Di seguito pubblichiamo una puntuale e acuta riflessione di Andrea Palese, storico leader dei Pendolari friulani.
Qual è la situazione del servizio ferroviario regionale?
Sotto il profilo dei numeri siamo i migliori d’Italia, per puntualità ed affidabilità; sotto il profilo della politica ,probabilmente siamo tra gli ultimi.
Da circa un anno la Regione latita, forte dei numeri conseguiti dall’eccellente lavoro svolto in questo ultimo anno da Trenitalia.
I numeri però da soli non bastano, in quanto mancano scelte strategiche per il futuro ferroviario del FVG.
Ora che disponiamo finalmente di treni nuovi, veloci ed efficienti è necessario promuovere una moderna politica dei trasporti in grado da attrarre nuovi utenti: in particolare servono interventi volti al raggiungimento di una tariffa unica regionale sia per il tpl ferro che per la gomma e una vera intermodalità tra i vettori, con una riduzione dei tempi di percorrenza, sfruttando al meglio il nuovo materiale rotabile.
Un immobilismo inspiegabile quello della Regione, basti pensare che da oltre un anno i Comitati dei Pendolari hanno chiesto di predisporre sulle fiancate dei nuovi treni semplici adesivi raffiguranti una bicicletta, in maniera da rendere visibile il modulo portabici e promuovere così il servizio treno+bici lungo la Ciclabile Alpe Adria.
Semplici e banali interventi che potrebbero avere anche una finalità pubblicitaria, abbellendo le livree dei treni con messaggi turistici promovendo le bellezze del nostro Territorio.
Nulla si sa su come verranno utilizzate dalla Regione le penali contrattuali inflitte a Caf: 4,5 milioni rivenienti dal ritardo della consegna dei nuovi treni …
Nulla si sa sul bando di gara per l’affidamento del servizio: il contratto ponte con Trenitalia scadrà a fine anno. Ad oggi non si sa ancora se la Regione farà una gara vera e propria per l’affidamento del servizio oppure rinnoverà il contratto con Trenitalia: “un piatto” che vale oltre 400 milioni!
Una politica caratterizzata solo da proclami e belle fotografie sulla stampa, inconcludente però nei fatti concreti e purtroppo incapace di programmare il futuro ferroviario del FVG.
Il nuovo contratto sarà la pietra miliare per il futuro servizio fs: da lì dipenderanno tutte le scelte strategiche, dalla rimodulazione degli orari, alle tariffe, alla previsione di nuovi collegamenti, all’intermodalità tra i vettori.
La modifica degli orari in particolare non è più procrastinabile: vi è la necessità di superare l’orario cadenzato e migliorare gli orari da e per Mestre, vera porta d’accesso “all’Italia ferroviaria”.
Sulla Gemona-Sacile è caduto un silenzio assordante: dopo lo studio di fattibilità di FUC ed un inutile quanto autoreferenziale protocollo d’intesa, il vuoto più assoluto.
Purtroppo si stanno perdendo tante occasioni e in particolare non si è ancora capito che il rilancio della Pedemontana passa attraverso il progetto nazionale di Fondazione FS “Binari senza tempo”.
A febbraio avevo scritto una lunga lettera all’Assessore regionale Santoro e ai Sindaci, pungolandoli e chiedendo loro di vedere la ferrovia “con occhi nuovi”, non soltanto come servizio per i pendolari, ma come fulcro di un moderno trasporto pubblico locale, in grado da far da volano al turismo e alle attività della zona, con progetti che possano attrarre investimenti dei privati.
Limitarsi a chiedere la riapertura della linea tout court, senza confrontarsi con i numeri è sbagliato: il treno e la ferrovia da sole non servono alla Pedemontana, serve invece un “progetto economico territoriale”, in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Ho proposto una riapertura per gradi della linea, distinguendo le condizioni e gli scenari: se la tratta Sacile-Pinzano gode senza dubbio di una domanda effettiva e potenziale in grado di giustificare un servizio tpl, la parte alta della linea (Pinzano-Gemona), può essere valorizzata per progetti mirati allo sviluppo turistico.
In questo contesto si pone il progetto di Fondazione FS, che sta permettendo il recupero di numerose storiche linee italiane, tra cui la Ferrovia della Valle dei Templi, che collega Agrigento a Porto Empedocle, attraversando lo splendido sito archeologico dove è posta la fermata di Vulcano.
Un esempio virtuoso quello della Ferrovia dei Templi che ho recentemente visitato: una linea riaperta grazie all’impegno di tanti appassionati, ma soprattutto grazie alla volontà politica degli amministratori siciliani.
Un modello da copiare senza se e senza ma, visto che ogni settimana grazie al treno storico della Fondazione FS si organizzano eventi, promuovendo nel miglior modo il turismo.
Non dimentichiamo poi che in Parlamento è in fase di approvazione la legge sull'istituzione delle ferrovie turistiche, tra le quali è stata inserita anche la nostra Pedemontana; l’unica ferrovia però ancora inattiva, visto che sulle altre linee coinvolte dal progetto di legge il treno c’è, e viaggia già a beneficio dei tanti turisti.
Serve concretezza: è ora di piantarla di mitizzare ciò che non è mitizzabile, in quanto la Pedemontana non diventerà mai come la Merano-Malles o come la San Candido-Lienz.
Questi modelli non sono replicabili in FVG, e chi continua a fare questi assurdi paragoni fa solo del male al nostro Territorio.
Dobbiamo adeguarsi alle condizioni politiche, economiche e culturali del FVG e sfruttare la nostra specialità per crearne di nuove, per poter sviluppare un vero “progetto territoriale”, incentrato sul turismo storico-naturalistico e sulle potenzialità della ciclabile FVG3, favorendo ad esempio la nascita di bed&breakfast, prestando attenzione al patrimonio dei manufatti ferroviari esistenti, valorizzandoli e trasformandoli in veri e propri punti di interesse.
Le potenzialità ci sono tutte, manca purtroppo la volontà politica e l’interesse: perché?
Certi treni, come quello della Fondazione FS, vanno presi al volo, prima che altri salgano e i posti si esauriscano …
La Regione, ma soprattutto i Comuni – sentinelle del Territorio - devono crederci, la Pedemontana è un patrimonio di tutti noi che non può essere abbandonato in questa misera maniera.
Crediamoci e rimbocchiamoci le maniche!
3 commenti:
E i 4 treni CAF policorrente che fine hanno fatto?
Ho letto con molta attenzione l'articolo di Andrea Palese e non mi meraviglio se i politici della regione sono del tutto insensibili al trasporto ferroviario. Quando mai hanno viaggiato in treno? A meno che non si tratti di fare la passerella e prendersi meriti che non hanno. Cosa ha fatto l'attuale giunta regionale in materia ferroviaria? Nulla. I nuovi treni sono stati ordinati dalla giunta precedente ed il servizio MICOTRA pure. Se oggi abbiamo un trasporto per lo meno decente, lo dobbiamo a Riccardi. Sono molto solerti invece quando si tratta di dare concessioni a destra e a manca per cementificare il territorio. Per asfaltare e ampliare autostrade li si che i soldi li trovano. Sono appena tornato da un viaggio in treno in Svizzera. Sembra di vivere su un altro pianeta. Loro, i svizzeri, i camion li tassano per costruire ferrovie ancora più moderne, noi invece.... Mi chiedo, ma i nostri politici qualche volta danno uno sguardo al di la del confine?
Reitero la domanda: la Regione ordino' 8+4 treni CAF. 8 treni sono standard e sono quelli arrivati. 4 sono politensione e servono ad andare in Austria. Dove sono?
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