Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

mercoledì 24 febbraio 2016

Una serata dedicata alla Pedemontana del Friuli

In settimana si è infiammato il dibattito sul futuro della ferrovia Pedemontana con ripetute prese di posizione da parte di Amministratori Locali e dell’Assessore regionale, Mariagrazia Santoro, alla quale è stato consegnato sabato a Pinzano il documento dei Sindaci con il quale si chiede alla Regione FVG di pretendere da RFI la riapertura dell’intera linea Gemona-Sacile.
Anche i Comitati dei Pendolari, appassionati e i più autorevoli studiosi e storici ferroviari si sono incontrati, venerdì sera a Spilmbergo, scambiandosi opinioni e idee sul futuro della linea.
E’ stata una serata trascorsa in allegria, alla quale hanno partecipato i rappresentanti storici dei pendolari, Giorgio Picco, Andrea Palese e Marco Chiandoni, storici di ferrovia Romano Vecchiet, Enrico Bianchet, i rappresentanti del Gruppo 835 Vapore Vivo e dell’Associazione Vecchi Binari FVG e alcuni ferrovieri ed ex ferrovieri.
Tanti anche gli appassionati presenti tra cui Francesco Palamin, autore della tesi di laurea “Riqualificazione turistica della Ferrovia Sacile-Gemona” e il Sindaco di Cavasso Nuovo, Emanuele Zanon, da sempre in prima linea sulla questione ferrovia e primo amministratore a mobilitarsi per la sua riapertura.
Nel corso della serata è stata premiata la giornalista del Messaggero Veneto, Giulia Sacchi, impegnata fin dalle prime ore di quel fatidico 6 luglio 2012 quando il Minuetto sviò a causa della frana in prossimità di Meduno. Un impegno continuo e molto professionale che ha permesso in questi anni di mantenere alta l’attenzione sull’opinione pubblica della questione ferrovia, dando voce ai Sindaci, ai Comitati che chiedono la riattivazione della linea, ai pendolari e ai semplici appassionati.
Se la questione della Gemona-Sacile non è caduta nel dimenticatoio è certamente anche merito di questa giovane giornalista, che con passione ha “adottato” questa problematica, raccontandone la cronaca con oggettività sulle pagine del Messaggero Veneto.
La serata si è conclusa con lo stesso spirito di quando iniziò questa battaglia, consci che la soluzione debba necessariamente essere trovata dalla politica e dalle Istituzioni, che ora che si sono attivate con promesse e non possono più nascondersi e tradire i cittadini della Pedemontana.

venerdì 19 febbraio 2016

Gemona-Sacile: un futuro tra pendolari e turismo

Cari amici, vi giro la seguente lettera che ho inoltrato all'Assessore regionale Mariagrazia Santoro e a tutti i Sindaci dei Comuni interessati dalla linea Gemona-Sacile.
Si tratta di semplici spunti e riflessioni sul futuro della Pedemontana; sono conscio che alcune miei idee potrebbero svilire il concetto tradizionale di ferrovia, ma dopo tanti anni trascorsi a idealizzare il futuro della linea, è giunto il momento di iniziare con atti concreti a dare impulso ai progetti smettendo una volta per tutte a perder tempo con inutili e borbonici protocolli d'intesa.
Torniamo a far correre il treno, sviluppando un vero progetto economico territoriale. 
Mandi. 
Andrea Palese


Gemona-Sacile: un futuro tra pendolari e turismo (di Andrea Palese) 

Gent.ma Assessore, 
Egregi Sindaci, 
fin dal luglio 2012 mi sono interessato alla questione della linea Pedemontana del Friuli sia nelle vesti di appassionato ferroviario che di amministratore pubblico.
In questi tre anni e mezzo gli utenti, i Comitati dei Pendolari e i Sindaci, si sono a più riprese prodigati ed avvicendati in iniziative di sensibilizzazione per chiedere la riattivazione della linea, non facendo mai venir meno l’interesse per la ferrovia.
E' di qualche settimana la presentazione ai Sindaci dello studio di fattibilità redatto da FUC; una presentazione che non ha sciolto ancora i dubbi sul futuro della Pedemontana.
Una questione impaltanata ormai da oltre 3 anni e mezzo per mancanza di coraggio politico, ma soprattutto perché manca un vero e proprio progetto, tanto che dopo un immobilismo assoluto, la Regione ha chiesto recentemente ai Sindaci una sorta di mandato in bianco per andare a trattare la questione con RFI, dimenticando che la materia ferroviaria è già di sua esclusiva competenza.
Malgrado ciò i Sindaci non sono fuggiti dalle proprie responsabilità e hanno elaborato un documento, che sabato prossimo verrà consegnato all'Assessore Santoro; poco importa se nel frattempo e all'insaputa dei Primi Cittadini, la Presidente Serracchiani e l’Assessore Santoro abbiano già incontrato e siglato a Roma con RFI l'accordo quadro per le infrastrutture FS, che dalle notizie apparse sulla stampa, nulla prevede in ordine alla riattivazione della Gemona-Sacile.
Attendo di leggere il testo dell'accordo quadro, sperando che non resti un tabù come lo studio di fattibilità; certamente però, è lecito domandarsi che senso abbia chiedere un mandato ai Sindaci per andare a trattare con RFI, se si è già siglato l’accordo quadro?
Serve una DECISIONE, altrimenti si continuerà a far solo filosofia sull'argomento, monopolizzando le pagine dei giornali, senza risolvere nulla, sparacchiando numeri e idee generiche, frutto delle più diverse ideologie.
Non entro nel merito della diatriba tra chi propende per riattivare la linea con RFI o chi ne chiede la regionalizzazione come è avvenuto in Alto Adige con la Merano-Malles.
Condivido però in toto il pensiero del Sindaco di Pordenone, Claudio Pedrotti, per il quale “non possiamo mitizzare ciò che non è mitizzabile, in quanto la Merano-Malles non è replicabile in FVG”. E' necessario adeguarsi alle condizioni politiche e culturali del FVG e se possibile sfruttare la nostra specialità per crearne di nuove, per poter sviluppare un vero “progetto territoriale”, non solo basato sulla mobilità, ma sull'economia dell'intera Pedemontana.
L'obiettivo è guardare alla ferrovia con occhi nuovi, non soltanto come servizio per i pendolari, ma come fulcro di un moderno trasporto pubblico locale, in grado da far da volano al turismo e alle attività della zona, con progetti che possano attrarre investimenti dei privati.
Senza quattrini e senza una prospettiva futura non si farà nulla, per questo è basilare che la Regione decida cosa vuol fare e che strada intende intraprendere.
Limitarsi a chiedere la riapertura della linea tout court, senza confrontarsi con i numeri è sbagliato: il treno e la ferrovia da sole non servono alla Pedemontana, serve invece un “progetto territoriale”, in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini.
La riapertura dell’intera linea non è in discussione, tuttavia è necessario distinguere le condizioni e gli scenari, considerato che se la tratta Sacile-Maniago gode senza dubbio di una domanda effettiva e potenziale in grado di giustificare un servizio tpl, la parte alta della linea (Maniago-Gemona), risulta scarsamente popolata, con le stazioni molto distanti dai Paesi, che però può essere valorizzata per progetti mirati allo sviluppo turistico-culturale.
La Pedemontana deve quindi rivivere in maniera differente: sia sotto il tradizionale servizio di tpl mediante la rimodulazione del servizio lungo la tratta Maniago-Sacile, ottimizzando le corse in base alle coincidenze da e per Venezia e da e per Udine/Pordenone, tenendo conto delle esigenze di mobilità di studenti e pendolari, che in base ad una nuova logica di trasporto, ispirato alla valorizzazione turistica del nostro Territorio lungo la tratta Maniago-Gemona.
Lo spunto è dato dalla recente riapertura della ferrovia Ceva-Ormea dell'Alta Val Tanaro in Piemonte, dove il treno è tornato a viaggiare dopo 4 anni, grazie al progetto nazionale, "Binari senza tempo", curato dalla Fondazione FS.
Un progetto importante quello della Fondazione FS, che ha permesso il recupero a fini turistici di ben quattro storiche linee italiane, tra cui la splendida Ferrovia dei Templi di Agrigento, senza dimenticare che in Parlamento è in fase di approvazione la legge sull'istituzione delle ferrovie turistiche, le quali beneficerebbero di investimenti statali.
Come per la Ceva-Ormea, la quale è affiancata da una pista ciclabile, anche la Gemona-Sacile, già servita dalla ciclabile FVG3, può puntare senza tentennamenti sul servizio treno+bici, favorendo ad esempio la nascita di bed&breakfast, prestando altresì attenzione al patrimonio dei manufatti ferroviari esistenti, valorizzandoli e trasformandoli in veri e propri punti di interesse, con percorsi culturali e naturalistici ad hoc.
In quest’ottica Gemona rappresenta un punto strategico, al tempo stesso fermata del servizio Mi.Co.Tra (Udine-Villach) e punto di interscambio della ciclabile AlpeAdria (FVG1), senza contare che sul territorio esiste già un progetto economico “Sportland – Città dello Sport”, che coinvolge già oltre 20 Comuni e che negli ultimi anni ha registrato un aumento del fatturato turistico basato sulle attività sportive e su specifiche manifestazioni.
Dopo tante chiacchiere e promesse è giunto il momento di progettare il futuro della Pedemontana, garantendo la riapertura della linea e l’avvio di idonee iniziative turistiche, sorrette da una promozione marketing di livello, coinvolgendo sia soggetti pubblici che privati, partendo dalla Fondazione FS, seguendo l’esempio virtuoso della Ceva-Ormea.
Fatto ciò, qualora in futuro si riuscirà ad individuare una seria volontà politica, che oggi mi pare manchi, il FVG potrà provare a giocarsi la propria “specialità ferroviaria” puntando alla regionalizzazione della linea, così come è stato fatto in Aldo Adige. Non sarà certamente la replica perfetta della Merano-Malles, ma se verranno create le condizioni economiche giuste, sarà la nuova Pedemontana del Friuli.
Andrea Palese

mercoledì 17 febbraio 2016

Linea Gemona-Sacile: i risultati dello studio di fattibilità di FUC

Lo scorso 18 gennaio è stato presentato lo studio di fattibilità inerente la riattivazione dei servizi ferroviari di trasporto passeggeri sulla linea Gemona-Sacile. 
Dopo una lunghissima attesa la Regione, rappresentata dall’Assessore alla Mobilità, Mariagrazia Santoro, unitamente all’Amministratore Unico di Ferrovie Udine-Cividale, Maurizio Ionico, hanno presentato ufficialmente ai Sindaci i risultati dello studio, il quale è stato finanziato dalla Comunità Montana del Gemonese, dalla Comunità Montana del Friuli Occidentale e dalla Fondazione CRUP. 
La questione della linea Pedemontana, chiusa dal luglio 2012, è stata oggetto ad un continuo interessamento da parte delle Istituzioni, delle Amministrazioni Locali e degli utenti. 
Dopo le iniziative organizzate dai Comitati dei Pendolari, tra cui la staffetta “Trenitaglia ridacci il nostro treno”, finalmente nel dicembre 2014 la Giunta regionale ha espresso per la prima volta la volontà di tentare il recupero dell’infrastruttura ferroviaria: il 29.12.2014 la Regione unitamente agli Enti finanziatori hanno stipulato il protocollo d’intesa con il quale si è affidato a FUC il compito di redigere uno studio di fattibilità, finalizzato ad approfondire la situazione della linea e verificare le condizioni per il suo ripristino. Il protocollo prevedeva la consegna dello studio entro il mese di maggio 2015, termine poi slittato. 
Il 23 luglio 2015 Regione e FUC hanno anticipato ai Sindaci alcuni risultati sintetici dello studio, il quale sarebbe stato poi presentato ufficialmente entro settembre, termine disatteso.
Lo studio completo è stato trasmesso ai Sindaci solo il 13 novembre 2015, anticipato da alcune indiscrezioni di stampa.
Queste le principali tappe che hanno portato alla presentazione dello studio di fattibilità, il quale tuttavia non è stato né pubblicato, né presentato alla cittadinanza.
Di seguito riportiamo alcuni dati dello studio di fattibilità gentilmente forniti da FUC. 

STATUS DELLA LINEA
  • linea n. 233 classificata nel PIR (Prospetto Informativo di Rete) come "linea complementare a scarso traffico"
  • gestione diretta di RFI (linea nella disponibilità dello Stato)
  • servizio passeggeri gestito da Trenitalia in base al vigente contratto di servizio
  • lunghezza della linea: km 74,11 (Sacile-Osoppo) 
CONTENUTO DELLO STUDIO DI FATTIBILITA
Lo studio è strutturato in vari moduli, in particolare:

  • Modulo 1: definizione del contesto di riferimento in termini di ruolo del collegamento ferroviario e indicazione delle linee guida per la progettazione di un servizio fs
  • Modulo 2: analisi della domanda potenziale e definizione degli scenari di progetto
  • Modello 3: definizione del progetto e del modello d’esercizio con la valutazione di una possibile riapertura per fasi della linea
  • Modello 4: analisi dello stato di fatto dell’infrastruttura e definizione degli interventi necessari per la riattivazione dei servizi 
L’analisi del contesto di riferimento ha evidenziato l’assenza di gerarchizzazione delle forme modali e dei livelli di servizi (mancanza di cadenzamento degli orari e di coincidenze sistematiche tra i vettori, mancanza di integrazione tariffaria), mentre le linee guida hanno tenuto conto delle "buone pratiche" e dell’organizzazione del tpl e del Land Carinzia e dell’Alto Adige (Val Venosta e Val Pusteria).


ANALISI DELLA DOMANDA POTENZIALE E DEFINIZIONE DEGLI SCENARI DI PROGETTO
Tale analisi è partita dai modesti risultati gestionali del 2011: media di 15 passeggeri/corsa.
L’obiettivo posto dallo studio è quello di raggiungere 1.100.000 passeggeri/anno a regime, ovvero dopo 10 anni dalla riattivazione della linea. 
Come si evince dalla tabella sopra, lo studio prevede 4 scenari, rispettivamente: 

  • ipotesi A: linea Gemona-Sacile domanda di mobilità debole. Al primo anno si prevedono 480.458 passeggeri/anno (media 94 passeggeri a treno) per arrivare a 838.502/anno (media 163 passeggeri) 
  • ipotesi B: linea Gemona-Sacile domanda di mobilità forte. Al primo anno si ipotizzano 630.294 passeggeri/anno (media 123 passeggeri a treno) per arrivare a 1.100.000/anno (media 215 passeggeri)
  • ipotesi C: linea Sacile-Maniago domanda di mobilità debole. Al primo anno si prevedono 213.215 passeggeri/anno (media 41 passeggeri a treno) per arrivare a 372.106/anno (media 72 passeggeri)
  • ipotesi D: linea Sacile-Maniago domanda di mobilità forte. Al primo anno si prevedono 363.073 passeggeri/anno (media 71 passeggeri a treno) per arrivare a 633.641/anno (media 123 passeggeri) 


DEFINIZIONE DEL PROGETTO E MODELLO DI ESERCIZIO
Lo studio in particolare prevede:

  • l’utilizzo di automotrici Stadler GTW 2/6 o Minuetto (3 treni, 2 pezzi ognuno)
  • personale: 3 addetti/corsa – 15 addetti stabilmente dedicati
  • fermate: 10 + 2 di testa
  • corse: 7 coppie/giorno, 14 corse dalle 6 alle 21, 1 treno/ora Sacile-Maniago, 1 treno ogni 2 ore Sacile-Gemona

Nell'ipotesi B (linea Gemona-Sacile con domanda di mobilità forte) a regime si prevede un costo del servizio (comprensivo del pedaggio da riconoscere a RFI) pari a 3.641.368/anno introiti per la vendita di biglietti/abbonamenti pari a 1.433.772/anno e un corrispettivo regionale derivante dal contratto di servizio pari a 2.207.595/anno


 modulo C – riapertura per fasi del servizio sacile-maniago (tabella costi) 

Lo studio prevede anche la possibilità di una riapertura parziale o per fasi (Sacile-Maniago)
Nel caso dell'ipotesi D (linea Sacile.Maniago domanda di mobilità forte) a regime si prevede un costo del servizio (comprensivo del pedaggio da riconoscere a RFI) pari a 2.520.985/anno, introiti per la vendita di biglietti/abbonamenti pari a 825.870/anno e un corrispettivo regionale derivante dal contratto d servizio pari a 1.695.107/anno


ANALISI DELLO STATO DI FATTO DELL’INFRASTRUTTURA E DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI 

  • linea sotto la giurisdizione del’ANSF e dotata di SSC (sistema di sicurezza)
  • Limitazioni di velocità e portata: categoria C3 (20ton/asse tratto Pinzano-Sacile) – categoria B2 (18ton/asse tratto Gemona-Pinzano) 
  • 56 passaggi a livelli di cui 21 di campagna 
Costi per il ripristino della ferrovia atti a garantire il transito del primo treno: lo studio prevede sia il ripristino dell’infrastruttura (il taglio dell'alberatura, la sistemazione delle scarpate, il ripristino degli scambi, la ricostruzione del binario di incrocio a Pinzano, il rinnovo delle travate metalliche sul Tagliamento e sul Ledra, la sostituzione delle traverse fessurate e la sistemazione della galleria della Serenissima) e degli impianti (sostituzione batterie/risanamento cavi, adeguamento del sistema CTC e del blocco automatico conta assi)
Il costo di ripristino iniziale si quantifica in € 3.500.000 per l’intera linea e in € 1.100.000 per il tratto Sacile -Maniago 
I costi di manutenzione annuale della linea per la sistemazione dell'armamento e del corpo stradale e degli impianti di segnalamento sono stati quantificati rispettivamente in €1.600.000 per l'intera linea e in € 1.100.000 per il tratto Sacile-Maniago.                                                         

Lasciamo ai voi lettori ogni interpretazione sullo studio, costato 40mila € e atteso quasi 8 mesi rispetto al termine previsto dal protocollo d'intesa.

lunedì 15 febbraio 2016

Linea Pontebbana: iniziata la terza fase dei lavori

Sono iniziati oggi lunedì 15 febbraio e si protrarranno sino al 11 giugno prossimo i lavori di potenziamento infrastrutturale tra le stazioni di Pontebba e Carnia che riguarderanno la manutenzione e l''adeguamento della sede ferroviaria.
Si tratta della terza fase dei lavori di sistemazione della linea Pontebbana, iniziati nell'aprile 2014.
RFI e Trenitalia come da accordi con la Regione FVG e con i Comitati dei Pendolari hanno ori con anticipo dell'avvio dei lavori, con avvisi a bordo treno; i lavori determineranno alcune modifiche alla circolazione come meglio sotto indicate:

Feriali
· R 6040 (Trieste - Tarvisio B.): diventa R 6002 limitato a Carnia (circola nei giorni feriali da lunedì a venerdì). Proseguimento per Tarvisio con bus TS902.
· R 6017 (Tarvisio B. – Trieste): diventa R 6001 con origine da Carnia (circola nei giorni feriali da lunedì a venerdì). Sostituito da Tarvisio a Carnia con bus TS901.

Sabato
· R 21013 (Tarvisio B. – Trieste): diventa R 21099 (circola nei giorni di sabato non festivi), orario posticipato con partenza da Tarvisio alle ore 18.13 ed arrivo a Trieste alle ore 20.59.

Festivi
· R 6010 (Udine - Tarvisio B.): diventa R 6000 limitato a Carnia (circola nei giorni festivi eccetto il 27 e 28 Marzo e 1° Maggio). Proseguimento da Carnia a Tarvisio con bus TS952.
· R 21003 (Tarvisio B. – Trieste): diventa R 21093 con origine da Carnia (circola nei giorni festivi eccetto il 27 e 28 Marzo e 1° Maggio). Sostituito da Tarvisio a Carnia con bus TS951.
· Treno R 21004 (Trieste – Tarvisio B.): diventa R 21094 limitato a Carnia (circola nei giorni festivi eccetto il 27 e 28 Marzo e 1° Maggio). Proseguimento da Carnia a Tarvisio con bus TS954.
· R 21007 (Tarvisio B. – Trieste): diventa R 21097 con origine da Carnia (circola nei giorni festivi eccetto il 27 e 28 Marzo e 1° Maggio). Sostituito da Tarvisio a Carnia con bus TS953.
· R 21006 (Trieste – Tarvisio B.): diventa R 21096 limitato a Carnia (circola nei giorni festivi eccetto il 27 e 28 Marzo e 1° Maggio). Proseguimento da Carnia a Tarvisio con bus TS956.
· R 21015 (Tarvisio B. – Trieste): diventa R 21095 con origine da Carnia (circola nei giorni festivi eccetto il 27 e 28 Marzo e 1° Maggio). Sostituito da Tarvisio a Carnia con bus TS955.
I provvedimenti di esercizio sopra indicati sono inseriti in Orario Ufficiale e quindi consultabili anche sul sito Trenitalia.

I lavori permetteranno di ripristinare in maniera corretta la geometria del binario nel tratto fra Carnia e Pontebba con la sostituzione della piattaforma esistente, costituita da piastre prefabbricate in cemento armato precompresso, con una nuova sede in pietrisco e traverse.
Durante la sospensione totale della circolazione sul binario in lavorazione, tutto il traffico ferroviario veniva svolto su quello adiacente.
I lavori permetteranno di percorrere in futuro la tratta a 180 km/h a tutto vantaggio dei tempi di percorrenza e della regolarità del servizio.

domenica 7 febbraio 2016

Siglato l'accordo quadro tra Regione FVG e RFI: Gemona-Sacile quale futuro?

Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa di RFI in ordine all’avvenuta stipula dell’accordo quadro per il potenziamento del trasporto ferroviario tra Regione FVG e RFI.
Purtroppo dal testo del comunicato NON si fa menzione della riattivazione della linea Gemona-Sacile, la quale in base alla delibera di giunta regionale n. 2615/2015 del 29.12.2015 prevede che l’accordo-quadro dovrebbe includere “i servizi relativi all’offerta tra Sacile e Gemona al momento in cui si renderanno reperibili le opportune risorse per consentire il ripristino della circolazione”.
Il problema è sempre quello: chi mette i 3,5 milioni necessari per la riattivazione?
Attendiamo di leggere il testo completo dell’accordo quadro, sempre che venga pubblicato e non venga gestito come lo studio di fattibilità, il cui contenuto è noto solo a pochi privilegiati amministratori.
Siamo seriamente preoccupati che l’accordo quadro sia l’ennesimo specchietto per le allodole, utile solo a procrastinare e a non decidere, scaricando su altri il peso delle responsabilità. Speriamo di sbagliare e attendiamo fiduciosi il contenuto dell’accordo.

Programmare la capacità di traffico ferroviario sulle linee del Friuli Venezia Giulia per i prossimi 17 anni: a regime la produzione sarà di circa 3,6 milioni treni chilometro/anno; potenziare il trasporto del Friuli Venezia Giulia su ferro; migliorare i collegamenti tra la regione e Venezia e avviare collegamenti diretti con l’aeroporto di Trieste - Ronchi dei Legionari; sviluppare i collegamenti transfrontalieri sia verso l’Austria sia verso la Slovenia.

Questi gli obiettivi strategici dell’Accordo Quadro siglato oggi a Roma da Debora Serracchiani, Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, e da Maurizio Gentile, Amministratore Delegato di Rete Ferroviaria Italiana. Presente Mariagrazia Santoro, Assessore alle Infrastrutture della Regione.
Il documento che, ponendo al centro la mobilità ferroviaria delle persone, punta in modo deciso, grazie agli obiettivi condivisi da Regione e RFI, al miglioramento dei servizi ferroviari.
L’Accordo Quadro è lo strumento tecnico che consentirà alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia di prenotare capacità di traffico per le linee ferroviarie regionali e di programmare nel medio/lungo periodo l’uso della rete ferroviaria in funzione dei Piano regionali delle Infrastrutture di trasporto e del Trasporto Pubblico Locale.
Per RFI l’Accordo quadro relativo alla capacità ferroviaria è il principale strumento per individuare nell’immediato e in prospettiva le reali esigenze di mobilità del territorio, programmando, ove sia necessario, piani di upgrade infrastrutturale per ottimizzare al meglio lo sviluppo dei servizi regionali.
“Con questo Accordo di rilevanza strategica – ha evidenziato la Presidente Debora Serracchiani - il Friuli Venezia Giulia rimane centrale nell’ambito del piano degli investimenti programmati dal Governo nazionale e da RFI, con la prospettiva di riqualificare la rete ferroviaria regionale e rendere così più competitivo il sistema Regione. Da investimenti che non hanno paragoni nel recente passato ci attendiamo non solo un potenziamento del servizio ma anche la possibilità di esprimere appieno le caratteristiche della nostra Regione. Sono infatti previsti contenuti specifici con elementi di sostanziale novità che tengono conto del carattere peculiare del trasferimento delle competenze del sistema ferroviario dallo Stato alla Regione”.
“L’Accordo Quadro con Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – ha sottolineato Maurizio Gentile – è fondamentale per pianificare, in una logica di sistema, servizi che possano rispondere in maniera concreta alle esigenze di trasporto dei cittadini. Ciò grazie a collegamenti, tempi di viaggio e quantità dei treni che la Regione Autonoma, attraverso le imprese ferroviarie di trasporto affidatarie dei Contratti di Servizio, potrà programmare in base alla capacità di traffico disponibile. Non solo, l’Accordo sottoscritto con la Presidente Serracchiani tiene anche conto di possibili sviluppi dell’infrastruttura regionale all’interno degli investimenti programmati di concerto da Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e RFI. Ad esempio gli interventi di potenziamento infrastrutturale e tecnologico della linea convenzionale Venezia - Trieste e la nuova fermata Ronchi Aeroporto”.
Inoltre, con un successivo Protocollo d’intesa, Regione Friuli Venezia Giulia e RFI definiranno nel dettaglio gli interventi infrastrutturali e tecnologici da programmare e attuare nei prossimi anni per garantire la piena accessibilità e il miglioramento qualitativo delle stazioni del Friuli Venezia Giulia; migliorare gli standard di regolarità e affidabilità della rete ferroviaria regionale; definire modalità di messa a disposizione di aree ferroviarie e spazi di stazione che favoriscano la realizzazione dei centri di interscambio regionali per sviluppare un autentico trasporto pubblico integrato con l’interoperabilità gomma/ferro e treno/bicicletta, quest’ultima grazie anche alla valorizzazione della connessione con la Rete delle Ciclovie regionali (ReCiR).
In Friuli Venezia Giulia, Rete Ferroviaria Italiana ha già oggi in programma, tra gli altri, interventi per velocizzare la linea Venezia - Trieste (valore 1,8 miliardi di euro) che, migliorando le prestazioni del tracciato ferroviario ed eliminando le criticità esistenti (raggi delle curve, passaggi a livello), consentiranno di innalzare la velocità della linea ferroviaria fino a 200 km/h: ciò permetterà di ridurre i tempi di viaggio tra Mestre e il Capoluogo regionale fino a 50 minuti in meno rispetto ad oggi. Sempre in tema di miglioramento dei collegamenti ferroviari, RFI ha sottoscritto lo scorso 31 luglio l’integrazione alla convenzione del 2011 con Regione e Aeroporto FVG per affidare la progettazione esecutiva della nuova fermata ferroviaria di Ronchi Aeroporto (linea Venezia - Trieste), piattaforma intermodale gomma/ferro/aereo, la cui entrata in esercizio è prevista nel 2018.

giovedì 4 febbraio 2016

Passaggi a livello: dalle comiche al teatrino

E’ sempre più sorprendente la pretesa del manipolo degli AntiTreno sulla questione dei passaggi a livello, nonostante la netta presa di posizione dell’Assessore regionale Santoro e del Comune di Udine, che hanno messo la parola fine alla vicenda.
Ormai siamo ben oltre alle comiche: che la questione sia stata sempre strumentalizzata era evidente a tutti, ma che certi politici siano così sprovveduti da diventare protagonisti di questo teatrino, fa letteralmente cadere le braccia.
Dopo aver cavalcato per mesi la battaglia con a capo il consigliere comunale di maggioranza Matteo Mansi, gli AntiTreno hanno abbandonato il loro condottiero, passando al lato oscuro, chiedendo aiuto all’opposizione cittadina e ai “frizzanti” grillini, tutti purtroppo astemi da cognizioni ferroviarie, ma golosi di consensi e visibilità.
Abbiamo perso il conto del numero dei Comitati AntiTreno che sono sorti in questi mesi, frutto di divisioni interne e ideologiche, tanto che ormai ci sono più Comitati che passaggi a livello a Udine.
La nostra tesi è nota da tempo e si basa unicamente su motivazione di carattere tecnico-ferroviario: le pretese degli AntiTreno lasciano il tempo che trovano, tanto che la questione è sorta solo dopo il diniego di RFI ad un esercente ad occupare un’area antistante alla ferrovia, alla faccia delle nobili ragioni dei residenti o degli amanti dell’ambiente!
Facciamo appello ai politici in cerca di fama e di voti ad informarsi bene, studiando la materia ferroviaria, perché un treno non è un’automobile e la linea di Cintura non è "quell’autostrada" immaginata dagli AntiTreno, in quanto è soggetta a ferree prescrizioni di circolazione dettate dall’Agenzia Nazionale Sicurezza Ferroviaria (ANSF) e non presenta caratteristiche ferroviarie idonee a far circolare tutti i treni visto che si tratta di "un falso doppio binario" con limitazione della velocità a 60 km/h.
L’intento della Regione e di RFI è quello di eliminare i “colli di bottiglia” e non di crearne altri, come invece si farebbe spostando il traffico passeggeri in linea di Cintura.
Al contrario di quanto sostenuto dagli AntiTreno, il trasferimento dei traffico passeggeri in linea di Cintura comporterebbe:
  • un aumento di 10 km del tragitto (14,3 contro gli attuali 4,3); 
  • un aumento dei tempi di percorrenza di oltre 10 minuti e non 4/5 come da loro prospettato;
  • maggiori costi per gli utenti (aumento di biglietti/abbonamenti nell'ordine del 10%); 
  • maggiori oneri per la Regione (cioè per tutti!) a fronte del pedaggio da riconoscere a RFI e a Trenitalia nel contratto di servizio;
  • un costo spropositato per adeguare la linea di Cintura, sprecando milioni di euro solo per i capricci di un manipolo di persone.
Invitiamo a non strumentalizzare ogni guasto ai passaggi a livello, anche a quelli che non c’entrano nulla, come quelli di Via Buttrio e Via del Bon interessati dalla linea Udine-Cividale, creando così facili equivoci.
E bene rilevare che se lungo la linea Udine-Tarvisio transitano 26 treni passeggeri al giorno, lungo la Udine-Cividale i treni sono ben 48 e l’eventuale eliminazione della tratta Bivio Vat-Udine non eliminerà i PL della Cividale.
Se vogliamo risolvere la questione e a costo zero, è sufficiente migliorare l’instradamento dei treni in arrivo a Udine, ottimizzando la gestione dei segnali di protezione di Bv Vat e Via Buttrio, limitando così il tempo di chiusura dei PL, nonché prevedere una migliore viabilità cittadina sfruttando il cavalcavia Simonetti.
E’ bene ricordare che negli anni ’90 durante la realizzazione del raddoppio della Pontebbana, il Comune di Udine NON ha voluto l’interramento della tratta ferrovia e l’eliminazione dei PL. Perché?
Forse perché il piano regolatore prevedeva di continuare ad edificare in deroga alla fascia di rispetto fin quasi a ridosso dei binari?
Da ultimo una provocazione: ci chiediamo perché sperperare tanti milioni per creare un mostro ferroviario che creerebbe un nuovo “collo di bottiglia”, quando con 2/3 milioni si potrebbe realizzare un sottopassaggio in via Cividale, espropriando per pubblica utilità qualche casa e qualche terreno, risolvendo alla radice il problema e risparmiando qualche milionata di euro.
Ci rendiamo conto che questa soluzione per i politici però è difficile da sostenere perché poco popolare … allora continuate con il teatrino alla ricerca di fama e soprattutto di voti !