In settimana si dovrebbe avere qualche certezza in più su come si viaggerà a bordo dei servizi di trasporto pubblico locale.
Dopo l'ordinanza "folle" del Ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha di fatto disconosciuto l'indirizzo del Ministero dei Trasporti si è aperta una querelle tra Governo e Regioni sulle modalità dell’offerta del tpl che ormai dura da 18 giorni.
Dal 1 agosto ad oggi si potrebbe dire tanto rumore per nulla!
Riassumiamo per tappe di questa delicata vertenza situazione.
27 GIUGNO: varie Regioni, tra cui Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Lombardia, poi si accoderanno a luglio anche Marche, Calabria, Sicilia e Sardegna, previa delibera della Conferenza Stato-Regioni, eliminano il contingentamento dei posti a bordo dei mezzi del tpl, i quali tornano così utilizzabili al 100%; resta fermo il mantenimento dell'obbligo di utilizzo della mascherina a bordo dei mezzi.
Una decisione sostenuta anche dai Comitati Pendolari di FVG e Veneto che ad inizio giugno avevano indirizzato una lettera congiunta ai Governatori Fedriga e Zaia, chiedendo appunto l’eliminazione delle limitazioni dei posti a bordo e il ripristino dell’ordinario programma d’esercizio con tutte le corse.
1 AGOSTO: dopo una serie di polemiche fomentata da alcune testate giornalistiche, il Ministro alla Salute, Roberto Speranza, firma un’ordinanza con la quale si limita al 50% i posti a bordo dei treni e bus, ribadendo che in tutti i luoghi chiusi aperti al pubblico, resta obbligatorio sia il distanziamento di un metro che l'obbligo delle mascherine.
Un’ordinanza che in ambito ferroviario ha creato un grande pandemonio visto che il provvedimento inaspettato è giunto nel pomeriggio di sabato, primo weekend d'agosto, con migliaia di persone in viaggio verso i luoghi di vacanza.
La cronaca è nota a tutti, con Italo costretta a sopprimere numerosi treni, appiedando oltre 8.000 passeggeri e Trenitalia che ha cercato di limitare il peggio. Si è trattato di un weekend di passione per migliaia di passeggeri vittime di un’ordinanza folle giunta fuori tempo, emessa senza pensare alle conseguenze pratiche che hanno messo in ginocchio le Aziende di Trasporto.
6 AGOSTO: il Comitato Tecnico Scientifico esprime parere favorevole all’ordinanza Speranza, confermando il limite del 50% dei posti a bordo dei treni e bus e del 100% per gli aerei.
Di fatto però l’ordinanza Speranza trova applicazione solo per i viaggi dell’Alta Velocità, atteso che le Regioni confermano le proprie decisioni, opponendosi al contingentamento dei posti sul trasporto regionale
10 AGOSTO: si tiene la Conferenza Stato-Regioni. In un serrato confronto tra i Governatori e i Ministri De Micheli, Speranza e Boccia, le Regioni hanno espresso una fortissima preoccupazione per la situazione del tpl, soprattutto quando a settembre riapriranno le scuole e saranno riprese gran parte delle attività lavorative.
È chiaro che il riferimento di base deve essere la sicurezza sanitaria, tuttavia si devono fare i conti con la sostenibilità del trasporto pubblico, ricercando le soluzioni possibili che consentano la gestione dei servizi in un periodo in cui si deve convivere con il virus.
Tre sono le problematiche le Regioni pongono al Governo:
1).- Lo stanziamento di 400 milioni in favore del tpl previsto dal “Decreto Agosto” non deve rimanere sulla carta, ma il Governo deve con celerità provvedere ad erogare le risorse, attribuendole alle Regioni in base ai criteri previsti per il Fondo Nazionale Trasporti.
2).- Si deve agire soprattutto sulle linee extraurbane garantendo uno snellimento del regime autorizzatorio per abilitare altri mezzi a svolgere i servizi di linea.
3).- E’ stato chiesto di chiudere i tavoli regionali coordinati dal Ministero dell’Istruzione sulla flessibilità degli orari scolastici al fine di avere un quadro chiaro sulla base del quale rimodulare i servizi di tpl nell’ottica della riapertura delle scuole.
L’incontro di fatto si è chiuso con un nulla di fatto, rinviando ogni decisione a dopo le ferie di Ferragosto, quando si cercherà come nella italica prassi di trovare un compromesso tra la posizione delle Regioni e quella del Governo. Il Ministro Boccia ha chiesto alle Regioni di preparare un documento unitario da sottoporre al Comitato Tecnico Scientifico, sospendendo ogni decisione di una settimana, invitando le Regioni a trovare una soluzione sulla percentuale di persone che può salire a bordo dei mezzi.
Hanno espresso perplessità a questo approccio vari governatori, tra cui il FVG e Veneto che hanno confermato che non intendono tornare indietro prevedendo contingentamenti di posti a bordo dei mezzi.
In altre parole, secondo alcuni Governatori si deve insistere nell'obbligo della mascherina a bordo ed essere meno intransigenti sul distanziamento, altrimenti a settembre ci sarà il caos, con ricadute drammatiche, visto che lo stesso Governo prevede che torneranno a muoversi oltre 10 milioni di persone.
Ma il vero problema resta il trasporto scolastico, se ci saranno limitazioni dei posti alcune Regioni non assicurano la possibilità di garantire il servizio visto che anche un aumento delle risorse da parte del Governo potrebbe non essere sufficiente a sostenere i costi per doppie e triple corse: non ci sono poi abbastanza autobus o treni per rimodulare l'offerta e le ipotesi del Governo sul distanziamento a bordo non sono percorribili. Nonostante infatti l'adozione degli accorgimenti suggeriti dal Governo, fra cui divisori flessibili tra una seduta e l'altra, non si andrebbe comunque al di sopra del 60% dei carichi ordinari. Se così fosse, a settembre quasi la metà degli studenti resterebbe esclusa dal servizio trasporto e non ci sarebbe spazio nemmeno per i pendolari.
L’intento, sottolineato da tutti i Governatori, è quello che dal Comitato Tecnico Scientifico pervengano indicazioni concrete e fattibili sugli accorgimenti adottabili nel breve periodo, per disporre di una capacità di carico pressoché pari a quella ordinaria, eventualmente anche attraverso la conferma delle modalità vigenti sui mezzi di trasporto pubblico, che fanno della mascherina il presidio fondamentale per la prevenzione del Covid 19.
POSIZIONE DELLA REGIONE FVG: se la capienza massima sui mezzi tpl sarà ridotta al 60%, secondo l'attuale orientamento del Governo, la Regione Friuli Venezia Giulia non sarà in grado di garantire il trasporto pubblico scolastico. Questa in sintesi la posizione che l'Assessore Graziano Pizzimenti.
Attualmente in FVG
sul tpl ferro e gomma la capienza è massima, con la possibilità di occupare il 100% dei posti a sedere, ma con l'obbligo di indossare dispositivi di protezione individuale.
L’Assessore Pizzimenti ha rigettato l'ipotesi di installare a bordo dei mezzi pubblici dei separatori leggeri, come divisori in stoffa o altro materiale, sia per l'impossibilità di provvedere all'allestimento di tutti i mezzi in tempo utile, sia per la difficoltà che comunque si riscontrerebbe nel tenere igienizzati simili attrezzature. L’Assessore ha inoltre posto l'accento sullo scarso tempo a disposizione per svolgere gare e procedure amministrative e giungere pronti alla riapertura dell'anno scolastico; a tal proposito, l'ulteriore slittamento di ogni decisione per condividere un documento unitario - a cui le Regioni stanno già lavorando per avanzare una controproposta al ministero e al comitato tecnico scientifico - non lascia ben sperare sulla possibilità di giungere ad una soluzione in tempi ristretti.
PROSPETTIVE dopo il fallimento dell’incontro del 10 agosto si spera che le parti trovino una soluzione di buon senso, visto che i correttivi proposti non sono realizzabili né per logistica nè per questioni di tempo.
Da parte nostra non possiamo altro che condividere le perplessità delle Regioni, che si oppongono al contingentamento dei posti a bordo, una soluzione questa che ci farebbe ritornare indietro di due mesi, mettendo in grave crisi l’intero sistema del tpl che non dispone né di materiali (treni e bus), né di risorse sufficienti a garantire un’offerta così rimodulata.
Fino alla fatidica data del 14 settembre non si prevedono grandi problemi; ad oggi infatti in FVG si viaggia molto al disotto dei livelli pre-Covid (mendo del 50%), ma con l’avvio delle scuole e la fine delle ferie di tanti lavoratori il problema dei trasporti potrebbe diventare serio anche per la nostra regione.
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