Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

giovedì 14 giugno 2012

Moretti minaccia il taglio del servizio ferroviario regionale

Se nel 2013 "non ci saranno soldi a bilancio" nel budget delle Fs, "l'unica cosa che potremo fare è interrompere il servizio". A ipotizzare lo stop ai treni locali dal tavolo di un convegno all'Università Bocconi di Milano, è l'AD del Gruppo Ferrovie dello Stato Mauro Moretti.
Lo stesso Moretti non ha nascosto il rischio che le Regioni restino senza trasporto pubblico locale e che le stesse FS possano essere denunciate per interruzione di servizio: "Ci denuncino pure e poi vediamo cosa succede".
D’altra parte - ha denunciato ancora Moretti - "il contributo alle FS per il trasporto pubblico locale e' oggi di 1,2 miliardi di euro rispetto agli 1,6 miliardi previsti per il 2012". Quindi, "o si aumentano le tariffe o i contributi, oppure non si può andare avanti", ha detto il numero uno di FS.
In Italia spiegando che i ricavi per passeggero a chilometro sono di 10,8 centesimi di euro contro i 17,2 del trasporto su gomma. Divario che esisterebbe anche nel confronto con altri paesi europei: "20 centesimi chilometro in Germania, 22 centesimi chilometro in Francia".
Il manager ha quindi sottolineato che a fronte della liberalizzazione, chi partecipa ad una gara per il servizio universale vuole che il committente sia affidabile e che ci sia certezza per i sei anni di contratto con le Regioni. Ma senza certezze sui trasferimenti dallo Stato alle Regioni, se "nel 2013 non ci saranno soldi a bilancio, non faremo il servizio regionale".
La minaccia di Moretti non è piaciuta al governo, né ai pendolari. Il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, ha replicato a distanza che non ci sono problemi: "Ci stiamo occupando tutti del trasporto pubblico locale". Le parole di Moretti scatenano anche le associazioni dei consumatori. Se l'AD di Ferrovie dello Stato si interessasse "un po' di meno dei Frecciarossa e un po' più dei treni dei pendolari, troverebbe come finanziare il servizio universale senza bisogno di fare proclami e lanciare la minaccia di lasciare a casa i pendolari" denuncia il Codacons, secondo il quale simili avvertimenti sono "poco consoni per un amministratore, specie se amministra un bene pubblico".

Da parte nostra Moretti non dice nulla di nuovo, il solito disco rotto di un manager pubblico che si crede onnipotente e soprattutto insostituibile.
E’ evidente che in Italia il trasporto regionale è agonizzante a fronte di scellerate politiche sui trasporti, che hanno privilegiato il trasporto su gomma rispetto a quello su rotaia, ovvero le grandi opere, gran parte delle quali sono rimaste incompiute.
Ora l’Ing. Moretti pretendere di scaricare le responsabilità sugli altri, imputando il fallimento del sistema del trasporto regionale sulle povere Regioni, le quali a fronte della mancanza di risorse disponibili sono in grande difficoltà.
Il mondo è cambiato, viviamo in una pesante crisi economica che non permette più certi lussi, dove razionalizzare dovrebbe essere la parola d’ordine, dove lo Stato non è più in grado di garantire determinati servizi.
Serve responsabilità, scelte coraggiose e soprattutto lungimiranti per salvare un servizio pubblico che rappresenta un patrimonio dell’intera Nazione. L’argomento è sicuramente di quelli complessi, dove è difficile imputare la colpa a singoli soggetti, ma dove certo il sig. Moretti non è immune da responsabilità.
Ma chi è Mauro Moretti? E’ l’uomo che è al comando di FS da oltre 10 anni, visto che dal febbraio 2001 fa parte del CdA di FS e Amministratore delegato dal settembre 2006; ma Moretti ha anche ricoperto la carica di AD di RFI Spa dal luglio 2001, la più importante società del gruppo, quella che detiene la rete e le stazioni.
Moretti ha certamente il merito di aver riportato le FS all’utile nel 2008: primo risultato positivo nella storia, grazie ad un’operazione di risanamento dei conti senza precendenti, frutto sia di un taglio agli sprechi, che attraverso la riorganizzazione dei "Contratti di Trasporto" con le Regioni. Ma Moretti per molti è anche colui che ha fatto spendere milioni e milioni di euro per l’alta velocità, facendo diventare il Frecciarossa il simbolo delle Ferrovie Italiane
Tra i "meriti" di Moretti vi è anche quella di aver razionalizzato il servizio Cargo, utilizzando le sue stesse parole “un settore che era identico a quello del 1905, come se i camion non fossero mai esistiti. Si continuava a mantenere tutto anche tutto quello che non era utilizzato mai, o quasi mai, che, naturalmente, doveva essere gestito, mantenuto e costava un botto di soldi. La ricchezza prodotta era equivalente a zero” … secondo altri invece è il responsabile dello smantellamento di questo settore strategico a tutto vantaggio della gomma.
Ma il capo di FS è soprattutto famoso per le sue “esternazioni”, come quando definì la strage di Viareggio uno "spiacevolissimo episodio" mancando di sensibilità verso le vittime di quel drammatico incidente che lo vede peraltro indagato, ovvero quando dopo le forti nevicate del dicembre 2009, in seguito a forti disagi, consigliò agli utenti FS di portarsi in treno "panini e coperte".
Questo è Mauro Moretti, l’ingegnere maximo di FS, che ancora una volta purtroppo non ha perso l’occasione per stare zitto e portare rispetto nei confronti di quei milioni di pendolari che ogni giorni sono costretti a viaggiare su treni molto simili a dei carri bestiame, vessati da continui disservizi.
Caro Moretti, avremmo tante domande da farle, come ad esempio dove vanno gli utili dell'Alta Velocità? Dove sono finiti tutti i bei progetti di sviluppo delle nostre ferrovie locali come la nuova Pontebbana, inaugurata a fine 2000 e costata 1000 miliardi di vecchie lire (88 miliardi la sola stazione di Tarvisio Boscoverde), o dello stesso scalo merci di Cervignano oggi semiabbandonato.
Dopo il taglio nel dicembre 2009 al collegamento Venezia-Vienna ci è voluta una virtuosa collaborazione tra due Regioni (Friuli e Carinzia), nonché il supporto di una piccola società ferroviaria (Ferrovie Udine-Cividale) per ritornare a garantire ai Cittadini quel diritto di spostamento e mobilità transfrontaliero tra l’Italia e l’Austria.
Ci sarebbero tante le cose che vorremmo dirle o farle capire, una in particolare, ovvero che le Ferrovie non sono sue, ma nostre.
Al contrario di altri, noi non Le chiediamo di dimettersi, è fiato sprecato, non lo farà mai.
Ci appelliamo invece al Governo Monti affinché le venga tolta la fiducia, quella fiducia che noi pendolari abbiamo già perso da tempo !

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