I disagi sono iniziati al mattino con la soppressione del treno n. 6019 in partenza da Tarvisio BoscoVerde alle ore 6.36 e arrivo a Udine alle ore 7.57.
Il treno annunciato con un ritardo di 50 minuti a Carnia e successivamente di 1 h 20 minuti a Gemona del Friuli è stato soppresso a causa di un guasto tecnico. La soppressione del treno segue quella analoga del 29.06 u.s. Stesso copione: pendolari fermi nelle varie stazioni lungo la linea Udine-Tarvisio in attesa di informazioni, che mai sono state fornite.
Trenitalia ancora una volta è colpevole di aver lasciato a piedi gran parte degli utenti dell’Alto Friuli che utilizzano quel treno per recarsi a lavoro, con i conseguenti danni economici derivanti dai ritardi sul posto di lavoro.
I pendolari a fronte della soppressione e della mancanza di altro mezzo sostitutivo sono stati costretti ad attendere il treno successivo (dopo oltre 1 ora), ovvero ad utilizzare il proprio mezzo privato.
Solo gli utenti di Gemona e Artegna hanno potuto limitare il disagio, potendo servirsi del bus SAF delle ore 7.25. Anche in questo caso il disagio è stato limitato solo grazie all’esperienza di alcuni pendolari che si sono autorganizzati via filo o sms, con il classico passa parola.
Tutti gli altri Utenti delle stazioni poste a sud di Artegna e a nord di Gemona sono rimasti invece a piedi.
La beffa è arrivata puntuale anche la sera, quando è stato soppresso il treno n. 5988 in partenza da Udine alle ore 18.15 per Carnia.
Fonti ufficiose FS hanno comunicato che il materiale rotabile in questione "è stato dirottato sulla Udine-Venezia", lasciando così sguarnito il collegamento per l’Alto Friuli. Il treno tuttavia risultava regolarmente indicato sul tabellone partenze della Stazione di Udine, anche se mancava la segnalazione del binario.
Nessuna informazione è stata fornita dalla Stazione di Udine ai passeggeri in attesa (tanti pendolari di rientro dopo la fine della giornata lavorativa), né dall’Ufficio Informazioni alla Clientela, il quale non aveva ricevuto nessuna direttiva dalla Sala Operativa di Trieste.
Gli Utenti diretti in Alto Friuli sono stati quindi costretti ad attendere il treno successivo delle ore 18.47.
Ci appelliamo nuovamente all’Assessore Regionale Riccardo Riccardi affinché sensibilizzi e faccia sentire la voce della Regione nei confronti di Trenitalia.
Dopo l’ultima debacle riteniamo indispensabile utilizzare il pugno di ferro e per questo chiediamo che vengano applicate nei confronti di Trenitalia le sanzioni previste dal Contratto di Servizio.
Il comportamento tenuto da Trenitalia è colpevole non tanto per i guasti tecnici al materiale rotabile, ma per la mancanza assoluta di informazioni fornite alla clientela.
Lo abbiamo già rimarcato altre volte è una questione di RISPETTO nei confronti di tutti quei Cittadini virtuosi che utilizzano il servizio pubblico dato dal treno.
La scelta di dirottare un treno sulla Udine-Venezia, lasciando scoperta la tratta Udine-Tarvisio solo sulla base del minor bacino d’utenza di quest’ultimo, denota la totale mancanza di rispetto e sensibilità nei confronti degli utenti dell’Alto Friuli, considerati Cittadini di Serie B.
E’ inconcepibile tagliare un collegamento senza provvedere a sostituirlo con altro servizio, pensando che il disagio della soppressione sia dato soltanto da 32 minuti di attesa in Stazione (ovvero fino alla partenza del successivo treno utile per Tarvisio).
E parimenti vergognoso che un Ufficio Informazioni non riesca a fornire la minima notizia utile agli utenti. A questo punto ci chiediamo cosa serva mantenere una struttura del genere, quando gli addetti presenti sono in grado solo di fornire le informazioni pubblicate sul sito internet di Trenitalia o quelle presenti sui tabelloni della stazione.
Chiediamo pertanto rispetto, in primis come persone e poi come Utenti che pagano un biglietto / abbonamento. E’ evidente che il mondo della politica anziché continuare a discutere su questioni che poco o nulla hanno attinenza con i bisogni dei Cittadini, deve mettersi a lavorare seriamente, con dedizione e con impegno, facendosi carico delle problematiche quotidiane della Gente.
Noi non siamo Cittadini di Serie B, per i quali è possibile tagliare un collegamento ferroviario, paghiamo le stesse tasse che pagano da altre parti e forse anche qualcosa di più … e godiamo dei medesimi diritti degli altri cittadini regionali.
Da Cittadini e contribuenti di un servizio pubblico essenziale siamo schifati da questo sistema e soprattutto dal modo di lavorare di Trenitalia. Nonostante le belle parole e alcuni risultati ottenuti si fa fatica a far invertire questo andazzo.
Serve lavorare soprattutto sulla testa degli operatori FS, dai funzionari ai controllori, per far comprendere loro che il vecchio modello FS è ormai anacronistico. Occorre metodo, organizzazione e ovviamente diligenza nel lavoro, quella che purtroppo manca troppo spesso, visto che nei casi di disagio viene a mancare il principale servizio, ovvero l’informazione all’utenza.
Lo abbiamo già ribadito in altre occasioni, è necessario che le FS investano e si dotino di un sistema informativo moderno che possa garantire un servizio efficiente e al passo con i tempi.
E’ evidente che l’arrivo dei nuovi treni senza l’adeguamento del sistema informativo non potrà comportare quella rivoluzione al servizio che tutti noi ci attendiamo.
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