Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

mercoledì 20 gennaio 2016

Gemona-Sacile: Santoro come Ponzio Pilato, ai Sindaci la responsabilità per la riattivazione della linea

Dopo oltre un anno e mezzo di attesa è stato finalmente presentato lo studio di fattibilità inerente la riattivazione dei servizi di trasporto passeggeri lungo la linea ferroviaria Sacile-Gemona.
Ieri a Maniago, l’Assessore Regionale alla Mobilità, Mariagrazia Santoro e l’AD di Ferrovie Udine Cividale (FUC), Maurizio Ionico, hanno illustrato ai Sindaci e agli amministratori locali l’esito dello studio, che peraltro era già stato trasmesso ai Comuni a metà novembre 2015.
Le dichiarazioni riportate oggi sulla stampa dall’Assessore Santoro ci fanno rabbrividire: Santoro come Ponzio Pilato, dopo 2 anni di imbarazzante immobilismo sul tema, ora scarica le responsabilità sui Sindaci. CLICCA sull’immagine e leggi l’articolo del Messaggero Veneto.
Ai Primi Cittadini, Santoro non ha chiesto solo un impegno politico, ma anche economico:sta alla responsabilità degli amministratori decidere la priorità delle risorse in modo consapevole rispetto al ruolo della Regione, la quale non può semplicemente spendere ma è chiamata a fare investimenti che diventino volano per le attività pubbliche e private che di questi investimenti si giovano".
L’Assessore ha chiesto di "giungere insieme a una decisione unica", perché "il punto non è quanto la Regione ci mette ma quanto ognuno di noi ci mette per far sì che ci sia un grande progetto di territorio innervato da questa linea. Per questo, ha concluso Santoro, "voglio capire quale mandato mi dà il territorio".
La triste realtà è che l’Assessore Santoro passa dalle promesse allo scaricabarile, dimenticando il suo ruolo e dimenticando che spetta alla Regione (SPECIALE!) la competenza esclusiva della materia ferroviaria, non certamente ai Comuni, alcuni dei quali sono talmente piccoli che trovano difficoltà nell’affrontare la quotidianità.
Santoro dimentica inoltre che la Regione in questi anni non è stata nemmeno in grado di finanziare lo studio di fattibilità (40mila €), pagato dalla Comunità Montane del Friuli Occidentale e del Gemonese e dalla Fondazione CRUP.
Abbiamo atteso due anni uno studio, che presenta numeri discutibili, da analizzare con cura, ma che dalle prime impressioni pare un “libro dei sogni”, basti pensare alla previsione in 10 anni di trasportare 1.100.000 passeggeri (una media di 263 passeggeri a treno!): un Minuetto non sarebbe in grado di trasportare tutta l’utenza prevista. Magari fosse tutto vero!
Purtroppo la melina della Regione continua, dopo lo studio di fattibilità, ora ci si è inventati l’inserimento della Sacile-Gemona nell'accordo quadro con Rfi sulle infrastrutture ferroviarie regionali, accordo che dovrà essere ancora siglato da RFI, sempre se lo siglerà!
Santoro ha dichiarato che “la Regione intende battere i pugni al tavolo con Rfi per ottenere un risultato”, ci chiediamo perché non lo ha abbia fatto prima?
Santoro purtroppo dimentica che RFI è una società pubblica, i cui vertici sono nominanti direttamente dal Governo e forse dimentica che la Presidente Serracchiani è la n. 2 del PD e stretta collaboratrice del Premier Renzi. Dettagli non proprio secondari in politica …
Ora è venuto il momento delle scelte politiche, le quali spettano unicamente alla Regione, la quale dopo essere stata latitante per anni, mentre il Territorio gridava e chiedeva a gran voce aiuto, ora pretende che siano i Sindaci a decidere.
Purtroppo la Regione non ha chiarito come intenda approcciare la problematica, dando semplice risposte a quesiti base:
- La linea resta nella proprietà di RFI oppure si indente regionalizzarla?
- Qualora la linea resti a RFI, quali sono i tempi per la stipula dell’accordo quadro?
- Chi pagherà i costi per la riattivazione: RFI o la Regione?
- Chi gestirà la linea in futuro?
E’ bene ricordare che allo stato vi è un contratto di servizio valido tra Regione e Trenitalia.
Manca il coraggio di decidere, ma soprattutto manca la volontà politica: vi sono due ipotesi di lavoro:
1) La regionalizzazione della linea a costo zero e l’affidamento del servizio in house, soluzione che prediligiamo e che valorizzerebbe la specialità della nostra regione.
In questo caso la manutenzione ordinaria della linea passerebbe in capo alla Regione, la quale però non dovrà più riconoscere alcun pedaggio a RFI (circa 1milione di €/anno) e potrà affidare il servizio all’impresa ferroviaria che vorrà (es. FUC, Trenitalia ecc.).

2) La riattivazione della linea a spese di RFI, così come stabilito dall’attuale legge (costo stimato in 3,5 milioni di €) e riattivazione del servizio ferroviario in base al vigente contratto di servizio con Trenitalia, rimodulando i km/treno e gli orari in maniera da rendere il servizio più appetibile.
In questo caso l’onere della manutenzione della linea resterebbe in capo a RFI, mentre la Regione pagherebbe il corrispettivo dovuto a Trenitalia in base al contratto di servizio (che comprende anche il costo del pedaggio a RFI).

L’unico aspetto positivo emerso dall'incontro di ieri è stata l’intenzione è di riaprire il tratto Maniago-Sacile solamente per il trasporto pendolari, mentre l’intera linea sarà riattivata con finalità turistiche e quindi nei fine settimana e d’estate. Troppo poco dopo anni e anni di attesa però …

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Triste situazione, conseguenza della mancanza di interesse della politica, ma soprattutto di coraggio nell’assumere decisioni.
Regione disinteressata al problema e assessore tecnico inadeguato, così come gran parte dei sindaci, salvo rare eccezioni. Purtroppo il fvg è lontano da una visione di trasporto ferroviario moderno, tipo TAA.
Invece di tirare a campare abbiano almeno la dignità di dire che è finita, la linea non riaprirà AMEN.
La gente della pedemontana purtroppo è abituata a vivere di poco e a soffrire. Lo studio di fattibilità speriamo che sia servito almeno a contribuire a qualche povero che tiene famiglia …
EV

Anonimo ha detto...

I sindaci sotans dovrebbero farvi un monumento.
E’ assurdo che dopo tanto tempo ora si ribalti sui Comuni la responsabilità e che la regione batta perfino cassa. Ridicoli proprio, pensate a Fanna, Cavasso o Pinzano, comuni di 1500 anime come possono contribuire con 500 euro a testa? Ma questi si droghano?
Luca

Anonimo ha detto...

La ferrovia è morta, ma sapremo come votare la prossima volta, sindaci compresi!

Anonimo ha detto...

@EV: parole sante. Se la questione non fosse stata sollevata dai pendolari tutto sarebbe già finito nel dimenticatoio.
Mi fanno rabbia i sindaci, che sembrano così felici di contribuire con le risorse dei loro comuni alla riattivazione della ferrovia … quando si dice essere felici di prenderlo in culo!
Luca

Lorenzo ha detto...

Purtroppo la Pedemontana è una terra di sofferenze, emigrazione e mancanza di servizi.
Gente semplice ma abituata a subire in silenzio.
I sindaci sono solo lo specchio di questa terra, poi sono quasi tutti del PD e credo che sia impossibile che possano andare contro la serracchiani & C.
Tutti si riempiono la bocca parlando di turismo, biciclette, cultura, ma sul territorio manca tutto, dagli alberghi alle infrastrutture primarie necessarie. Non c'è un privato interessato a investire, basta fare illusioni e guardiamo alla realtà, la Pedemontana non è l'alto Adige.
Stimo il lavoro dei comitati dei pendolari e dei gruppi di appassionati fs che in questi anni hanno dato una svegliata al mondo politico, ma credo che per quanto concerne la Pedemontana siamo dinanzi a una battaglia persa in partenza.
Lorenzo

Antonio ha detto...

Al di là delle polemiche, cosa ne pensate dei contenuti dello studio ?

Il Comitato Pendolari Alto Friuli è ha detto...

Non sindachiamo i costi rilevati pe ril ripristino della linea , i quali sono in linea con quelli del noto dossier di RFI del 2013.
lo studio presenta invece dati da libro dei sogni in ordine al modello d'esercizio: 1.100.000 passeggeri/l'anno su 14 corse giornaliere ci apre un dato poco credibile, visto che ogni treno dovrebbe trasportare in media per tutto il periodo dell'anno oltre 200 persone!
Cercheremo per correttezza e per favore un fattivo dialogo costruttivo di pubblicare con alcuni articoli dedicati i dati salienti dello studio, che gentilmente FUC ci ha girato.
Evidente che la scelta è solo politica e spetta unicamente alla Regione crederci e lavorare per creare le condizioni per una piccola Merano-Malles in FVG.

Unknown ha detto...

Gentili Amici
Mi chiamo Fabiano e sono un cittadino di Budoia,da diverso tempo leggo con speranza le missive del comitato e quanto a livello amministrativo si sta dicendo riguardo le sorti della linea ferroviaria;speranza dicevo,riferendomi all'idea di poter rivedere un treno passare di qui...e pure di dover sostare a lungo al passaggio a livello che non si apre piu'...davvero questo mi manca...
Sentimentalismi a parte,vorrei porre una nota riguardo i costi di ripristino e gestione della linea da Sacile a Gemona:sono convinto che questi non potrebbero essere coperti dal solo movimento pendolare,sono altresì convinto vi potrebbe essere uno sbocco commeciale,aprendo tratti di line al traffico di merci,e mi riferisco ad esempio al trasporto di materia prima per gli stabilimenti di Polcenigo (...) e di quanto proviene dalle cave di Sarone.Credo di guadagnare impopolarita' con tali affermazione,ma realisticamente bisogna pensare di cedere qualcosa per avere qualcos'altro...ovviamente i costi di cui si parla dovrebbero essere calcolati al netto di quanto oggi ci costa l'appalto per la liea su gomma sostitutiva......non voglio tediare oltre ed in altra occasione proporro' qualche idea per utilizzare la linea ferroviaria prima di doverla davvero dismettere.
Un cordiale e carico di fiducia Saluto.
Fabiano