Aln668 di Fuc a Udine |
La notizia circolava già da qualche settimana in ambienti ferroviari, ma ora è ufficiale.
Non ci sono i macchinisti? Si, chiude la ferrovia. Succederà questo in Piemonte, precisamente tra Pont e Rivarolo e tra Germagnano e Ceres, due tratte gestite da Gtt (Gruppo Torinese Trasporti S.p.A.) che fa capo a FCT Holding S.r.l., società finanziaria controllata dal Comune di Torino.
Dal 22 maggio, infatti, le due tratte sono coperte con autocorse sostitutive.
Già nelle scorse settimane ci sono state ben 10 corse soppresse per mancanza del personale.
Il motivo della riorganizzazione massiccia dei turni deriva dalla decisione di mantenere il doppio agente sulle ferrovie concesse a binario unico.
Il servizio riprenderà regolarmente alla riapertura delle scuole a settembre, quando Gtt potrà disporre del nuovo personale attualmente in formazione.
Il caso di Gtt non è molto diverso da quello della nostra Fuc, la quale gestisce la Udine-Cividale, linea a binario unico dove dopo l’incidente di Corato è previsto il doppio agente.
Nei mesi scorsi avevamo già dedicato un post alla situazione della società ferroviaria regionale, analizzando una serie di criticità che sembrano non ancora superate.
MACCHINISTI IN FUGA: nei mesi scorsi la stampa ha dato ampio risalto al problema della fuga dei macchinisti. Ben 4, più un altro pare recentemente, hanno rassegnato le dimissioni a causa degli stipendi bassi. Un caso unico per una società regionale, i cui dipendenti chiedono da mesi un adeguamento salariale, visto che gli stipendi sono notevolmente inferiori a quelli degli altri ferrovieri di pari livello delle altre imprese ferroviarie concorrenti.
Un grosso problema per Fuc e per l’azionista unica Regione, visto che sul mercato non è semplice reperire macchinisti già formati e in possesso delle abilitazioni, soprattutto a queste condizioni economiche. Oltre a ciò, le dimissioni di un macchinista già formato per l’azienda regionale significa perdere “un patrimonio comune”, visto che le abilitazioni sono state conseguite dal lavoratore grazie a risorse pubbliche.
E’ più che legittimo che i macchinisti scelgano di lavorare dove vengono meglio retribuiti e dove le condizioni di lavoro sono migliori, tuttavia è compito del management di Fuc e della Regione, ricercare una soluzione a questa problematica, garantendo la continuità dell’esercizio ferroviario di un servizio pubblico evitando che la società imploda per mancanza di personale.
NUOVI TRENI ANCORA FERMI: i problemi del personale non sono gli unici per Fuc, visto che da ottobre i pendolari sono costretti a viaggiare sulle vecchie littorine ALn 663 in quanto i nuovi treni Atr110 acquistati dalla svizzera Stadler sono fermi a causa della revisione dei carrelli.
Dalla stampa sappiamo che a marzo Fuc stava valutando se intraprendere azioni legali nei confronti del costruttore, ormai siamo a giugno e la situazione non sembra mutata.
Nel mentre i due Atr110 sono fermi in deposito, in attesa che venga effettuata la revisione.
Come al solito, però a farne le spese sono sempre gli utenti.
ADEGUAMENTO DELLA LINEA: è inoltre improrogabile l’intervento di adeguamento della linea con il sistema di sicurezza Scmt (esistente su tutte le linee RFI) soprattutto dopo il drammatico incidente di Corato in Puglia, che ha evidenziato tutte le pericolosità delle linee a binario unico sfornite del Scmt.
L’opera da oltre 8 milioni di euro è già finanziata dalla Regione e attende da anni l’avvio dei lavori; nel mentre a Remanzacco - dove si incrociano i treni - la linea continua ad essere gestita ancora col sistema dei fonogrammi, ovvero col blocco telefonico tra le stazioni di Cividale e Remanzacco e con il doppio agente che a bordo affianca il macchinista.
Nel 2017 è anacronistico che l’occupazione di un tratto di binario tra due stazioni venga concordato via telefono tra i capistazione o meglio nel caso di Remanzacco venga gestito dal capotreno che deve scendere dalla littoria e avvisare la sala controllo di Cividale.
Una situazione inaccettabile visto che la questione della sicurezza non può essere chiusa con delle semplici dichiarazioni sulla stampa rassicuranti dell’Assessore regionale competente in materia, ma servono interventi come previsti dalla vigente normativa ANSF; opere come detto già deliberate e finanziate da anni, affinché episodi come quelli degli incidenti sfiorati nel novembre 2012 e nel dicembre 2016 non si ripetano mai più.
ATTIVITA’ MERCI: l’introduzione della Riforma Madia ha imposto una forte riduzione dell’attività cargo, visto che la normativa permette alle società partecipate in house la possibilità di operare in altre attività libere sul mercato nella soglia del 20% del fatturato dell’attività principale ottenuta dall’affidamento diretto dalla Regione (nel caso di Fuc gestione della linea sociale Udine-Cividale.
La Madia sta impedendo di fatto a Fuc di ampliare il proprio business, limitandolo all’attività passeggeri, coperta dai corrispettivi del contratto di servizio della Regione (1,5 milioni per il treno Mi.Co.Tra e 2,1 milioni per la Udine-Cividale)
PROSPETTIVE FUTURE: le questioni legate al personale, unitamente a quelle della manutenzione del materiale, all’impossibilità ad utilizzare i nuovi treni, alla gestione di una linea ridotta per kilometraggio e sfornita del sistema di sicurezza scmt, nonché i limiti allo svolgimento dell’attività merci, dovrebbero far accendere un semaforo in Regione, dove la questione sul futuro di Fuc dovrebbe essere analizzata attentamente prima che la situazione degeneri ulteriormente come è successo in Piemonte con la Gtt.
4 commenti:
Finché saranno i novelli Caligola che gestiranno con i loro senatori-Mus la cosa pubblica..nn c'è speranza che le cose vadano bene.
Tanto chi paga è sempre pantalone..ma.pantalone è stufo di essere spennato a monavia.. Vondeeeeee
Già..Il Mus raglia..ed.il treno..deRaglia..!
Povera Fuc...
ce tristerie
3 nuovi dimessi. 10 da inizio anno. Brava fuc.
10 persone dimesse da inizio anno, 3 nell' ultimo mese. Se si tratta il personale in un certo modo, non ci si può aspettare altro..
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