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venerdì 26 settembre 2014

Gemona-Sacile: pronto il Protocollo d’intesa che affida a FUC lo studio di fattibilità

Articolo di Giulia Sacchi, pubblicato dal Messaggero Veneto il 26.09.2014.
Dalla Regione arriva il protocollo d'intesa relativo allo studio di fattibilità che dovrà essere realizzato per il recupero e rilancio della ferrovia Sacile-Gemona.
L'Asessore alla viabilità Mariagrazia Santoro ha trasmesso al Comune di Maniago l'atto condiviso da Regione, società partecipata Fuc (Ferrovie Udine Cividale), individuata come capofila dello studio, e gli enti che finanzieranno il progetto, ossia le Comunità montane del Gemonese e del Friuli Occidentale e la Crup.
«Un passaggio burocratico che si attendeva da mesi - commenta il sindaco di Maniago, Andrea Carli - e che ora permetterà di sbloccare l'iter relativo allo studio di fattibilità per valutare la riapertura della linea. Un tema particolarmente importante, soprattutto alla luce del fatto che entro breve saranno avviate le procedure per la gara del trasporto su rotaia, all'interno della quale potrà rientrare anche la riattivazione della Sacile-Gemona».
Carli ha trasmesso il documento ai colleghi amministratori, invitandoli a inviare eventuali osservazioni entro giovedì, per sottoscrivere l'intesa nei giorni successivi.
Ma non mancano le polemiche: nel mirino di amministratori locali e pendolari le lungaggini registrate per ottenere il documento, in quanto sono serviti prima sei mesi per deliberare e poi altri cinque per redigere il protocollo.
«Per questo atto sono stati persi mesi: intanto, la ferrovia è nel degrado e i binari sono coperti da ghiaia e alberi caduti - rileva Emanuele Zanon sindaco di Cavasso Nuovo e vicepresidente dell'associazione intercomunale. -Se per un pezzo di carta s'è impiegato così tanto tempo, figuriamoci per il recupero della linea. I tempi della burocrazia, anche in questo caso, uccidono la realizzazione dei progetti».
Assurdo, a detta dei Comitati, il fatto che «la Regione non abbia inteso investire sulla Sacile-Gemona, tant'è che i fondi per lo studio sono stati messi da altri enti e da un privato, ossia un istituto di credito». Le Comunità montane hanno garantito una compartecipazione alla spesa di 10 mila euro ciascuno, mentre la quota a carico di Crup è di 20 mila euro. Quanto al futuro della linea, al di là di un suo rilancio, si dovrà capire se la tratta verrà regionalizzata o meno: nella delibera di aprile non c’è alcun riferimento a questo aspetto. «Nessun rilancio sostenibile potrà essere effettuato senza il trasferimento della proprietà dallo Stato alla Regione, operazione a costo zero già fatta per la Udine-Cividale - sostengono i pendolari -. L’obiettivo non deve essere soltanto la linea, ma anche le risorse che annualmente lo Stato riconosce a Fs, in base al contratto di programma per la manutenzione e la gestione. Soldi che oggi vengono trasferiti altrove, dato che la tratta è chiusa».
 
RIFLESSIONI:
Siamo soddisfatti che l’iter burocratico si sia finalmente sbloccato dopo uno stallo durato oltre un anno.
Lo studio di fattibilità però rappresenta solo il primo passo per verificare se vi sia la possibilità concreta di rivedere correre i treni lungo la Gemona-Sacile.
Il Protocollo prevede che F.U.C. entro 150 giorni dalla stipula, dovrà :
  • analizzare lo stato di fatto dell’infrastruttura e definire gli interventi necessari per la riattivazione del servizio, e in particolare definire i costi per la riqualificazione/ripristino dell’infrastruttura per la sua gestione/esercizio e la manutenzione;
  • analizzare la domanda potenziale di mobilità nel contesto territoriale, tenendo conto delle peculiarità e della capacità attrattiva in base alle diverse tipologia dell’offerta (es. turistica, pendolarti);
  • indicare un modello di esercizio del servizio, definendo i parametri dimensionali in termini di frequenza, capacità, orari e tempi di percorrenza;
  • valutare la possibilità di una riapertura della linea per fasi;
  • procedere alla valutazione degli effetti dei diversi scenari individuati e definire ipotesi di integrazione e riorganizzazione dell’esistente servizio di TPL.
E’ fondamentale però capire qual è l’intendimento della Regione FVG al riguardo, ovvero se è effettivamente interessata a investire sul trasporto ferroviario regionale, o se lo studio è solo un modo di procrastinare una decisione che FS ha già assunto.
Fino ad oggi, ci pare che la Regione non creda nel progetto di riattivazione della Pedemontana, visto che persino il costo dello studio di fattibilità (modesto rispetto alle disponibilità del  bilancio regionale) verrà finanziato da altri Enti (Comunità Montane del Gemonese e del Friuli occidentale) nonché da un privato (Fondazione CRUP).
La riattivazione del servizio è necessariamente collegata alla gestione dell'infrastruttura:  in questa prospettiva si pone la questione relativa alla proprietà dei binari.
Da tempo chiediamo che l’infrastruttura, non più utilizzata dal concessionario RFI, venga ceduta gratuitamente dallo Stato alla Regione, sulla scorta di quanto già successo per la Udine-Cividale.

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