Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

venerdì 12 settembre 2014

Non più carrozze off limits tra Friuli e Veneto

Dietrofront della Regione FVG, ieri è stato ufficializzato che “a partire da questa settimana verranno riaperte le carrozze aggiuntive in composizione ai treni regionali media distanza che viaggiano tra Friuli Venezia Giulia e Veneto. Regione FVG e Trenitalia hanno raggiunto un accordo che consentirà l’utilizzo delle carrozze aggiuntive, previste dal Contratto di Servizio della Regione Veneto, nei treni con composizione superiore alle sei carrozze, anche ai passeggeri in viaggio da o verso le destinazioni del Friuli Venezia Giulia. L’Accordo stabilisce che, per evitare ogni disagio ai passeggeri e al personale Trenitalia in servizio, le carrozze eccedenti, chiuse dal 21 luglio scorso, potranno essere utilizzate in ogni circostanza e non solo nelle occasioni di sovraffollamento delle sei carrozze previste dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia".
L’assessore regionale alla Mobilità Mariagrazia Santoro ha confermato, come peraltro denunciato dai pendolari che “la gestione attuata durante l’estate (52 giorni in tutto ndr) creava oggettive difficoltà ai passeggeri e la Regione FVG, in accordo con Trenitalia, ha voluto trovare un’adeguata soluzione”.
Meglio tardi che mai, peccato che si debba sempre scottarsi per bene prima di capire l’inutilità di certi provvedimenti, a dir poco imbarazzanti, che come nel caso delle carrozze off limites, rasentava il ridicolo.
Non si offenda l’Assessore Santoro, ma questo metodo di lavoro è da “dilettanti allo sbaraglio”, un “fae e disfaa” (fare e disfare), che purtroppo non porta migliorie pratiche ai pendolari friulani.
Una politica poco lungimirante, che viaggia a vista, non in grado di risolvere i problemi, ma che addirittura li va ad aggravare.
Oltre alle carrozze off limits ricordiamo l’avvio dell’orario cadenzato, un'avventatezza che da dicembre sta provocando solo disagi; anche in quel caso la Regione - dopo le proteste dei pendolari - è stata costretta a fare dietromarcia, assumendo misure correttive volte a modificare alcune tracce orarie, che non garantivano la puntualità.
Scelte dettate dai “burocrati di Stato” e da una politica di basso profilo, che senza conoscere le vere problematiche di chi viaggia, approccia con superficialità questa materia, particolarmente complessa, dominata ancora da un monopolista di Stato, che di fatto opera senza alcun controllo.
La parola d’ordine dovrebbe essere dialogo tra i portatori d'interesse: in particolare un confronto e una condivisione di vedute con chi usufruisce quotidianamente del servizio.
Ci auguriamo che episodi del genere aiutino a far capire che la politica ha bisogno di elevarsi in scelte lungimiranti e di buon senso, ascoltando anche le critiche costruttive.
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire ... poi purtroppo questi sono poi i risultati.
Lo abbiamo già detto, ma lo ripeteremo fino allo sfinimento, viaggiate in treno cari politici e funzionari regionali, così la prossima volta, prima di prendere una decisione, capirete se è realizzabile o meno. 

2 commenti:

Mauro ha detto...

Alcune piccole precisazioni. La chiusura delle carrozze eccedenti la sesta è una decisione operativa di Trenitalia (perfettamente legittima, ma sempre di libera scelta si tratta, avrebbero liberamente potuto scegliere l'opposto); la Regione ha semplicemente detto (giustamente) di non voler pagare un servizio che non ha mai richiesto.
L'orario cadenzato non è «un'avventatezza» ma un modello tra i tanti di buone pratiche ferroviarie (che poi sia stato applicato male in Veneto e questo abbia avuto ripercussioni anche in FVG è sotto gli occhi di tutti); contemporaneamente occorrerebbe anche investire di più sui nodi, cosa che si è fatto poco e molto a rilento.
Sulla puntualità e il rispetto delle tracce la Regione non c'entra proprio niente: le tracce sono assegnate da RFI all'impresa ferroviaria richiedente (al momento Trenitalia). Le tracce assegnate tengono conto di molti fattori tra cui caratteristiche dei rotabili (accelerazioni, velocità massime e frenate), tempi di incarrozzamento e tempi medi di recupero in caso di ritardi: il mancato rispetto della traccia assegnata è imputabile al gestore della rete nel solo caso di anormalità di circolazione causata dall'infrastruttura stessa e/o da traffico precedente gestito non correttamente; in tutti gli altri casi (turni del personale, turni dei rotabili, rotabili con vari guasti, ecc...) la responsabilità è dell'impresa ferroviaria; il committente (Regione) non ha potere decisionale sulle tracce.
Certamente condivisibile l'appello alla classe dirigente a migliorarsi costantemente, studiando la materia, parlando con chi opera sul territorio, guardando ai modelli di gestione di altre regioni e altri stati per imparare le pratiche migliori e, non ultimo, ad utilizzare quotidianamente il servizio che essi stessi programmano.

Il Comitato Pendolari Alto Friuli è ha detto...

@Mauro: le sue considerazioni tecniche sono giuste ma è bene precisare che:
1) La Regione è la committente e paga a Trenitalia il servizio (40 mln/anno). Nel contratto vi è l'indicazione puntuale dell'importo che viene pagato da Trenitalia alla consorella RFI per "l'affitto dei binari" (accesso alla rete), nonché l'indicazione del programma d'esercizio
2) il cadenzato è un modello d'orario utilizzato in gran parte d'Europa e funziona se organizzato in maniera seria. Il nostro non è un cadenzato vero visto che ci sono molte incongruenze e buchi spaventosi, oltre alla mancanza di appuntamenti - coincidenze.
3) L'orario lo ha voluto il Veneto, ma il FVG ha le sue responsabilità, visto che a parole ha sempre dichiarato che stava lavorando da tempo alla predisposizione dell'orario e poi in realtà ha subito le scelte di altri. Le tracce ferroviarie lungo la linea 15 ad esempio sono state pensate con gli orari dei nuovi treni, senza tener conto invece di fattori quali il binario unico della Cervignano e che si sarebbero in gran parte utilizzate le vecchie ale801 ... Chi ha deciso questo? Chi doveva controllare? Contrattualmente le parti (Regione e Trenitalia) hanno fissato un programma d'esercizio, che spesso non viene rispettato... quindi?
Diciamo che le cose si sono fatte di corsa, andando al traino di altri, pensando di sistemare le eventuali pecche in corsa, ma poi la situazione invece è scappata di mano: i dati dei primi 3 mesi del cadenzato dimostrano che il sistema era vicino al collasso. Perché non si riesce mai in qs Paese a far tesoro delle esperienze altrui e si continua con "avventatezza" a fare salti nel buio? Non pensiamo che manchino competenze, anzi, manca semplicemente l'organizzazione e la lungimiranza. Siamo certi che con i nuovi treni il servizio migliorerà, sempre che si studino però che si metta mano in maniera seria agli orari e come dice Lei si potenzino i nodi, fondamentali e strategici.