Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

venerdì 17 gennaio 2014

Chiarezza sul futuro della Gemona-Sacile

Si infiamma la polemica sulla Gemona-Sacile. Dopo la presa di posizione di alcuni esponenti politici di Maniago, tra cui il Sindaco Andrea Carli, ad alzare il tiro e ora il consigliere Comunale con delega alla mobilità Andrea Palese, storico rappresentante dei Pendolari e ideatore della "Staffetta Treni-taglia ridacci il nostre treno", che a fine 2012 ha percorso tutti i Comuni della linea sensibilizzando la popolazione circa la problematica della ferrata Pedemontana.
Di seguito pubblichiamo l'articolo di Giulia Sacchi del Messaggero Veneto del 14.01.2014.. 

«La Regione non ha 30 mila euro per finanziare uno studio di fattibilità per il recupero e il rilancio della Sacile-Gemona? Siamo al paradosso: per questo progetto serve una cifra irrisoria rispetto agli ingenti stanziamenti garantiti dall'esecutivo Serracchiani per altre attività. La governatrice sia chiara una volta per tutte e ammetta che non intende riaprire la ferrovia».
Non usa mezzi termini Andrea Palese, consigliere comunale a Gemona e componente del comitato dei pendolari Alto Friuli, che invoca chiarezza. Basta con le prese in giro e le perdite di tempo. E' assurdo che comitati e Comuni che sorgono lungo la linea siano costretti a rivolgersi a privati per finanziare lo studio.
«Serracchiani dichiari apertamente che non intende riaprire la tratta, ma non si venga a dire che, causa le ristrettezze di bilancio, non ci sono 30 o al più 50 mila euro per finanziare lo studio o si continui a fare orecchie da mercante, sperando che i soldi siano trovati altrove, quando le risorse vengono reperire, e subito, per salvare i teatri di Trieste e nominare manager strapagati - dice Palese. Il trasporto pubblico locale rappresenta, dopo la sanità, un servizio strategico per il nostro territorio, e lo studio di fattibilità è il primo passo per verificare se ci sono le condizioni per la riapertura e il rilancio della linea».
Palese, a scanso di equivoci, precisa che «i comitati non vogliono la riapertura della linea a tutti i costi, così com’era gestita da Trenitalia, anzi pretendono, come è stato fatto in Trentino Alto Adige, che si studi un modello di mobilità sostenibile, adeguato alle esigenze del nostro territorio. E’ possibile che in Trentino funzioni e noi non siamo in grado neppure di fare uno studio di fattibilità? - interroga -Quest’anno si andrà a gara per l’affidamento del servizio ferroviario e i nodi verranno al pettine. Se la Sacile-Gemona verrà inserita nel bando, continuerà a fungere da linea ferroviaria (non si sa come però), altrimenti sarà chiusa e il servizio sostituito con quello su gomma dell’Atap». (Giulia Sacchi)

2 commenti:

Il Comitato Pendolari Alto Friuli è ha detto...

Segnaliamo anche l'odierno articolo pubblicato del Messaggero Veneto relativo alla Gemona-Sacile.
Imbarazzante il silenzio della Regione ...

Aruotalibera: riaprite la Sacile-Gemona, è un volano per il turismo
Maniago, invito alla Regione a provvedere in tempi brevi: «Altrimenti saremmo tagliati fuori da Veneto e Austria»

MANIAGO. Turismo regionale e oltreconfine penalizzato dalla chiusura della ferrovia Sacile-Gemona. Dopo i comitati dei pendolari, a incalzare l’esecutivo Serracchiani sulla riapertura della tratta è Attilio Pellarini, presidente dell’associazione Aruotalibera, che conta iscritti anche nel Maniaghese.
Recarsi nelle principali località sciistiche della regione, ma anche di Veneto e Austria, usufruendo dei mezzi pubblici, oggi risulta molto complicato, tant’è che spesso i turisti rinunciano a tale possibilità. Si servono di propri veicoli, con ovvie conseguenze anche sul fronte ambientale. Stesse difficoltà per chi vuole muoversi in bicicletta lungo le principali ciclovie: il treno rappresentava una garanzia per gli spostamenti.
«Il territorio provinciale, e non solo il capoluogo, ma soprattutto i comuni più distanti dai centri, come Maniago, sta risentendo fortemente della mancanza della tratta Sacile-Gemona – osserva Pellarini –. Usufruire, ad esempio, del treno Micotra, che porta a Villacco, è diventato una missione quasi impossibile. Il convoglio parte da Udine alle 7 ed effettua fermate a Gemona, in Carnia e a Tolmezzo, per poi arrivare in Austria alle 9.15. Per usufruire del mezzo un pordenonese deve partire alle 5.37 in treno nei giorni lavorativi, mentre la domenica la corsa non è prevista. Un maniaghese deve partire ancora più presto».
Le persone quindi rinunciano. «Bisogna rendersi conto una volta per tutte che questa linea è strategica – rimarca –. Il territorio è privato di un servizio importante, con ricadute negative pure sul fronte del turismo. Non è pensabile che solamente una parte del territorio regionale sia servita in maniera adeguata dai treni, mentre l’altra venga penalizzata».
Sulla necessità di riaprire la tratta per dare una risposta anche al turismo, non hanno dubbi né i comitati né il sindaco di Maniago, Andrea Carli, che si stanno adoperando per trovare finanziamenti per lo studio di fattibilità per la riapertura e il rilancio della linea. «Nel progetto, un tema da approfondire è il turismo – dice Carli –, prevedendo l’utilizzo treno-bici per un percorso alternativo alla Alpe Adria (dall’Austria al mare)».

Anonimo ha detto...

la linea potrebbe veramente essere gestita in ottica turistica e per i pendolari, ma non con gli schemi di Trenitalia, carrozzone mangiasoldi, che andrebbe eliminato.
E' possibile mai che i nostri politici non riescano a fare una gita in Alto Adige e copiare qualcosina. Diciamo il 50% del loro modello. Una realtà che funziona, con una popolazione e un territorio molto simile al nostro. Per cogliere le idee buone serve andare verso nord e non a sud verso Roma, laggiù c'è solo fango e palude
Max