Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

venerdì 31 agosto 2012

Gemona-Sacile: rischio chiusura?

Sembra ormai segnato il destino della linea ferroviaria Gemona-Sacile, dopo anni di polemiche e dibattiti sul suo futuro.
L'anticamera della chiusura sta tutta in uno scarno  comunicato diffuso venerdì 24 dalla Direzione Centrale di FS. 
Il comunicato annuncia che “da domenica 26 agosto, il servizio sostitutivo con autobus sulla linea Sacile – Gemona proseguirà sino all’8 dicembre. Invariati gli orari dei collegamenti effettuati con i pullman. I bus effettueranno le fermate nei piazzali antistanti le stazioni ad eccezione di Fanna Cavasso (fermata in prossimità della strada di accesso alla stazione), Travesio (fermata al civico 12 presso la stazione FS) e Pinzano (fermata bus di linea nel centro del paese). Eventuali modifiche dell’offerta saranno preventivamente comunicate.
I collegamenti sono effettuati con pullman dal 6 luglio in seguito ai gravi danni provocati da una frana che ha interessato l’infrastruttura ferroviaria.”
Non è la prima volta che la Sacile–Gemona traballa: durante l’estate del 2009 la linea venne chiusa per tre mesi, ufficialmente per lavori di potenziamento.
Ogni estate la linea entra nell’occhio del ciclone, visto che FS, con varie giustificazioni ha quasi sempre provveduto a sospendere la circolazione dei treni per alcune settimane.
A fine maggio 2012, dopo che RFI aveva ventilato l’intenzione di dismettere la linea, la Regione FVG era stato l’Assessore Riccardi a ribadire la propria volontà di mantenere in esercizio la linea ferroviaria e i relativi servizi ferroviari, che si svolgono sulla stessa.  In quel frangente Riccardi aveva ribadito che la volontà della Regione è quella di far proseguire il servizio passeggeri non solo fino al 2014, termine di proroga del l’attuale contratto con Trenitalia, ma anche in futuro.
Più volte le Istituzioni sono intervenire per ricordare a FS gli impegni assunti: esiste infatti un contratto di servizio, sottoscritto da Trenitalia, che Rfi non può ignorare e che prevede il mantenimento della linea secondo il programma d’esercizio previsto.
Alcune Amministrazioni Locali coinvolte da tempo hanno chiesto un intervento serio in merito, basti pensare agli OdG votati dai Consigli Comunali di Gemona del Friuli, Forgaria e Pinzano.
La questione della Gemona-Sacile non è un fulmine a ciel sereno: da anni si dibatte sul suo utilizzo, da anni si parla ma nulla si è concretamente fatto per rilanciare la linea, soprattutto sotto il profilo turistico.
I motivi della crisi derivano soprattutto dai costi di gestione, visto che la ferrata corre in buona parte lungo un territorio tormentato e la frana del 6 luglio scorso, all’origine della chiusura della tratta,  è solo l’ultimo eclatante esempio delle problematicità con le quali Rfi si deve costantemente confrontare.
A detta di FS l’impegnativa manutenzione e foriera solo di costi (circa 1 milione all’anno), che non trovano parimenti alcun bilanciamento nelle entrate, vista la bassa frequentazione di passeggeri, gran parte studenti e di una insufficiente redditività.
Capiamo benissimo le necessità di FS, gli equilibri di bilancio e la questione dei costi, ma ci aspettiamo che si vada ben oltre il semplice esercizio contabile nella gestione di un servizio pubblico.
A tal fine ci piacerebbe comprendere i veri motivi della sospensione odierna del servizio ferroviario annunciato da Trenitalia, atteso che da un semplice sopralluogo la rete appare operativa: nessun segno dei gravi danni causati dalla frana e dal deragliamento del treno risultano visibili e la ferrata appare in perfetto stato, visto che anche la ghiaia del sedime è stata perfettamente risistemata lungo il tratto interessato. Forse mancano i collaudi tecnici necessari a riaprire la linea? Se così fosse, 4 mesi di sospensione ci paiono esagerati.
Troppa confusione regna sul futuro della linea, troppe contraddizioni: pare strano che una linea a pericolo chiusura sia oggetto di continui lavori, come quelli che si stanno svolgendo presso la stazione di Budoia, dove alcuni operai stanno sostituendo le traversine.
Inspiegabile poi appare la mancanza di coordinamento tra RFI e Trenitalia, atteso che da voci di corridoio sembrerebbe che il servizio sostitutivo bus sia stato organizzato da Rfi e non dal gestore del servizio Trenitalia, la quale era all’oscuro della proroga della chiusura.
FS spieghi in maniera esaustiva tutto questo e soprattutto quali sono le sue vere intenzioni in ordine al futuro della Gemona-Sacile.
Lasciano il tempo che trovano le dichiarazioni di certi politici che propongono di creare una pista ciclabile parallela per rilanciare la ferrata: chi la pagherebbe? Chi la gestirebbe? Quanto tempo servirebbe per realizzarla?
Cari signori serve ben altro, serve un progetto a largo respiro, che possa coinvolgere in maniera articolata le Comunità presenti, in grado di sviluppare l’economia di un territorio da anni in sofferenza.
Non servono invece nuove e costose infrastrutture, poi destinate a essere abbandonate perché non vi sono risorse per la loro manutenzione.  
E’ bene ricordare che la Ciclovia Alpe Adria, che utilizza il sedime ferroviario della vecchia Pontebbana, è da anni che aspetta di essere completata: ad oggi la Ciclovia è stata realizzata sino a Resiutta, anche se lungo il suo tragitto vi sono ancora numerose deviazioni a causa dei lavori in corso; senza pensare alla carenza di un’adeguata segnalazione e ai punti di ristoro, oggi limitati solo alla zona di Tarvisio.
Per questo servono progetti lungimiranti e adeguati alle esigenze del territorio, in grado di essere gestiti e non inutili boutade, utili solo a riempire le pagine dei giornali o alla campagna elettorale di taluni.
La Regione FVG e le Amministrazioni locali ritengono da sempre la linea Gemona-Sacile “strategica”: anche noi condividiamo questo pensiero, anche se siamo consci che oggi giorno l’aspetto economico non debba essere del tutto tralasciato.
L'impegno per l'ammodernamento della linea e per mantenere il servizio deve trovare poi il riscontro dell’Utenza,  non essendo più tempo di mantenere servizi pubblici il cui costo ricade su tutti. Per non perdere l’ultimo treno lungo la Gemona-Sacile serve pertanto l’impegno di tutti i portatori d’interesse, sia pubblici, che soprattutto privati, per un maggior utilizzo della linea; scelte soprattutto volte a sfruttare le potenzialità offerte dalla linea.
Basti solo pensare al business dei treni storici che tanto successo stanno avendo all’estero o all’ormai diffusissimo fenomeno del Bici+Treno, che quest’anno ha avuto un incremento esponenziale lungo la Pontebbana grazie all’introduzione del servizio Micotra Udine-Villach.
La valutazione dell'importanza della linea non può pertanto essere circoscritta alla solo utenza scolastica o pendolare, ma deve tener conto della vocazione turistica ed economica della zona.
Se si vuole salvare la Gemona-Sacile non serve una battaglia ideologica o di campanile, ma serve che il territorio in prima persona si impegni per difendere questo patrimonio, che deve rappresentare un valore aggiunto e non un peso.
Non da ultimo la dismissione della linea potrebbe riverberarsi anche sulle attività produttive e le industrie che operano nell'ambito del Distretto del CIPAF, il cui scalo ferroviario movimenta ogni anno oltre 35.000 carri, circa 1,5 milioni di tonnellate di merci.

giovedì 23 agosto 2012

Treni indivisi: scongiurati i tagli sulla Trieste – Udine-Venezia

Trenitalia non taglierà i collegamenti ferroviari tra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto. Lo ha confermato l'assessore regionale alle Infrastrutture Riccardo Riccardi al termine del confronto con Trenitalia al Ministero dei Trasporti a Roma.
Dichiarandosi "molto soddisfatto del risultato raggiunto, frutto del lavoro fatto insieme alle altre Regioni e Province autonome", presenti al tavolo ministeriale, Riccardi ha espresso il proprio ringraziamento per la sensibilità dimostrata dai rappresentanti del Ministero dei Trasporti e di quello dell'Economia, oltre che naturalmente dai colleghi delle altre Amministrazioni regionali, sull'opportunità di non penalizzare in alcun modo il servizio di trasporto pubblico su rotaia.
In particolare ai rappresentanti dei due dicasteri l'assessore ha anche chiesto che "le valutazioni per l'attribuzione delle risorse per i servizi ferroviari non possono essere definite in modo lineare. Ogni Regione ha le sue dinamiche, che devono essere considerate e rispettate".
L’esito positivo del confronto eviterà quindi gli annunciati tagli ai convogli definiti “indivisi”, ovvero quelli un tempo chiamati interregionali, che attraversano due regioni, percorrendo tratte esterne ai territori regionali.
L'allarme come si ricorderà era stato lanciato nelle scorse settimane dall’AD di Ferrovie, Mauro Moretti, il quale aveva dichiarato che se venissero meno i trasferimenti dello Stato, i tagli saranno all’ordine del giorno, vista la mancanza di risorse disponibili.
A fronte di ciò Trenitalia, come previsto dal proprio programma operativo, avrebbe inteso apportare significative riduzioni ai collegamenti ferroviari che interessano tutti e quattro i capoluoghi regionali, con soppressioni che sarebbero state attuate in tre fasi.
I treni "indivisi" di interesse regionale vengono svolti sulle due direttrici che collegano Trieste al nodo di Venezia Mestre, denominate rispettivamente linea "alta" n. 14 Trieste-Udine-Venezia e linea "bassa" n. 13 Trieste-Portogruaro-Venezia. I primi due collegamenti che avrebbero dovuto essere soppressi, già in questi giorni, e che invece sono salvati, sono il treno 2476 Trieste-Udine-Venezia delle ore 20.42 e il treno 2219 Venezia-Trieste via Portogruaro delle ore 0.21. La seconda fase di tagli, a far data dal 9 settembre 2012, prevedeva la soppressione di tre ulteriori treni (il treno 2204 Trieste-Venezia via Portogruaro delle 18.44, il treno 2474 Venezia-Udine delle 23.56 e la soppressione del treno 2471 Udine-Trieste delle 00.03). Era infine prevista una terza fase, entro ottobre 2012, che avrebbe comportato il taglio di ulteriori sei treni (il treno 2469 Udine-Venezia delle ore 18.07, il treno 2470 Venezia-Udine delle ore 22.04, il treno 2460 Trieste-Udine delle 12.56, il treno 2455 Udine-Trieste delle 15.56, il treno 2209 Venezia-Trieste via Portogruaro delle 13.11 e il treno 2220 Trieste-Venezia delle 16.44).
Siamo particolarmente soddisfatti per l’esito del confronto Stato-Trenitalia e Regioni. Ci pare che il buon senso finalmente abbia fatto capolino.
Riteniamo ottimo e soprattutto lungimirante l’indirizzo politico adottato dalle Regioni, che consapevoli del particolare momento di ristrettezza economica, hanno puntato a dialogare in maniera fattiva con Trenitalia, che da anni ormai ha intrapreso una campagna di razionalizzazione del servizio a livello nazionale.
D’altro canto però il Friuli e le altre Regioni contermini devono intraprendere a livello politico un pressing sul Ministero, affinché il Governo capisca che il diritto alla competitività è un elemento fondamentale dal quale non si può prescindere.
Non si tratta solo di difendere il fondamentale diritto di mobilità e circolazione dei cittadini, ma è necessario intraprendere una moderna politica dei trasporti, che possa al tempo stesso contemperare le esigenze di bilancio richieste dalla crisi e quelle di sviluppo sostenibile del territorio.
Siamo dell’idea che sparare a prescindere su Ferrovie dello Stato non basta: quello che manca è invece il coraggio di cambiar pagina, visto che non si può continuare a dar fiducia a persone come l’AD di FS Moretti, artefice di uno sfacelo senza eguali, come dimostrato dallo smantellamento del servizio regionale a vantaggio dell’Alta Velocità.
Questi risultati ovviamente non possono essere imputati unicamente ai manager pubblici, i quali hanno operato in maniera scellerata e poco lungimirante, di fatto creando un trasporto ferroviario a due velocità e relegando gran parte del territorio nazionale ad un isolamento inaudito per il XXI secolo. La politica ha le sue responsabilità e ora, prima che si raggiunga il punto di non ritorno, si deve assolutamente avere il coraggio di fare delle scelte, anche sofferte, in maniera da rendere il servizio moderno e competitivo.
A tal fine serve ponderatezza per arrivare a una regionalizzazione del servizio passeggeri.
Basta quindi con i tagli lineari, serve operare una razionalizzazione delle risorse, tagliando gli sprechi nella gestione corrente e investendo i risparmi in opere e strutture indispensabili per il settore.
Il Friuli ci sembra che abbia intrapreso la strada giusta con l’investimento del rinnovo del parco rotabile: una spesa di oltre 60 milioni, che permetterà di usufruire di ben 12 treni nuovi a partire dal prossimo anno.
Ora tuttavia serve un riassetto gestionale, che garantisca nel prossimo futuro una gestione del servizio capace di far fronte alle esigenze del nostro territorio, da sempre decentrato e residuale rispetto ai grandi centri.
Per questo riteniamo prioritario che si valuti se sussistano le condizioni per costituire anche in Friuli una sorta di newco a capitale misto privato-pubblico, sul modello Trenord della  Lombardia, usufruendo della struttura efficiente di F.U.C.

martedì 21 agosto 2012

Traffico ferroviario regionale in tilt a causa di un incendio a Sistiana

Vasto incendio divampato nella notte nella zona di Sistiana (Trieste), sul Carso. Le fiamme e il fuoco hanno raggiunto la linea ferroviaria Venezia-Trieste causandone la chiusura del tratto Monfalcone-Trieste. I convogli fermi lungo la linea hanno accumulato ritardi di oltre tre ore e le Ferrovie dello Stato hanno allestito per i passeggeri bus sostitutivi.
Chiuso e riaperto anche il raccordo autostradale A/4 che va da Sistiana allo svincolo per il raccordo di Monfalcone, in direzione Venezia.
Disagi anche sulla Udine-Tarvisio in mattinata con due treni soppressi (R. 5983 Carnia-Udine delle ore 8.20 e il R. 6018 Udine-Carnia delle ore 7.32); si segnalano anche ritardi di oltre 30 min. (R. 2842 Tarvisio-Trieste delle ore 6.06 e il R. 5982 Udne-Carnia delle ore 12.00).
Attualmente due elicotteri e sessanta uomini della Protezione Civile Regionale e Vigili del Fuoco sono impiegati contro le fiamme. Le aree boschive più colpite dall’incendio sono nel territorio del Comune Duino-Aurisina, dove si trova anche la Riserva Naturale delle Falesie, mentre stanno ancora cercando di domare l’altro incendio divampato ieri sempre nello stesso Comune, ma in località Santa Croce.
Anche nel maggio 2011 un vasto incendio, sviluppatosi sempre nella stessa zona aveva causato il blocco del trafficio ferroviario per un'intera giornata.

mercoledì 1 agosto 2012

Monitoraggio: 83 soppressioni da inizio anno lungo la linea Udine-Tarvisio

Dal 01.01.2012 al 11 luglio sono state 83 le soppressioni accertate dal nostro monitoraggio e 41 i ritardi superiori ai 10 min. (con 29 min. di media per singolo ritardo).
Il monitoraggio riguarda solo dei ritardi superiori ai 10 min., nonché non tiene conto delle soppressioni causate dagli scioperi.
E' indubbio che i lavori di manutenzione all'infrastruttura ferroviaria fra Carnia e Tarvisio, incominciati lo scorso 20 febbraio e terminati solo a fine maggio, hanno determinato pesanti disagi all'utenza, superiori rispetto a quelli annunciati da Trenitalia (10 min.).
Basti solo pensare che alcuni collegamenti sono stati particolarmente penalizzati, tanto da dimezzarne il normale flusso di viaggiatori, come nel caso del R. 6019 Tarvisio-Udine delle ore 6.36, il quale ha rilevato ritardi costanti superiori ai 20 min., non tollerabili per coloro i tanti pendolari dell’Alto Friuli che dovevano raggiungere Udine in orario per raggiungere il posto di lavoro o a scuola.
Analizzando nel dettaglio e confrontando i dati con quelli dell'anno precedente:

Anno
N. Soppressioni
N. Ritardi
Media Ritardo
2012
sino al 11.07
83
41
29 min.
2011
70
41
30 min.

Dopo il pesante avvio di inizio anno e fino al 13 marzo si erano contate ben 65 le soppressioni (pari 0,89 al giorno) e 26 i ritardi superiori ai 10 min.; dal 14 marzo al 11 luglio i dati sono nettamente migliorati con sole 18 soppressioni (pari al 0,15 al giorno) e 15 ritardi accertati.
Un trend che ci fa sperare per il futuro: la fine del 2012 è ormai vicina, data fatidica per il rinnovamento del parco rotabile regionale.
Ogni tanto è bene guardare il bicchiere mezzo pieno: i dati del monitoraggio 2012 sono certamente peggiori rispetto a quelli del 2011, tuttavia segnaliamo che da marzo in poi la Direzione Regionale Trenitalia sta lavorando bene e si è seriamente impegnata per fronteggiare una situazione emergenziale.
Siamo pertanto consapevoli che l'impegno dimostrato, unitamente all'arrivo dei treni nuovi, farà si che dal 2013 l'offerta ferroviaria del FVG subirà un significativo aumento della qualità, con parametri prestazionali più elevati sia sotto l'aspetto del confort che della puntualità.