Pubblichiamo l'articolo de Il Gazzettino del 11 gennaio 2020 di Camilla Demori relativo al taglio del finanziamento regionale al servizio Freccia di Trenitalia
IL CASO Addio ai tre milioni di contributo regionale a Trenitalia per il passaggio delle Frecce in Friuli Venezia Giulia.
A sparigliare le carte in tavola è stato l'arrivo di Italo a Udine e Pordenone.
Il 7 dicembre scorso è scaduta la convenzione con la società del Gruppo Ferrovie dello Stato e, come spiegano nell'assessorato regionale guidato da Graziano Pizzimenti, titolare della delega ai Trasporti nella giunta Fedriga, «in questo momento i servizi di alta velocità sulla lunga percorrenza, sia sulla direttrice per Milano sia sulla direttrice per Roma in regione stanno funzionando a mercato». Cioè, senza che la Regione ci metta un euro extra.
LA POSTA
È vero che nel bilancio regionale 2020-2022 aggiornato alla stabilità di dicembre 2019, nel capitolo dedicato al trasporto pubblico regionale e locale in carico alla direzione centrale Infrastrutture e Territorio, è previsto uno stanziamento di due milioni per il 2020, altri due nel 2021 e sempre due milioni nel 2022, come spese correnti per l'acquisto di beni e servizi. In questo caso, «oneri derivanti dal miglioramento del servizio dei collegamenti ferroviari passeggeri di lunga percorrenza».
Alla voce «destinazione di spesa» viene chiarito bene che «i fondi sono destinati alla compartecipazione finanziaria con Trenitalia spa per il miglioramento del servizio ferroviario tra le città di Trieste e Udine e le città di Milano e Roma». Ma, spiegano ancora in assessorato, il fatto che una posta sia prevista non vuol dire affatto che poi sarà spesa. «Quei soldi sono disponibili a bilancio ma in questo momento le risorse non sono utilizzate in una convenzione. Si tratta di una previsione che in questo momento non è attuata».
LE REAZIONI
Quei tre milioni dati a Trenitalia fino al 2019 avevano radici antiche, visto che partivano da un'intesa stipulata a giugno del 2012 sulla base di un'autorizzazione contenuta già nella finanziaria del 2010. E di questa storia è figlia la delibera che a novembre 2018 aveva confermato l'importo a carico del bilancio 2018-2020. Ma, già subito dopo l'arrivo di Italo, era stato il direttore commerciale della società Fabrizio Bona a mettere la pulce nell'orecchio, suggerendo alla Regione un ripensamento sull'agevolazione data al loro concorrente statale. E Pizzimenti aveva raccolto il suggerimento, in nome della «parità di trattamento».
Insomma, è il mercato, bellezza, si direbbe, parafrasando Bogart.
Quel mercato che oggi, tanto per capirci, fa sì che sulla Udine-Mestre un Italo del 13 gennaio costi 9,90 euro (per un'ora e 41 minuti di viaggio) contro i 12,35 di un regionale veloce di Trenitalia (un'ora e 37).
Ma, se effettivamente quei soldi (o almeno uno di quei milioni) non saranno dati a Trenitalia per le Frecce, ma saranno risparmiati, come li utilizzerà la Regione?
«Quei fondi - dice l'assessore Pizzimenti - ancora non sono stati risparmiati. Il bilancio è già stato fatto prevedendo un milione in meno. I soldi che non saranno utilizzati per le Frecce saranno suddivisi nei capitoli del mio assessorato».
Secondo Andrea Palese del Comitato Pendolari Alto Friuli, «con i soldi risparmiati la Regione potrebbe ampliare la tariffa weekend o, magari, prevedere in via sperimentale qualche tariffa dinamica, con lo scopo di aumentare i passeggeri. Perché solo così si aumentano gli introiti da tariffa e si va a sterilizzare i possibili aumenti futuri. Lo scopo dev'essere incentivare il gestore ad incrementare il proprio bacino di utenza, con premialità precise. Altrimenti, se a marzo uno si prende il 90 per cento dei 40 milioni annui, potrebbe non essere interessato a quanti passeggeri carica da allora».
Il taglio dei fondi per le Frecce? Se sarà confermato come pare, per Palese, «avranno fatto benissimo. Con l'entrata di Italo ormai siamo sul mercato libero. È evidente che non si possono fare due pesi e due misure. Certo, se siamo sul mercato, non possiamo piangere poi se gli orari non ci sono o non ci piacciono. Decide il gestore».
Su quest'ultimo punto concorda il consigliere del M5S Cristian Sergo: «Va bene il taglio, visto che è arrivato Italo, ma se ci sono delle tratte che per il mercato non sono appetibili, i cittadini nella nostra regione rischiano di non avere il servizio di alta velocità perché se decidono ci fermiamo a Venezia, si fermano a Venezia».
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