai Comitati dei Pendolari e da Assoutenti è stato ammesso da Trenitalia, la quale ha riconosciuto l’esistenza di questa distorsione tariffaria.
Trenitalia però messo le mani avanti, chiamando in causa le Regioni: le tariffe sovraregionali sono infatti calcolate con un algoritmo sbagliato, che secondo il Direttore nazionale della Divisione Regionale di Trenitalia, Orazio Iacono, è stato deciso dalle Regioni e non è stato mai aggiornato successivamente. “La determinazione delle tariffe nel trasporto regionale è competenza esclusiva delle Regioni. L'algoritmo è quello definito e approvato in sede di Commissione Trasporti della Conferenza delle Regioni nel luglio del 2007”, fa sapere Trenitalia in una nota, precisando che esso “riguarda il modo per calcolare il costo dei biglietti e dei circa 7mila abbonamenti per le corse su treni regionali che hanno inizio e termine in regioni diverse. In quell'occasione, fu deciso di calcolarle sommando il costo delle tratte regionali secondo i prezzi in vigore in ciascuna regione e applicando alla somma un correttivo matematico che tenesse conto di una serie di fattori”.
Nella sostanza secondo Trenitalia l’algoritmo non è mai stato aggiornato e mentre le tariffe regionali sono cresciute troppo poco quelle sovraregionali, regolate dall’algoritmo, sono salite di più.
Quanti sono coloro che hanno subito l’algoritmo? “Poco meno di 70mila" per Trenitalia.
E quanti sono gli abbonati che hanno subito un danno? 7mila, per un corrispettivo di circa 15 milioni di €.
Nessuno in questi 10 anni si è fatto carico del problema, sollevato dai Comitati dei Pendolari e da Assoutenti nella seconda metà del 2015; solo ora con l’intervenuto accordo tra Assoutenti e Trenitalia la questione verrà portata all’attenzione della competente Commissione Trasporti della Conferenza Stato-Regioni, la quale si riunirà entro febbraio.
Trenitalia sottolinea che "ci siamo fatti carico dell'accordo con Assoutenti nel disinteresse generale e siamo disponibili a venire incontro ai viaggiatori colpiti, ma ora molte Regioni dovranno aumentare le tariffe delle tratte interne”. Secondo Iacono infatti “le tariffe regionali sono basse, tra le più basse d’Europa. Se in molte regioni non saranno alzate Trenitalia non potrà portare treni nuovi, garantire più comfort, migliorare il servizio. Ma le tariffe, ribadiamo, le fanno le Regioni”.
Questa la ricostruzione di Trenitalia, mentre le Regioni per ora non hanno ancora preso posizione.
Fermo restando che la competenza nel stabilire le tariffe resta in capo alle Regioni c’è da chiedersi chi ha calcolato materialmente l’algoritmo: gli uffici regionali o quelli di Trenitalia?
A chi spettava la vigilanza su questo meccanismo tariffario?
E’ possibile che in 10 anni nessuno si sia accordo di questa stortura e di questi aumenti tariffari spropositati?
Già a febbraio 2010 si è assistito a degli aumenti delle tariffe sovraregionali spropositati dal 5 al 40%, nell’agosto 2014 un’ulteriore salasso con un rincaro dei biglietti tra il 7 e il 10 %, sempre tra il silenzio generale delle Istituzioni e di Trenitalia.
L’unico punto fermo è che ancora una volta sono state le Associazioni dei Pendolari a sollevare la problematica, sostituendosi a chi doveva vigilare o intervenire a correggere il sistema dell’algoritmo.
Ora si porrà il problema dei rimborsi, materia particolarmente delicata, dove il nostro Paese non brilla certo proprio per equità.
Si spera solo che la Conferenza delle Regioni trovi una soluzione rapida al problema, riallineando le tariffe 8al ribasso ovviamente!) e si eviti il solito scaricabarile delle responsabilità.
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