Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

mercoledì 2 maggio 2012

Ferrovie, ecco i possibili tagli alla rete regionale

Pubblichiamo di seguito un interessante articolo del Piccolo di Trieste del 28 aprile scorso, relativo ad alcune indiscrezioni circa i possibili tagli che RFI vorrebbe effettuare alla rete ferroviaria regionale.
Le notizie sono passate sotto silenzio invece da parte della stampa friulana.
Se quest'ipotesi di lavoro fosse vera, aspettiamoci una dimunizione drastica dell'offerta, ovviamente con una riduzione della qualità del servizio, già abbastanza scadente.
La scusa della crisi economica giustifica i tagli, peccato che uno Stato in crisi dovrebbe investire anzichè tagliare ... o quanto meno si dovrebbe razionalizzare per ottimizzare l'offerta, qui invece si va solo di mannaia !

Un contenzioso sempre aperto, quello tra le Ferrovie e la nostra Regione. Il difficile rapporto, anche con lo stesso amministratore delegato, Mauro Moretti (foto), e le istituzioni locali è fatto di continui saliscendi. Qualcosa sembrava essersi mosso dopo le proteste sul servizio passeggeri (ridotto e inadeguato per i pendolari) all'indomani della visita a Trieste dello stesso Moretti a febbraio. In quell'occasione l'ad di ferrovie dello Stato si era detto disponibile ad investire per il porto regionale. Del resto anche la Regione si era detta pronta a prorogare il contratto stipulato con Trenitalia per il 2012, mettendo sul tavolo 38,1 milioni di euro. Meno di un mese fa un primo accordo per rafforzare i collegamenti regionali per i passeggeri, mentre su tutto incombe la nuova società di Montezemolo, pronta a sbarcare in Regione con i treni privati. Ora la questione dei treni merci che rischia di avere pesanti ripercussioni sull'economia regionale . (r.c.) di Riccardo Coretti wTRIESTE Chiusure di linee, dismissioni, riduzioni di binari. La mannaia delle Ferrovie dello Stato sta per abbattersi sul Friuli Venezia Giulia. Per il momento si tratta di un'ipotesi di lavoro, ma la lista degli interventi che Rfi (la controllata delle Ferrovie che gestisce la rete) si appresta a mettere in atto in regione risulta inquietante. Talmente inquietante che lo stesso assessore ai Trasporti, Riccardo Riccardi, parla di un mese di analisi prima di iniziare al alzare le barricate se le intenzioni dovessero diventare realtà. Gli operatori economici non parlano volentieri, i vertici di Rfi a Trieste non rilasciano dichiarazioni e l'assessore nega di avere ricevuto alcuna lista di interventi, pur ammettendo che il problema esiste ed è già oggetto di trattativa. «Noi reagiremo ad ogni tentativo di chiusura, ma prima di arrivare a ciò ci siamo presi il mese di maggio per capire cosa condividiamo o meno. Gli operatori analizzeranno con Rfi la loro situazione e poi discuteremo di un eventuale intervento pubblico» spiega l'assessore Riccardi. Ciò che Rfi intenderebbe fare, il condizionale resta d'obbligo anche se dalle parole dell'assessore Riccardi si capisce che i tagli saranno pesanti, altro non è che l'applicazione in Friuli Venezia Giulia del modello nazionale: se c'è traffico si mantiene in vita l'infrastruttura, altrimenti si chiudono i binari. «La politica della logistica in Friuli Venezia Giulia la fa la Regione discutendo col governo, perché l'aspetto economico va sommato a quello di potenziale sviluppo - avverte Riccardi – , anche se mi rendo conto che Rfi ha l'esigenza dei costi e dei ricavi. Ad ogni modo non pensiamo di dover tenere tutto così solo perché già esiste». Tradotto significa che su molti punti si dovranno cedere le armi, anche perché un intervento pubblico ad ampio raggio risulterebbe insostenibile. Le infrastrutture sulle quali si intenderebbe intervenire partono da Tarvisio Boscoverde con l'eliminazione di un binario del fascio di manovra, passando per la trasformazione in fermata (adesso Stazione) di Ugovizza, il ridimensionamento di Pontebba e Carnia. La linea Sacile-Osoppo dovrebbe essere chiusa, mentre Osoppo (con le strutture a servizio delle aziende locali) diventerà “fascio lontano di Gemona” e quest'ultima conserverà un solo binario per portare i treni ad Osoppo. A Udine i binari di sosta della regionale subirebbero una riduzione del 50% e i due fasci ovest andrebbero in dismissione. A Cervignano è previsto un taglio drastico eccezion fatta per l'Interporto di Alpe Adria. Nella Bassa friulana ancora tagli a Torviscosa, San Giorgio di Nogaro (eliminazione del 50% del fascio appoggio e binari fascio secondario), Latisana e Palmanova (dismissione totale, resta un binario di corsa ed una sola precedenza). Interventi di razionalizzazione anche a Basiliano, Codroipo e Casarsa. Pordenone perderebbe 3 binari del fascio, mantenendo solo binari di circolazione. Dismissioni anche lungo la linea Udine-Trieste, con Gorizia che manterrebbe un binario di precedenza e due binari per Nova Gorica. A Ronchi si discute dell'eliminazione della bretella tra Ronchi Nord e Ronchi Sud, mentre Monfalcone subirebbe un taglio dello scalo secondario e di un binario. Di positivo invece, sempre a Ronchi, l'intenzione di collegare l'aeroporto. In provincia di Trieste dismissioni a Bivio Aurisina, Proseccco e Villa Opicina (binari ridotti da 43 ad 8), ma anche interventi di sviluppo per il Porto di Trieste con lo spostamento dei Rola (camion su treno) ad Aquilinia e la riattivazione della linea bassa tra Campo Marzio e Servola. Chi non teme di fare commenti è Luigi Bianchi, già dirigente del Servizio commerciale delle Ferrovie dello Stato: «Se le ipotesi venissero mantenute sarebbe un disastro per la rete regionale.

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