Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

mercoledì 7 agosto 2013

Lettera aperta alla Presidente Serracchiani. Quale futuro per la Gemona-Sacile?

Cara Presidente,
Le sue dichiarazioni riguardanti la linea Gemona-Sacile, rilasciate nel corso del convegno della CISL Alto Friuli ci hanno un po’ sorpresi, ma non nascondiamo una certa soddisfazione, visto che vanno ad avvalorare la nostra tesi. 
Riteniamo infatti una buona cosa che “per la ferrovia Gemona-Sacile è partito il confronto con RFI, che la ritiene un ramo secco, per cui sarà chiesto il trasferimento della tratta per darla in gestione alla FUC (Ferrovia Udine-Cividale).  
Purtroppo su questa vicenda c’è ancora tanta "confusione istituzionale”, visto che dalla chiusura della linea ad oggi si sono scritti kilometri di inchiostro, ma di progetti concreti sembra non vi sia neppure l’ombra.
Da sempre siamo stati sostenitori di quello studio di fattibilità, che riteniamo basilare per programmare e pianificare il futuro della mobilità della Pedemontana, sfruttando la ferrata in maniera che sia fonte di sviluppo socio-economico e non foriera solo di costi. 
Il nostro Comitato tuttavia è sempre stato aperto ad ogni soluzione pratica che sia in grado di migliorare le attuali condizioni dell’offerta di mobilità dell’Alto Friuli, che in questi anni ha pagato caro la politica di disinvestimento e di razionalizzazione delle spese da parte di FS. 
Non abbiamo nessun preconcetto di sorta, e sappiamo benissimo che nessuno possiede la bacchetta magica, però riteniamo che le idee debbano essere chiare e non vi debbano essere più tentennamenti di sorta per il raggiungimento dell’obiettivo
La Giunta Tondo, tramite l’Assessore Riccardi, aveva avviato l’iter per chiedere il trasferimento a titolo gratuito della linea dallo Stato alla Regione, visto il disinteresse dimostrato dall’attuale concessionario RFI. Qualche timido passo in avanti in tale direzione era stato fatto, con un passaggio in Commissione Paritetica e l’avvio di un Tavolo di Lavoro con il competente Ministero. 
Poi ci sono state le elezioni e la campagna elettorale, durante la quale la linea della regionalizzazione della Gemona-Sacile era stata condivisa da tutti i candidati. Non solo la mera regionalizzazione della ferrovia, Lei stessa Presidente, durante l’incontro del 9 aprile con i Comitati Pendolari del FVG si era dichiarata favorevole alla riapertura della linea mediante “un piano che non dovrà limitarsi ad enunciare l’obiettivo, ma dovrà invece essere una reale occasione per il ripristino e il potenziamento della linea”. 
Dopo le elezioni abbiamo invece assistito a un clamoroso dietrofront, giustificato dal fatto che la riattivazione della linea sarebbe troppo onerosa: 10,5 milioni di investimenti, di cui 3,1 subito, mentre ulteriori 8,5 milioni sarebbe la contropartita richiesta da RFI per cedere i binari. 
Cifre assurde, visto che solo qualche mese prima l’ammontare dell’intervento era stato quantificato dalla Regione FVG in meno della metà. Assurdo poi credere a RFI, unica responsabile di questa fallimentare situazione. 
Ancora più assurdo sarebbe pagare 8,5 milioni di euro a RFI, la quale non è proprietaria dei binari, ma riveste il ruolo di gestore dell’infrastruttura in base alla concessione avuta dallo Stato (vedi Decreto Ministeriale n. 138T del 31 ottobre 2000)
La linea è infatti di proprietà dello Stato e ammesso e non concesso che a RFI spetti una certa contropartita economica, riteniamo non secondario il fatto che tale società è controllata al 100% dallo Ministero del Tesoro e che la linea è stata costruita negli anni ’30 e successivamente adeguata grazie a contributi pubblici, quindi mediante la fiscalità generale. 
Pare quindi quanto mai assurdo che ora tramite la fiscalità collettiva del FVG si ripaghi un’infrastruttura già di proprietà dei Cittadini ! 
E’ un concetto che forse a Roma qualcuno dovrebbe far comprendere a chi di dovere vista la sua semplicità.
Ancora più assurda è poi la posizione di alcuni esponenti politici, che ci hanno accusato di voler far sprecare risorse alla Regione per l’acquisizione della linea… un’accusa vergognosa, che si commenta da sé, visto che in tema di sprechi la classe politica non ha rivali ! 
La ferrovia offrire un servizio pubblico essenziale e da sempre costituisce un patrimonio per la nostra regione ed e fonte di ricchezza per il Territorio se sfruttata nella maniera corretta. 
Al convegno di Maniago del 19 luglio scorso Lei Presidente aveva scartato l’idea di regionalizzare la linea, ritenuta troppo difficile per gli alti costi, preferendo ricercare con RFI una soluzione che possa permettere la riapertura del troncone Maniago-Sacile, non interessato dalla frana, superando così il problema contingente che affligge in particolare gli studenti pendolari; oggi le sue ultime dichiarazioni sembrano invece dirette a tornare sull’indirizzo originario, ovvero sulla richiesta di regionalizzare la tratta e di valorizzarla mediante il gestore Ferrovie Udine Cividale. 
Ci auguriamo che questo sia il vero intendimento della Regione FVG, seguendo quello che è già stato fatto per la linea Udine-Cividale, la cui proprietà è stata trasferita gratuitamente dallo Stato alla Regione in base all’Art. 10 del D.Lgs n. 111 del 01.04.2004. 
Comprendiamo le difficoltà del caso, non trascurabili, ma siamo certi che la gestione in hause dell’infrastruttura sia l’unica che possa garantire in futuro una maggior efficienza e qualità del servizio. 
La invitiamo pertanto a continuare lungo questa linea, chiedendo al Ministero il trasferimento della linea a titolo gratuito, nonché delle risorse che annualmente lo Stato garantisce a RFI in base al contratto di programma. 
L’acquisizione della ferrovia sarà solo il primo passo verso una nuova e moderna mobilità, la quale dovrà vedere i Cittadini come protagonisti, visto che spetterà loro utilizzarla al meglio. 
Comitato Pendolari Alto Friuli

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