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martedì 20 novembre 2012

Morte sul Frecciarossa: Torino, passeggero colpito da infarto, ma sul treno non c'è un defibrillatore. Il treno si è fermato dopo quaranta minuti.

Un uomo di 56 anni si è sentito male dopo essere salito a bordo del treno AV delle 16.37 in servizio giovedì tra Torino Porta Susa e Milano Porta Garibaldi. Immediatamente alcuni medici presenti a bordo hanno iniziato a rianimarlo e hanno chiesto al personale un defibrillatore. «Lo abbiamo chiesto più volte», racconta una passeggera. «Ma ci è stato risposto che non c'era».
Alle 17.03 dal treno parte la chiamata al 118. «Abbiamo chiesto al capotreno di fermare il treno ma ci è stato risposto che non era possibile», continuano a raccontare i viaggiatori.
Il treno si è fermato a Rho Fiera dopo 40 minuti per permettere i soccorsi. L’uomo purtroppo è deceduto circa un'ora dopo, a bordo dell'ambulanza che lo aspettava alla stazione di Rho Fiera.
E proprio la decisione di Trenitalia di far proseguire il treno fino a Rho Fiera, è al centro delle polemiche, che si stanno scatenando contro le Ferrovie; alcuni hanno criticato la gestione dell'emergenza, sostenendo che il treno avrebbe dovuto deviare e fermarsi prima a Novara.
In realtà da FS rispondono che «il capotreno ha chiesto l'intervento di un'ambulanza alle 17.03, mentre il treno percorreva la linea ad Alta Velocità Torino - Milano. La Sala operativa di RFI ha programmato la fermata straordinaria a Rho Fiera, avvenuta alle 17.22. È stata adottata questa soluzione perché era quella che, in quella situazione, avrebbe consentito il più tempestivo intervento del 118. L'uscita dalla linea dell'Alta Velocità e la fermata a Novara avrebbe ritardato l'intervento, imponendo tempi più lunghi».
«È incredibile che il defibrillatore non sia presente a bordo», spiega un passeggero. «Sugli aerei spesso c'è, perché sul treno no? Soprattutto ora che i treni percorrono tratte di lunga percorrenza?». Il regolamento non lo prevede, fanno sapere da Trenitalia. «Ed è così in tutta Europa, inoltre dovrebbe essere presente a bordo una persona addestrata ad usarlo».
Secondo la legge n° 120 del 3 Aprile 2001, la presenza di un apparecchio elettrico sui treni non è obbligatoria, ma è consentito l'uso del defibrillatore semiautomatico in sede extraospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare.
La vita umana non ha prezzo, forse questi episodi dovrebbero insegnare che il sistema e i procolli andrebbero modificati.
Il defibrillatore ha un costo abbordabile, sarebbe il caso di incominciare a pensare a dotare almeno i treni a lunga percorrenza di tali strumenti, istruendo a dovere il personale.
Nulla di particolare, basta solo buona volontà e buon senso.

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