La crisi libica arriva alla pompa. Di benzina, naturalmente. La soglia di 1,568 euro al litro raggiunta ieri dalla benzina verde rappresenta il nuovo record storico, dopo il massimo di 1,560 euro toccato il 15 luglio del 2008. Si tratta del record del prezzo consigliato sul territorio nazionale, che poi sale anche oltre 1,6 euro in alcune aree del Paese, come la Campania, a causa delle addizionali regionali.
Aumenti a catena anche in altri settori, dai trasporti agli alimentari, dall'energia al riscaldamento.
Per contrastare i forti aumenti del carburante la Spagna ha varato una serie di misure in materia di economia energetica. A partire dal 7 marzo il limite di velocità sulle autostrade spagnole è passato da 120 km/h a 110 Km/h, e i prezzi dei biglietti dei treni a breve e media percorrenza è diminuito del 5%. La misura , secondo le previsioni del Governo spagnolo, consentirà un risparmio di combustibile nell'ordine del 15%.
Particolarmente interessante e significativo è la diminuzione delle tariffe ferroviarie per i pendolari, volta a incrementare il trasporto pubblico in alternativa al mezzo automobilistico privato.
L’Italia come al solito invece resta al palo; se in altri Paesi si pensa a diminuire le tariffe, sensibilizzando i Cittadini all’uso dei trasporti pubblici, da noi, per far quadrare i conti si è pensato solo ad aumentare le tariffe (salvo poche eccezioni come quella friulana) e tagliare le corse.
Dopo gli aumenti di inizio anno, altri sono già stati annunciati: dal prossimo 1 maggio la Lombardia provvederà ad applicare un ulteriore incremento del 10%, mentre in Piemonte gli aumenti dovrebbero scattare dopo l’estate.
Niente di nuovo quindi all’orizzonte. C’è poco da star allegri dinanzi a questa perenne situazione di immobilismo del nostro Paese, incapace, da sempre ad affrontare in maniera seria ed organizzata il tema della mobilità sostenibile.
Manca l’’assunzione di una precisa assunzione di responsabilità da parte della nostra classe politica e dirigente. Purtroppo però mancano le minime condizioni per affrontare il problema, come quotidianamente dimostrato dai fatti, non ultimo l’episodio del processo sulla strage di Viareggio, dove alla prima udienza non si sono presentati nessuno dei 38 indagati – tra cui l’A.D. di Ferrovie, Mauro Moretti. “Se fossero stati presenti, sarebbe stato un atto di rispetto”, ha dichiarato il sindaco di Viareggio; “non hanno il coraggio di guardarci negli occhi, non hanno umanità”, il commento di Daniela Rombi, madre di Emanuela, morta a 21 anni.
Per noi è solo l’ennesimo brutto esempio della mancanza di coraggio da parte della classe dirigente ad affrontare il problema dei trasporti in maniera seria.
Aumenti a catena anche in altri settori, dai trasporti agli alimentari, dall'energia al riscaldamento.
Per contrastare i forti aumenti del carburante la Spagna ha varato una serie di misure in materia di economia energetica. A partire dal 7 marzo il limite di velocità sulle autostrade spagnole è passato da 120 km/h a 110 Km/h, e i prezzi dei biglietti dei treni a breve e media percorrenza è diminuito del 5%. La misura , secondo le previsioni del Governo spagnolo, consentirà un risparmio di combustibile nell'ordine del 15%.
Particolarmente interessante e significativo è la diminuzione delle tariffe ferroviarie per i pendolari, volta a incrementare il trasporto pubblico in alternativa al mezzo automobilistico privato.
L’Italia come al solito invece resta al palo; se in altri Paesi si pensa a diminuire le tariffe, sensibilizzando i Cittadini all’uso dei trasporti pubblici, da noi, per far quadrare i conti si è pensato solo ad aumentare le tariffe (salvo poche eccezioni come quella friulana) e tagliare le corse.
Dopo gli aumenti di inizio anno, altri sono già stati annunciati: dal prossimo 1 maggio la Lombardia provvederà ad applicare un ulteriore incremento del 10%, mentre in Piemonte gli aumenti dovrebbero scattare dopo l’estate.
Niente di nuovo quindi all’orizzonte. C’è poco da star allegri dinanzi a questa perenne situazione di immobilismo del nostro Paese, incapace, da sempre ad affrontare in maniera seria ed organizzata il tema della mobilità sostenibile.
Manca l’’assunzione di una precisa assunzione di responsabilità da parte della nostra classe politica e dirigente. Purtroppo però mancano le minime condizioni per affrontare il problema, come quotidianamente dimostrato dai fatti, non ultimo l’episodio del processo sulla strage di Viareggio, dove alla prima udienza non si sono presentati nessuno dei 38 indagati – tra cui l’A.D. di Ferrovie, Mauro Moretti. “Se fossero stati presenti, sarebbe stato un atto di rispetto”, ha dichiarato il sindaco di Viareggio; “non hanno il coraggio di guardarci negli occhi, non hanno umanità”, il commento di Daniela Rombi, madre di Emanuela, morta a 21 anni.
Per noi è solo l’ennesimo brutto esempio della mancanza di coraggio da parte della classe dirigente ad affrontare il problema dei trasporti in maniera seria.
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