Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

giovedì 28 novembre 2013

Tavolo di Lavoro dei Pendolari: i Comitati disertano l'incontro per protesta. Regione FVG e Trenitalia pagate con la stessa moneta !

Oggi alle ore 17.30 presso la sede di Udine della regione dovrebbe riunirsi il Tavolo di Lavoro tra Regione FVG, Trenitalia e Comitati dei Pendolari, avente all’ordine del giorno la discussione e la presentazione del nuovo orario cadenzato che entrerà in vigore il prossimo 15 dicembre. 
I Comitati - uniti e coesi – per la prima volta dopo tanti anni diserteranno il tavolo per protesta
La decisione è stata assunta per protestare contro il metodo di lavoro adottato Regione e Trenitalia nella formazione dei nuovi orari ferroviari
Di seguito pubblichiamo il comunicato dei Comitati Pendolari che illustra le ragioni del nostro disappunto e le nostre proposte.
Buona lettura ! 


I Comitati dei Pendolari regionali (Comitato Pendolari spontaneo FVG, Comitato Pendolari Alto Friuli, Comitato Nodo di Udine e Comitato per la Ferrovia Gemona-Sacile) hanno deciso di NON PARTECIPARE all’incontro convocato per il 28 novembre presso la sede di Udine della Regione, avente ad oggetto il nuovo orario cadenzato, disertando per la prima volta una sessione del Tavolo di Lavoro.
I Comitati DISSENTONO dal metodo di lavoro adottato da Regione FVG e Trenitalia in ordine alla programmazione del nuovo orario cadenzato, che entrerà in vigore il prossimo 15 dicembre e che inciderà sulle abitudini di oltre 25.000 pendolari friulani.
L’assenza dei Comitati dei Pendolari al Tavolo di Lavoro non deve essere interpretata come un rifiuto al confronto, ma una precisa richiesta alla Regione a modificare l’approccio, affinché sia costituito un vero e proprio PERCORSO PARTECIPATIVO con i Comitati, che da anni sono attivi per il miglioramento qualitativo del servizio ferroviario regionale. 
Il Tavolo di Lavoro, costituito da alcuni anni, è sempre stata la sede del confronto tra Regione FVG, rappresentanti degli Utenti e Trenitalia: un confronto che in futuro auspichiamo permetterà ai Comitati di essere effettiva parte attiva e non “MERI SPETTATORI” dinanzi a scelte “calate dall’alto”. 
Lo stesso contratto di servizio Trenitalia-Regione FVG prevede espressamente all’Art. 15 comma 7 che “per la valutazione dei servizi ferroviari resi ed il miglioramento qualitativo dell’offerta dei servizi stessi, la regione si avvale del contributo dell’utenza e in particolare di quella pendolare”. 
Rammentiamo che in altre regioni il Tavolo di Lavoro è stato istituzionalizzato, assumendo la denominazione di Osservatorio in Piemonte o di Consulta in Lombardia; in Emilia Romagna da oltre dieci anni opera il Crufer, organismo istituito con legge regionale. 
Da anni chiediamo di creare un Tavolo di Lavoro Permanente, riconosciuto dalle Istituzioni competenti in materia di TPL, che possa garantire un CONFRONTO PARITARIO tra i rappresentanti dei pendolari, la Regione, Trenitalia e gli altri gestori. 
Non vogliamo imporre le nostre ragioni, bensì chiediamo di essere CONSULTATI PREVIAMENTE e non di essere convocati a decisioni già prese o a seguito delle lamentele pubblicate sui giornali… 
Rileviamo che nel corso delle ultime sessioni il Tavolo di Lavoro si è tenuto senza la presenza DELL’ORGANO POLITICO–ESECUTIVO della Regione e si è limitato ad un incontro tra i rappresentanti degli utenti e i funzionari, i quali non sempre sono stati in grado di fornire risposte, che dovevano essere anche politiche (es. tariffe, investimenti, rapporti con il Gestore). 
La redazione del nuovo orario cadenzato, avvenuta senza un confronto con l’utenza, non può che essere DISAPPROVATA, atteso che il nuovo orario comporterà significative modifiche, con spostamento di treni o persino l’eliminazione di alcune fermate di stazione. 
Consapevoli che questo non è l'ORARIO CADENZATO del FVG, bensì quello imposto dal VENETO, che ha riflessi anche per il FVG per le linee che vi hanno origine e destinazione, riteniamo fosse tuttavia necessario ed auspicabile da parte della Regione un approfondimento più serio e partecipato con l’utenza attraverso i loro Comitati. 
Si poteva fare prima e soprattutto meglio invece si è privilegiata ancora una volta la logica “del fare senza chiedere” e ora si chiede magari di condividere questo lavoro... 
Poiché gli orari sono ormai definiti senza possibilità di modifiche, riteniamo inutile confrontarci con la Regione e Trenitalia. 
Evidenziano che i nuovi orari regionali sono già stati pubblicati da almeno due settimane sul sito di Deutsch Bahn (http://www.bahn.com/i/view/ITA/it), mentre Trenitalia dovrebbe pubblicare on line gli orari il 28 novembre (giorno della convocazione dell’incontro !!!). 
Le DB assicurano da sempre la diffusione completa dell’orario con mesi di anticipo, per consentire la programmazione dei viaggiatori, ottemperando ai loro obblighi contrattuali, dimostrando le loro capacità promozionali e commerciali del treno. 
Poiché l’informazione degli orari è un elemento fondamentale del servizio, PRETENDIAMO che Regione FVG e Trenitalia si attivino da subito per informare gli utenti dell’entrata in vigore del nuovo orario, attraverso tutti i mezzi di comunicazione disponibili (dagli avvisi a bordo treno, a quelli on line, potenziando l’informazione in stazione e anche mediante una pubblicazione ad hoc degli orari sui maggiori quotidiani locali). 
Diversamente vi è il rischio che il 15 o 16 dicembre molti ignari utenti perderanno il treno o resteranno bloccati in stazione, perché il treno non fermerà più! 
Da una prima sommaria lettura degli orari pubblicati sul sito di DB, emerge la nostra preoccupazione rispettivamente in ordine : 
  • un aumento dei tempi di attesa per i pendolari che transitano per Udine (es. utenti Pordenone-Gorizia o Gemona-Trieste). Il nuovo orario sembra progettato considerando Udine come origine e termine di molti spostamenti, però sono moltissimi i viaggiatori che vi transitano; proprio i collegamenti principali sono stati gravemente peggiorati. Due esempi perspicui: in luogo del treno 2824/2825, il nuovo treno in fascia oraria analoga sosterà ben dodici minuti a Udine e giungerà a Gorizia undici minuti più tardi e a Trieste ben diciotto minuti più tardi; il treno RV da Udine per Venezia, che prima partiva alle 6.27 (poi 6.23), arriverà a Venezia circa mezz’ora dopo e nella medesima fascia oraria non vi sono soluzioni con regionali veloci. Inoltre l’impostazione dell’orario regionale evidenzia pessime coincidenze con i treni da e per Carnia, atteso che i treni da Trieste via Gorizia giungeranno a Udine al minuto 04 o al minuto 48, i treni per Carnia partiranno al minuto 35! In senso opposto anche peggio: si giunge al minuto 25 a Udine e si può proseguire per Gorizia-Trieste al minuto 12 o 56. Attese di almeno mezz’ora che vanificano qualsiasi cadenzamento e appaiono francamente insensate; 
  • disagi per la soppressione delle fermate di Capriva, Mossa, Muzzana e Palazzolo dello Stella, nonchè di quasi tutte le fermate della linea Udine-Cervignano eccetto Palmanova. Capriva e Mossa in particolare sono stazioni recentemente ristrutturate, che movimentano ogni giorno qualche decina di studenti e pendolari (si noti che i monitoraggi, se effettuati, non possono essere stati attendibili, atteso che non vi sono titoli di viaggio elettronici e che i treni giungono alle fermate non di rado in anticipo, quindi quando il capotreno effettua la partenza sono già usciti dall’area di stazione e non vengono rilevati). Il vantaggio conseguito dalla loro soppressione in termini di tempo è di appena 4 minuti. Le tracce orarie sono peraltro ancora “larghe”, addirittura sono state allargate fra Trieste e Gorizia e di fatto consentirebbero il mantenimento delle fermate di Mossa e Capriva pur con la (minuscola) riduzione dei tempi di percorrenza operata. Non si chiede il mantenimento di una ferrovia per collegare solo centri minori, ma dove esiste una ferrovia da città a città, come la Udine - Trieste che attraversa il centro dei paesi, è assurdo non avvalersene e dover, magari, inserire nuovi bus di linea per garantire un minimo di mobilità, peraltro assai più scomoda; 
  • la mancata risoluzione dei vuoti d'orario di metà mattina, anche in fasce importanti; ad es. Udine- Gorizia-Trieste dalle 7.42 alle 8.56 e Trieste-Gorizia-Udine dalle 7.26 alle 8.56. In proposito è stato finalmente inserito un nuovo treno alle 8.08 da Udine per Trieste ma via Cervignano, mentre istradarlo via Gorizia avrebbe senz’altro soddisfatto un numero ben maggiore di utenti, servendo anche Cormons, Gorizia e Sagrado invece che Palmanova (le composizioni ormai reversibili garantiscono la facile inversione a Udine anche se si tratta di treni provenienti da Tarvisio e comunque per il nuovo “cadenzamento” della linea 15 sono previsti ben nove minuti di sosta a Udine, talvolta tredici: c’è tutto il tempo per l’inversione e l’istradamento via Gorizia di qualche corsa). Non è stata poi risolta la questione dell’anacronistica e ormai inaccettabile interruzione programmata di orario fra le 9.30 e le 12.00 circa, quindi anche il cadenzamento del Veneto risulta in realtà assai poco convincente e pieno di lacune. Un cadenzamento è tale solo se accompagnato ad una degna frequenza, non basta ricalcare un modello di orario su più corse… anzi, può diventare un’inutile rigidità nella programmazione; 
  • il mancato coordinamento per i treni via Udine, con i servizi nazionali principali da Mestre e con i servizi delle linee regionali venete; molto grave, in tal senso, oltre al permanere delle lunghissime attese a Mestre per la prosecuzione, anche l’eliminazione delle ultime partenze serali da Mestre verso Trieste e Udine. Infatti in tal modo si vanificheranno i vantaggi dell’Alta Velocità sulla rete nazionale, atteso che si dovrà partire molto prima (ad esempio da Roma) per trovare coincidenza a Mestre per Udine e Trieste, il che vuol dire allontanare ulteriormente - e inequivocabilmente - il Friuli Venezia Giulia dal resto d’Italia. Gli attuali treni 2474 e 2219, ad esempio, sono tutt’altro che vuoti nonostante l’orario tardo. Se si voleva eliminare un collegamento a fini di razionalizzazione, occorreva mantenere comunque la possibilità di prosecuzione a Mestre con l’ultimo treno proveniente da Roma e Milano (il cadenzamento, per l’ultima corsa serale, può tranquillamente non essere rispettato come avviene quasi ovunque). Inoltre, restano spesso pessimi i collegamenti con le linee del Cadore a Conegliano (forte traffico studentesco verso Trieste) e, a Treviso, per Castelfranco-Vicenza. 
  • Lungo la linea Udine-Tarvisio, dove vige l’integrazione Trenitalia-Saf, si è persa l’occasione per realizzare l’effettiva integrazione modale tra il servizio su gomma e quello su ferro, integrazione oggi ferma solo alla mera tariffa, con la conseguenza che la Montagna sarà ancora più isolata. 
In definitiva il nuovo orario appare tutt’altro che un vero cadenzamento (che necessita dei requisiti di frequenza e capillarità), le linee sono completamente scollegate fra loro (il concetto di “rete”, anche con i servizi su gomma, è ben lungi dall’essere realizzato) e soprattutto evidenzia un’assurda penalizzazione di molti centri minori, laddove invece il cadenzamento dovrebbe migliorare l’offerta per tutti e non ottenere vantaggi davvero risibili a prezzo di tagli sulle spalle dell’utenza (si pensi, ad esempio, che in Trentino il cadenzamento della Valsugana si è accompagnato alla riapertura di molte stazioni minori).
La politica evidenziata appare non condivisibile, in quanto non solo non sposta utenza verso il mezzo pubblico, ma obbligherà molti a non servirsene più. 

Tutto ciò appare inaccettabile, a maggior ragione in una Regione autonoma 

Non contestiamo in toto il nuovo orario cadenzato, il quale andrà studiato e vagliato con attenzione tenendo conto delle esigenze e dei target degli utenti. Alcuni pendolari che fanno riferimento a Udine troveranno senz’altro miglioramenti, ma per molti altri (la maggior parte) la situazione evidenzia troppe soste lunghe inutili (proprio a Udine) e troppe coincidenze superiori ai trenta minuti, ovvero inesistenti. 
Le criticità evidenziate in questi anni permangono tutte; ci si augura, peraltro, che le composizioni dei treni siano adeguate al flusso di viaggiatori. 
A parziale compensazione delle numerose fasce senza treni regionali (si pensi, ad esempio, al fatto che dalle 19.53 alle 22.53 non vi sono treni Venezia - Trieste) sarebbe opportuno ammettere gli abbonati nelle tratte FVG di treni nazionali (ES e IC), in quanto comunque finanziati dalla nostra Regione e non sempre pieni nelle tratte regionali
Per tutti questi motivi riteniamo, 
ESTREMAMENTE TARDIVA
la convocazione del Tavolo di Lavoro da parte della Regione per discutere e condividere questi orari; osserviamo che in tutti questi mesi nessuno dei Comitati è stato previamente consultato, collaborazione, che peraltro non è mai stata negata
A tutto ciò, si aggiungono anche le mancate risposte in ordine a importanti criticità denunciate da tempo: come ad esempio la questione della Gemona-Sacile, che attende una risposta da agosto, oppure ai quesiti posti in ordine all’aumento delle tariffe 2014, alla quantificazione delle penali contrattuali 2012, o alla soluzione del problema delle biglietterie automatiche e con operatore lungo la linea Udine-Tarvisio. Tutte questioni ancora senza una risposta ufficiale. 
I Comitati in qualità di Cittadini-Utenti, che utilizzano virtuosamente questo servizio pubblico, chiedono di essere rispettati ed ascoltati dalle Istituzioni, in primis dalla Regione. 
Siamo disponibili al confronto costruttivo e partecipato in seno al Tavolo di Lavoro con la Regione e Trenitalia, purché sia tale e non unilaterale
A tal fine chiediamo di modificare il metodo di lavoro adottato, affinché i Comitati dei Pendolari siano parte attiva e non meri spettatori; inoltre riteniamo irrinunciabile per il miglior funzionamento del Tavolo di Lavoro la presenza di un rappresentante dell’organo politico della Regione, l’unico in grado di garantire risposte in ordine all’indirizzo di governo e alle scelte in materia di TPL R
Ringraziando per l’attenzione porgiamo i nostri più distinti saluti. 
Udine, 27 novembre 2013 

Comitato Pendolari spontaneo FVG 
Comitato Pendolari Alto Friuli 
Comitato Nodo di Udine 
Comitato per la Ferrovia Gemona-Sacile

domenica 24 novembre 2013

Treni poco utilizzati ? Non ci pare proprio ...

Nei giorni scorsi è stata data molta enfasi sui giornali alla questione che vede contrapposti i Comitati Pendolari regionali al Comitato Anti Treno di Udine.
Una questione che ci vede schierati dalla parte degli Utenti, che chiedono che il servizio passeggeri venga mantenuto sulla linea esistente e non deviato lungo la linea di Cintura il traffico passeggeri ma slo i merci.
Un’impostazione che va contro la logica egoistica ed egocentrica di pochi residenti udinesi, che vogliono far credere che la ferrovia divida ed inquini.
Nell’articolo pubblicato il 20 novembre ► è possibile leggere i motivi del nostro dissenso contro questa visione limitata di questo manipolo di cittadini, che vorrebbero imporre a colpi di discutibili petizioni popolari i loro interessi privati ed economici rispetto a quelli della collettività.
A chi obietta che il treno è utilizzato da pochi lungo la linea Udine-Tarvisio lo invitiamo a vedere le fotografie pubblicate in questo post, che provano non solo l’utilizzo del mezzo pubblico, ma anche un certo sovraffollamento.
Spiace rilevare che esponenti di Legambiente del Circolo di Udine, non solo sostengano questa folle protesta, ma risultino persino tra i promotori, favorendo di fatto l’utilizzo del trasporto su gomma rispetto a quello su ferro.
Ribadiamo che la ferrovia non può essere vista come un fattore penalizzante per la città di Udine, ma come un valore aggiunto di sviluppo economico.
In tutta questa discussione ci pare che pochi di questi Signori del Comitato Anti Treno abbiano una vera e propria cognizione della materia, atteso che fino ad oggi nessun studio di fattibilità è stato realizzato e si continua a sparere numeri in milioni di euro come fossero noccioline.
Ci domandiamo poi come possa la politica regionale e nazionale appoggiare una proposta così folle ed integralista, che vorrebbe far spendere 80 milioni di euro della collettività per un’opera del tutto inutile e dannosa per il servizio ferroviario passeggeri del Friuli Venezia Giulia.
Anzi le logiche forse le capiamo molto bene, le solite populiste ed elettoralistiche di chi ha promesso qualcosa in campaga elettorale e ora si vede costretto ad accontentare con 80 milioni di euro uno sparuto numero di residenti, da sempre consapevole dei pro e contro ad abitare in quella zona vdella città, visto che lì il treno è arrivato prima di loro e delle loro case.

sabato 23 novembre 2013

Arriva il primo freddo e puntuali arrivano i ritardi

E’ stata una giornata pesante per il trasporto ferroviario in Alto Friuli quella di ieri venerdì 22 novembre. 
Ben 8 ritardi oltre i 10 min. sono stati rilevati sui 24 treni circolanti lungo la Udine-Tarvisio, come emerge dalla seguente tabella. Si va dai 10 ai 59 minuti fatti registrare dal R. 2862 Udine-Tarvisio. 

RITARDI >10 MIN. LINEA UDINE-TARVISIO DEL 22.11.2013
RV n. 6018 - p. 7.32
Udine-Carnia
Ritardo 17 min.
R n. 5982 - p. 12,00
Udine-Carnia
Ritardo 10 min.
R. n. 5980 - p. 5.20
Udine-Tarvisio
Ritardo 10 min.
R. n. 2862 - p. 18.47
Udine-Tarvisio
Ritardo 59 min.
R. n. 6034 - p. 20.00
Udine-Carnia
Ritardo 28 min.
R. n. 33713 - p. 8.20
Carnia-Udine
Ritardo 10 min.
R. n. 6019 - p. 6.36
Tarvisio-Cervignano
Ritardo 45 min.
R. n. 5981 - p. 5.41
Carnia-Udine
Ritardo 10 min.
Un treno su tre ha fatto registrare quindi ritardo (anche se in realtà anche gli altri convogli hanno maturati ritardi inferiori ai 10 min. Ad esempio il R. 6019 Tarvisio-Udine delle 6.36, uno dei più affollati ha maturato all’arrivo a Udine un ritardo di 8 min. 
Il dato di venerdì va in controtendenza rispetto al trend positivo registrato da ottobre. 
Se è vero che non si registrano soppressioni, purtroppo aumentano i casi di ritardi >10 min., 19 da inizio mese, facendo lievitare l’indice di disservizio sopra al 3%. 
Segnaliamo che da almeno due settimane il R. 5983 Carnia-Udine delle ore 8.20 viene deviato lungo la linea di cintura dopo Bv. Vat a causa di alcuni lavori di manutenzione dei passaggi a livello. 
Il treno ha cambiato numerazione (R. 33713) e dagli orari pubblicati on line da Trenitalia l’arrivo programmato è stato spostato alle ore 9.11 (anziché delle ore 9.01 previsto dal R. 5983). 
Nessuna informativa è stata fornita all’utenza, ne in stazione ne a bordo treno circa il ritardo di 10 minuti rispetto alla traccia del R. 5983, oltre al fatto che l’orario delle 9.11 non viene quasi mai rispettato. 
Il ritardo in questione sta determinando significativi disagi all’Utenza, ignara della deviazione e della durata dei lavori. Per questo abbiamo già segnalato alla Regione la situazione, chiedendo di avere una risposta in merito.
Questa deviazione da l’idea di ciò che succederebbe se tutto il traffico passeggeri della Udine-Tarvisio venisse deviato lungo la linea di cintura, così come vorrebbe il Comitato Anti Treno. 
Facendo l’esempio concreto del R. 5983 il quale percorre la tratta Carnia-Udine in 41 minuti, ora con la deviazione lungo la linea di Cintura, la durata del viaggio passa a 51, comportando un aumento di oltre ¼ della durata del viaggio. 
Se poi si prende in considerazione il caso di Tricesimo S.P., stazione più vicina al capolinea, la questione è ancora più ridicola: il treno parte alle ore 8.47 e per percorrere la breve distanza fino a Udine ci impiega la bellezza di 24 minuti, lo stesso tempo che oggi si impiega a fare la tratta Gemona-Udine. 
A voi ogni commento …

venerdì 22 novembre 2013

Udine-Vienna, ufficiale il ritorno del treno Eurocity

Sarà finalmente potenziato il servizio ferroviario transfrontaliero verso l’Austria.
Dal 15 dicembre, oltre al consueto collegamento Mi.Co.Tra. Udine-Villach, e alla conferma dei due EuroNight Vienna-Venezia S.L., sarà attivo un collegamento diurno con la capitale austriaca. Udine e Tarvisio Boscoverde le uniche fermate intermedie in Friuli.
La notizia circolava già da qualche settimana, ma ora è diventata ufficiale.
E' stato così ripristinato l'Eurocity Venezia-Vienna, tagliato a dicembre 2009, dopo un’intesa fra Trenitalia e Öbb, la compagnia ferroviaria federale austriaca.
Dal 15 dicembre prossimo sarà quindi attivo il collegamento, con servizio di prima e seconda classe e minibar come di seguito specificato:
- EC 30 partirà da Venezia Santa Lucia alle 15.59 con arrivo a Wien Meidling alle 23.27 (fermate a Udine alle ore 17.42 e Tarvisio alle ore 18.41);
- EC 31 partirà invece da Wien Meidling alle 6.30 del mattino, con arrivo a Venezia Santa Lucia alle 14.05 (con fermate a Tarvisio alle ore 11.12 e Udine alle ore 12.16).
Confermati come detto anche i due collegamenti EuroNight:
 - EN 237: Wien Westbahnhof partenza ore 20.56 e arrivo a veenzia Santa Lucia alle ore 8.25 (fermate a Tarvisio alle ore 5.08 e Udine alle ore 6.23);
- EN 236: Venezia Santa Lucia alle 20.57 e arrivo a Wien Westbahnhof alle 8.10 (fermate a Udine alle ore 22.45 e Tarvisio alle ore 23.59).
L’offerta del servizio transfrontaliero è completata dal collegamento Mi.Co.Tra, il quale collegherà Udine a Villach con 4 treni giornalieri.

mercoledì 20 novembre 2013

Il perché ci opponiamo al progetto del Comitato Anti Treno di Laipacco

Di seguito pubblichiamo il testo del documento  consegnato ai referenti del Comitato Anti Treno durante l’incontro di ieri sera svolto a Udine.
All’incontro erano rappresentati tutti i Comitati Pendolari regionali, i quali con serenità e pacatezza hanno illustrato le ragioni del loro NO ! al folle progetto che vuole eliminare la tratta Bv. Vat-Udine e che vede il treno come un mezzo che divide. 
Da sempre la ferrovia è sinonimo di sviluppo economico e di mobilità sostenibile. E’ assurdo che qualcuno per il proprio interesse personale chieda in maniera egocentrica l’eliminazione di una tratta ferroviaria che esiste dal 1886, ben prima che si edificassero le case ! 
Invitiamo a leggere con attenzione il comunicato, condiviso anche da autorevoli esperti in materia, come l’ing. Carollo. 
Senza polemizzare ci pare insostenibile ogni posizione pseudo ecologista del Comitato Anti Treno sostenuta peraltro da esponenti di Legambiente Udine: quando si arriva ad affermare che il treno genera polveri sottili crediamo che ogni commento diventi inutile, perchè si è ben oltre il ridicolo! 
Buona lettura 

Perché i Comitati Pendolari del Friuli Venezia Giulia rigettano le posizioni del Comitato Antitreno:
1. Congiuntura economica: dare ordine alle priorità 
2. Soluzioni più economiche 
3. Paranoie ambientaliste 
4. Fattore Nimby 
5. Ferrovia è una rete: unisce, non divide 
Come ben esposto dal Signor Luigi Bianchi, ex dirigente FS ora in pensione, l’opzione di eliminare definitivamente la tratta di ferrovia che unisce la stazione di Udine fino a Bivio Vat è antieconomica. RFI, per completare l’opera di circonvallazione ha proposto un preventivo di circa 80 milioni di €, garantendo quindi il transito di tutti i treni, regionali e merci sulla linea esterna che da Udine Parco, con una lunga deviata esce dalla città per congiungersi dopo Vat alla ferrovia Pontebbana. 
Al momento attuale 80 milioni di € corrispondono più o meno ai soldi che servirebbero per il raddoppio della linea a binario unico tra Udine e Palmanova, opera strategica per diversi motivi: 
- Potenziamento dello Scalo di Cervignano e realizzazione del corridoio UE Baltico Adriatico 
- Velocizzazione dei treni regionali per i pendolari sulla tratta Tarvisio – Trieste 
- Collegamento veloce per la futura fermata Ronchi Aeroporto 
Scialacquare questi denari pubblici per le esigenze di un migliaio di cittadini, che hanno firmato una petizione senza probabilmente conoscere tutte le questioni che sottostanno ad una scelta proposta da una minoranza esigua di cittadini del territorio regionale è una pura follia. 
La soluzione più economica, se si volesse, sarebbe quella di realizzare quella linea di trincea tra Vat e Udine che consentirebbe di rimuovere in un sol colpo i cinque passaggi a livello, interrare la linea, fluidificando il traffico automobilistico cittadino e garantendo un transito più veloce e sicuro dei treni. 
Quest’opera doveva infatti essere già realizzata negli anni Novanta, quando i soldi c’erano… 
Ora invece questo comitato di cittadini, di cui probabilmente solo un numero ristrettissimo ha cognizione di causa o utilizza una ferrovia con una certa frequenza, vorrebbe spendere questi denari per chiudere per sempre la linea in questione e deviare tutto sulla linea di circonvallazione. 
Sostiene inoltre, questo comitato, che la ferrovia è una frattura che separa la parte orientale della città di Udine, isolandola. 
Noi siamo pendolari, assieme sommiamo all’incirca 500.000 km treno percorsi in 10 anni: vogliamo, solo per citare un esempio banale, calcolare quanto smog è stato risparmiato alla comunità? 
La linea ferroviaria percorsa attualmente dai treni regionali tra Tarvisio, Udine e Trieste consente di raggiungere per non pochi pendolari il capoluogo di regione in circa 2 ore e 10 minuti. Pur essendo d’accordo sullo spostamento dei treni merci sulla linea di cintura, non comprendiamo i motivi per i quali 22 treni giorno feriali dovrebbero impiegare 5-6 minuti in più per entrare in stazione da Udine Parco e passare il fascio di binari della stazione per posizionarsi nei binari 7-8 per proseguire verso Palmanova, Cervignano, Monfalcone, Trieste. Una perdita di 8-10’ incomprensibile e dannosa per chi come noi utilizza il treno come il pane e vuole ridurre i tempi di percorrenza
Oppure come cittadini preferite avere più gente sulla SS13? 
Ci sono misure ancora più economiche che possono essere intraprese dal gestore della rete ferroviaria: utilizzare sistemi ancora più avanzati per ridurre il tempo di chiusura dei PL, applicare all’infrastruttura dei sistemi di riduzione dei rumori. Molte sono le scelte applicabili per pesare meno sui centri abitati, ma guai a pensare che una ferrovia è un disagio per i cittadini. A meno che non si abbia una visione “udinecentrica” e "immobiliar patrimoniale", per la quale tutto ciò che disturba il proprio orticello va cancellato a colpi di petizioni molto poco chiare. 
La ferrovia Pontebbana costata oltre 1.000 miliardi di lire e inaugurata a dicembre del 2000 fa parte di un corridoio europeo di enorme importanza per la nostra regione, in grado di far transitare oltre 220 treni al giorno. 
La linea risulta strategica in quanto collega città europee come Salisburgo, Vienna, Monaco, Varsavia, Hannover, Amburgo mentre la visione sopra citata è davvero limitata perché non considera tutti gli elementi per assumere una decisione equilibrata che possa contemperare gli interessi di chi utilizza il treno e quella dei residenti.. 
La critica ambientalista sfiora poi il ridicolo. Polveri sollevate, rischio dei carri cisterna, velocità dei treni… Ma dove vivete? Vogliamo parlare di Viale Trieste? Dello smog, del rischio per i ciclisti, dei fumi derivati dai nostri riscaldamenti? 
Portare i treni merci sulla linea di cintura è logico perché consente di ridurre decisamente il numero di treni giorno che transitano tra Vat e Udine, ma non si venga a criticare questo mezzo di trasporto con assurde tesi ecologiste perché l’ipocrisia non è il nostro pane quotidiano. 
I comitati dei pendolari regionali del FVG si opporranno quindi a tutte le iniziative volte a eliminare la linea ferroviaria tra Vat e Udine per i motivi sopra citati per quanto riguarda il servizio ferroviario del trasporto pubblico locale.

sabato 16 novembre 2013

Treni nuovi Caf: primavera 2014 data di entrata in esercizio

Entreranno in servizio la prossima primavera i nuovi otto elettrotreni Civity ETR 563 acquistati dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
L’investimento di oltre 80 milioni di euro prevede l’acquisto di 12 treni dalla spagnola Caf (Construcciones y Auxiliar de Ferrocarriles), 8 già di fatto consegnati e fermi a Trieste Centrale e Cervignano e altri 4 abilitati per l’esercizio anche sulle reti slovena ed austriaca, che verranno consegnati nel corso del 2015.
Gli otto nuovi Civity ETR 563 hanno una lunghezza di quasi 92 metri, una capienza di 296 posti a sedere ed una velocità massima di 160 chilometri all’ora e andranno a sostituire le obsolete Ale 801, in servizio da quasi quarant’anni.
La data dell’entrata in esercizio è stata ufficializzata dall’Assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Mariagrazia Santoro, al termine della riunione avuta a Roma con i rappresentanti dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza ferroviaria (Ansf) e della stessa azienda costruttrice basca.
Una riunione, come ha dichiarato Santoro, voluta dalla Regione per cercare di risolvere una situazione di forte criticità che «si trascina ormai da troppo tempo, a tutto discapito della numerosissima utenza regionale, in buona parte pendolari, che fruisce quotidianamente del Tpl su ferro».
L’incontro nella capitale ha permesso di condividere con l’Ansf e Caf un dettagliato cronoprogramma che consentirà alla Regione Friuli Venezia Giulia di verificare gli impegni sin qui assunti ma soprattutto, ha indicato l’assessore, «di concludere entro il prossimo mese di marzo le pur complesse procedure per l’omologazione dei treni, un passaggio indispensabile per la successiva messa in esercizio degli otto ETR».
La notizia circolava già da alcune settimane tra gli addetti ai lavori: con tutta probabilità il cronoprogramma delle operazioni di omologazioni permetterà l’effettiva messa in esercizio dei nuovi mezzi a maggio 2014, quando anche l'addestramento del personale sarà concluso.
Un ritardo di un anno e mezzo che a nostro parere non può essere tollerato e giustificato dalla solita burocrazia. Una commessa di oltre 80 milioni di euro non rispettata nei termini deve necessariamente avere delle responsabilità, oppure a pagare sarà sempre Pantalone?
Vogliamo conoscere i motivi reali di questo ritardo, che a nostro parere non può essere scaricato solo sul costruttore Caf, forse l’unico soggetto veramente interessato all’immediata messa in esercizio dei mezzi, visto che fino a tale data non verrà pagato per il residuo prezzo.
Una partita gestita male, malissimo da tutti, ma dalla Regione in particolare che ha "dormito" sperando forse che qualcun altro togliesse le castagne dal fuoco ... Troppo tardi il ravvedimento della politica, avvenuto solo dopo le denunce apparse sulla stampa e le sollecitazioni dei Comitati dei Pendolari.
Si è detto che gran parte dei problemi sull’omologazione discendono dal fatto che l’ETR 653 è un modello nuovo per l’Italia e pertanto dalle difficoltà riscontrate dall'Ansf in sede di omologa; peccato però che il Trasporto Ferroviario del Montenegro (Željeznički prevoz Crne Gore) abbia acquistato gli stessi e identici treni dopo di noi e oggi questi mezzi sono già stati omologati e già circolanti lungo la tratta Podgorica-Niksic …
Attendiamo quindi risposte, anche nelle sedi istituzionali competenti, perché gli 80 milioni di euro appartengono alla fiscalità collettiva regionale e quindi da contribuenti vogliamo capire i motivi di questo ritardo e soprattutto vogliamo che qualcuno si assuma la responsabilità, concetto poco conosciuto dalla nostra politica e soprattutto dalla nostra pubblica amministrazione.
Il prossimo 15 dicembre partirà il nuovo orario cadenzato anche in Friuli Venezia Giulia; per ora circolano tante anticipazioni di difficile lettura e interpretazione, ma di ufficiale ancora non si sa nulla.
Di certo il cadenzato, come per il vicino Veneto, determinerà una vera e propria rivoluzione negli orari e quindi nelle abitudini degli oltre 20.000 pendolari friulani.
E’ un peccato che in questo impostante “passo” i Comitati dei Pendolari non siano stati minimamente interpellati e consultati previamente da Regione e Trenitalia.
Per questo il Coordinamento dei Comitati Pendolari regionali (Comitato Pendolari Alto Friuli, Comitato Pendolari spontaneo FVG e Comitato Nodo di Udine) si riunirà la prossima settimana per fare il punto della situazione e probabilmente richiedere un incontro urgente con l’Assessore Santoro. E' necessario infatti avere risposte in ordine alle tante questioni in sospeso dalla questione tariffe 2014, alla situazione contrattuale di Trenitalia (applicazione delle penali 2012 non ancora comunicate), all'avvio del piano stazioni minori (dove sono già disponibili 400.000 euro) alla Gemona-Sacile, questione che pare esser passata nel dimenticatoio.
Da ultimo rileviamo che anche i dati parziali del monitoraggio di novembre denotano una buona tenuta della qualità del servizio lungo la Udine-Tarvisio: dopo i buoni risultati di ottobre anche a novembre il trand rimane positivo, senza soppressioni e con ritardi minimi contenuti.
Pensare che da quasi un anno disponiamo di 8 nuovi treni in grado di garantire una maggior affidabilità al servizio, una maggior velocità commerciale e un migliore confort di viaggio, non fa altro che aumentare il magone dei pendolari.

domenica 10 novembre 2013

Moretti: biglietti più cari nelle ore di punta

È questa la proposta dall'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, definita da lui stesso «impopolare», che passa da «fasce tariffarie differenziate come ci sono negli altri Paesi, con sistemi di incentivazione e disincentivazione di certi orari»
I biglietti dei treni più affollati, in altre parole, dovrebbero costare più degli altri. Inoltre, secondo l'Ad delle Fs, «bisogna iniziare a ricostruire i regimi degli orari di attività delle grandi città» spalmando su due o tre orari «l'inizio di università, scuole e amministrazioni in modo neutralizzare l'effetto ora di punta», così come fanno «in tutte le grandi città», spiega Moretti. 
Subito insorgono le associazioni dei consumatori Federconsumatori e Adusbef, che intravedono dietro le fasce tariffarie differenziate «un'intollerabile stangata a carico dei cittadini costretti a viaggiare in condizioni inumane su convogli sporchi, vetusti e sovraffollati». Le due associazioni chiedono «concreti investimenti per l'implementazione del servizio, per la manutenzione e la messa in sicurezza della rete, non certo una presa in giro di questo genere». 
Il tema degli investimenti è un altro fronte caldo per l'amministratore delegato delle Fs. «Stiamo già investendo quasi 3 miliardi per comprare treni locali, peccato che dalla politica non abbiamo visto un centesimo», afferma Moretti annunciando che proprio a tpl e infrastrutture saranno destinati gli introiti della nuova tranche di bond da 750 milioni emessa «probabilmente entro fine anno. Ma «sui servizi di mercato dobbiamo fare tornare i conti», aggiunge il dirigente, e protestare contro i tagli dei treni è «come chiedere a chi produce auto di regalarle», risponde ai presidenti delle Regioni che gli hanno contestato la soppressione di 12 Intercity. 
«Mi permetto di ricordare che Ferrovie non a caso si chiamano ancora «dello Stato», interviene il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D'Angelis: «È una holding pubblica che giustamente deve far quadrare i suoi conti con una gestione sana e industriale come sta facendo da qualche anno, ma non può tirarsi fuori dai problemi e dalle emergenze del trasporto pubblico».
Intanto, i conti delle Ferrovie vanno bene, «molto bene» secondo Moretti nei primi nove mesi dell'anno, dopo l'utile di 278 milioni con cui si è chiuso il primo semestre
Ringraziamo l’ing. Moretti per questa ennesima perla di saggezza. Effettivamente non ci bastava sapere che la strage di Viareggio con i suoi 32 morti (dove lui è uno degli imputati) è stato un “spiacevolissimo episodio”, o che il costo dell’abbonamento è talmente basso che “50 euro al mese non vuol dire nemmeno un caffè al giorno”... L’uomo è fatto così, ormai lo conosciamo bene.
Lui è l'unico dirigente che si lamenta di avere troppi clienti e che si diverte a offendere i pendolari in ogni occasione. Ma la vera e propria vergogna è quella dei nostri politici che in questi anni hanno concesso carta bianca a questo soggetto: lo scorso agosto Moretti è stato riconfermato dal Governo per il terzo mandato consecutivo alla guida di FS, elevando così la figura del sommo Ingegnere a vero e proprio Ministro dei Trasporti.
Sfatiamo per cortesia il falso mito che le FS sono private, in quanto il 100% delle azioni della società sono detenute dal Ministero del Tesoro ! Le FS è una società interamente a capitale pubblico, di fatto che opera ancora in regime di monopolio, dove il management è nominato dal Governo. 
Se veramente vogliamo cambiare la politica dei trasporti di questo Paese, si deve avere il coraggio di staccare la spina a Moretti, garantendo quella discontinuità gestionale che possa permettere un radicale rinnovamento dei vertici di FS
Moretti non è l’icona imprenditoriale di questo Paese e solo un mediocre dirigente, ex sindacalista, che ha sfruttato l’occasione che gli è stata data dalla politica, l’unica vera responsabile di questo sfacelo, ancora incapace a dirimete il conflitto d’interessi esistente tra la gestione della rete (oggi in mano a RFI) da quella del servizio (Trenitalia). 
Bisogna avere il coraggio di investire “sulla base” del servizio, ovvero sui pendolari, su quei 3 milioni di Cittadini paganti, che ogni giorno usufruiscono il treno e che rappresentano i clienti più affezionati di FS, oltre che i Cittadini più virtuoso di questa Repubblica fondata sull’automonbile! 
Si rinvesta pertanto l’utile da subito per rinnovamento di treni e infrastrutture e la si finisca di utilizzare le Regioni come bancomat per il servizio ferroviario regionale.

giovedì 7 novembre 2013

In arrivo nuovi monitor informativi nelle stazioni della Udine-Tarvisio

L’amico Fabio ci ha segnalato un’interessante news, pubblicata sul sito delle Ferrovie dello Stato dal Titolo: "Venezia - Udine - Tarvisio: rinnovato il sistema di informazioni al pubblico da Sacile a Tarvisio 
La notizia risale allo scorso 11 ottobre: "Completamente rinnovate le periferiche video nelle stazioni da Sacile a Tarvisio sulla linea Venezia - Tarvisio. 
Ottanta periferiche video digitali distribuite sui marciapiedi dei binari e nelle sale d’attesa delle stazioni per una migliore visibilità delle informazioni ai viaggiatori. 
I nuovi monitor, che sostituiscono quelli a tubo catodico, utilizzano la tecnologia LCD a matrice attiva (TFT) e presentano un’alta risoluzione dell’immagine unita a un’ottima luminosità e resa cromatica. Sono dotati di vetro antivandalico e, grazie a un particolare processo costruttivo, permettono un significativo miglioramento nella leggibilità anche in presenza di luce solare incidente, con un abbattimento dei fenomeni di riflessione di oltre il 70%. 
Duecentoventimila euro l’investimento di Rete Ferroviaria Italiana. 
 L’installazione dei monitor completa il programma di interventi per il miglioramento del sistema di informazioni al pubblico sul territorio regionale per la linea Venezia - Tarvisio. 
In precedenza era stato completamente rinnovato quello della stazione di Udine (febbraio 2011, per un investimento di oltre 970mila euro) e completata l’installazione degli apparati di interfaccia fra il Sistema di Comando e Controllo (SCC)* della direttrice Mestre - Udine - Tarvisio con il Controllo Circolazione Linee (CCL)** Udine - Trieste, Udine - Palmanova e Udine - Bivio Cividale - PM Vat (gennaio 2013, per un investimento di 100mila euro) 
L’erogazione delle informazioni ai viaggiatori è ora completamente automatizzata, le notizie relative alla circolazione dei treni risultano più esatte e tempestive, particolarmente in caso di situazioni perturbate." 
Ad oggi tale intervento non appare ancora concretizzato, tuttavia aspettiamo con fiducia questa bella novità.

domenica 3 novembre 2013

Monitoraggio: ottobre si conferma il miglior mese per Trenitalia

Anche quest’anno ottobre si conferma il miglior mese per qualità espressa nel servizio ferroviario della linea Udine-Tarvisio. 
Se nel 2012 le soppressioni sono state zero, anche quest’anno l’indice di affidamento è rimasto al palo, atteso che le 7 soppressioni registrate il 18 ottobre non sono conteggiabili causa sciopero. 
Un ottimo risultato, merito senza dubbio dell’impegno di Trenitalia, che ha migliorato la gestione della manutenzione dei mezzi e del personale, sempre più condiviso con quello veneto.
Zero soppressioni, è dall'affidabilità del servizio che si deve partire per offrire all'utenza efficienza e qualità. 
I dati che riguardano la puntualità rilevano 14 ritardi superiori ai 10 minuti (stesso dato di settembre), mentre lo scorso anno erano stati 6. Il risultato migliore da aprile ad oggi. 
L’indice di disservizio di ottobre (soppressione + ritardi >10 min.) è pari al 2,29% sui 609 treni circolati lungo la Udine-Tarvisio, molto al di sotto della media 2013, che si attesta al 4,34%. 
Una performance che ci da fiducia, ma non può far scendere il livello di guardia, atteso che il “General Inverno” è alle porte e si sa che con il freddo i vecchi mezzi iniziano a sentire i problemi dell’età ... 
Di positivo c’è la tenuta del servizio grazio all'impegno di Trenitalia, ma questo senza l’arrivo dei nuovi treni non basterà ad evitare nuovi tracolli vista la vetustà dei treni circolanti. 
Per la prima volta dall'inizio dell’anno abbiamo rilevato anche lungo la nostra linea casi di sovraffollamento, causati in alcuni casi dalla ridotta composizione dei treni, ma anche da un marcato aumento dell’utenza. 
Lo diciamo da alcuni mesi che la crisi economica sta facendo riscoprire a tanti il treno come mezzo di trasporto. Questo è l’ennesimo motivo per cui la politica dovrebbe investire ora risorse sul trasporto pubblico locale, evitando tagli alle corse o aumenti tariffari. 
E’ ovvio che a base di tutto deve esserci un chiaro indirizzo politico. Le recenti notizie apparse sulla stampa circa la possibile soppressione degli intercity, la probabile conferma del Mi.Co.Tra. Udine-Villach, il ritardo nella messa in esercizio dei nuovi treni CAF, la mancanza di notizie circa l’avvio del bando di gara per l’affidamento del servizio a partire dal 2015, lo stanziamento di 400.000 euro per l’avvio del progetto pilota “Piano Stazioni Minori”, l’assordante silenzio sulla questione della Gemona-Sacile, la mancanza di trasparenza nella diffusione dei dati del contratto di servizio vigente (soprattutto in ordine all'applicazione delle penali contrattuali 2012 e al loro utilizzo), e l’assurda volontà di investire ingenti risorse (70 milioni di euro) sul nodo di Udine, anziché privilegiare le vere emergenze ferroviarie di questa regione, quale ad esempio il raddoppio della Udine-Cervignano, non fanno altro che rendere il quadro generale sul trasporto ferroviario molto nebuloso, con poche notizie positive e molte incognite. Non ultimo l’avvio dell’orario cadenzato dal prossimo dicembre. 
Il momento richiede decisioni: la Presidente Serrachiani ha annunciato che il Friuli Venezia Giulia "dovrà tirare la cinghia nei prossimi anni" ... 
Bene, condividiamo al 100% il concetto, l’importante però che si incominci a mettere a dieta chi in questo momento ha la pancia piena e non certo chi soffre già di malnutrizione … 
Per fare questo serve coraggio, ma soprattutto serve ascoltare chi utilizza ogni giorno il treno, se invece si continuerà secondo le solite logiche della politica, il servizio ferroviario del Friuli Venezia Giulia non riuscirà mai a fare il salto di qualità e l’Italia ferroviaria terminerà sempre a Mestre ! 
Da parte nostra invitiamo a utilizzare il treno, perché è conveniente, virtuoso e rilassante rispetto all'auto ! Politici date l’esempio e lasciate a casa quelle orrende auto blu. W il treno !