Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

mercoledì 17 febbraio 2016

Linea Gemona-Sacile: i risultati dello studio di fattibilità di FUC

Lo scorso 18 gennaio è stato presentato lo studio di fattibilità inerente la riattivazione dei servizi ferroviari di trasporto passeggeri sulla linea Gemona-Sacile. 
Dopo una lunghissima attesa la Regione, rappresentata dall’Assessore alla Mobilità, Mariagrazia Santoro, unitamente all’Amministratore Unico di Ferrovie Udine-Cividale, Maurizio Ionico, hanno presentato ufficialmente ai Sindaci i risultati dello studio, il quale è stato finanziato dalla Comunità Montana del Gemonese, dalla Comunità Montana del Friuli Occidentale e dalla Fondazione CRUP. 
La questione della linea Pedemontana, chiusa dal luglio 2012, è stata oggetto ad un continuo interessamento da parte delle Istituzioni, delle Amministrazioni Locali e degli utenti. 
Dopo le iniziative organizzate dai Comitati dei Pendolari, tra cui la staffetta “Trenitaglia ridacci il nostro treno”, finalmente nel dicembre 2014 la Giunta regionale ha espresso per la prima volta la volontà di tentare il recupero dell’infrastruttura ferroviaria: il 29.12.2014 la Regione unitamente agli Enti finanziatori hanno stipulato il protocollo d’intesa con il quale si è affidato a FUC il compito di redigere uno studio di fattibilità, finalizzato ad approfondire la situazione della linea e verificare le condizioni per il suo ripristino. Il protocollo prevedeva la consegna dello studio entro il mese di maggio 2015, termine poi slittato. 
Il 23 luglio 2015 Regione e FUC hanno anticipato ai Sindaci alcuni risultati sintetici dello studio, il quale sarebbe stato poi presentato ufficialmente entro settembre, termine disatteso.
Lo studio completo è stato trasmesso ai Sindaci solo il 13 novembre 2015, anticipato da alcune indiscrezioni di stampa.
Queste le principali tappe che hanno portato alla presentazione dello studio di fattibilità, il quale tuttavia non è stato né pubblicato, né presentato alla cittadinanza.
Di seguito riportiamo alcuni dati dello studio di fattibilità gentilmente forniti da FUC. 

STATUS DELLA LINEA
  • linea n. 233 classificata nel PIR (Prospetto Informativo di Rete) come "linea complementare a scarso traffico"
  • gestione diretta di RFI (linea nella disponibilità dello Stato)
  • servizio passeggeri gestito da Trenitalia in base al vigente contratto di servizio
  • lunghezza della linea: km 74,11 (Sacile-Osoppo) 
CONTENUTO DELLO STUDIO DI FATTIBILITA
Lo studio è strutturato in vari moduli, in particolare:

  • Modulo 1: definizione del contesto di riferimento in termini di ruolo del collegamento ferroviario e indicazione delle linee guida per la progettazione di un servizio fs
  • Modulo 2: analisi della domanda potenziale e definizione degli scenari di progetto
  • Modello 3: definizione del progetto e del modello d’esercizio con la valutazione di una possibile riapertura per fasi della linea
  • Modello 4: analisi dello stato di fatto dell’infrastruttura e definizione degli interventi necessari per la riattivazione dei servizi 
L’analisi del contesto di riferimento ha evidenziato l’assenza di gerarchizzazione delle forme modali e dei livelli di servizi (mancanza di cadenzamento degli orari e di coincidenze sistematiche tra i vettori, mancanza di integrazione tariffaria), mentre le linee guida hanno tenuto conto delle "buone pratiche" e dell’organizzazione del tpl e del Land Carinzia e dell’Alto Adige (Val Venosta e Val Pusteria).


ANALISI DELLA DOMANDA POTENZIALE E DEFINIZIONE DEGLI SCENARI DI PROGETTO
Tale analisi è partita dai modesti risultati gestionali del 2011: media di 15 passeggeri/corsa.
L’obiettivo posto dallo studio è quello di raggiungere 1.100.000 passeggeri/anno a regime, ovvero dopo 10 anni dalla riattivazione della linea. 
Come si evince dalla tabella sopra, lo studio prevede 4 scenari, rispettivamente: 

  • ipotesi A: linea Gemona-Sacile domanda di mobilità debole. Al primo anno si prevedono 480.458 passeggeri/anno (media 94 passeggeri a treno) per arrivare a 838.502/anno (media 163 passeggeri) 
  • ipotesi B: linea Gemona-Sacile domanda di mobilità forte. Al primo anno si ipotizzano 630.294 passeggeri/anno (media 123 passeggeri a treno) per arrivare a 1.100.000/anno (media 215 passeggeri)
  • ipotesi C: linea Sacile-Maniago domanda di mobilità debole. Al primo anno si prevedono 213.215 passeggeri/anno (media 41 passeggeri a treno) per arrivare a 372.106/anno (media 72 passeggeri)
  • ipotesi D: linea Sacile-Maniago domanda di mobilità forte. Al primo anno si prevedono 363.073 passeggeri/anno (media 71 passeggeri a treno) per arrivare a 633.641/anno (media 123 passeggeri) 


DEFINIZIONE DEL PROGETTO E MODELLO DI ESERCIZIO
Lo studio in particolare prevede:

  • l’utilizzo di automotrici Stadler GTW 2/6 o Minuetto (3 treni, 2 pezzi ognuno)
  • personale: 3 addetti/corsa – 15 addetti stabilmente dedicati
  • fermate: 10 + 2 di testa
  • corse: 7 coppie/giorno, 14 corse dalle 6 alle 21, 1 treno/ora Sacile-Maniago, 1 treno ogni 2 ore Sacile-Gemona

Nell'ipotesi B (linea Gemona-Sacile con domanda di mobilità forte) a regime si prevede un costo del servizio (comprensivo del pedaggio da riconoscere a RFI) pari a 3.641.368/anno introiti per la vendita di biglietti/abbonamenti pari a 1.433.772/anno e un corrispettivo regionale derivante dal contratto di servizio pari a 2.207.595/anno


 modulo C – riapertura per fasi del servizio sacile-maniago (tabella costi) 

Lo studio prevede anche la possibilità di una riapertura parziale o per fasi (Sacile-Maniago)
Nel caso dell'ipotesi D (linea Sacile.Maniago domanda di mobilità forte) a regime si prevede un costo del servizio (comprensivo del pedaggio da riconoscere a RFI) pari a 2.520.985/anno, introiti per la vendita di biglietti/abbonamenti pari a 825.870/anno e un corrispettivo regionale derivante dal contratto d servizio pari a 1.695.107/anno


ANALISI DELLO STATO DI FATTO DELL’INFRASTRUTTURA E DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI 

  • linea sotto la giurisdizione del’ANSF e dotata di SSC (sistema di sicurezza)
  • Limitazioni di velocità e portata: categoria C3 (20ton/asse tratto Pinzano-Sacile) – categoria B2 (18ton/asse tratto Gemona-Pinzano) 
  • 56 passaggi a livelli di cui 21 di campagna 
Costi per il ripristino della ferrovia atti a garantire il transito del primo treno: lo studio prevede sia il ripristino dell’infrastruttura (il taglio dell'alberatura, la sistemazione delle scarpate, il ripristino degli scambi, la ricostruzione del binario di incrocio a Pinzano, il rinnovo delle travate metalliche sul Tagliamento e sul Ledra, la sostituzione delle traverse fessurate e la sistemazione della galleria della Serenissima) e degli impianti (sostituzione batterie/risanamento cavi, adeguamento del sistema CTC e del blocco automatico conta assi)
Il costo di ripristino iniziale si quantifica in € 3.500.000 per l’intera linea e in € 1.100.000 per il tratto Sacile -Maniago 
I costi di manutenzione annuale della linea per la sistemazione dell'armamento e del corpo stradale e degli impianti di segnalamento sono stati quantificati rispettivamente in €1.600.000 per l'intera linea e in € 1.100.000 per il tratto Sacile-Maniago.                                                         

Lasciamo ai voi lettori ogni interpretazione sullo studio, costato 40mila € e atteso quasi 8 mesi rispetto al termine previsto dal protocollo d'intesa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bene, ora si ha qualche numero su cui ragionare.
Come faceva notare lo stesso comitato, le previsioni di traffico formulate non sono credibili. Se una media di 215 passeggeri/corsa non la fanno registrare neanche la UD-TS e la UD-VE, non si capisce come possa essere minimamente realistico anche solo lo scenario di domanda debole che prevede 163 passeggeri/corsa. Non mi sembra sia imminente un boom demografico nei paesi tra Gemona e Sacile. Sarebbe poi interessante capire quanti di questi utenti previsti sono turisti. Inoltre sulla linea non vi sarebbe traffico merci; aldilà del fatto che non è elettrificata, dalla stampa si è appreso che nessuna azienda si è detta interessata in proposito.
Partendo da queste premesse, va detto che se si abbassa il numero di corse giornaliere in funzione della minor domanda, il treno diviene inservibile quale mezzo di trasporto. Se si vuole che qualcuno possa usarlo, bisogna accettare il rischio (o meglio la certezza) che molte corse siano deserte.
Ovviamente ciò implica che i costi rimangono invariati, mentre gli incassi da biglietti si riducono e che quindi la regione dovrà sussidiare la linea in misura molto maggiore rispetto a quanto preventivato. Sonego sul MV aveva detto che i ricavi da biglietto della linea erano pari a 140000 euro, per intenderci. Certo, riaperta totalmente la Gemona - Sacile potrebbe incassare di più, ma non 7-10 volte tanto.

In definitiva per fare una stima seria dei costi/benefici della riapertura della linea bisogna partire da dati realistici, altrimenti tutti i ragionamenti conseguenti sono sballati. E se la linea dovesse essere riaperta sull'onda di previsioni di traffico evidentemente sovradimensionate è molto facile venga chiusa nuovamente in breve tempo.