Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

martedì 22 gennaio 2019

FUC, quale futuro?

Nelle ultime settimane è salita nuovamente alla ribalta delle cronache sulla stampa la situazione di Ferrovie Udine Cividale (FUC), società controllata al 100% dalla Regione.
Alcune dichiarazioni dell’AD, Maurizio Ionico e l’audizione svolta in IV° Commissione in Consiglio Regionale hanno acceso i riflettori sul futuro della partecipata regionale.
La domanda è: quale sarà il futuro di FUC?
La risposta è complicata visto che molteplici sono i motivi che hanno portato a questa situazione, che ora rischia di far scomparire dopo 130 anni di storia questa società ferroviaria. Le problematiche investono sia l’infrastruttura, che l’assetto aziendale, che il servizio, ma tutte sono riconducibili ad un unico comun denominatore dato dal mal governo della politica regionale che ha utilizzato FUC come un “poltronificio”,  per parcheggiare manager di partito, trombati, amici degli amici, tutti tranne persone all’altezza del ruolo.
L’INFRASTRUTTURA: sono finalmente partiti i lavori di adeguamento della linea per con l’installazione del sistema di sicurezza SCMT.
Nonostante le risorse finanziarie siano disponibili da anni, FUC solo qualche settimana fa ha avviato i lavori richiesti dall’ANSF (Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie), la quale con la disposizione n. 10745 del 28.06.2018, ha imposto a partire dal 06.08.2018 una velocità massima di 50 km/h lungo le linee sfornite del sistema SCMT. Questo ha determinato la riduzione del numero delle corse e la loro sostituzione con bus.
La direttiva dell’ANSF ha solamente fatto arrivare al pettine i nodi, visto che per anni si è tentennato e procrastinato. Dopo la strage di Corato in Puglia non è bastata a sbloccare la situazione neppure l'emanazione del D.L. n. 50 del 24.04.2017 che ha varato il Piano Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria che aveva disciplinato una serie di interventi volti ad accelerare il conseguimento degli standard di sicurezza, prevedendo tra l‘altro la possibilità che RFI subentri nella gestione delle reti ferroviarie regionali.
Le difficoltà di FUC era peraltro note alla Regione: non a caso l’Assessore Mariagrazia Santoro, non fidandosi del suo manager Ionico, aveva messo le mani avanti, sottoscrivendo a fine 2017 un Protocollo d'Intesa con il Ministero delle Infrastrutture ove si indica FUC, quale soggetto attuatore per l'adeguamento della linea, prevedendo altresì che in difetto l'intervento verrà svolto da RFI, entro il termine del 31.12.2019. E così le limitazioni alla velocità e le soppressioni alle corse operative dal 6 agosto sono solo il risultato scontato dell'evidente incapacità dei vertici di FUC a gestire la questione sicurezza.
Numerose sono le delibere della Regione che finanziano il programma d’investimento (nn. 2572/2008, 2571/2009, 2493/2010, 2319/2011 e 2078/2012), tuttavia solo il 10.04.2018 è stata disposta da FUC la gara europea per l’appalto dei lavori relativi all’installazione sistema SCMT. La gara è stata effettuata in base all’offerta economicamente più vantaggiosa (l’importo base al netto dell’Iva è pari a 5.936.088,19), mentre la durata dell’appalto è di 540 giorni decorrenti dalla data del verbale di consegna lavori. Il 1 agosto con determina dell’AD di FUC si è provveduto ad aggiudicare l’appalto alla società Ceit spa con sede a S. Giovanni Teatino (CH), la quale è risultata prima classificata nella graduatoria stilata dalla Commissione giudicatrice.
Ora i lavori sono stati avviati “prima di Natale”, assicura l’AD Ionico e si concluderanno “entro un anno, ma poi serviranno le attività propedeutiche di collaudo”. Nel frattempo il programma d’esercizio continuerà con le limitazioni prescritte dall’ANSF.
MATERIALE ROTABILE: la “tegola” dell’ANSF è solo l’ultima di una lunga serie, visto che le criticità nei mesi scorsi non sono mancate a partire dal lungo fermo dei nuovi treni, dalle soppressioni causate da un'errata programmazione delle manutenzioni e dalla "fuga" con le dimissioni di una decina di macchinisti.
PERSONALE: il nodo della carenza di personale resta ancora un problema da risolvere. Si ricorderà la fuga di una decina macchinisti tra il 2017 e 2018. Ionico sull’argomento evidenzia che “è stato aperto un corso formativo intensivo di quasi 9 mesi per macchinisti e ci sono oltre 200 adesioni. In questi mesi pensiamo che si possa formare un nucleo di macchinisti a cui attingere per le nostre esigenze”. Ionico parla di una “caccia alle competenze rare” nel mondo ferroviario: “per una parte le imprese, le formano, per un’altra, vanno a comperarle dove ci sono: anche noi, ma non solo noi, per un certo periodo abbiamo avuto una carenza di macchinisti, che sono andati a lavorare dove li pagano molto ma molto di più di quanto ci è possibile. Credo che, dal corso, ne prenderemo almeno 4. Nel frattempo, abbiamo utilizzato risorse che erano impegnate a fare un altro mestiere e poi dipendenti in distacco da altre aziende” (Inrail). L’organigramma, spiega, “prevede una novantina di persone, noi lavoriamo con 70”.
Di certo è emblematica la situazione che i lavoratori fuggano da una partecipata regionale ... forse non solo per lo stipendio ma anche per altro! 
LA STRUTTURA AZIENDALE: in questo contesto, la nuova Giunta Fedriga, per voce dell’Assessore alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, ha fatto sapere che si valuterà attentamente quali correttivi apportare, perché in queste condizione non è possibile più proseguire.
Pare che l'Esecutivo regionale stia valutando di procedere ad un trasferimento della gestione dell'infrastruttura a RFI e ad una partnership con altro gestore per quanto concerne la gestione dei servizi (Trenitalia, Inrail, Obb?). “Entro giugno definiremo le linee strategiche relative a FUC e avremo un quadro di riferimento” È stringata la risposta dell’Assessore Pizzimenti sul futuro che attende la società in house che, oltre a gestire i 13 chilometri di tratta fra il capoluogo e la città ducale, si occupa anche del servizio transfrontaliero MiCoTra, che collega il Fvg a Villach.
Su carta, per ora, ci sono due delibere di Giunta regionale del 14 dicembre. La prima assegna altri fondi a copertura dei costi per gli interventi sul materiale rotabile (1,1 milioni, più l’ok all’utilizzo di alcune economie su risorse già assegnate, per 222.349 euro) e non ne esclude altri ancora.
La seconda delibera determina di riaffidare alla Fuc i servizi sinora gestiti (scaduti il 31.12.2018) tramite aggiudicazione diretta, con un contratto transitorio biennale, dal 01.01.2019 al 31.12.2020 “nelle more di più ampie valutazioni sul futuro della società” per un importo complessivo di 8,778 milioni. Il contratto dovrà prevedere «sinergie» con RFI e con i gestori dei servizi automobilistici
LEGGE MADIA E LIMITAZIONI AL SERVIZIO MERCI: il grande limite di FUC è senza dubbio dato dalle limitazioni imposte dalla Riforma Madia, la quale ha imposto una forte riduzione dell’attività cargo, visto che la normativa permette alle società partecipate in house la possibilità di operare in altre attività libere sul mercato nella soglia del 20% del fatturato dell’attività principale ottenuta dall’affidamento diretto dalla Regione.
La Madia sta impedendo di fatto di ampliarea FUC  il proprio business, limitandolo all’attività passeggeri, coperta dai corrispettivi del contratto di servizio della Regione (1,5 milioni per il treno Mi.Co.Tra e 2,1 milioni per la Udine-Cividale).
La fotografia dei 52 carri merci fermi in deposito a Udine dà l’idea della situazione.
IL FUTURO E LE SCELTE: se pare scontato - è questione solo di tempo - il passaggio della gestione dell’infrastruttura Udine-Cividale a RFI, la partita del servizi ferroviari appare ancora incerta.
Se FUC vuole continuare ad offrire servizi tpl di certo deve trovare una partnership (Trenitalia ?). Nel merci, tenendo conto dell’insuperabile limite imposto dalla Madia la partita pare invece chiusa. Quale sia poi il destino dei 52 carri e dei locomotori Siemens E-190 per i quali è stata avviata un'indagine di mercato per il noleggio per il periodo 01.01.2019 sino al 31.12.2020 difficile dirlo.
A giugno verrà approvato il bilancio 2018, che voci giornalistiche danno in pesante rosso. Con l’approvazione del bilancio terminerà il mandato delll’AD, Maurizio Ionico, uomo di fiducia (e di partito) nominato nel 2013 dall’Amministrazione Serracchiani, il quale alla domanda postagli dalla giornalista del Gazzettino, Camilla Demori “si sente nel giro d’aria? Ha risposto “È indifferente la mia persona. Io in questo caso sono un servitore, quello che riguarda me vale veramente zero. Se temo lo spoil system? Io sono un uomo di Stato, la Regione giustamente fa le sue scelte”.
Visto che il futuro di FUC dipenderà da scelte radicali, il nostro auspico è che il nuovo corso parta dalla nomina di un nuovo AD, che esca delle tradizionali logiche partitiche e della "spartizione delle poltrone”.
Se si vuole salvare la baracca bisognerà individuare un uomo d'ordine, non solo conoscitore del sistema ferroviario, ma soprattutto capace a gestire un'azienda. Inoltre oltre all'AD si dovranno individuare altre figure apicali in grado di ottimizzare la gestione del personale e dell'officina, oggi molto deficitarie.  

Nessun commento: