Sembra impazzare la corsa a chi è più bravo ad accaparrarsi i meriti per la riapertura della ferrovia Gemona-Sacile.
Nell’ultimo periodo sono stati sbandierati programmi di sviluppo per svariate milionate di euro e anche chi ha votato contro la ferrovia oggi pare sia diventato il primo sostenitore.
Non sappiamo se questa sia la solita propaganda utile a riempiere le pagine dei giornali o se invece qualcuno si è convertito lungo “la strada di Damasco”.
Tanti sarebbero i temi concreti legati al ritorno del treno da approfondire a partire da come verrà strutturato il nuovo servizio fs, con quali orari, quanti collegamenti giornalieri, quali i target d'utenza su cui puntare, a che punto sono i lavori di ripristino della linea, come verranno gestiti gli oltre 50 passaggi a livello o a che punto sono i progetti legati alle attività turistiche a supporto della ferrovia e per quali linee d'intervento si interverrà. Invece si continua a dar spazio a roboanti annunci e generiche dichiarazioni sulla valorizzazione della ferrovia.
Purtroppo alle belle parole non seguono i fatti e le voci dei capitolati a bilancio restano desolatamente a zero come risorse investite per le attività a supporto della ferrovia.
A sei mesi dalla riattivazione della tratta Sacile-Maniago nulla è stato fatto e l’appuntamento di primavera 2018, quando verrà attivato il servizio turistico lungo l’intera linea, rischia di trasformarsi in un fallimento se il Territorio non metterà in cantiere qualcosa di concreto.
Dopo l’impegno di FS ad investire 17 milioni di € le sorti della ferrovia sono ora nelle mani del Territorio, il quale deve dimostrare con i fatti di meritarsela, evitando strumentalizzazioni e le solite “passerelle elettorali”.
RFI sta mantenendo fede al suo impegno, come dimostrano i lavori in corso lungo la linea (vedi foto).
RFI sta mantenendo fede al suo impegno, come dimostrano i lavori in corso lungo la linea (vedi foto).
Purtroppo le Istituzioni nicchiano: le tante idee emerse fino ad oggi sono rimaste ancora nel "cassetto dei sogni", in attesa che qualcuno le finanzi. Ad oggi neanche un progetto è partito, neppure in fase progettuale, fatto salvo il caso di Gemona, il cui restyling della stazione è in avanzata fase di realizzazione.
Ha pienamente ragione Laura Magris a lanciare l’allarme rosso, denunciando che “senza un soggetto pubblico o privato che si occupi del progetto di territorio da creare per sviluppo e promozione della linea si rischia di perdere ancora tempo e, soprattutto, che nulla decolli”.
Una preoccupazione che è anche la nostra visto che a breve il treno tornerà a fermarsi nelle nostre stazioni, sempre più degradate e decadenti, dove nessun Comune suo malgrado, neppure quelli più volenterosi, è riuscito a fare un passo avanti per migliore questi spazi e destinarli ad attività turistiche o commerciali a sostegno del progetto “Binari senza tempo” di Fondazione FS.
PROGETTO DI TERRITORIO: la Regione oltre ad erogare delle mancette col Piano Piccole Stazioni (che sarà oggetto di un nostro futuro articolo) nulla sta facendo di concreto, salvo aver affidato al GAL Montagna Leader il compito di realizzare il “Progetto di Territorio”.
Al riguardo però poco o nulla si sa, a partire da quali sono le linee di intervento individuate per le quali si cercheranno i finanziamenti UE (bando Interreg V?).
I dubbi di Laura Magris circa il soggetto che dovrebbe occuparsi del progetto sono pertanto più che giustificati: la scelta della Regione di affidare a Montagna Leader il progetto pare poco azzeccata, in quanto l’Ente oltre a difettare di risorse economiche proprie, rappresenta un territorio limitato (solo il maniaghese) e risulta sprovvisto di figure professionali con esperienza in materia ferroviaria e turistica.
La riapertura della Gemona-Sacile è una grande occasione, non per guardare al passato, pensando alla vecchia littorina, ma per proiettarsi al futuro, sfruttando il treno non come semplice mezzo di trasporto bensì come volano di una nuova microeconomia locale.
A nostro parere ora è necessario avviare con il Gruppo FS una forte sinergia, unendo e coordinando le forze.
Altrove progetti similari stanno funzionando, basterebbe quindi solo copiare ed importare questi modelli partecipativi.
Per farlo servono però quattrini, che ad oggi né la Regione, né i Comuni, né i privati, sembrano disposti a sganciare e soprattutto iniziare come già detto una proficua partnership, in primis con Fondazione FS e con tour operator nazionali ed internazionali specializzati nel settore.
Non serve quindi inventare l'acqua calda, in quanto è sufficiente valorizzare quelle attività economiche già esistenti, ovvero promuovere le tante potenzialità ancora inespresse.
A dicembre il Consiglio Regionale all’unanimità ha votato un Ordine del Giorno che impegna la Giunta a ricercare finanziamenti per potenziare le attività turistiche collegate al progetto della ferrovia (es. ciclabile FVG3, B&B, sistemazione delle piccole stazioni, itinerari naturalistici, promozione turistica mediante la creazione di un brand unico), questo al fine di favorire la nascita di un indotto economico.
Ora è opportuno che la Giunta Regionale provveda ad impegnarsi seriamente per dar corso a quanto deciso dal Consiglio Regionale a dicembre.
Il tempo stringe, i nodi stanno arrivando al pettine e ben presto si capirà se gli annunci resteranno tali.
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