Alla Regione è piaciuta l’idea di fare inserire la linea Sacile-Gemona nel novero delle tratte che possono essere istituite come ferrovie turistiche, per le quali esiste una proposta di legge, ma la commissione parlamentare che avrebbe dovuto svolgere un sopralluogo entro giugno sui binari non si è ancora vista.
Un’idea lanciata da Andrea Palese, consigliere comunale di Gemona e rappresentante del Comitato dei Pendolari Alto Friuli, che oggi, col Sindaco di Cavasso, Emanuele Zanon, denuncia «l’ennesima fase di stallo nel percorso di riattivazione della ferrovia chiusa dal 2012».
L’invito alla Regione di amministratori e pendolari è quello di non perdere tempo: sono passati sei mesi, da quando è stato annunciato che la riattivazione, almeno del tratto Pinzano-Gemona a scopo turistico con l’impiego di treni storici, potrebbe passare per il progetto nazionale Binari senza tempo, curato dalla Fondazione Ferrovie dello Stato, che ha riportato convogli a viaggiare su antiche linee.
Si pensi alla siciliana Ferrovia dei templi, lungo la quale a marzo, dopo 38 anni di dismissione, è stato inaugurato il nuovo capolinea della stazione di Porto Empedocle succursale.
Proprio in Sicilia è stato annunciato l’interesse della Fondazione alla Sacile-Gemona: il direttore Luigi Francesco Cantamessa, che ha incontrato Palese, ha dichiarato che l’obiettivo di "Binari senza tempo" è unire lo Stivale, da Agrigento al Friuli. Dopo questo primo e importante passo, spettava alle istituzioni, Regione in testa, fare mosse giuste e celeri. Ma, da allora, poco s’è visto.
«A febbraio ho scritto all’assessore regionale Maria Grazia Santoro, invitandola a prendere in considerazione il progetto di Fondazione – dice Palese –. Una proposta che ha destato interesse, ma poi il nulla. Non possiamo perdere questo treno: il rilancio della ferrovia passa necessariamente per la valorizzazione turistica del territorio, che ha ampie potenzialità di sviluppo, basti pensare al connubio treno e bici con la ciclovia Fvg3 che corre parallela alla linea. In Sicilia, Piemonte, Abruzzo, Toscana e Campania, grazie al progetto di Fondazione, si stanno creando le condizioni per un vero rilancio turistico, con enti pubblici e privati in prima linea».
Secondo Palese e Zanon, «il Friuli continua a vivere nel suo immobilismo autoreferenziale, e di questo passo non soltanto la linea non verrà mai più riaperta, ma il territorio subirà ulteriori penalizzazioni. Servono determinazione e coraggio, ma soprattutto iniziare a dialogare coi vertici di Fondazione, che, è bene ricordare, è partecipata per metà da Trenitalia, gestore che dovrebbe svolgere il servizio in Pedemontana, e per metà da Rfi, proprietaria della linea».
Quella della riattivazione della linea sembra una storia senza fine, ma Palese e Zanon non mollano. «Dopo l’incontro con Cantamessa,
Palese ha dimostrato che il ripristino della tratta può diventare realtà – sottolinea Zanon –. La Regione ha in mano tutti gli elementi per procedere, dallo studio di fattibilità al sostegno dei Comuni. E’ tempo di chiudere positivamente questo capitolo».
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