
Un fendente che taglia circa 3,5 miliardi di euro nel trasporto locale in Italia. Se la percentuale della riduzione secca dei trasferimenti alle Regioni verrà confermata e andrà ad alleggerire le risorse destinate a bus, metro e ferrovie locali, già dai prossimi mesi si vedranno i primi effetti negativi. La seconda parte del 2010 e il 2011 saranno lacrime e sangue, soprattutto per pendolari e studenti che rischiano di vedere scomparire fino ad un quarto dei servizi di trasporto oggi esistenti su strade e ferrovie.
Le "grandi opere" però non si discutono: si cancellano treni in circolazione ma si continua a finanziare il Ponte sullo Stretto, così come altre strade e autostrade. Sempre più i costi di trasporto saranno messi a carico dei singoli cittadini, pesando in misura sempre maggiore sulle già esangui finanze familiari.
Legambiente: “A rischio un treno su due per i pendolari.- Saltano i contratti di servizio in tutte le Regioni”.
Per Legambiente, la protesta delle Regioni contro i tagli per i treni pendolari contenuti nella manovra del Governo non solo è comprensibile, ma addirittura insufficiente a far comprendere l’effetto che le decurtazioni avrebbero per i cittadini italiani che ogni giorno prendono il treno per ragioni di lavoro o di studio. L’associazione ambientalista ha analizzato i numeri della manovra che riguardano i pendolari che viaggiano in treno, e questi dati sono semplicemente scioccanti: rispetto all’anno in corso, il taglio complessivo delle risorse per il servizio ferroviario è del 53%, quello a Trenitalia del 67%.
Infatti, il taglio in materia di “Servizi ferroviari di interesse regionale e locale in concessione”, previsto all’allegato 1 della manovra, è pari a 1.223 milioni di euro per l’anno 2011, di cui 1.181 a Trenitalia e 42 agli altri concessionari. Se si considera che per questa voce del bilancio dello Stato, che garantisce i treni in circolazione nelle Regioni, la cifra nel 2010 era pari a 2.287 milioni di cui 1.748 milioni a Trenitalia e 539 agli altri concessionari, si comprende come quella che si profila è una vera e propria ecatombe del servizio ferroviario pendolare nel nostro Paese.
“Ma Tremonti e Matteoli hanno idea dell’effetto che la manovra provocherà a partire dal 2011 nelle città italiane? - chiede Edoardo Zanchini, responsabile trasporti di Legambiente. Il Governo deve spiegare ai due milioni e 700mila italiani che ogni giorno prendono i treni per motivi di lavoro o di studio quali soluzioni alternative hanno in mente per loro. Con meno di metà delle risorse rispetto a quest’anno come si può pensare di far funzionare il servizio?”.
Legambiente lancia un allarme rivolto a tutti i pendolari d’Italia per far sentire forte la protesta contro una decisione che determinerebbe degli effetti sociali e ambientali drammatici, perché meno treni significa più auto in circolazione, città più congestionate e inquinate, ancora più disagi per i pendolari che già troppi ne soffrono su treni spesso vecchi e affollati.
Inoltre, nella manovra questi tagli sono definiti con chiarezza per le singole voci per il 2011, ma è già previsto che continueranno per il 2012 e 2013. Per i pendolari è un’autentica beffa, perché a partire da quest’anno si dovevano cominciare a vedere i miglioramenti, tanto attesi nelle città e nelle Regioni italiane, che i nuovi Contratti di servizio con 6 anni di durata dovevano garantire. Ma con i tagli rischiano di essere cancellati tutti gli accordi già firmati. E Legambiente evidenzia come altri tagli siano spalmati su diverse voci che riguardano il servizio di Trasporto Pubblico Locale, per un totale di ulteriori 217 milioni di Euro, mentre nessuna risorsa è tolta ai finanziamenti della Legge Obiettivo. “Una scelta semplicemente assurda – aggiunge Zanchini -.
Legambiente: “A rischio un treno su due per i pendolari.- Saltano i contratti di servizio in tutte le Regioni”.
Per Legambiente, la protesta delle Regioni contro i tagli per i treni pendolari contenuti nella manovra del Governo non solo è comprensibile, ma addirittura insufficiente a far comprendere l’effetto che le decurtazioni avrebbero per i cittadini italiani che ogni giorno prendono il treno per ragioni di lavoro o di studio. L’associazione ambientalista ha analizzato i numeri della manovra che riguardano i pendolari che viaggiano in treno, e questi dati sono semplicemente scioccanti: rispetto all’anno in corso, il taglio complessivo delle risorse per il servizio ferroviario è del 53%, quello a Trenitalia del 67%.
Infatti, il taglio in materia di “Servizi ferroviari di interesse regionale e locale in concessione”, previsto all’allegato 1 della manovra, è pari a 1.223 milioni di euro per l’anno 2011, di cui 1.181 a Trenitalia e 42 agli altri concessionari. Se si considera che per questa voce del bilancio dello Stato, che garantisce i treni in circolazione nelle Regioni, la cifra nel 2010 era pari a 2.287 milioni di cui 1.748 milioni a Trenitalia e 539 agli altri concessionari, si comprende come quella che si profila è una vera e propria ecatombe del servizio ferroviario pendolare nel nostro Paese.
“Ma Tremonti e Matteoli hanno idea dell’effetto che la manovra provocherà a partire dal 2011 nelle città italiane? - chiede Edoardo Zanchini, responsabile trasporti di Legambiente. Il Governo deve spiegare ai due milioni e 700mila italiani che ogni giorno prendono i treni per motivi di lavoro o di studio quali soluzioni alternative hanno in mente per loro. Con meno di metà delle risorse rispetto a quest’anno come si può pensare di far funzionare il servizio?”.
Legambiente lancia un allarme rivolto a tutti i pendolari d’Italia per far sentire forte la protesta contro una decisione che determinerebbe degli effetti sociali e ambientali drammatici, perché meno treni significa più auto in circolazione, città più congestionate e inquinate, ancora più disagi per i pendolari che già troppi ne soffrono su treni spesso vecchi e affollati.
Inoltre, nella manovra questi tagli sono definiti con chiarezza per le singole voci per il 2011, ma è già previsto che continueranno per il 2012 e 2013. Per i pendolari è un’autentica beffa, perché a partire da quest’anno si dovevano cominciare a vedere i miglioramenti, tanto attesi nelle città e nelle Regioni italiane, che i nuovi Contratti di servizio con 6 anni di durata dovevano garantire. Ma con i tagli rischiano di essere cancellati tutti gli accordi già firmati. E Legambiente evidenzia come altri tagli siano spalmati su diverse voci che riguardano il servizio di Trasporto Pubblico Locale, per un totale di ulteriori 217 milioni di Euro, mentre nessuna risorsa è tolta ai finanziamenti della Legge Obiettivo. “Una scelta semplicemente assurda – aggiunge Zanchini -.
Si cancellano i treni in circolazione nelle città mentre si continua a finanziare il Ponte sullo Stretto di Messina, ma anche nuove autostrade e strade. Non sono certo questi gli investimenti che servono a portare l’Italia fuori dalla crisi, tantomeno quando si tagliano i servizi essenziali”.
Gabriele NanniLegambiente Nazionale
Ufficio Energia e Trasporti
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