Con l'avvento dei nuovi sistemi tecnologici per la vendita dei biglietti, che hanno sostituito le vecchie biglietterie e il personale di gestione, migliaia di stazioni ferroviarie in tutta Italia sono state abbandonate, e al loro interno non vi si svolge più alcuna attività, finendo anzi spesso come dimora per persone indigenti e scempio di vandali.
Ma non è solo l'abbandono a destare problemi, è anche a causa dei costi di gestione di questi edifici, anche se non più in uso, che Rete Ferroviaria Italiana Spa (RFI) ha deciso di cedere in comodato d'uso gratuito migliaia di piccole stazioni.
Si tratta di un patrimonio di oltre 1700 stazioni impresenziate su tutto il territorio nazionale.
Le stazione interessate sono quelle della categoria 'bronze', ovvero le fermate con bassa frequentazione (meno di 500 frequentatori medi/giorno), ovvero prive di fabbricato viaggiatori aperto al pubblico, o non presenziate da personale RFI e dotate unicamente di servizi regionali.
Il progetto è finalizzato da una parte, verso la “rifunzionalizzazione” e l’ottimale dimensionamento delle aree destinate alle attività prettamente ferroviarie“; dall’altra parte – nel contesto delle iniziative di carattere sociale del Gruppo FS - verso la cessione a Istituzioni del Territorio, in comodato d’uso, degli spazi “non strumentali” da destinare ad organizzazioni no profit attive nei diversi settori.
Tali iniziative, oltre ad arricchire la stazione e il territorio di servizi sociali, garantiscono il presenziamento degli edifici e la loro manutenzione corrente, con positivi effetti anche in termini di qualità e decoro. Questa modalità di riutilizzo del patrimonio ferroviario non più funzionale all’esercizio, riveste una sempre maggiore importanza per il Gruppo FS già da anni impegnato, in collaborazione con le Istituzioni, in azioni di solidarietà sociale così come nel riutilizzo di asset dismessi, quali ad esempio linee ferroviarie non più in esercizio.
I contratti di comodato gratuito attivi al 2014 sono circa 510 in 345 stazioni, destinati a crescere soprattutto nell'ambito delle stazioni non presenziate, gestite a distanza da avanzati sistemi tecnologici.
Come fare richiesta di comodato a RFI? CLICCA QUI
Si tratta di un importante opportunità per i nostri Comuni, visto che da sempre le stazioni fs rappresentano uno dei biglietti da visita delle nostre città.
Un’opportunità soprattutto per la Pedemontana (Gemona-Sacile), ora che Fondazione FS e la Regione FVG hanno accolto la nostra proposta di rilanciare la linea sotto il profilo turistico, sfruttando le potenzialità inespresse della ferrovia, facendola inserire nel progetto nazionale “Binari senza tempo”.
Per questo motivo abbiamo da tempo invitato i Sindaci a richiedere da subito a RFI il comodato delle stazioni.
Si tratta di un atto propedeutico alla riapertura della ferrovia, in quanto il Territorio non può permettersi il lusso di arrivare in ritardo a questo appuntamento: sarebbe un grave errore riaprire la ferrovia e ritrovarsi con stazioni degradate o chiuse non i grado di accogliere adeguatamente i turisti.
Le stazioni dovranno pertanto essere trasformate in punti di interesse, InfoPoint dedicati ai vari percorsi turistici, piccoli bar o B&B dedicati ai cicloturisti o sedi di associazioni locali o di piccoli spacci di prodotti locali.
Ogni Comune dovrà sfruttare al meglio le proprie peculiarità: Forgaria potrebbe ad esempio profittare dell’area di Cornino per pubblicizzare la Riserva Naturalistica del Grifone, Pinzano, potrebbe valorizzare l’immobile fs in chiare storica, mentre Travesio, Meduno, Fanna/Cavasso e Maniago con le loro bellezze ambientali, potrebbero sfruttare le stazioni per i cicloturisti o per percorsi enogastronomici.
Infine Sacile, potrebbe dedicare la stazione di San Liberale agli studenti, offrendo loro spazi ad hoc per le attività scolastiche/didattiche legate alla mobilità.
Non solo i Comuni della Pedemontana, ma anche tutti gli altri del FVG sono interessati dall’iniziativa di FS: si pensi ad esempio alle stazioni di Ugovizza/Valbruna, Pontebba e Carnia, già frequentatissime dai cicloturisti della Ciclovia Alpe Adria, le quali potrebbero essere destinate ad una migliore accoglienza dei turisti con l’allestimento di semplici InfoPont o locali attrezzati per le biciclette.
Si tratta di cambiare la mentalità e mettersi in gioco, cercando di replicare dei modelli virtuosi già esistenti e funzionanti in altre realtà.
Alcuni hanno già fatto qualche passo in avanti: Gemona del Friuli, Tarvisio e San Vito al Tagliamento (stazioni categoria “silver”) da anni hanno già ottenuto da RFI il comodato delle proprie stazioni, garantendo così agli utenti un miglior servizio; altri tentennano, mentre la massa attente …
Manca un indirizzo politico virtuoso sulla questione, le iniziative spot fatte dalla Regione (vedi "Progetto Piccole Stazioni"), sono troppo isolate e le risorse 400 mila € per 5 interventi in tutto, sono troppo poche. Serve osare perché siamo certi che ogni euro investito bene garantirà una ricaduta economica sul Territorio, generando nuova ricchezza e soprattutto aumentando la qualità del servizio offerto.
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