Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

venerdì 19 febbraio 2016

Gemona-Sacile: un futuro tra pendolari e turismo

Cari amici, vi giro la seguente lettera che ho inoltrato all'Assessore regionale Mariagrazia Santoro e a tutti i Sindaci dei Comuni interessati dalla linea Gemona-Sacile.
Si tratta di semplici spunti e riflessioni sul futuro della Pedemontana; sono conscio che alcune miei idee potrebbero svilire il concetto tradizionale di ferrovia, ma dopo tanti anni trascorsi a idealizzare il futuro della linea, è giunto il momento di iniziare con atti concreti a dare impulso ai progetti smettendo una volta per tutte a perder tempo con inutili e borbonici protocolli d'intesa.
Torniamo a far correre il treno, sviluppando un vero progetto economico territoriale. 
Mandi. 
Andrea Palese


Gemona-Sacile: un futuro tra pendolari e turismo (di Andrea Palese) 

Gent.ma Assessore, 
Egregi Sindaci, 
fin dal luglio 2012 mi sono interessato alla questione della linea Pedemontana del Friuli sia nelle vesti di appassionato ferroviario che di amministratore pubblico.
In questi tre anni e mezzo gli utenti, i Comitati dei Pendolari e i Sindaci, si sono a più riprese prodigati ed avvicendati in iniziative di sensibilizzazione per chiedere la riattivazione della linea, non facendo mai venir meno l’interesse per la ferrovia.
E' di qualche settimana la presentazione ai Sindaci dello studio di fattibilità redatto da FUC; una presentazione che non ha sciolto ancora i dubbi sul futuro della Pedemontana.
Una questione impaltanata ormai da oltre 3 anni e mezzo per mancanza di coraggio politico, ma soprattutto perché manca un vero e proprio progetto, tanto che dopo un immobilismo assoluto, la Regione ha chiesto recentemente ai Sindaci una sorta di mandato in bianco per andare a trattare la questione con RFI, dimenticando che la materia ferroviaria è già di sua esclusiva competenza.
Malgrado ciò i Sindaci non sono fuggiti dalle proprie responsabilità e hanno elaborato un documento, che sabato prossimo verrà consegnato all'Assessore Santoro; poco importa se nel frattempo e all'insaputa dei Primi Cittadini, la Presidente Serracchiani e l’Assessore Santoro abbiano già incontrato e siglato a Roma con RFI l'accordo quadro per le infrastrutture FS, che dalle notizie apparse sulla stampa, nulla prevede in ordine alla riattivazione della Gemona-Sacile.
Attendo di leggere il testo dell'accordo quadro, sperando che non resti un tabù come lo studio di fattibilità; certamente però, è lecito domandarsi che senso abbia chiedere un mandato ai Sindaci per andare a trattare con RFI, se si è già siglato l’accordo quadro?
Serve una DECISIONE, altrimenti si continuerà a far solo filosofia sull'argomento, monopolizzando le pagine dei giornali, senza risolvere nulla, sparacchiando numeri e idee generiche, frutto delle più diverse ideologie.
Non entro nel merito della diatriba tra chi propende per riattivare la linea con RFI o chi ne chiede la regionalizzazione come è avvenuto in Alto Adige con la Merano-Malles.
Condivido però in toto il pensiero del Sindaco di Pordenone, Claudio Pedrotti, per il quale “non possiamo mitizzare ciò che non è mitizzabile, in quanto la Merano-Malles non è replicabile in FVG”. E' necessario adeguarsi alle condizioni politiche e culturali del FVG e se possibile sfruttare la nostra specialità per crearne di nuove, per poter sviluppare un vero “progetto territoriale”, non solo basato sulla mobilità, ma sull'economia dell'intera Pedemontana.
L'obiettivo è guardare alla ferrovia con occhi nuovi, non soltanto come servizio per i pendolari, ma come fulcro di un moderno trasporto pubblico locale, in grado da far da volano al turismo e alle attività della zona, con progetti che possano attrarre investimenti dei privati.
Senza quattrini e senza una prospettiva futura non si farà nulla, per questo è basilare che la Regione decida cosa vuol fare e che strada intende intraprendere.
Limitarsi a chiedere la riapertura della linea tout court, senza confrontarsi con i numeri è sbagliato: il treno e la ferrovia da sole non servono alla Pedemontana, serve invece un “progetto territoriale”, in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini.
La riapertura dell’intera linea non è in discussione, tuttavia è necessario distinguere le condizioni e gli scenari, considerato che se la tratta Sacile-Maniago gode senza dubbio di una domanda effettiva e potenziale in grado di giustificare un servizio tpl, la parte alta della linea (Maniago-Gemona), risulta scarsamente popolata, con le stazioni molto distanti dai Paesi, che però può essere valorizzata per progetti mirati allo sviluppo turistico-culturale.
La Pedemontana deve quindi rivivere in maniera differente: sia sotto il tradizionale servizio di tpl mediante la rimodulazione del servizio lungo la tratta Maniago-Sacile, ottimizzando le corse in base alle coincidenze da e per Venezia e da e per Udine/Pordenone, tenendo conto delle esigenze di mobilità di studenti e pendolari, che in base ad una nuova logica di trasporto, ispirato alla valorizzazione turistica del nostro Territorio lungo la tratta Maniago-Gemona.
Lo spunto è dato dalla recente riapertura della ferrovia Ceva-Ormea dell'Alta Val Tanaro in Piemonte, dove il treno è tornato a viaggiare dopo 4 anni, grazie al progetto nazionale, "Binari senza tempo", curato dalla Fondazione FS.
Un progetto importante quello della Fondazione FS, che ha permesso il recupero a fini turistici di ben quattro storiche linee italiane, tra cui la splendida Ferrovia dei Templi di Agrigento, senza dimenticare che in Parlamento è in fase di approvazione la legge sull'istituzione delle ferrovie turistiche, le quali beneficerebbero di investimenti statali.
Come per la Ceva-Ormea, la quale è affiancata da una pista ciclabile, anche la Gemona-Sacile, già servita dalla ciclabile FVG3, può puntare senza tentennamenti sul servizio treno+bici, favorendo ad esempio la nascita di bed&breakfast, prestando altresì attenzione al patrimonio dei manufatti ferroviari esistenti, valorizzandoli e trasformandoli in veri e propri punti di interesse, con percorsi culturali e naturalistici ad hoc.
In quest’ottica Gemona rappresenta un punto strategico, al tempo stesso fermata del servizio Mi.Co.Tra (Udine-Villach) e punto di interscambio della ciclabile AlpeAdria (FVG1), senza contare che sul territorio esiste già un progetto economico “Sportland – Città dello Sport”, che coinvolge già oltre 20 Comuni e che negli ultimi anni ha registrato un aumento del fatturato turistico basato sulle attività sportive e su specifiche manifestazioni.
Dopo tante chiacchiere e promesse è giunto il momento di progettare il futuro della Pedemontana, garantendo la riapertura della linea e l’avvio di idonee iniziative turistiche, sorrette da una promozione marketing di livello, coinvolgendo sia soggetti pubblici che privati, partendo dalla Fondazione FS, seguendo l’esempio virtuoso della Ceva-Ormea.
Fatto ciò, qualora in futuro si riuscirà ad individuare una seria volontà politica, che oggi mi pare manchi, il FVG potrà provare a giocarsi la propria “specialità ferroviaria” puntando alla regionalizzazione della linea, così come è stato fatto in Aldo Adige. Non sarà certamente la replica perfetta della Merano-Malles, ma se verranno create le condizioni economiche giuste, sarà la nuova Pedemontana del Friuli.
Andrea Palese

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Palese come al solito chiaro e pratico.
basterebbe rispondere o cercare di rispondere alle sue domande per capire come risolvere la questione.
LV

Anonimo ha detto...

Vedo che spesso si evidenzia la possibilità di sfruttare la combinazione treno + bici, sfruttando il tracciato della ciclovia FVG3.
Io consiglio di guardare alla ciclovia realizzata sul sedime della vecchia pontebbana. La cosa figa di quella ciclovia sta nel fatto che corre, almeno fino a Gemona (con piccole eccezioni) su un tracciato dove non ci sono macchine. Ovvero si può percorrerla, anche con bambini al seguito, in tutta tranquillità.
La FVG 3 è invece un accrocchio, che corre in buona parte su strade aperte al traffico. Tutta un'altra roba. Inoltre quale sarebbe il flusso addizionale di cicloturisti? Esistono stime? Perché è vero che usare il treno in abbinata alla bici è comodo, ma è vero anche che stiamo parlando di una tratta di una qualche decina di km, percorribile per intero in giornata senza sforzo, o al massimo in due giorni facendo una tappa. E alla fine del percorso (Gemona o Sacile che sia) la ferrovia c'è già e si può già adesso usarla per tornare indietro (stando all'orario ufficiale, tutti i treni regionali sulla linea ve-ud ammettono il trasporto di bici montate). Ho quindi molti dubbi che un servizio di treni possa aumentare di molto il flusso di cicloturisti, date le caratteristiche della ciclovia