Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

martedì 26 gennaio 2016

Gemona-Sacile: lettera aperta ai Sindaci, siate responsabili non tradite la Pedemontana

LETTERA APERTA
A TUTTI I SINDACI DELLA FERROVIA PEDEMONTANA DEL FRIULI


Egregi Sindaci,
ci permettiamo di scriverVi all'esito - a dir poco deludente - della presentazione dello studio di fattibilità della ferrovia Gemona-Sacile.
Abbiamo atteso fiduciosi questo studio, partorito con difficoltà, la cui presentazione doveva essere svolta originariamente lo scorso maggio, poi rinviata a settembre, ora finalmente svolta a fine gennaio 2016, nonostante lo studio da mesi era chiuso in cassetto in Regione.
Un ritardo che la dice lunga sul disinteresse a decidere da parte della Regione: perfino il costo dello studio, 40mila €, - si potrebbe dire una sciocchezza rispetto ai milioni a disposizione del bilancio regionale -, è stato finanziato dagli Enti Locali e da una Fondazione privata.
Al contrario il Territorio è sempre stato sensibile al problema, basti pensare alle decine di ordini del giorno votati dai Vostri Consigli Comunali o alle innumerevoli manifestazioni popolari, che ci hanno visto in prima linea, come promotori della nota staffetta “Trenitaglia ridacci il nostro treno”.
Ora dopo anni di chiacchiere pare che la Regione voglia muoversi: purtroppo però non si sa ancora come e soprattutto con quali risorse e tempistiche.
Si continua a fare ipotesi: dall’accordo quadro Regione-RFI (documento che non è scontato venga sottoscritto da RFI), alla regionalizzazione della linea, dimenticando che la disciplina in vigore obbligherebbe già RFI a riattivare la ferrovia ed a mantenerla attiva.
RFI deve infatti per legge provvedere al mantenimento in piena efficienza (manutenzione ordinaria e straordinaria) dell'infrastruttura ferroviaria, così come disciplinato dal “Contratto di Programma – parte Servizi” sottoscritto tra RFI e dallo Stato, il quale garantisce al gestore dell’infrastruttura ferroviaria ingenti risorse economiche.
Che la linea non sia chiusa è altresì confermato dal fatto che la Regione continua ad ottemperare il contratto di servizio con Trenitalia, la quale sta garantendo il servizio bus sostitutivo (costo circa 1 milione/l’anno).
A fronte di ciò ci domandiamo perché la Regione non abbia preteso fino ad oggi l’applicazione della legge? Se poi consideriamo che siamo una Regione Speciale la questione diventa ancora più paradossale.
E’ evidente che la questione prima che economica è POLITICA, considerato che RFI è società interamente pubblica, i cui vertici sono nominati dal Governo e che la materia ferroviaria è di competenza esclusiva della Regione ai sensi del D.Lgs n. 111/2004.
E’ quanto mai singolare poi che chi è deputato a decidere ribalti “la frittata” sui Comuni, alcuni dei quali sono talmente piccoli che a stento riescono a garantire i servizi alle proprie Comunità.
Riteniamo che sia venuto il momento dell’assunzione delle responsabilità da parte di chi è titolare della materia, il quale deve chiaramente dire cosa vuol fare e indicare la via da seguire.
E’ infatti inconcepibile continuare a “sognare” uno sviluppo della Pedemontana senza un progetto di area vasta; progetto che può essere concepito solo dalla Regione: parlare di cicloturismo o di turismo culturale è oggi pura fantascienza, considerata la carenza assoluta di infrastrutture e la scarsa recettività della zona, nonostante le tante bellezze e potenzialità presenti.
Proprio per questo la ferrovia deve diventare il volano e il punto di partenza di un progetto economico territoriale.
E’ bene però rimanere con “i piedi ben piantati per terra”, visto che dalle indiscrezioni di stampa, il risultato dello studio appare discutibile sulle stime del modello d’esercizio prescelto.
In particolare la previsione di trasportare a regime 1.100.000 passeggeri/l’anno sembra una cifra da “libro dei sogni”, considerato che l’esercizio prevede una media di 215 viaggiatori a treno. Per rendere l’idea un Minuetto non sarebbe in grado di trasportare tutti i passeggeri previsti!
Nessuna linea regionale oggi rileva cifre di questo genere, neanche le trafficate Udine-Venezia o Udine-Trieste.
Purtroppo la Pedemontana non è la Merano-Malles; quest’ultima presa ad esempio dallo studio, e forse mai lo diventerà. In Val Venosta la Provincia di Bolzano ha valorizzato il Territorio mediante la ferrovia grazie ad una lungimirante programmazione e ad ingenti investimenti, non ultimo i 56 milioni di euro per la sua elettrificazione. Il tutto è stato possibile grazie ad un contesto politico e culturale del tutto differente rispetto a quello friulano.
Oltre alle belle intenzioni servono quindi i quattrini e prima ancora i programmi, che da noi purtroppo latitano.
Per questo siamo sconcertati dalle parole - riportate a mezzo stampa - dall'Assessore regionale Santoro, la quale avrebbe richiesto ai Comuni non solo un contributo politico, ma perfino economico.
Senza un forte ed incisivo progetto economico, che sappia attrarre investitori nella Pedemontana, il numero di viaggiatori ipotizzato nello studio di fattibilità resterà solo un mero specchietto per le allodole!
Se si vuole dare seguito alla promessa fatta dalla Presidente Serracchiani, che nel corso della campagna elettorale, si era resa possibilista circa la riapertura della linea, è indispensabile un’azione sinergica, con una regia regionale decisa e determinata, che possa garantire soluzioni valide al potenziamento turistico ed economico; in difetto le località chiamate in causa non possono sobbarcarsi costi non di loro competenza, che potrebbero condurre ad una crisi certa dei bilanci comunali.
Lo studio di fattibilità non deve diventare la “Bibbia”, ma deve esser visto solo come punto di partenza; a tal fine è necessario sviscerarlo nei dettagli e distinguere ciò che di buono ha evidenziato, dalle pure “fantasticherie ferroviarie”.
Prima di giungere a facili conclusioni però è necessario avere cognizione piena della materia: con tutto il rispetto, ci domandiamo quanti amministratori e funzionari fino ad oggi hanno letto nel dettaglio le 180 pagine dello studio di fattibilità? Quanti hanno analizzato i numeri, comparandoli con quelli di altre realtà? Quanti si rendano effettivamente conto del contesto tecnico e giuridico della materia ferroviaria. Qual è il progetto della Regione? Quanti soldi sono disponibili ad investire? Quali le tempistiche previste per la riattivazione della linea?
Il fatto che dopo 2 anni di immobilismo ora la Regione pensi di risolvere “la pratica” Gemona-Sacile in 7 giorni, ci allarma, quasi si volesse imporre nuovamente il silenzio, continuando a preferire il tirare a campare.
Per questo ci appelliamo a Voi Sindaci, affinché la questione della ferrovia Gemona-Sacile non diventi l’ennesima occasione persa per il nostro Territorio; la Pedemontana è terra di sofferenza, caratterizzata negli anni da un’emigrazione di massa e recentemente da un taglio indiscriminato dei servizi e per questo non è tollerabile più subire ulteriori scippi.
Vi chiediamo di essere “le sentinelle” del Territorio, i vigili nei confronti della Regione, la quale deve esser messa alle strette e “decidere una volta per tutte cosa vuol fare da grande”.
Riteniamo che l’Assessore Santoro non abbia bisogno di mandati speciali da parte di nessuno, considerato che da anni il Territorio chiede a gran voce che la Ferrovia venga riaperta e che si lavori per la realizzazione di un progetto di vasta area.
Non abbiamo MAI preteso di investire denaro pubblico sulla ferrovia se il progetto non risultasse sostenibile, ma al tempo stesso siamo fortemente convinti che la ferrovia sia un'opportunità di sviluppo economico da non perdere.
Non entriamo nel merito se procedere con l’accordo quadro con RFI o con la regionalizzazione, Vi chiediamo solo di assumere una posizione responsabile e di garanzia della Vostra gente.
Potete continuare a sostenere un NON progetto, vivacchiando come ha fatto fino ad oggi la Regione, oppure pretendere che la Regione, titolare della materia, decida con determinazione che strada intraprendere e individuare assieme gli investimenti da fare, non solo per la ferrovia, ma per l’intero Territorio.
Qualora decidiate di sostenere un NON progetto, sarete però corresponsabili dinanzi alla Vostra gente dell’ennesima sconfitta che subirà la Pedemontana.
Siete persone serie e per questo ci auguriamo che vinca il buon senso e l’appartenenza al Territorio.
Cordali saluti.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma lo studio vero e proprio è disponibile? Giusto per vedere se le 180 pagine, pagate 222 €/cadauna, hanno un qualche contenuto che giustifichi questo costo....
GB

Il Comitato Pendolari Alto Friuli è ha detto...

Noi disponiamo della slide relative alla presentazione dello studio, che ci sono state gentilmente inoltrate da FUC.
Lo studio di fattibilità non ci pare che sia stato pubblicato nella sua interezza.
Da ciò che sappiamo la Regione e FUC lo hanno inoltrato a metà novembre agli amministratori dei comuni interessati.

Marco ha detto...

Palese, perche fingi di non averlo?

Andrea p ha detto...

@Marco: come Amministratore pubblico dispongo dello studio completo, ma per correttezza non l'ho mai reso pubblico, salvo i dati generali che sono stati resi pubblici dall'Ass. Santoro e dall'amministratore di FUC nel corso degli incontri svolti con i Sindaci, dai peraltro che sono stati trasmessi anche alla stampa.
Lo studio nella sua interezza dovrà essere pubblicato dalla regione, questo era almeno l'accordo intercorso tra Ass. Santoro e sindaci.
FUC tuttavia ha inoltrato a più soggetti, anche ai comitati dei pendolari le slide relative alla presentazione dello studio, le quali riassumono a mio parere molto bene il lavoro delle 180 pagine.
Credo che se interessa, le slide in possesso al Comitato possano essere pubblicate in maniera da soddisfare la curiosità delle persone e degli appassionati su alcuni aspetti specifichi dello studio.
mandi
Andrea Palese

Anonimo ha detto...

La cosa più grave, a mio parere, è la non pubblicazione dello studio. Diventa difficile per un cittadino farsi un'idea (anche approssimativa, vista la complessità della materia) del rapporto costi/benefici della riattivazione della linea. Se il comitato ha delle slide sarebbe un vantaggio per tutti che le pubblicasse.
Trend demografico dell'area interessata, stime del numero di passeggeri etc etc: senza conoscere questi dati e poter capire come sono stati ricavati, supportare o avversare la riattivazione della gemona sacile diventa una questione meramente ideologica.