Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

lunedì 16 gennaio 2017

Gemona/Sacile, ecco il progetto di riattivazione: addio al DCO di Pinzano. Progetto di Territorio chi lo fa?

Con il Protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso 22 novembre 2016 tra la Regione Fvg e RFI Spa si è concordato che verrà riattivata la Ferrovia Pedemontana del Friuli (linea Gemona/Sacile), la quale rappresenterà un unicum tra le linee riaperte per la Fondazione FS.
La Gemona/Sacile sarà la prima linea d’Italia su cui viaggeranno sia i treni viaggiatori del trasporto pubblico locale sia i treni turistici della Fondazione Fs effettuati con locomotive e carrozze d’epoca.
Quali sono le condizioni della riattivazione?
Nella sostanza nel corso del 2017 sarà avviata la programmazione degli interventi sull’infrastruttura fs, per riparare i danni causati dalla frana del 2012 e per adeguare l’intera linea agli odierni standard di sicurezza.
Dopo i primi interventi già effettuati a fine 2016 – pulizia della sede e verifica della sagoma libera per la circolazione di alcuni tratti, controllo tecnico dello stato dell’armamento – il grosso dei lavori si svilupperà quest'anno per concludersi l’anno successivo.
Gli interventi consentiranno la riattivazione per fasi del traffico ferroviario: a fronte di ciò la prima fase prevede la riattivazione entro il 2018 dei servizi commerciali sulla tratta Maniago-Sacile e l'avvio di un servizio turistico su tutta la linea.
Sulla base poi dei risultati ottenuti sarà valutato l’avvio della seconda fase, ovvero il ripristino dei servizi passeggeri sull'intero tracciato Sacile-Gemona.
Dagli allegati al Protocollo d’Intesa (clicca immagine sopra) si apprende in particolare che la linea perderà il suo storico D.C.O. di Pinzano (Dirigente Centrale Operativo), in quanto tra gli interventi di manutenzione straordinaria degli impianti è previsto l’installazione di un nuovo sistema di gestione in telecomando da posto centrale a Mestre.
Si parlava da tempo dell’eliminazione del D.C.O. di Pinzano ma ora la notizia è ufficiale; anche la futura circolazione ferroviaria lungo la Gemona/Sacile verrà gestita in telecomando da Mestre, come gran parte di quella del FVG.
Una scelta probabilmente obbligata, che eliminerà uno degli ultimi storici presidi ferroviari del Friuli, l'unico della Pedemontana.
Gli interventi all’infrastruttura ferroviaria interesseranno sia il piano di scorrimento (binari e traversine), che l’intera segnaletica, la quale risale ai primi anni ’90.
Un budget di 17 milioni di euro che RFI ha messo sul piatto per riattivare una delle linee più belle d’Italia, che è già stata inserita nell’elenco delle 17 linee storiche della proposta di legge nazionale sull’istituzione delle Ferrovie Turistiche in fase di approvazione dal Parlamento.
Se il Gruppo Fs sta facendo la sua parte, poco o niente si muove sul fronte della Regione e degli Enti Locali, i quali dovrebbero elaborare un “progetto di Territorio” che supporti e valorizzi l’uso della ferrovia in ambito turistico. In altre parole si dovrebbero promuovere tutte quelle attività garantendo i servizi di ristorazione, accoglienza e, più in generale, creare quel sistema integrato pubblico-privato indispensabile per creare attrattività sul Territorio, sfruttando in particolare la Ciclovia FVG3 e le varie eccellenze presenti in Pedemontana.
Fino ad oggi nessuna risorsa è stata prevista per questo tipo di attività; salvo un Ordine del Giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Regionale lo scorso dicembre che impegna la Giunta a ricercare finanziamenti specifici per la realizzazione del progetto turistico e un annuncio dell’Assessore Santoro dell’affidamento al GAL - Montagna Leader di un generico studio di fattibilità al riguardo, il nulla è stato fatto.
Non proprio un bel segnale, visto che col precedente studio di fattibilità (redatto da FUC) si è fatto un gran buco nell’acqua, tenuto conto che tale documento tutto prevedeva (1,1 milione di passeggeri trasportati a regime!) tranne quello che adesso invece si realizzerà (ferrovia turistica).
I dubbi su questo modo di approcciare la questione sono tanti, a partire dall’Ente prescelto (che ha chiuso il 2015 con un ingente passivo a bilancio).
Se veramente si punta alla realizzazione del progetto turistico sfruttando la ferrovia, fondamentale sarà il ruolo del capofila che coordinerà le azioni sul Territorio. Azioni concrete e sul campo e non solo carta con studi di fattibilità o slides. Se RFI sta sistemando la ferrovia, nulla si sta facendo per potenziare sul Territorio le infrastrutture e le attività turistiche esistenti (es. migliorare la carente segnaletica della Ciclovia FVG3). 
A tal proposito ci domandiamo se Montagna Leader sarà in grado di sviluppare questo progetto turistico? Ci sono all’interno dell'Ente professionalità in grado di elaborare un vero progetto turistico?
L’individuazione della figura del capofila non è cosa banale, visto che un lavoro del genere richiede specifiche professionalità con esperienza sul campo e non certamente laureati in filosofia o lettere.
Per evitare ulteriori perdite di tempo e clamorosi autogol con costi a carico della collettività, riteniamo opportuno sfruttare (a costo zero) le risorse presenti sul Territorio e in particolare chi fino ad oggi si è distinto nella “battaglia della Gemona/Sacile”, ovvero coloro che hanno dimostrato di saper leggere prima di altri il futuro di questa Ferrovia.
Auspichiamo pertanto la creazione di un Tavolo di Lavoro composto dagli Amministratori Locali che in questi anni si sono maggiormente distinti, dalla Fondazione Fs, una certezza in questo campo, dalle Associazioni promotrici di specifici progetti sullo sviluppo della ferrovia con esperienza già sul campo (es. Comitati Pendolari, Fiab, Italia Nostra e Legambiente), oltre alle categorie degli operatori commerciali.
Da qui devono nascere i progetti ad hoc che dovranno poi trovare copertura con specifiche risorse regionali e comunitarie. Si deve partire dal basso, ovvero da chi vive e lavora in Pedemontana e conosce le potenzialità del proprio Territorio, evitando così i soliti sprechi dei baracconi.

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