Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

venerdì 30 novembre 2018

Mandi Marco, bon viàç

Una triste notizia ha colpito ieri il mondo ferroviario e non del Friuli Venezia Giulia: è mancato all’età di 58 anni l'amico Marco Rossi.
Originario di Casarsa della Delizia, ma milanese d’adozione, era una delle figure di riferimento del progetto della ferrovia turistica della Pedemontana del Friuli.
Marco era infatti una delle anime dell’Associazione Rotabili Storici Milano Smistamento che collabora con il Team dei Treni Storici FVG, tanto che era diventato una presenza fissa a bordo dei treni storici in Friuli.
Siamo letteralmente esterrefatti e sgomenti nell'apprendere questa triste notizia. Tutto il mondo ferroviario si stringe ed è vicina a Teo e a Fulvia”, così Andrea Palese, uno dei coordinatori del Team dei Treni Storici FVG.
Rossi, classe 1960, come detto era originario di Casarsa, docente al Conservatorio di Como, Assistente Musicale del Piccolo Teatro di Milano, Architetto, Musicista e Pianista e Organista di fama. Oltre alla passione per la musica e i treni storici, il maestro era anche Presidente del Fogolar Furlan di Milano.
Marco era una persona speciale, un uomo dotato di una cultura eccezionale, ma al contempo umile e legatissimo alla nostra Terra. Proprio l’amore per il nostro Friuli e la passione per la ferrovia ci hanno fatto conoscere. Perdiamo un grande appassionato, un punto di riferimento per tutti noi, ma soprattutto un grande amico".
La notizia è arrivata mentre il Team stava mettendo a punto i dettagli dell'ultimo treno storico dell'anno, quello in programma sabato 8 dicembre dedicato ai Presepi e ai Mercatini di Natale: "dopo tanti successi, con treni esauriti e tanto divertimento, volevamo chiudere in bellezza la stagione, festeggiando con tutto lo staff questo straordinario anno che ha visto il treno ritornare a sferragliare sui binari della Pedemontana. Palese conclude il ricordo commosso di Rossi "l'8 dicembre ricorderemo sicuramente Marco, come vorrebbe lui, divertendoci e accompagnando i passeggeri a scoprire quelle bellezze della nostra Terra alla quale era legatissimo".
Anche noi ci uniamo al dolore della Famiglia e di tutto il mondo ferroviario per la scomparsa di Marco.
Mandi, grasie di dut e bon viàç

Follia sui binari: sassi contro i treni della Udine-Venezia

Apprendiamo dalla stampa che mercoledì e giovedì dei vandali, ma il termine più appropriato è criminali, hanno scagliato sassi e pezzi di cemento contro alcuni treni in transito nel tratto fra Codroipo e Basiliano.
Mercoledì è stato preso di mira il R2473, partito da Udine alle 22.07, che si è dovuto fermare all’altezza di Basiliano a causa di alcuni pezzi di cemento depositati sui binari, subendo così un ritardo nella sua programmazione.
Stesso copione ieri sera, con il convoglio R28846 — proveniente da Sacile — che si è dovuto arrestare a sua volta. La circolazione ferroviaria è stata interrotta anche sul binario in senso opposto, per rimettere in sicurezza la tratta.
Inevitabili i ritardi che hanno coinvolto vari convogli tra cui anche una Freccia diretta a Udine.
Oltre ai pezzi di cemento ieri sera si è verificato anche un altro episodio, con il R2835 — in partenza dal capoluogo friulano alle 21.07 — e diretto a Venezia, che è stato preso a sassate. Una pietra ha sfondato un finestrino, fortunatamente nessuna persona è rimasta ferita.
Avviata subito un’indagine da parte della Polizia Ferrovia per individuare gli autori di questi vergognosi atti.
Episodi molto gravi che mettono a rischio l’incolumità di ferrovieri e passeggeri: una follia che sta dilagando purtroppo in tutt’Italia, pregiudicano la sicurezza dei trasporti.
Auspichiamo che questi delinquenti vengano individuati e puntiti in maniera esemplare.

domenica 25 novembre 2018

Nodo di Udine: una decisione di buon senso. Treni merci in linea di cintura mentre i passeggeri continueranno a viaggiare lungo la diretta Vat-Udine

Con l'approvazione del contratto di programma 2017-2021 tra RFI e Ministero, da parte del Parlamento, finalmente si è messa la parola fine alla ridicola polemica dei passaggi a livello di Udine, dove da un paio d'anni due Comitati AntiTreno, divisi tra loro da opinioni politiche, chiedevano in maniera strumentale a Regione e Comune di adoperarsi per l'eliminazione della tratta Bivio Vat-Udine in maniera da trasferire l'intero traffico, sia passeggeri che merci, fuori città lungo la lenta linea di Cintura.
Se per i treni merci tale richiesta era giusta e logica, per i passeggeri si trattava di una idiozia ferroviaria mai vista, atteso che invece di favorire l'eliminazione dei cosiddetti “colli di bottiglia” ne avrebbe creato uno megagalattico.
Solo dei pazzi avrebbero permesso ciò, creando un "mostro ferroviario", ma soprattutto sprecando milioni di euro per i capricci di un manipolo di persone, che nella loro testa avrebbero voluto far fare ai treni passeggeri un "giro dell'oca" per raggiungere Udine, disincentivando così il servizio ferroviario e depotenziando di fatto la stazione friulana.
Ha vinto il buon senso, ma soprattutto la ferrovia e il trasporto pubblico, che hanno sconfitto gli egoistici interessi di un manipolo di residenti e politici di basso livello che fino ad oggi hanno strumentalizzato questa vertenza per meri interessi elettoralistici.
Si ricorderà che nel dicembre 2016 a fronte delle richieste dei Comitati AntiTreno, l'ex Sindaco di Udine, Furio Honsell e l'ex Assessore regionale alla Mobilità, Maria Grazia Santoro, avevano sottoscritto un protocollo d'intesa con RFI, la quale si era impegnata entro 5 anni a svolgere una valutazione di fattibilità tecnica dell’ipotesi di trasferimento del traffico passeggeri sulla linea di Circonvallazione a seguito del completamento integrale dei lavori del nodo ferroviario di Udine.
Il Protocollo in realtà era carta straccia, utile a procrastinare nel tempo una decisione e a placare nel frattempo gli animi dei Comitati AntiTreno facendo fare bella figura ai politici di turno. Vito anche l'approssimarsi delle elezioni ne è scaturita la solita bagarre con tutti i partiti coinvolti, chi più chi meno a promettere l'impossibile.
Ora con il nuovo contratto di programma 2017-2021 finalmente c'è un piano chiaro per lo sviluppo del Nodo di Udine, nell'ottica di migliorare la capacità e la competitività del trasporto ferroviario merci lungo il Corridoio Baltico-Adriatico che serve i porti di Trieste, Nogaro e Monfalcone.
Verrà finalmente raddoppiata la tratta Udine Centrale-Udine Parco-Bivio Cividale-PM Vat, permettendo la realizzazione di due linee indipendenti a doppio binario verso Tarvisio e Trieste.
Ciò consentirà che l'intero traffico merci transiterà solo ed esclusivamente lungo la linea di Cintura, mentre i treni passeggeri continueranno a viaggiare lungo la linea diretta Bivio Vat - Udine Centrale e pertanto i passaggi a livello del Bearzi, di via Cividale, via Pola, via del Bon e via Buttrio resteranno al loro posto.
Siamo sempre stati convinti che la soluzione, oggi formalizzata, fosse quella giusta per molteplici motivi:
1) il treno non è un’automobile e la linea di Cintura non è "quell’autostrada" immaginata dai Comitati AntiTreno, in quanto è soggetta a ferree prescrizioni di circolazione dettate dall’Agenzia Nazionale Sicurezza Ferroviaria (ANSF) e non presenta caratteristiche ferroviarie idonee a far circolare tutti i treni visto che si tratta di "un falso doppio binario" con limitazione della velocità a 60 km/h.
2) Il trasferimento del traffico passeggeri lungo la Cintura comporterebbe un aumento di 10 km del tragitto da Vat a Udine (14,3 contro gli attuali 4,3), un aumento dei tempi di percorrenza di oltre 10 minuti (e non 4/5 come prospettato dai Comitati AntiTreno), un aumento delle tariffe per gli utenti (nell'ordine del 10-15%) e maggiori oneri per la Regione (cioè per tutti!) a fronte del pedaggio da riconoscere a RFI e a Trenitalia nel contratto di servizio a fronte del maggior kilometraggio.
Ma soprattutto l'utilizzo della linea di Cintura per i passeggeri farebbe venir meno il vantaggio di utilizzare il treno per gli utenti residenti nell'hinterland udinese: è come se un abitante di Gemona o Tricesimo per recarsi a Udine scendesse prima a Pradamano per poi risalire ...
E' necessario sottolineare inoltre che la nuova ferrovia Pontebbana, inaugurata nel 2000, è una linea internazionale, ma soprattutto una linea ad alta capacità del Corridoio Baltico-Adriatico, in grado di far viaggiare 200 treni/giorno.
Oggi la ferrovia è ampiamente sottoutilizzata visto che i treni passeggeri al giorno sono una trentina, mentre i merci sono 50/70.
SOLUZIONE A COSTO ZERO: la questione dei PL potrebbe essere risolta praticamente a costo zero, in quanto sarebbe sufficiente migliorare l’instradamento dei treni in arrivo a Udine, ottimizzando la gestione dei segnali di protezione di Bv Vat e Via Buttrio, limitando così il tempo di chiusura dei PL, nonché prevedere una migliore viabilità cittadina sfruttando meglio il cavalcavia Simonetti. Oggi il limite di velocità d'ingresso dei treni a Bv Vat è di 120 km/h in rango A e 140 km/h in rango B e C, per poi diminuire rispettivamente a 90-95 km/h in prossimità del PL di Via Cividale e di Via Buttrio, quest'ultimo governato ancora dalla stazione e non come gli altri dal PM di Vat.
Udine purtroppo ha perso negli anni ’90 - durante la realizzazione del raddoppio della linea Pontebbana - l'occasione per interrare la ferrovia. Al tempo il Comune di Udine NON ha voluto l’interramento della ferrovia e l’eliminazione dei PL come proposto allora da FS (progetto dell'ing. Roberto Carollo).
Perché? Di certo anche allora un gruppo di residenti di Laipacco si era opposto, consegnando all'Amministrazione una petizione di 800 firme contro l'interramento della ferrovia, intervento ritenuto troppo invasivo per il quartiere.
Probabilmente le motivazioni del mancato interramento della linea sono ben altre, legate alla speculazione edilizia che ha permesso di continuare ad edificare in deroga alla fascia di rispetto fin quasi a ridosso dei binari.
Chissà se chi oggi si lamenta e si fa promotore di petizioni per l'eliminazione dei PL, negli anni '90 ha protestato contro l'interramento della ferrovia?
SOLUZIONE SOTTOPASSI: la questione dei PL potrebbe essere risolta in maniera definitiva senza sperperare milioni di euro con la semplice realizzazione di due sottopassi (spesa prevista 2/3 milioni ciascuno), rispettivamente uno al Bearzi, dove lo spazio non manca e l'altro in via Cividale, espropriando per pubblica utilità qualche terreno/immobile, risolvendo così alla radice il problema dei PL e mantenendo efficiente il sistema ferroviario.
Ovviamente si tratta di una scelta politica, antipopolare sotto certi aspetti, vista la necessità di espropriare alcune proprietà private, ma per risolvere certi problemi serve coraggio e non limitarsi alle solite promesse.

martedì 20 novembre 2018

Informazione all’utenza di Trenitalia/RFI in perfetto stile borbonico … aspetta e spera!

Oggi è stata una mattinata pesante per il servizio ferroviario regionale, con numerosi ritardi lungo la Udine Venezia, causati da un’anormalità alla circolazione determinata da un guasto ad un treno merci in località Lancenigo.
Tanti i treni coinvolti, sia in partenza che in arrivo da Udine, che a cascata hanno interessato anche la linea UD-TS, con ritardi che hanno superato anche i 70 min.
Ecco alcuni dei treni coinvolti: R11002 Ve-UD - TS.: ritardo 73 min.; R6013 Tarvisio-UD-TS: ritardo 26 min.; RV2800 VE-UD-TS: ritardo 37 min.; R11007 UD-VE: ritardo 19 min.; R2441 UD-VE: ritardo 17 min.; R11008 VE-UD: ritardo 38 min.; R2802 VE-UD: ritardo 61 min.
In questo caso i disagi non sono imputabili direttamente a Trenitalia, né a RFI, gestore dell’infrastruttura ferroviaria, tuttavia riteniamo necessaria una seria e puntuale analisi della situazione, visto che un semplice guasto a un treno merci ha di fatto mandato nel caos l’intera rete nella fascia di punta.
Sotto accusa i tempi di reazione delle sale operative di RFI e Trenitalia e le loro scelte o non scelte, che purtroppo troppo spesso anziché ridurre i disagi vanno ad aumentarli.
Ancora una volta il sistema informativo è risultato carente, sia in stazione che a bordo treno: le informazioni vengono fornite all’utente in maniera intempestiva, spesso i ritardi indicati dai tabelloni nelle stazioni non rispecchiano infatti la realtà. A bordo treno invece i capitreno sono quasi sempre all’oscuro di quello che sta succedendo lungo la rete, e loro malgrado, impossibilitati a fornire informazioni utili all’utenza.
Una "lentezza funzionale" legata a protocolli “borbonici” in ossequio ad un’ossessiva esigenza di sicurezza che pare giustifichi ogni tipo di carenza decisionale da parte dei preposti di RFI e Trenitalia.
Ciò evidentemente determina che nei casi di anomalie alla circolazione, come quella di oggi, anziché assumere rapidamente decisioni che limitino i disagi, si ottiene esattamente il risultato opposto. Non solo, pare che la mera comunicazione del ritardo sui tabelloni (vero o presunto), sia sufficiente per i Gestori FS a mettersi la coscienza a posto, esaurendo così il loro dovere d’informazione, fermo restando che nelle stazioni ogni utente è di fatto abbandonato a se stesso.
In queste situazioni tutto è lasciato alla “regola aurea dell’arrangiarsi”, dove ogni pendolare in tempo zero e a proprio rischio deve optare se aspettare il treno in ritardo, sperando che non aumenti ulteriormente, ovvero optare per altre soluzioni di viaggio, dall’utilizzo dell’auto o del bus, se presente. Sono limitati e sporadici i casi in cui Trenitalia o RFI offrono all’utente delle alternative di viaggio finalizzate a limitare il disagio.
Per questi motivi abbiamo indirizzato oggi al Direttore regionale FVG Trenitalia, Elisa Nannetti e alla Direzione Mobilità della Regione FVG, committente del servizio, una nota, di seguito riportata in calce, evidenziando queste problematiche, sensibilizzando il Gestore ad assumere quei correttivi necessari per garantire un’informazione non solo tempestiva e corretta, ma soprattutto utile all’utenza.
Siamo nel 2018, ormai quasi nel 2019 a quasi 50 anni dallo sbarco sulla luna e riteniamo pertanto che la tecnologia sia sufficiente per fornire quasi in tempo reale queste informazioni.
Probabilmente però manca la buona volontà o l’organizzazione gestionale per farlo.

Buongiorno,
in merito al RV 2800 (VE-TS) / 2801 (da UD a TS), il quale è giunto a TS alle ore 8.40, maturando un ritardo oltre 35 min., vi segnaliamo quanto comunicatoci da alcuni utenti presenti in stazione a Gorizia, dove l’informazione è risultata carente. Il treno infatti è stato segnalato sui tabelloni della stazione con un ritardo di 20 min., quanto in realtà il ritardo a Udine era già superiore ai 25 min. Il treno, programmato in partenza alle 7.19, è giunto a Gorizia alle 7.50 e nessun annuncio è stato fatto ai passeggeri presenti in stazione per dirottarli sul R (non veloce) n. 20957 delle ore 7.41, partito alle 7.43 e giunto a Trieste puntuale alle ore 8.30.
In questi casi, vista la fascia oraria interessata (lavoratori pendolari/studenti), fondamentale è fornire notizie certe circa il primo treno utile, atteso che l’interesse dell’utente è giungere il prima possibile a destinazione.
I pendolari più esperti ovviamente consci che in queste situazioni vige purtroppo “la regola aurea dell’arrangiarsi”, a proprio rischio e pericolo hanno optato per il “più lento” R20957, che è giunto puntuale a TS, anticipando di 10 min. il ritardatario RV2801.
Rileviamo che l’episodio evidenzia la carenza strutturale legata all’informazione all’utenza, la quale – nei casi di anomalie alla circolazione - di fatto è lascata libera di scegliere tra aspettare il treno in ritardo, oppure optare per altre soluzioni di viaggio.
Pare quasi che la semplice comunicazione del ritardo sul tabelloni in stazione esaurisca il dovere d’informazione di RFI e Trenitalia.
Ci domandiamo come mai in questi casi non sia possibile da parte delle sale operative, con tutta la tecnologia esistente, prevedere un’informazione esaustiva per l’utenza, dirigendola verso le migliori soluzioni alternative di viaggio, in maniera da limitare il disagio derivante dal ritardo o dalla soppressione delle corse. Spesso siamo spettatori di una “lentezza funzionale” legata a protocolli “borbonici” in ossequio ad un’ossessiva esigenza di sicurezza, che pare giustifichi ogni tipo di carenza decisionale da parte dei preposti.
Ciò evidentemente determina che nei casi di anomalie alla circolazione, come quella di oggi, anziché assumere rapidamente decisioni che limitino i disagi, l’ottenimento del risultato opposto.
Riteniamo che si debba modificare l’approccio, sensibilizzando le sale operative e gli operatori a prendere decisioni rapide e di buon senso, facendo meno conti su eventuali penalizzazioni contrattuali e favorendo altresì soluzioni efficienti per l’utenza.
Certi che valuterete con attenzione quanto sopra indicato, restiamo fiduciosi di un “cambio di passo” in ordine al sistema informativo, in quanto l’alta qualità del servizio offerto non può essere limitato esclusivamente alle performance della puntualità, ma comprende necessariamente l’informazione e la capacità del gestore di trovare tempestive risposte/soluzioni nei casi di anomalie.
Cordiali saluti
Comitato Pendolari Alto Friuli

lunedì 5 novembre 2018

Orario FUC da rivedere, le segnalazioni dell'utenza

Pubblichiamo la mail che abbiamo inviato all'Assessore Regionale alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, alla Direzione Regionale Mobilità e a Ferrovie Udine-Cividale con la quale abbiamo evidenziato alcune criticità legate all'orario FUC in vigore dal 9 settembre scorso.
Consci dell'enorme problematica data dalla limitazione della velocità a 50 km/h imposta dalla direttiva dell'ANSF lungo le linee a binario unico sfornite del sistema di sicurezza SCMT auspichiamo una rapida soluzione delle criticità contingenti lamentate con una modifica degli orari d’esercizio a partire dall’orario invernale che entrerà in vigore il 9 dicembre.
Nei prossimi giorni pubblicheremo una nostra riflessione circa la situazione di Ferrovie Udine Cividale e quali sono le prospettive e i possibili scenari futuri per questa società regionale il cui destino sembra pesantemente segnato da anni di scelte manageriali e politiche sbagliate.

Buongiorno,
facciamo seguito alle pregresse, per segnalarvi alcune criticità emerse dall’orario introdotto lo scorso 9 settembre da FUC in seguito alla nota delibera dell’ANSF che ha limitato a 50 km/h la velocità lungo le linee ferroviarie sfornite del sistema di sicurezza SCMT. Rispetto all’orario storico, che prevedeva nelle fasce di punta corse cadenzate ogni 30 minuti (al mattino 6.30/7.00/7.30/8.00/8.30 e alla sera 17.00/17.30/18.00/18.30/19.00), oggi il nuovo orario evidenzia molteplici criticità segnalateci da alcuni utenti, come indicate nella sottostante tabella.

Direttrice Cividale-Udine
CORSA
SEGNALAZIONE
AT 51 (p. 6.30), la partenza è stata posticipata alle 6.52, con arrivo a Udine alle 7.18
Il posticipo del treno determina la perdita della coincidenza per Trieste (R20957) delle ore 7.09, costringendo gli utenti ad utilizzare il successivo treno R29961 delle ore 7.36 (via Gorizia) o il R6011 (via Cervignano) delle ore 7.38, perdendo quasi mezz’ora
Il treno delle 7.00 è stato soppresso e sostituito con due bus:
Bus 153/1 (ferma in tutte le fermate) con arrivo a Udine alle 7.42
Bus 153/2: (diretto) con arrivo a Udine alle 7.30
Già prima della modifica dell’orario risultava critica la coincidenza per Venezia delle ore 7.31 (R11015), ora impossibile visto che gli utenti sono costretti ad attende il successivo R2445 delle ore 8.07
AT 55 (p. 7.30) la partenza è stata posticipata alle 7.54, con arrivo a Udine alle ore 8.20
Il posticipo del treno determina il salto della coincidenza per Venezia delle 8.07 (R2445), quella più frequentata, lasciando senza treni l’utenza che deve raggiungere PN, Sacile, TV e Venezia fino alle 10.07.
Il posticipo inoltre fa saltare anche la coincidenza per Trieste (via Cervignano) delle ore 8.08 (R6017): ciò costringe gli utenti ad attendere la partenza del R2443 delle ore 8.55, perdendo così la bellezza di un’ora.
AT57 (p. 8.00) la partenza è stata posticipata alle 8.56, con arrivo a Udine alle 9.22
Il posticipo con la previsione del nuovo orario rende di fatto inutilizzabile il treno per la gran parte dei lavoratori.
A Udine non vi è nessuna coincidenza
AT73 p. 17.12 con arrivo a Udine alle 17.38
 
Atteso che l’uscita pomeridiana dagli Istituti scolastici superiori è alle 17.05, il tempo di trasferimento per il raggiungimento della stazione risulta insufficiente per poter usufruire della corsa AT73 delle 17.12   
Il treno delle 17.30 è stato soppresso e sostituito con due bus:
Bus 173/1 (ferma in tutte le fermate) con arrivo a Udine alle 18.03 
Bus 173/2: (diretto) con arrivo a Udine alle 18.00
Tali non garantiscono la coincidenza con il R6036 delle ore 18.01 per Carnia, costringendo gli utenti ad una sosta a Udine sino alle ore 18.35 in attesa del R6038

Direttrice Udine-Cividale
CORSA
SEGNALAZIONE
AT54 p. 7.23 con arrivo a Cividale alle 7.49 
Tale non consente la coincidenza con il R6011 delle ore 7.25 proveniente da Tarvisio
AT74 (p. 17.30) la partenza è stata posticipata alle 17.43 con arrivo a Cividale alle 18.09
Il treno delle 18.00 è stato soppresso e sostituito con Bus 174 (ferma in tutte le fermate), con arrivo a Cividale alle 18.09
L’attuale orario risulta particolarmente penalizzante per il rientro dei pendolari atteso che due dei treni di rientro maggiormente utilizzati sono stati oggetto di un posticipo e di una autosostituzione che aumenta i tempi di percorrenza

La nuova formulazione degli orari rende specialmente per alcuni pendolari più “lunga“ la giornata: ad esempio chi utilizzava da Cividale il treno delle 7.30 al mattino e da Udine quello delle 17.30 la sera per il rientro, si vede ora costretto ad anticipare la partenza al mattino con il bus delle 7.00 e a posticipare la sera il rientro con il treno delle 17.43.
Come evidenziato in tabella anche per alcuni studenti dell’Istituto Paolino d’Aquileia, il nuovo orario risulta penalizzante. Alcuni di loro, specialmente quelli provenienti dall’Alto Friuli, non possono più utilizzare il servizio ferroviario non esistendoci più coincidenze a Udine.
L’auspicio è che con il nuovo orario di dicembre si possa apportare alcuni correttivi, atteso che la situazione di precarietà dell’orario si protrarrà sicuramente per oltre un anno, ovvero sino al termine dei lavori necessari per adeguare tecnologicamente la linea con il sistema SCMT.
Restando in attesa di un Vostro cortese riscontro porgiamo i nostri più cordiali saluti
Comitato pendolari Alto Friuli