Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

lunedì 22 giugno 2020

Da oggi altri due collegamenti da e per Venezia. Accolte le richeiste dei Comitati, ma si deve arrivare a regime da luglio

Da oggi 22 giugno saranno ripristinati i R2470 tutti i giorni: Venezia S.L. p 22.01-Udine a. 23.53-Gorizia a. 0.25-Trieste a. 1.18 // R2776 giorni feriali Trieste p. 4.26-Mestre a. 6.09-Venezia S.L. a. 6.21.  
Altre due richieste dei Comitati dei Pendolari accolte dopo un pressing di settimane: sicuramente un altro passo avanti verso la normalità di un servizio ancora precario, che soffre la mancanza di coraggio da parte delle Istituzioni che parlano bene e poi razzolano male. 
Lo sosteniamo ormai da oltre un mese che il Friuli non può essere isolato - e non parliamo solo della vertenza lunga percorrenza che sta raggiungendo livelli vergognosi - ma anche per ci riferiamo al trasporto regionale dove le fasce mattutine e serali sono penalizzate.
LE RICHIESTE SULLA VENEZIA-UDINE: l’orario estivo avrebbe dovuto essere ripristinato così come era stato previsto, giacché non vi sono attualmente restrizioni alla mobilità delle persone. Non esiste alcun “coprifuoco” serale, anzi si vorrebbe e si dovrebbe incentivare la mobilità anche turistica del Nordest.
Invece oggi, rilevano, se un friulano volesse fermarsi a cena a Venezia non potrebbe trattenersi la sera per mancanza di treni.
Bene il ripristino del R2470  anche se permane la gravissima situazione di corse inadeguate la sera da Venezia verso Pordenone, Udine e Trieste.
Verso Udine abbiamo chiesto e continueremo a pressare Regione FVG e Trenitalia per il ripristino del R2474 delle ore 23.01, ma anche della corsa successiva della mezzanotte eliminata qualche anno fa.
Verso Trieste va assolutamente ripristinato il treno da Venezia delle 22.41.   
Le corse non ancora ripristinate hanno sempre fatto registrare un notevole numero di passeggeri: queste corse andrebbero a beneficio non solo dei turisti, ma anche di arriva a Mestre con le Frecce e ha bisogno di una coincidenza per il Fvg; è notorio che la nostra regione soffre di un accentuato isolamento per il mancato ripristino dei voli da Ronchi per Roma e Milano e di una parte delle Frecce e pertanto avere connessioni più capillari con Mestre diventa necessario.
ORARIO A REGIME DA LUGLIO: con i colleghi veneti abbiamo ipotizzato per fine mese come step finale per un ritorno alla normalità in considerazione della incoraggiante situazione sanitaria dove il contagio è di fatto sparito.
Dal 1 luglio l’orario deve pertanto tornare alla normalità con tutti i treni previsti dal programma d'esercizio (oggi siamo all'80% circa pre-Covid) eliminando i contingentamenti dei posti a bordo.
La questione del contingentamento dei posti a bordo è una misura che non regge, anzi la limitazione vigente è causa proprio di assembramenti che in taluni casi è caduta nel ridicolo visto che i controlli sono quasi assenti: da Venezia a Treviso/Pordenone abbiamo avuto più segnalazioni di treni hanno viaggiato con un numero di passeggeri superiore alla capienza prevista dal protocollo Covid, con delle vere scene da assalto alla diligenza in stazione ...
Scene del genere si stanno registrando poi quotidianamente nella maggiori tratte nazionali utilizzate dai pendolari, dalla Liguria, alla Lombardia al Lazio.
SACILE-MANIAGO: resta irrisolta la questione della linea Pedemontana. Anche in questo caso non si capisce quale sia la visione d'insieme, visto che la Sacile-Maniago, ripristinata a dicembre 2017 oggi è stata dimenticata con un servizio autosostituito fino al 14 settembre.
La linea riaperta a furor di popolo (con un investimento di 17 milioni di euro da parte di RFI), è divenuta negli ultimi due anni una delle ferrovie turistiche più note e fruite in Italia grazie al servizio dei treni storici della Fondazione FS.
Nonostante ciò da marzo non sferraglia più nessun treno penalizzando una zona già in sofferenza e isolata rispetto al resto della regione.
per questo abbiamo richiesto il ripristino - almeno nel weekend - delle corse sulla Sacile-Maniago, oltre alla riattivazione del servizio turistico dei treni storici che rappresenta un'eccellenza nel panorama ferroviario del FVG. 
SOLDI DA ROMA: molto complicata la situazione relativa alle compensazioni per mancati introiti da bigliettazione alle Aziende Tpl. Una vertenza dalla quale dipende la futura tenuta dell'offerta tpl.
Da un nostro calcolo in FVG "il buco" per Trenitalia relativo al mancato introito da bigliettazione (da marzo a giugno) si aggira tra i 4/4,5 milioni. 
Il Governo ha messo a disposizione un unico fondo (valido per tutte le regioni e per tutte le aziende Tpl sia fs che gomma) dell'importo di 412 milioni: per il FVG sono stati stanziati 7 milioni.
Tenendo conto che il fondo vale sia per Trenitalia che per gli altri gestori bus, si capisce che l'importo è assolutamente insufficiente; la compensazione in parola è prevista solo per il periodo 8 marzo-4 maggio, senza nulla prevedere successivamente quando il programma del servizio tpl era ancora fortemente ridotto (meno del 60% delle corse).
RIMBORSI AGLI UTENTI: nulla si sa ancora sui rimborsi agli abbonati.
La procedura di rimborso del decreto legge Rilancio prevede un voucher o la possibilità di estensione dell'abbonamento per la durata non fruita dell'abbonamento durante la quarantena (dal 8 marzo al 4 maggio). 
L'art. 215 del decreto prevede in particolare l'invio alla società di trasporti della documentazione che attesta che si è in possesso di titolo di viaggio con periodo di validità quello in corrispondenza del quale sono rimaste in vigore le misure di quarantena contro il coronavirus, nonché di un'autocertificazione con quale si dichiara, per le cause di forza maggiore sopra indicate, la mancata fruizione, in tutto o in parte, dell'abbonamento ai trasporti.
Ad oggi nessuna procedura di rimborso è stata attivata, ufficialmente sul sito FS si legge che "per gli abbonamenti regionali, Trenitalia sta lavorando insieme alla Conferenza delle Regioni per cercare di uniformare le procedure operative per il rimborso ed evitare asimmetrie applicative, in coerenza con quanto stabilito dal Decreto Rilancio".
La realtà è che il fondo governativo previsto per i rimborsi è del tutto insufficiente in base alle domande.
Assistiamo ad un modo assolutamente dilettantesco di approcciare la materia da parte del Governo, che legifera norme che poi non trovano la minima possibilità di applicazione, scaricando sulle aziende di trasporto e sulle Regioni la patata bollente.
Una mancanza di visione che pregiudica seriamente la tenuta del sistema tpl, che potrebbe essere costretto a pesanti tagli all'offerta.

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