Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

mercoledì 8 novembre 2017

Sacile, capitale antiferroviaria o semplice disinformazione?

Le recenti prese di posizione sulla stampa locale (articolo Gazzettino del 07.11.2017) di alcuni Amministratori contro il ritorno del treno in Pedemontana dimostrano la superficialità di certa politica, la quale si dimostra poco lungimirante verso il proprio territorio.
Il tema della ferrovia sta diventando purtroppo solo motivo di scontro politico per fomentare la campagna elettorale.
Dopo una battaglia durata 5 anni, pare che qualcuno abbia la memoria corta al riguardo e si sia dimenticato che tutti i Comuni della tratta hanno sottoscritto nel febbraio 2016 il Protocollo di Pinzano, con il quale i Sindaci richiedevano alla Regione la riattivazione della ferrovia e che dal 2012, tutti i Consigli Comunali hanno approvato all’unanimità un ordine del giorno a difesa della Sacile-Gemona.
A Sacile la smania forse di seguire le orme del padre sta giocando un brutto scherzo al giovane e poco informato assessore, Alberto Gottardo, figlio d’arte del più noto ed un tempo potente Isidoro, anch’esso ancora oggi consigliere comunale della città liventina.
E’ infatti quanto mai singolare che un Assessore al Turismo, critichi un progetto come quello della ferrovia turistica Sacile-Gemona, la quale è stata recentemente inserita nell’elenco delle 18 ferrovie turistiche di rilevanza nazionale da parte del Parlamento con la legge n. 128 del 8.8.2017, nonché inserita nel progetto di Fondazione FS “Binari senza tempo”.
E’ assai strano infatti che chi si occupa di turismo non comprenda le potenzialità che verranno date alla sua città dall’avvio di questo servizio, il quale sta registrando in tutt’Italia un boom di presenze soprattutto straniere.
Il giovane assessore, da amministratore responsabile, dovrebbe sapere che l’investimento che verrà fatto sulla Pedemontana è a totale carico di Rfi e non dei contribuenti friulani; soldi che altrimenti non verrebbero investiti in Friuli, ma dirottati per la loro felicità in altre regioni, pronte sicuramente ad accogliere l’opportunità. Non succede infatti ogni giorno che una società decida di investire sul nostro territorio, dando la possibilità non solo di riattivare un servizio pubblico che porterà da subito benefici soprattutto ai poli scolastici di Sacile e Maniago, ma soprattutto un’opportunità di sviluppare le potenzialità turistiche del territorio oggi in gran parte inespresse.
La scarsa visione del "papabile candidato sindaco" Gottardo jr, si palesa nell’idea di trasformare la ferrovia in ciclabile, atteso che la Pedemontana è già attraversata da una ciclabile, la FVG3, che si sviluppa parallela alla ferrovia da Gemona a Budoia.
Pensare inoltre che una ciclabile abbia successo senza una ferrovia di supporto è pura follia, visto che sia la San Candido-Lienz, che la Merano-Malles sono supportate dalla ferrovia e che anche la nostra Alpe Adria, deve il suo successo al treno Micotra Udine-Villach che trasporta migliaia di bicilette l’anno.
I problemi legati al ritorno del treno sicuramente esistono e vanno affrontati dalla politica seriamente, non sulle pagine dei giornali, ma confrontandosi.
La questione del passaggio a livello sulla SS13, non è attuale, visto che il treno dal 1930 al 2012 ha viaggiato ininterrottamente, senza che mai nessuno chiedesse a FS di intervenire al riguardo.
L’assessore Gottardo siede in consiglio comunale dal 2009 e solo oggi si accorge del problema e del fatto che la ciclabile FVG3 termina a Budoja a pochi km dalla sua città?
Pochino per chi aspira alla poltrona di Sindaco sperando di continuare la saga di famiglia. Per il suo futuro politico, onde evitare ulteriori figuracce è preferibile se prendesse qualche ripetizione dal papà, persona che negli anni si è invece distinta per la sua profonda conoscenza del territorio.

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