Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

mercoledì 30 gennaio 2013

Testimonianze di occasioni perdute: Udine e i suoi passaggi a livello.

Torniamo sull’argomento della protesta Anti-Treno, viste le polemiche che si sono scatenate dopo la nostra presa di considerazione. La nostra contrarietà tuttavia non è l’unica: anche il Comitato Pendolari FVG e alcuni Amministratori si sono dichiarati contro la protesta, motivando il perché. Per capire la genesi e come si sia arrivati qui pubblichiamo un significativo contributo dei Comitato Pendolari

“Bisogna ripercorrere la storia della nostra città per conoscere le origini e le cause della situazione attuale: ho avuto il piacere di ricevere la risposta dell’Ingegnere Roberto Carollo, libero professionista e responsabile del Museo Ferroviario di Campo Marzio a Trieste in merito a questo post pubblicato ieri. …
Si, corrisponde al vero. Ricordo che nell’ambito della Prestazione Integrata con l’Impresa Pizzarotti che realizzò lo scalo di Cervignano e la Circonvallazione di Udine, nel 1996 (a completamento del tratto “nuovo” da Bivio Cividale a Bivio Cargnacco) si fece pressione per inserire l’interramento della Udine – Vat di cui venne predisposto un preliminare, stimando un costo all’epoca di 60 – 70 miliardi di vecchie lire.
Non se ne fece nulla per le incertezze sui tempi approvativi, visto che le Prestazioni Pizzarotti erano oramai in chiusura. Si è effettivamente persa una buonissima occasione, ma all’epoca il comune di Udine non sembrava particolarmente sensibile alla questione passaggi a livello, come invece lo era stato in passato.
Forse già l’interramento della circonvallazione est attuata tra il 1994 e 1995 era stato ritenuto un gran risultato. Ricordo infatti che la “querelle” sulla Udine – Vat ha una storia antica. Già negli anni ’60 con il progetto di raddoppio della Pontebbana le FS avevano previsto il raddoppio in sede (compatibile con interasse 3,55 m). Opposizione feroce del Comune cui seguì lo stralcio della tratta (la Pontebbana venne raddoppiata da Vat al confine).
Se ne riparlò a fine anni ’70 quando in Regione si avviarono le progettazioni per Cervignano scalo e Circonvallazione. Si ipotizzò di eliminare la tratta in questione ed entrare ad Udine a doppio binario affiancando la Cividale ma la cosa fu scartata per l’urbanizzazione proprio della zona Laipacco.
Si decise lo status quo tanto, si disse, ferroviariamente parlando, abbiamo due semplici binari di ingresso ad Udine che valgono un raddoppio…
E siamo giunti ad oggi… con le incompiute dell’ipotetico scalo di Udine Sud e relativi raccordi”. …
“Concordo con Voi che il transito in Circonvallazione di merci pericolose è senz’altro un provvedimento ragionevole a titolo precauzionale. Le altre richieste del comitato sono paranoia. Chi parla di poveri sottili forse gira per Udine in SUV…
A chi parla di sopprimere la tratta gli chiederei se d’estate per andare al mare a Lignano da Udine passa per Gemona….
Ben venga il Comitato per eliminare quei maledetti passaggi a livello ma bisogna insistere per l’unica soluzione razionale e logica, l’INTERRAMENTO, con tutti i vantaggi per sicurezza, rumore, percorrenze, recupero urbano e servizio ferroviario.
Ho ricordato più volte la pericolosità di chi sollecita soppressioni di linee ferroviarie perché troppo vicine al proprio orticello, con conseguenze se attuate di renderne poi impossibile il recupero. Ricordiamo sempre la Treviso-Portogruaro, soppressa e tenuta chiusa per 30 anni ma poi recuperata appieno, con RFI che la scorsa estate, con il Brennero interrotto, avrebbe auspicato un doppio binario….. Se all’atto della chiusura del 1967 avessimo dato ascolto ai Comitati avremmo solo tante villette con orticello” …

martedì 29 gennaio 2013

Montereale Valcellina: un contributo per il ns. Comitato. Grazie !

Pubblichiamo di seguito un articolo tratto dal Messaggero Veneto del 23 gennaio scorso, che reca una bella notizia per il nostro sodalizio; un riconoscimento che, al di là della consistenza economica, va a riconoscere il lavoro svolto dal Comitato nell’ambito della Staffetta per salvare la linea Gemona-Sacile “Trenitaglia ridacci il nostro treno”. Un lavoro dove il sodalizio è sempre stato in prima fila a trainare non una protesta fine a se stessa, ma un progetto propositivo di sviluppo. 
Ringraziamo di cuore l’Amministrazione comunale di Montearale Valcellina e il Sindaco Anselmi, che con questo atto dimostrano ancora una volta sensibilità verso i Pendolari, dopo l'approvazione dell'Ordine del Giorno a difesa della Gemona-Sacile.
L’esperienza della Staffetta che ha risvegliato e amalgamato le nostre Comunità, deve essere un esempio per continuare a sensibilizzare le Istituzioni a risolvere la questione della Gemona-Sacile.
La soluzione dev'essere il rilancio sostenibile della linea, che deve partire dal trasferimento immediato della proprietà dallo Stato alla Regione, affinchè quest'ultima la gestisca autonomamente in maniera più proficua rispetto a Trenitalia.
Mentra a Udine c'è qualche irresponabile che vuole dimettere una ferrovia, perchè ritenuta una "scocciatura", qui ci sono ben 18 Comuni che farebbero carte false per vedere riaperta la linea, che da sempre è ritenuta uno dei patrimoni socio-economico del ns. territorio.
 
Messaggero Veneto del 23.01.2013: Montereale, fondi comunali mirati al ripristino del treno
MONTEREALE. E’ ancora alta, l’attenzione dell’amministrazione comunale e dei cittadini, per il ripristino della linea ferroviaria Sacile-Gemona, chiusa a luglio 2012 dopo il deragliamento di un treno Minuetto senza conseguenze per passeggeri e personale di Trenitalia.
A poche settimane dalla conclusione delle manifestazioni del comitato dei pendolari e delle associazioni del territorio per la riapertura della linea, il Comune ha deliberato un finanziamento per le attività svolte con iniziative, mostre e striscioni di protesta con lo slogan “Trenitalia ridacci il nostro treno”, che sono stati affissi su tutti i municipi dei centri dove passa la ferrovia.
La giunta del sindaco Anselmi, dopo aver approvato un ordine del giorno contro la chiusura della ferrovia, mozione condivisa da tutti i Comuni pedemontani, ha stanziato un contributo straordinario di 150 euro a favore del comitato pendolari Alto Friuli. La giunta, nell’erogare il contributo, si adopera per mantenere vivo l’interesse di popolazione e comitato pendolari per un rapido riavvio del servizio ferroviario, usufruito soprattutto dagli studenti che frequentano le scuole sacilesi e dai lavoratori pendolari. (s.c.)

lunedì 28 gennaio 2013

Il nostro NO alla deviazione dei treni lungo la linea di cintura. Quali conseguenze deviando i treni?

Ieri si è tenuta la “marcia sui binari” promossa dal Comitato Anti-Treno, il quale ha richiesto che entro 6 mesi venga firmato un protocollo d’intesa con RFI per giungere entro 5 anni alla dismissione totale della tratta ferroviaria da Bivio Vat alla stazione di Udine.
Non nascondiamo che il problema esista, ma le persone che oggi protestano non vivono lì da ieri mattina, ma da decenni e alcuni di loro hanno persino costruito richiedendo l’edificabilità dei terreni vicino alla ferrovia, in deroga alla cosiddetta fascia di rispetto, mentre altri hanno acquistato immobili (a prezzi da saldo) con la consapevolezza dell’esistenza della ferrovia.
Con queste premesse c’è poco da lamentarsi; poi ci sono gli irresponsabili che fanno dell’inutile allarmismo, tirando in ballo la strage di Viareggio, non sapendo che con le nuove normative in materia di sicurezza è più pericoloso un’autocisterna che transita lungo Via Cividale che un treno !
Strano questo Paese, ci sono persone che lottano per riaprire una linea ferroviaria (Gemona-Sacile), mentre altri vorrebbero chiuderne una, perché da fastidio !
Siamo fortemente contrari alla protesta e alle proposte del Comitato Anti-Treno perché strumentali e nate unicamente per fini elettorali di taluni, quasi che qualcuno solo ora abbia scoperto che Udine risulta divisa in due dalla ferrovia …
Non vogliamo scatenare una “guerra fra poveri”, ma al contrario di altri, noi non siamo strumentalizzati e cerchiamo di ragionare a 360°!
Tutti concordano che per l’eliminazione del traffico pesante è necessario far viaggiare il più possibile le merci via ferrovia … ma se poi i treni passano vicino a casa loro, allora diventano pericolosi e allora sono meglio i camion.
La ferrovia Pontebbana è una moderna linea ad alta capacità, potenzialmente in grado di far transitare 220 treni al giorno: oggi ampiamente sottoutilizzata (solo al 40%), nonostante sia costata oltre 1.000 miliardi di vecchie lire.
Pare evidente che la protesta risulti strumentale, soprattutto per l’Amministrazione udinese, che cerca ora di farsi bella, e che nulla ha fatto fino ad oggi in materia ferroviaria, come dimostrato dalla pessima gestione della stazione FS.
Le proposte del Comitato Anti-Treno sono da irresponsabili, che denotano solo la completa ignoranza in materia ferroviaria, forse a causa dell’egoismo e all’ipocrisia di alcuni cittadini, a cui danno fastidio i binari, sorti prima delle loro case, nonché di alcuni Amministratori poco obiettivi e lungimiranti, interessati più alla campagna elettorale che a risolvere i problemi veri.
Se verranno accolte le richieste dei residenti non solo si rischia di non risolvere i problemi, ma si creeranno degli altri, ben peggiori.
La dismissione della linea Pontebbana tra Vat e la stazione e la sua trasformazione in ciclopista cosa comporterebbe? Quanto costerebbe la ciclopista e chi la utilizzerebbe? Serve oppure si fanno opere perché sono di moda?
La deviazione dei treni della Pontebbana lungo la linea di Cintura che conseguenze avrebbe?
  • aumento del percorso di 4km, per gran parte percorribili a soli 30km/h;
  • aumento dei tempi di percorrenza per tutti i treni, sia viaggiatori che merci;
  • si sposterebbe poi il problema del passaggio dei treni in capo ad altri (ovvero sui residenti che vivono vicino alla linea di cintura);
  • aumento dei costi del contratto di servizio fra Trenitalia e Regione FVG;
  • aumento dei pedaggi richiesti del gestore della rete RFI a carico della Regione FVG e delle Imprese ferroviarie merci;
  • aumento delle tariffe per i pendolari (per esempio Udine-Gemona corsa semplice da 3,15€ a 3,80€ e abbonamento mensile da 54,30€ a 61,95€, Pontebba-Udine corsa semplice da 6,45€ a 7,15€ e abbonamento mensile 83,15€ a 89,95€;
  • generale calo dell’attrattività, della competività e sostenibilità economica del trasporto ferroviario, sia per le merci sia per le persone;
  • costo di 70 milioni di euro per lavori di adeguamento della linea di cintura.
Piuttosto che buttare dalla finestra 70 milioni di euro, ammesso e non concesso che si trovino di questi tempi, per realizzare un progetto assurdo, riteniamo che sarebbe più opportuno investirli per mettere in trincea l’attuale linea.
Basterebbe pertanto realizzare in tempi umani (!) i cinque sottopassi ferroviari. Quello di Santa Caterina atteso da 20 anni ad esempio costerà ai Cittadini 3 milioni 980 mila euro …  nel nostro caso invece di sperperare 70 milioni, il problema verrebbe risolto con l’investimento di “soli” 20 milioni !
La realtà è che manca una seria progettazione della mobilità in città, la quale paga da decenni l’incapacità e l’ignoranza dei suoi governanti.

Complimenti alla capotreno del R. 6019: informazione perfetta !

Nei giorni scorsi abbiamo effettuato un monitoraggio a bordo treno per verificare lo standard di qualità delle informazioni fornite a bordo treno.
I risultati verranno resi pubblici a breve, ma il trend è nettamente positivo rispetto al passato, sintomo di un inversione di tendenza e di un significativo miglioramento della qualità del servizio.
A tal fine segnaliamo il perfetto comportamento tenuto oggi dalla capotreno del R. 6019 Tarvisio-Udine delle ore 6.36, la quale ha svolto un’informazione perfetta, avvisando i viaggiatori a bordo treno.
L'informazione è stata fornita a voce direttamente dalla capotreno atteso che il sistema automaticvo ObOE probabilmente non funzionava a bordo della vecchia Ale801. L'informazione è stata fornita rispettivamente in ordine:
- al tragitto del treno e delle corrispondenti fermate;
- a Tarcento, gli utenti ivi saliti, sono stati avvisati che potevano acquistare il biglietto a bordo, attesa l’impossibilità ad utilizzare in stazione la biglietteria self service;
- prima di raggiungere Udine, i viaggiatori sono stati informati in ordine alla coincidenza con il treno RV n. 2449 delle ore 8.07 per Venezia Santa Lucia, con l'indicazione del binario di arrivo del treno e di partenza del RV n. 2449.
Complimenti a questa diligente e professionale capotreno, che ha dimostrato che si può offrire un servizio di qualità.
Ci auguriamo che questo sia un esempio per tutti. 

Donna udinese incinta costretta a scendere dal treno Venezia-Udine. La storia si ripete !

Articolo tratto da UdineToday del 26.01.2013: Donna udinese incinta costretta a scendere dal treno Venezia-Udine
Donna udinese incinta costretta a scendere dal treno Venezia-Udine. Al 5° mese di gravidanza costretta a scendere dal treno Venezia-Udine. La spiacevole avventura è toccata a una giovane donna udinese, che assieme al marito stava rientrando da due giorni di vacanza a Venezia. Alla base della scelta l'inagibilità di tutti i servizi igienici del treno “

Si è conclusa in maniera poco felice la due giorni in laguna di una coppia di giovani friulani, che avevano scelto Venezia per un' occasione speciale.
I motivi per festeggiare erano due: il compleanno della ragazza e un figlio in arrivo, che nascerà tra quattro mesi.
Per celebrare al meglio l'evento era stata scelta la vicina, ma pur sempre suggestiva, Venezia. Per ovvie questioni di praticità il mezzo di trasporto è stato il treno.
All'andata nessun problema, al ritorno invece si sono verificati i disagi.
Una volta saliti sul convoglio numero 2830, con partenza da Venezia Santa Lucia alle 13.04 di venerdì, la ragazza ha avuto una necessità fisiologica -frequente vista la condizione di gravidanza- , ma a causa dell'inagibilità di tutti i bagni del treno non le è stato possibile accedere ai servizi igienici
La cosa è stata segnalata immediatamente al controllore, ma questi non ha potuto far altro che allargare le braccia in maniera sconsolata.
A quel punto la coppia è stata costretta a scendere a Mestre, raggiungere i bagni - a pagamento - della stazione e aspettare il successivo treno per Udine, con tutti i fastidi del caso. Appena arrivati in viale Europa Unita hanno presentato reclamo all'ufficio preposto.

venerdì 25 gennaio 2013

Udine-Vat: un problema ancora irrisolto. Solo promesse da marinaio?

Non abbiamo mai voluto entrare nel merito della questione della protesta Anti-Treno di Udine; una problematica non certamente nuova, ma a nostro parere strumentalizzata da politici in evidente frenesia elettorale.
Domenica si terrà l’annunciata marcia sui binari, alla quale parteciperanno politici cittadini e regionali e i candidati sindaco: una bella vetrina per coloro, come il Sindaco Honsell che, sino ad oggi hanno fatto “0” per il miglioramento del servizio ferroviario in città.
Probabilmente la nostra sarà l’unica voce fuori dal coro, atteso che l’iniziativa non ci trova concordi, innanzi tutti per la forma di protesta prescelta (al limite della legalità qualora si cammini sui binari di una linea attiva), ma soprattutto per i contenuti espressi.
In questo strano Paese sembra quasi che chi grida più forte abbia ragione a discapito degli altri … in realtà la verità va ricercata in anni e anni di errori da parte delle varie Amministrazioni udinesi e di FS.
Il nostro non vuole quindi essere un intervento contro qualcuno, ma solo una critica per fotografare nella maniera più fedele possibile la questione, sollevata ad arte solo ora per evidenti fini elettorali.
Perché ora e non 2 o 3 anni fa? Sembra quasi che qualcuno abbia scoperto ieri che Udine sia divisa dalla ferrovia …
Il Sindaco Honsell e il suo consigliere Matteo Mansi per risolvere l’annoso problema dei passaggi a livello in città hanno avanzato progetti, irrealizzabili da 70 milioni di euro, delegando l’onorevole in pectore e attuale assessore Malisani a ricercare a Roma le soluzioni.
Noi preferiamo partiamo dai fatti veri:
1) la ferrovia Pontebbana taglia Udine dal lontano 1875, quando la città non era così estesa e la ferrovia correva tra i prati.
2) La costruzione della nuova e costosissima linea a doppio binario (anni ‘80 e ’90) è rimasta parzialmente incompleta, atteso che un breve tratto tra la stazione di Udine e il Bivio Vat, lungo circa due chilometri risulta ancora a binario unico.
3) Nel mentre si è costruito ovunque, utilizzando ogni centimetro quadrato di suolo, rilasciando edificabilità anche oltre la fascia di sicurezza della ferrata, in deroga alla normativa, ben sapendo però dell’esistenza della ferrovia. Basti pensare che in via del Bon si è costruito persino un supermercato a ridosso dei binari con il parcheggio prospicente a un passaggio a livello!
Ora è scoppiata la protesta, certamente legittima sotto alcuni aspetti, ma strumentale per altri; alcuni hanno persino tirato in ballo la strage di Viareggio, facendo del puro all’allarmismo, dimenticando che oggi con le nuove normative di sicurezza è più pericoloso il transito di un’autocisterna lungo via Cividale, che il passaggio di un treno.
La questione tuttavia è antica, tanto che Honsell già un paio di anni fa aveva rispolverato l’idea dell’ex Sindaco di Tricesimo Vattori della metropolitana leggera tra Udine e Magnano in Riviera, la quale doveva essere cofinanziata da privati (quali non si sa ancora!). Un progetto assurdo che prevedeva l’eliminazione del tratto da Vat a Udine e la sua trasformazione in ciclopista, depotenziando di fatto la linea Pontebbana. E’ bene sottolineare che quest’ultima è una moderna linea ad alta capacità, potenzialmente in grado di far transitare 180 treni al giorno, ed oggi è ampiamente sottoutilizzata (40%), nonostante sia costata oltre 1.000 miliardi di vecchie lire (516 milioni di euro!).
Tutti concordano che per l’eliminazione del traffico pesante è necessario far viaggiare il più possibile le merci via ferrovia … bene ma se poi i treni passano vicino a casa loro, allora diventano pericolosi e allora sono meglio i camion!
La realtà è che manca una seria progettazione della mobilità: se veramente si vuole decongestionare la città, forse sarebbe più credibile valorizzare ciò che esiste già; realizzare ad esempio una stazione metropolitana a Bivio Vat, similare a quella di San Gottardo, potrebbe facilitare l’integrazione tra treno e bus (es. verso l’ospedale, il polo universitario e la zona a nord di Udine).
Mancano i progetti e le proposte sono da libro sei sogni ! Per questo ci pare che le rivendicazioni della protesta Anti-Treno risultino prive di contenuti, oltre che organizzate in un periodo sospetto da persone, come il consigliere Mansi, alla ricerca di ben altri palcoscenici.
Il problema esiste, ma le persone che protestano non vivono lì da ieri mattina, ma da decenni, e alcuni di loro hanno persino costruito richiedendo l’edificabilità dei terreni vicino alla ferrovia, in deroga alla fascia di rispetto, mentre altri hanno acquistato immobili (a prezzi da saldo) con la consapevolezza dell’esistenza della ferrovia.
Con queste premesse c’è poco da lamentarsi, semmai serve lavorare in sinergia per risolvere i problemi e non crearne degli altri: ci riferiamo alle eventuali modifiche degli orari dei treni passeggeri, che causerebbero disservizi a quei Cittadini virtuosi che utilizzano il servizio pubblico ferroviario in alternativa all’auto.
L’obiettivo dichiarato di chi protesta è far dismettere la tratta ferroviaria che attraversa la città; per farlo servono però 70 milioni di euro. Piccolezze visto il momento economico attuale!
Nel frattempo Rfi, per ridurre i disagi ai residenti, valuterà la possibilità di trasferire una decina di treni merci nella tratta interrata, sottoutilizzata, e di instradare poi la metà dei treni merci sull’asse Cervignano-Risano-Bivio Cargnacco-Bivio Cividale-Vat. Quest’ultima ipotesi, proprio perché avrà ripercussioni sui nodi di Mestre e Tarvisio, richiederà mesi solo per fare le simulazioni e comporterà modifiche a tutti gli orari, compresi quelli del trasporto pubblico locale.
Sarà forse un caso che il Sindaco sostenga oggi le richieste dei residenti del Comitato Anti-Treno e nulla invece abbia fatto per garantire la sicurezza dei pendolari non residenti, che utilizzano la stazione di Udine (oltre 7 milioni di viaggiatori l’anno)?
Dov’era il consigliere Mansi quando sui giornali apparivano quotidianamente le denunce in ordine alla sicurezza della stazione di Udine?
Si ricorderà infatti che la riqualificazione delle pensiline (costata 2 milioni) è stata effettuata tra il 2011 e il 2012 grazie alle nostre lamentele e al nostro esposto all’ASL. Nessun merito ha avuto invece il Comune, che nulla ha fatto per far rimuovere i quintali di eternit che giacevano a danno della salute pubblica sotto le vecchie pensiline.
Non solo, è passato più di un anno dal nostro incontro del 28.10.2011 con il Sindaco Honsell, durante il quale si erano concordate le modalità di intervento per la cosiddetta area del Kiss and Ride, ovvero per quanto riguarda gli attraversamenti pedonali antistanti l’area della stazione FS, dei quali avevamo segnalato la criticità e pericolosità.
Avevamo richiesto la realizzazione di un semplice passaggio pedonale zebrato, in grado di garantire ai pedoni un accesso sicuro in stazione, evitando così di zigzagare tra bus, taxi e auto abusive.
Nulla è stato fatto!
Siamo anni che ci battiamo per una migliore gestione del servizio ferroviario, e conosciamo pertanto le logiche di certi Amministratori e di FS; a naso sappiamo distinguere una promessa da marinaio da una seria. L’unica certezza in questa situazione è la presenza di tanti marinai in attesa di un “imbarco sicuro” … Cari amici del Comitato Anti-Treno state attenti, non credete alle facili promesse di certi "marinai" non vorremmo che l’impegno del Sindaco e dell’operoso consigliere Mansi cessi d’un tratto dopo le elezioni … e tutto resti come prima, relegando le vostre legittime aspettative nel solito cassetto dei sogni.
Qualcuno maliziosamente ha rilevato che i residenti di Via Cividale e via del Bon votino, mentre i pendolari che utilizzano la stazione no in quanto non residenti … Chissà a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca!

martedì 22 gennaio 2013

Dopo la neve, la pioggia ... medesimo risultato: ritardi !

Purtroppo la giornata odierna non è iniziata per il verso giusto e anche questa volta si tratta di problemi di comunicazione verso l’utenza. Il bollettino di guerra odierno presenta pesanti ritardi:
- RV n. 2843 Tarvisio-Udine-Cervignano-Trieste ha maturato un ritardo di 46 minuti;
- R n. 6019 Tarvisio-Udine-Cervignano ha maturato un ritardo di 17 minuti
- R. n. 6018 Trieste-Cervignano-Udine- Tarvisio ha maturato un ritardo di 69 minuti;
- R. n. 5983 Carnia-Udine: ritardo 64 minuti.
Il problema è sorto a Risano, dove forse a causa pioggia, è andato in tilt l’impianto dei segnali.
Il servizio ferroviario in generale è migliorato sensibilmente negli ultimi mesi: confrontando i dati di gennaio 2012 e quelli del 2013, si può dire che stiamo viaggiando su un altro pianeta … tuttavia si può fare di più e soprattutto meglio.
Almeno una volta alla settimana infatti si registra una debacle di FS. Le cause dei disservizi sono le solite: neve, ghiaccio o pioggia, che mettono in sofferenza l’infrastruttura o le vecchie rotabili.
Gli imprevisti fanno parte del gioco, ma arrivare sempre impreparati per “mali di stagione” è inaccettabile: lunedì scorso, a fronte di una debole nevicata (peraltro ampiamente prevista), abbiamo assistito a scene dell’altro mondo, con operatori Rfi costretti a liberare dalla neve gli scambi dei binari con la tradizionale ramazza …
Il vero problema resta però l’informazione all’Utenza: RFI, gestore dell’infrastruttura ferroviaria, dovrebbe rendersi conto che a bordo treno ci sono delle persone che andrebbero rispettate !
Da mesi sosteniamo e sensibilizziamo affinché Trenitalia e RFI migliorino il sistema informativo all’Utenza.
Qualche timido passo avanti è stato fatto, ma serve procedere con maggior decisione, formando inoltre il personale di bordo, spesso messo alla mercè di quello che accade nelle sale di controllo FS.
A tal riguardo comunichiamo che domani si concluderà il monitoraggio sull’informazione a bordo su 8 treni della linea Udine-Tarvisio. Nei prossimi giorni pubblicheremo i risultati, ma la tendenza, rispetto al monitoraggio svolto sui medesimi treni nel novembre 2012, sembra positiva.
Di seguito pubblichiamo la segnalazione di Donatella che testimonia i disagi subiti dall’utenza.

Spettabile Comitato,
mi sento di segnalare una delle varie situazioni incresciose che Trenitalia ci riserva, verificatasi questa mattina. Partiti da Udine alle 7.30 con la linea Tarvisio B.V. / Trieste, ci fermiamo circa a Buttrio in mezzo alla campagna sotto la pioggia battente.
Nessuna persona in servizio passa - né in quel momento né in tutto il viaggio che sarà poi di quasi 2 ore – per informare e assistere i viaggiatori. Le persone sono in pratica imprigionate dentro la vettura senza possibilità alcuna di scendere o cambiare mezzo. Aggiungo che il convoglio utilizzato non era il solito, ma quello più vetusto, con pochi vagoni, con posti a sedere molto stretti e limitati, per cui abbiamo viaggiato con persone in piedi e comunque con i passeggeri particolarmente stipati, “allietati” da una disastrosa rumorosità degli impianti.
Mi rendo conto che chi ha la fortuna di non muoversi con questo tipo di carrozze, non riesca a crederci.
Dopo circa venti minuti ci ha raggiunti l’unico laconico annuncio di tutto il tragitto, “che a causa di problemi alle infrastrutture il treno aveva un ritardo di minuti 20”. Di minuti ne sono passati altri 35 prima di ripartire.
Stigmatizzo sulla scelta della società di annunciare queste situazioni SEMPRE DOPO LA PARTENZA del treno, quando le persone sono costrette a subire senza poter trovare delle alternative per raggiungere in tempo ragionevole il luogo di lavoro e sulla mancanza di QUALSIASI assistenza durante il viaggio.
Per il mio ritardo al lavoro , non certo da me dipendente, non mi resta che affidarmi alla comprensione del mio Ente di appartenenza, che, a mio avviso, insieme a me dovrebbe potersi rivalere su Trenitalia per il danno arrecato.
Vi ringrazio molto per l’attenzione e per il Vostro prezioso lavoro.
Cordiali saluti.
Donatella

lunedì 21 gennaio 2013

Biglietterie Gemona-Tarvisio: riapritele e BASTA !

Torniamo sulla questione della chiusura delle biglietterie in Alto Friuli, atteso che negli ultimi giorni abbiamo ricevuto al riguardo varie segnalazioni di disservizio. La più significativa è quella di Federica, la quale scrive:
 “La chiusura delle biglietterie di Gemona e Tarvisio, è un altro affronto a noi utilizzatori della tratta ferroviaria Udine – Gemona del Friuli – Tarvisio ! Lunedì 15 gennaio, io e le mie colleghe dovevamo comprare i biglietti per la tratta sopra indicata e prendere il treno alle 12.57. Siamo arrivate in stazione a Udine alle 12.40 e ci siamo messe in coda allo sportello. Qui abbiamo avuto una brutta sorpresa, in quanto ci è stato riferito dal bigliettaio dello sportello n. 1 che non è abilitato al rilascio dei biglietti per Gemona del Friuli, e quindi dovevamo spostarci allo sportello 3 o 4. Peccato che questi fossero chiusi! Siamo tornate quindi allo sportello 1, chiedendo cosa dovevamo fare… L’operatore ci ha risposto che non era affar suo, mentre la sua collega preposta allo sportello 4 ha affermato che avrebbe aperto dopo 20 minuti. Ma come è possibile che una biglietteria di capoluogo, come Udine, non rilasci più i biglietti per la tratta ferroviaria dell’Alto Friuli ! Dopo nostra lunga insistenza e arrabbiatura, alla fine l’addetta della biglietteria n. 4 ci ha rilasciato i biglietti, ma che fatica! Speriamo che questo non sia il preludio della chiusura della biglietteria di Udine per noi utilizzatori della tratta ferroviaria Udine – Gemona del Friuli – Tarvisio ! Federica
La segnalazione è stata già inoltrata dalla stessa Utente a Trenitalia. Ci auguriamo che si sia trattato solo di un episodio isolato, che non dovrà pertanto ripetersi in futuro.
QUESTIONE BIGLIETTERIE: è evidente che il problema contingente va risolto e alla svelta anche.
Solo con la riapertura delle biglietterie in Alto Friuli sarà possibile tornare ad offrire all’Utenza un servizio di qualità ed efficiente, evitando la distinzione tra Utenti di Serie A e B!
Dopo la chiusura delle biglietterie, con l’impossibilità ad utilizzare le nuove biglietterie self service (le quali non solo abilitate per l’acquisto dei titoli integrati), fare il biglietto in Alto Friuli sta diventato un’impresa.
Anche le vecchie self service ETF 501 non garantiscono un servizio decoroso, atteso che non sono in grado di emettere tutti i tipi di abbonamento integrato Trenitalia-Saf.
Un esempio pratico è dato dalla ETF 501 presente a Gemona, la quale emette solo biglietti di andata, andata-ritorno, abbonamento settimanale e abbonamento mensile (tutti i giorni). Ebbene, chi acquista un abbonamento mensile Gemona-Udine (lunedì-venerdì, costo di 49,20 €), utilizzando la ETF 501, è obbligato a pagare un mensile tutti i giorni, dal costo 54,30 €.
Questo consegue un maggior costo per l’utente di 5,10 € … facendo due semplici conti il disservizio determina una maggiorazione tariffaria del 10,36%, che sommata all’aumento delle tariffe di inizio anno (pari al 8,5%), sale a 18,86% !!! Un furto legalizzato in favore delle casse di Trenitalia !
Ribadiamo la bontà della linea politica intrapresa dalla Regione FVG in materia di tariffe TPL in questi anni: l’aumento effettivo negli ultimi tre anni è stato infatti pari al 20,60% (6,2% nel 2011, 5,9% nel 2012 e 8,5%), contro aumenti nell’ordine del 20-30% in un solo anno verificati nelle altre regioni (Lombardia, Liguria, Toscana).
Grazie poi all’adeguamento della tariffa integrata Trenitalia-Saf (dal 01.01.2011) e all’eliminazione dell’iniqua maggiorazione SAF, che di fatto comportava un salto di fascia, da 30 a 40 km, i pendolari di Gemona beneficiano ancor oggi di un risparmio medio nell’ordine del 14% circa (90 euro su base annua per un abbonato mensile).
Confrontando le tarifffe del 2013 con quelle del 2010 (clicca sull'immagine qui sotto) si scopre infatti come un abbonamento mensile (tutti i giorni) costa oggi 54,30 €, contro i 61,95 € previsti senza l’adeguamento della tariffa integrata;  un biglietto di andata, oggi si paga 3,15 €, 10 centesimi in meno rispetto al 2010; un abbonamento mensile (lun.-ven.) costa oggi 49,20 €, 25 centesimi in meno rispetto alla tariffa in vigore nel 2010.
Se da un lato le tariffe restano contenute rispetto ad altre realtà, è inaccettabile che Trenitalia non sia in grado di offrire all’Utenza un servizio di biglietteria completo, capace di emettere tutti i titoli di viaggio a causa dell’incapacità aziendale ad adeguare il software delle biglietterie self service.
Ci domandiamo come nel 2013 si possano installare moderne biglietterie e non pensare che lungo la linea Udine-Tarvisio vige una tariffa integrata, diversa da quelle programmate dal software … dei "geni illuminati" indubbiamente, certamente ben pagati però!
Una vergogna senza fine, e come al solito sempre senza responsabili !

domenica 20 gennaio 2013

Diario di un Pendolare. 10° puntata: la neve & Trenitalia, un rapporto difficile!

La nostra Regione - Friuli Venezia Giulia - fa parte della cosiddetta fascia climatica sub continentale, caratterizzata da un’ampia escursione termica annuale con temperature medio-basse in inverno (0°/4° C) ed alte in estate (25°/30° C). Ciò significa che l’inverno è freddo, alcune zone sono addirittura nebbiose, mentre l’estate è piuttosto calda.
Ora, gennaio è un mese che cade in inverno e l’inverno è un periodo dell’anno freddo dove le temperature possono scendere al di sotto dello zero e, quindi, si possono verificare delle precipitazioni nevose.
Questa non vuole essere una lezione di geografia, ma la semplice constatazione che tale tipologia climatica contraddistingue da millenni la nostra regione. Allora sorge spontanea una domanda: “perché, al primo fiocco di neve, i treni smettono di circolare?”
Sono una pendolare come tanti che ogni mattina percorre il tragitto Udine-Pordenone e viceversa per motivi di lavoro. Da anni mi trovo ad affrontare i continui disagi che affliggono la rete ferroviaria regionale, ma quello che è accaduto lunedì 14 gennaio 2013 non riesco proprio a spiegarlo.
Lunedì mattina nevicava copiosamente su quasi tutta la regione. Non si trattava di una bufera siberiana, ma semplicemente di una normale nevicata che può capitare in un mese freddo come gennaio, cioè in inverno. Eppure, lunedì 14 gennaio i treni della linea Trieste-Venezia non circolavano. Il tabellone degli orari segnalava alcune cancellazioni e dei ritardi che si aggiravano dai 30 ai 60 minuti. La spiegazione trasmessa ripetutamente dalla voce metallica era semplice: i treni non circolavano per avverse condizioni atmosferiche.
Guardavo fuori per capire. E’ vero, nevicata abbondantemente, ma non da incidere così negativamente sul traffico ferroviario. Dopo circa due ore di attesa in stazione e aver ascoltato le continue comunicazioni che annunciavano il dilatarsi dei ritardi (da 60 a 70 minuti fino ad arrivare a 110 minuti), mi decisi, assieme a dei colleghi, a raggiungere il posto di lavoro in auto.
Il motivo di tale disagio era dovuto ad un guasto alla linea elettrica. Il Piccolo di Trieste, sul suo sito internet, scriveva “Ore 9.15: il blocco alla linea ferroviaria è dovuto (così dicono) a un guasto elettrico. Non ci sono previsioni per la ripresa del servizio. I tecnici di Fs sono comunque al lavoro” e successivamente “Ore 12.40: rimosso tutto il ghiaccio che ‘incrostava’ i fili elettrici della linea ferroviaria, la circolazione dei treni è ripresa regolarmente. Si scontano, però, i ritardi accumulati questa mattina”.
Se è vero quanto dichiarato dal Piccolo, provo rabbia e vergogna. E’ mai possibile che non venga fatta una manutenzione preventiva sui fili elettrici durante il periodo invernale? E’ mai possibile che a nessun dirigente, tecnico specializzato, etc… passi per l’anticamera del cervello di controllare i fili elettrici durante l’inverno per evitare che si ghiaccino? E’ mai possibile che sistematicamente, per vari e svariati motivi, si debba verificarsi un guasto elettrico lungo la linea Trieste-Venezia?
Pago puntualmente un abbonamento mensile di 67,05 euro, aumentato, a gennaio 2013, di 5,25 euro (ciò significa un esborso annuale maggiorato di 63 euro) per avere un servizio scarso e inefficiente. I treni sono obsoleti, spesso si verificano dei ritardi che superano i 10 minuti senza che vengano nemmeno annunciati, ad un minimo scroscio di pioggia o una semplice nevicata il trasporto si paralizza lasciando nello sconforto i passeggeri.
Mi chiedo se mai gli amministratori di Trenitalia e i politici locali provino un minimo di vergogna per quanto accadde nell’ambito dei trasporti su rotaia. Invece di utilizzare le auto blu per spostarsi (con tanto di autista), dovrebbero talvolta viaggiare in treno come tutti noi pendolari. In questo modo si accorgerebbero dei disservizi, di quanto pesi il ritardo sull’orario di lavoro, soprattutto se si accumula giorno dopo giorno costringendo il lavoratore a recuperare le ore perse. Anche qui sorge un’altra domanda: “quanto contano i pendolari?
Eh già, perché tutti coloro che si spostano ogni giorno in treno lo fanno per motivi di lavoro e di studio e quindi per portare avanti l’economia del Paese. La nostra classe politica dovrebbe riflettere attentamente su questo punto, anche perché l’utilizzo del treno comporterebbe una riduzione del traffico stradale e, conseguentemente, un minore inquinamento. Pare poco? Quel lunedì 14 gennaio ho perso 2,5 ore di lavoro che dovrò recuperare. Chi paga quelle ore? O meglio, chi paga tutte le ore perse e accumulate in questi anni da pendolare? Dove sono i nuovi convogli promessi ripetutamente dalla Regione e mai arrivati? Spesso sul Messaggero si legge che la Regione ha stanziato una quota del proprio bilancio per l’acquisto di nuovi treni, dove sono finiti? Perché nella vicina Austria i servizi ferroviari funzionano perfettamente? Anche da loro nevica ogni tanto, no? Se non si trova al più presto una soluzione a tutti questi disagi, la Regione Friuli Venezia Giulia rischierà di collassare e di rimanere isolata dal resto d’Italia e d’Europa. E’ inutile ragionare in termini di Euroregione se la politica locale non è in grado di efficientare e garantire una normale circolazione ferroviaria.
Le persone sono costrette a viaggiare in auto per raggiungere puntualmente il loro posto di lavoro causando una serie di difficoltà: oltre all’intensificazione del traffico e al maggiore inquinamento, bisogna mettere in conto l’aumento del costo del carburante e la manutenzione del mezzo.
L’art. 4 della Costituzione recita “comma 1 - la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuovere le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Comma 2 - Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Allora lasciateci esercitare tale diritto. Grazie
Anna Bagnarol (Udine)

venerdì 18 gennaio 2013

Stazione di Gemona concessa in comodato al Comune. Si tratta sulla biglietteria

Positivo l’esito del primo incontro svolto mercoledì tra Comune di Gemona, Regione FVG, Trenitalia e RFI in ordine alla questione stazione. Come emerso dalla stampa , il Sindaco Paolo Urbani e il consigliere delegato alla mobilità Andrea Palese, sono riusciti a strappare a RFI il comodato gratuito di alcuni locali della stazione.
Alla riunione, oltre agli amministratori gemonesi, erano presenti l’Assessore Riccardo Riccardi e il funzionario Enzo Volponi per la Regione, il Direttore di RFI, Carlo De Giuseppe e il funzionario di Trenitalia Alessandro Fantini.
Disponibilità immediata da parte di RFI quindi a concedere al Comune il comodato di parte dei locali (sala d’aspetto, atrio piano terra e piano rialzato, servizi wc e ala destra del piano terra).
Un primo passo importante, atteso che con la gestione in house, il Comune provvederà a riaprire i servizi wc, nonché, in collaborazione con la Regione, ad attuare quanto previsto dal Piano Regionale sul Trasporto Pubblico Locale.
L’intendo è quello di integrare fra loro la stazione e il vicino Centro Intermodale dei bus, creando un’unica struttura, che possa fornire al viaggiatore un più facile accesso al servizio TPL, sia su ferro che su gomma, grazie ad esempio a nuovi monitor informativi, o all’apertura del tunnel verso il Centro Commerciale Le Manifatture, dove è a disposizione un ampio parcheggio scambiatore.
Soddisfatto il Sindaco Urbani: “se la stazione sarà gestita dal Comune, si va verso un nuovo modello di servizio pubblico, portato avanti in sinergia da più enti, anche con il contributo dei privati.”
La parola d’ordine degli amministratori gemonesi è intermodalità, per realizzare finalmente quell’integrazione vettoriale treno-gomma tanto discussa, che ad oggi purtroppo lungo la linea Udine-Tarvisio è solo limitata alla tariffa.
QUESTIONE BIGLIETTERIA: le sue sorti sono sospese fino al prossimo incontro, già fissato in agenda (entro la fine del mese), quando Trenitalia e Regione FVG, verificati gli oneri di gestione del servizio, presenteranno una soluzione sostenibile.
Ad oggi Trenitalia, ha fatto sapere il consigliere gemonese Andrea Palese, pendolare e da sempre in prima linea sulle questioni ferroviarie, risulta ancora conduttore dei locali della biglietteria, contratto che prevede il pagamento di un canone annuo di 7.500 euro. “E’ un controsenso – continua Palese - che Trenitalia paghi un affitto alla sorella RFI e non utilizzi i locali, chiudendo un servizio d’utilità pubblico come quello della biglietteria. E’ una questione che nulla ha a che vedere con il buon senso: è assurdo che Trenitalia e RFI, società controllate dallo Stato, chiedano denaro alla Regione o ai Comuni per l’utilizzo della stazione, la quale è stata realizzata interamente con soldi pubblici, questo sistema rasenta ormai l’assurdo.”
Un punto fermo è stato posto: il comodato di alcuni locali in favore del Comune, il quale si assumerà l’onere della manutenzione ordinaria della struttura, parimenti destinata inevitabilmente a un progressivo deperimento.
La stazione da sempre rappresenta uno dei biglietti da visita per ogni città, nonché sin dall’invenzione del treno, costituisce uno dei punti di maggior interesse sotto il profilo socio-economico per ogni Comunità. Per questi motivi è necessario lavorare in sinergia per garantire un servizio di qualità alla collettività, soprattutto in questo particolare momento di crisi, dove il servizio pubblico di trasporto deve essere potenziato per garantire a tutti il diritto di mobilità e spostamento.
Il fatto che Trenitalia sia ancora conduttore dei locali della biglietteria è già un segnale positivo, sintomo che non intende abbandonare Gemona. Ora però servono soluzioni affinché si addivenga a una rapida riapertura, la più auspicabile sarebbe a nostro giudizio un affido diretto sino al 31.12.2014, data in cui scade il contratto di servizio tra Trenitalia e Regione FVG.

mercoledì 16 gennaio 2013

Biglietteria di Gemona: il saluto di Stefania e Salvatore. Sarà un arrivederci? Oggi incontro in Regione

La recente storia della biglietteria di Gemona è fortemente tormentata, fatta di chiusure, battaglie civili, riaperture e purtroppo ancora chiusure.
Dal 2010 al fine 2012 il servizio era gestito da Stefania e Salvatore, due dipendenti della Cooperativa Servizi Valcanale: un servizio senza dubbio efficiente e di qualità, riconosciuto sia dagli Utenti, che dalla stessa Trenitalia.
Come noto a fine anno la biglietteria ha chiuso i battenti e due persone hanno perso il lavoro; non due persone qualunque, ma speciali per noi Pendolari, che con la loro professionalità e cortesia hanno saputo farsi benvolere da tutti.
Non solo qualità umane, ma anche i numeri della biglietteria erano tali da garantire la continuazione del servizio: basti pensare che nel corso del 2012 il fatturato ha superato i 550.000 euro, con un incremento di oltre il 10% rispetto al 2011.
Tante sono state in questi giorni le attestazioni di solidarietà e di stima nei confronti di Stefania e Salvatore; in tanti si sono recati in stazione a salutarli e tante sono state le mail che abbiamo ricevuto, da utenti che hanno voluto così ringraziare questi due ragazzi.
Anche Stefania e Salvatore hanno voluto salutare gli Utenti di Gemona con un semplice biglietto affisso in biglietteria: “un grande grazie ai nostri cari amici pendolari e ai nostri affezionati clienti, per la cortesia, l’affetto e la fiducia dimostrataci in questi 2 anni e mezzo passati insieme, e grazie soprattutto per il sostegno datoci in questo momento difficile. Cari saluti e speriamo sia solo un arrivederci ! Salvatore e Stefania.”
Sappiamo che pendono trattative per far riaprire la biglietteria: proprio oggi il Consigliere Comunale delegato alla mobilità, Andrea Palese e il Sindaco Paolo Urbani, incontreranno il Direttore di RFI, ing. Caldo De Giuseppe, la Direttrice di Trenitalia, ing. Maria Giaconia e l’Assessore Regionale ai Trasporti Riccardo Riccardi.
In tale sede si discuterà del futuro della stazione, atteso che il Comune e la Comunità Montana del Gemonese hanno manifestato un interesse ad assumersi la gestione di parte dei locali. "Una gestione che – a parere di Palese - non può prescindere dall’esistenza di un servizio di biglietteria con operatore".
Il problema contingente è serio e va risolto in tempi stretti, atteso che le attuali biglietterie self-service non garantiscono all’Utenza l’acquisto dei titoli di viaggio integrati Trenitalia-Saf e i punti vendita autorizzati, per orari e per dislocazione, non offrono certamente un servizio di qualità ed efficiente paragonabile a quello della biglietteria.
Rileviamo che dal 1 di gennaio Trenitalia ha ampliato in ogni stazione, ove presente, gli orari delle biglietterie (a Udine gli sportelli resteranno aperti 50 minuti in più, a Casarsa +45, a Cervignano +75, a Codroipo +25, a Gorizia +50, a Latisana +40, a Monfalcone +60, a Pordenone +60, a Sacile +55 e a Trieste +45). A Gemona invece si chiude, nonostante i numeri … perché?
L’auspico di Palese è ottenere il comodato gratuito di alcuni locali della stazione in maniera da sviluppare all’interno alcuni servizi: “in altre regioni con l’operazione Stazioni Minori, RFI ha ceduto gratuitamente il godimento dei locali delle stazioni ai Comuni; se vi saranno le condizioni economiche, siamo pronti ad assumerci la gestione della stazione. Questo - continua Palese permetterà non solo la riapertura della biglietteria, ma anche dei servizi wc, e in generale il potenziamento dei servizi informativi dell’intero Centro Intermodale.
Il battagliero consigliere gemonese ha le idee chiarissime sul futuro della stazione “RFI è disponibile a sperimentale anche a Gemona il sistema informativo già attivo in autostazione a Udine, il quale permette ai viaggiatori di disporre in tempo reale le informazioni di viaggio sia dei bus che dei treni. La gestione in hause permetterebbe di sviluppare anche servizi volti alla promozione turistica del territorio: “per ora è un sogno, ma se ci saranno le condizioni, - chiosa Palese - l'inserimento in stazione di un infopoint dedicato alle attività turistiche dell'intero mandamento della costituenda Unione Montana del Gemonese, potrebbe diventare presto realtà. Un servizio di qualità per il Territorio, che si pone nell’ambito del nostro progetto della Città dello Sport”.
Auspichiamo pertanto che le parti sappiano raggiungere la soluzione giusta nell’interesse dei Cittadini e degli Utenti. I numeri ci sono, la disponibilità delle Istituzioni locali anche, non resta altro che passare dalle parole ai fatti!

martedì 15 gennaio 2013

Gemona-Sacile: primi passi in Commissione Paritetica

Se il nostro intento era quello di sensibilizzare le Istituzioni affinché si mobilitassero per il salvataggio della ferrovia Gemona-Sacile, possiamo dire che un primo risultato positivo è stato raggiunto: la questione è sbarcata a Roma in Commissione Paritetica, organo deputato a risolvere le questioni tra Stato e Regione FVG. Dopo la protesta civile e la mobilitazione di piazza con la Staffetta,"Trenitaglia ridacci il nostro treno", la quale ha percorso tutti i Comuni interessati dalla linea, ieri la Regione FVG, rappresentata dall’Assessore Riccardi ha formalizzato la richiesta di trasferimento a titolo gratuito della proprietà della linea dallo Stato alla Regione, con l'obiettivo di ripristinare il servizio passeggeri a favore dei numerosi pendolari.
Per questo sarà istituito al Ministero dell'Economia un Tavolo che avrà il compito di definire le procedure di trasferimento.
Così facendo la Regione ha raccolto e condiviso le proteste dei Comitati dei Pendolari e dei Comuni attraversati, puntando a individuare una soluzione alternativa a quella di FS.
Come è emerso nella riunione, RFI non dispone delle risorse (3 milioni di euro) per garantire il ripristino del servizio in condizioni di sicurezza, anche di fronte ai costi di esercizio. D'altra parte, ha confermato l'assessore Riccardi, analoghe procedure di trasferimento, di fronte a problemi simili, sono state portate a termine con successo in altre regioni.
Da ciò la decisione di istituire un Tavolo al Ministero dell'Economia, proprio per far tesoro di altre esperienze positive.
Non ci illudiamo certamente che la linea sia già salva, l’obiettivo è ancora lontano dall'essere raggiunto: sarà una corsa lunga e con tanti ostacoli da superare, ma viste le premesse, siamo ottimisti sul risultato finale.
Nel mentre terremo alta l’attenzione e vigileremo passo passo sull’operato delle Istituzioni competenti, sollecitandole ad addivenire al più presto al perfezionamento dell’accordo, che restituirebbe al Friuli il patrimonio della ferrata Pedemontana.
Ci auguriamo da ultimo che tutte le forse politiche, sia regionali che nazionali, continuino a remare nella medesima direzione, sollecitando il Ministero a svolgere gli atti necessari per il trasferimento della proprietà dell’infrastruttura, affinché la Regione possa gestirla in futuro e rilanciarla con una azione mirata.

lunedì 14 gennaio 2013

E' arrivata la neve ...

Forti ritardi si sono registrati nella mattinata di oggi lungo la linea Pontebbana: è’ bastata infatti una debole nevicata, peraltro prevista da giorni, per causare disagi alla circolazione ferroviaria.
Mentre i pendolari mattinieri del R. 5981 Carnia-Udine delle ore 5.41 e del RV n. 2843 Tarvisio-Trieste delle 6.06 hanno subito ritardi minimi nell’ordine di 10/15 minuti, ben peggio è andata agli Utenti del R. 6019 Tarvisio-Udine-Cervignano, in ritardo già di 45 min. a Gemona è arrivati a destinazione con 146 min. di ritardo.
37 i minuti di ritardo invece del R. 5983 Carnia-Udine delle ore 8.20, bloccati a Vat per uno scambio ghiacciato.
Minimi invece i ritardi lungo la direttrice sud-nord: regolare il R. 6018 Udine-Carnia delle ore 7.32, mentre il R. 5982 Udine-Carnia delle ore 12.00 ha segnalato 5 min. di ritardo. Bloccata per ore anche la SS13, dove i bus del servizio integrato Trenitalia-Saf hanno accumulato ritardi da record: il bus TS n. 705 Gemona-Udine delle ore 7.25 ha raggiunto Udine solo alle ore 9.45, bloccato in un mega ingorgo a Tricesimo per oltre 1 ora.
Forti disagi anche sulle altre direttrici regionali.
Per il pomeriggio, prima di mettersi in viaggio, onde evitare brutte sorprese, invitiamo tutti a utilizzare il servizio viaggiatreno: http://www.viaggiatreno.it/viaggiatreno/

sabato 12 gennaio 2013

Gemona-Sacile: qualcosa si muove. Lunedì incontro Stato-Regione FVG

Dopo il successo della Staffetta per salvare la ferrovia Gemona-Sacile, iniziativa come si ricorderà organizzata dal Coordinamento dei Comitati Pendolari con il supporto di tutte le Amministrazioni Comunali coinvolte, le richieste dei Comitati sbarcano ora nelle sedi istituzionali competenti.
La linea risulta chiusa dal luglio 2012 a fronte di una frana. Da allora il servizio è stato sospeso.
Da lì la mobilitazione degli Utenti, i quali chiedono a FS un progetto di rilancio della tratta ferroviaria dopo anni di gestione improduttiva.
La questione non è di facile soluzione, atteso che la chiusura della linea è stata imposta da RFI Spa, gestore della rete e concessionaria della linea sino al 2060.
La partita come più volte detto si gioca unicamente sull’asse Roma-Trieste, essendo la linea di proprietà dello Stato.
Da qui la proposta dei Comitati a far trasferire a titolo gratuito la proprietà della linea dallo Stato alla Regione FVG, affinché quest’ultima la gestisca in autonomia.
Un passaggio tutt’altro che scontato. Il primo passo è l’avvio dell’istruttoria presso la Commissione Paritetica, presieduta dall’on. Manlio Contento.
L’audizione dei vertici di Rfi sulla richiesta della Regione FVG di trasferimento della proprietà sarà all’ordine del giorno della riunione della Commissione convocata per lunedì prossimo al Ministero per gli Affari Regionali, Turismo e Sport.
La Regione FVG sarà rappresentata dall’Assessore ai Trasporti, Riccardo Riccardi, il quale punta a "un procedimento che abbia i tempi più brevi possibili per chiudere una vicenda che ci restituisca anche formalmente un patrimonio che è parte importante della nostra storia”.
Riccardi sarà idealmente il rappresentante dei Comitati, in quanto come dallo stesso dichiarato “rivendicherò, forte la posizione dei Comitati di cittadini, le ragioni di vedere ripristinata la ferrovia Sacile-Gemona chiusa a seguito di un incidente. Se Rfi continuerà a tenere le proprie posizioni la Regione sosterrà la cessione gratuita della rete per verificare le condizioni di rispristinare il servizio ferroviario”.
Attendiamo fiduciosi. Nel mentre i Comitati non mollano la presa e già rilanciano ulteriori iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni in ordine al problema della mobilità ferroviaria in regione.

domenica 6 gennaio 2013

Dal 01.01.2013 adeguamento delle tariffe

Dal 01.01.2013 le tariffe del trasporto pubblico locale in Friuli Venezia Giulia aumenteranno dell’8,5%,un incremento che rispecchia esclusivamente l’inderogabile adeguamento Istat, come previsto dalle vigenti condizioni contrattuali”, ha affermato l’Assessore Regionale ai Trasporti Riccardo Riccardi.
La riduzione dei trasferimenti Stato-Regione avrebbe potuto comportare un vero e proprio salasso per i Pendolari friulani in quanto l’aumento infatti avrebbe potuto essere più consistente, visto che in altre regioni si sono registrati significativi aumenti tariffari con tagli anche alle corse.
In Friuli ad evitare questo scenario, ha contribuito il recente reperimento di risorse finanziarie regionali da destinare al Tpl pari a 10 milioni di euro, che hanno consentito di mitigare notevolmente l’impatto e gli effetti dei previsti tagli di bilancio su questo comparto. Tale incremento, seppur significativo, ancorché sommato all’incremento dello scorso anno (5,9%), risulta comunque nettamente inferiore a quelli posti in essere da altre Regioni negli ultimi due anni, dove il costo del titolo di viaggio è aumentato in un solo anno in media dal 20 al 30%.
Di seguito riportiamo un’interessante comparazione delle tariffe dal 2010 ad oggi lungo la linea Gemona-Udine, ove vige la controversa tariffa integrata Trenitalia-Saf.


Anno 2010*
Anno 2011
Anno 2012
Anno
2013
Differenza %
Biglietto Singolo -  Corsa semplice
€ 3,25
€ 2,75

€ 2,90
€ 3,15
+8,62% rispetto al 2012
- 3,07% rispetto al 2010
Abbonamento Quindicinale (sabato compreso)
€ 35,65
€ 31,75
€ 33,65
€ 36,50
+8,46% rispetto al 2012
+2,38% rispetto al 2010
Abbonamento Mensile
3 giorni settimana
€ 35,65
€ 31,00
€ 32,85
€ 35,45
+7,91% rispetto al 2012
- 0,56% rispetto al 2010
Abbonamento  Mensile
Lunedì – Venerdì
€ 49,45
€ 42,85
€ 45,35
€ 49,20
+8,48% rispetto al 2012
- 0,50% rispetto al 2010
Abbonamento Mensile
Tutti i giorni
€ 53,10
€ 47,25
€ 50,05
€ 54,30
+8,49% rispetto al 2012
+2,25% rispetto al 2010
Abbonamento Mensile con 1 linea bus rete urbana Udine (lunedì-venerdì)
n.d.
€ 59,00
€ 62,40
€ 67,60
+8,33% rispetto al 2012
Abbonamento Mensile con tutta la rete bus urbana Udine (lunedì-venerdì)
n.d.
€ 62,95
€ 67,80
€ 72,20
+6,48% rispetto al 2012
Abbonamento annuale
€ 531,00
€ 472,50
€ 500,50
€ 543,00
+8,49% rispetto al 2012
+ 2,25% rispetto al 2010

* la tariffa integrata Trenitalia-Saf prevedeva uno scaglione più alto che conseguiva una maggiorazione. Maggiorazione eliminata a partire dal 01.01.2011 grazie all’adeguamento dello scaglione kilometrico.

Grazie all’adeguamento della tariffa integrata (avvenuto il 01.01.2011), i pendolari di Gemona stanno beneficiando ancor oggi di un risparmio medio nell’ordine del 14% circa (90 euro su base annua per un abbonato mensile).
Basti pensare infatti che un abbonamento mensile (tutti i giorni) nel 2013 si pagherà 54,30 €, contro i 61,95 € che sarebbero previsti senza l’adeguamento in questione.
L’eliminazione dell’iniqua maggiorazione, che di fatto comportava un salto di fascia (da 30 a 40 km), si rileva il risultato più significativo ottenuto dal Comitato, in quanto, se negli ultimi tre anni l’aumento effettivo delle tariffe è stato pari al 20,60% (6,2% nel 2011, 5,9% nel 2012 e 8,5% nel 2013), gli Utenti gemonesi hanno potuto vedere mitigare questi aumenti con l’eliminazione della maggiorazione e il conseguente adeguamento della tariffa, che da un decennio li penalizzava.
Alcuni esempi:
- nel 2013 un biglietto singolo si pagherà 3,15 €, 10 centesimi in meno rispetto al 2010;
- un abbonamento mensile (lun.-ven.) costerà invece € 49,20: 25 centesimi in meno rispetto alla tariffa in vigore nel 2010.
Il mantenimento del servizio regionale di Tpl senza alcuna manovra tariffaria aggiuntiva “lacrime e sangue” e soprattutto senza alcun taglio di corse, non può che essere accolto con soddisfazione, tenendo conto del particolare momento di crisi economica e di quello che sta succedendo altrove.
Ora però l’attenzione deve spostarsi alla questione della nostra biglietteria, chiusa inopinatamente da parte di Trenitalia, nonostante avesse tutti i numeri per rimanere aperta.
L’imperativo non è solo quello di riaprirla al più presto, per garantire la continuità di un servizio di qualità, che funzionava e serviva in maniera adeguata il Territorio, ma anche potenziarla in prospettiva di una vera e propria integrazione tra rotaia e gomma. Per far ciò è necessario che il servizio integrato Trenitalia-Saf raggiunga lungo l’intera linea Udine-Tarvisio una vera e propria integrazione vettoriale e non solo tariffaria. Risulta fondamentale pertanto migliorare i servizi di stazione, e magari realizzare il sogno che le stazioni vengano gestite in altro modo, magari direttamente dagli Enti Locali o da soggetti terzi a FS.