Il R2444/2445 in arrivo a Udine oggi |
Altra mattinata di passione per i pendolari del FVG e altra figuraccia di Trenitalia.
Il RV2444 delle ore 6.57 Trieste-Udine-Venezia è partito con oltre 40 min. di ritardo. Idem il R2206 Trieste-Venezia delle 6.15.
Motivo? Dalle informazioni ricevute dalla Direttrice di Trenitalia FVG, Elisa Nannetti “un guasto che si è verificato alle 5.30 che ha rallentato e in qualche caso impedito, l'uscita dei treni dal deposito”. Ciò ha costretto Trenitalia a cambi di materiale, con conseguenti partenze ritardate e composizioni ridotte dei convogli.
In realtà dalle testimonianze dei pendolari che hanno scritto sulla pagina fb dedicata ai Comitati Pendolari FVG si apprende che il treno RV2444 è arrivato sul binario alle 7.15, ma è partito solo alle 7.40, dopo il R20962 delle ore 7.27 (che ferma in tutte le stazioni), allungando così ulteriormente i tempi di percorrenza.
Ancora una volta sotto accusa la capacità di comunicazione di Trenitalia e di RFI, ma soprattutto i tempi “lumaca” di reazione. Inaccettabile una gestione di questo tipo, dove i passeggeri vengono abbandonati: emblematica la situazione odierna, dove nessuno si è preoccupato di avvisare chi era a bordo del R2444 fermo sui binari a Trieste, che sarebbe partito dopo il R20962 delle 7.27. Oltre al danno la beffa!
Per la cronaca il R2444 è arrivato a Udine e poi a destinazione a Venezia con 60 min. di ritardo, mentre il R2206 con 45 min.
Come hanno evidenziato alcuni pendolari, questa situazione era già successa altre volte nelle ultime settimane. Inutile rappresentare che i treni in questione sono affollatissimi in quanto viaggiano in piena fascia pendolare.
Il 29 novembre scorso Trenitalia ha inaugurato in FVG il servizio di customer care nelle stazioni di Udine e Trieste, con 10 operatori dedicati in esclusiva ai pendolari. Ebbene è imbarazzante che nessun operatore – nonostante la loro cortesia e buona volontà – è stato in grado di fornire informazioni oltre a quelle già presenti sui tabelloni partenze/arrivi.
Non ci interessano le giustificazioni o le scuse dei vertici di Trenitalia o RFI, visto che abbiamo più volte sensibilizzato - in maniera costruttiva e collaborativa – chiedendo in questi casi di migliorare la comunicazione, ma nulla invece è stato fatto e ogni vota il copione è lo stesso.
Non ci interessano neppure le statistiche sulla puntualità e sull’affidabilità del servizio (il migliore d’Italia), perché ora pretendiamo un salto di qualità nell'offerta, che si basi anche su altri parametri, in primis l’informazione e la capacità del Gestore di far fronte alle situazioni come quelle odierne per limitarne il disagio.
NUOVO CONTRATTO: dalle anticipazioni giornalistiche (vedi articolo Gazzettino Veneto) abbiamo appreso che la Regione non intende prorogare il contratto a Trenitalia e che nel 2019 si andrà a stipulare un nuovo contratto di servizio, il quale peserà 43milioni/annui.
Una bella notizia senza dubbio, visto che il FVG è una delle poche Regioni d’Italia che non è andata ancora a contratto (l’attuale è la proroga della proroga di quello che risale al 2008).
Da oltre tre anni si sta pagando un immobilismo politico che ha creato questa situazione precaria di “attesa”.
Improbabile la gara europea: pare che la Regione opterà per l’affidamento diretto del servizio al gestore che formulerà la miglior offerta. Per ora i player convolti sono due: Trenitalia (Gruppo FS) e Arriva (Gruppo Deutsche Bahn).
In quest’ottica riteniamo positiva la scelta di arrivare a contratto nel 2019, evitando i termini di una lunga gara, che bloccherebbe il servizio almeno per altri 2 anni, come si è visto per il tpl gomma dove la gara ha portato solo contenziosi al TAR e Consiglio di Stato.
Senza fare il tifo per nessuno, riteniamo salutare la presenza di più soggetti interessati, in concorrenza tra loro, condizione quest’ultima essenziale per aumentare l’offerta qualitativa del servizio attuale.
A tal fine chiederemo alla Regione di partecipare alla definizione delle linee guida del nuovo contratto di servizio, che dovrà prevedere in maniera puntuale precisi standard prestazionali non solo per puntualità e affidabilità, ma soprattutto per l’informazione e comunicazione, che dovranno diventare pilastri della nuova offerta all’utenza del FVG.
Inoltre chiederemo precise garanzie sulla manutenzione del parco rotabile di proprietà regionale (del valore di oltre 80 milioni di €) che verrà affidato al nuovo gestore e sulla rivisitazione dell’orario cadenzato, prevedendo riduzioni significative ai tempi di percorrenza lungo alcune linee (Udine-Trieste e Tarvisio-Udine in particolare), rendendo così il treno più concorrenziale dell’auto.
Sulle tariffe almeno sino alla stipula del nuovo contratto auspichiamo che vengano bloccate quelle attuali, in attesa di valutare nel concreto i costi dei nuovi servizi che verranno offerti e quanto ammonteranno i km/treno del nuovo programma d’esercizio.
2 commenti:
Mi spiegate per quale motivo plaudere ad un affidamento diretto? Le gare non sono un problema, ma forse bisogna saperle fare. Invece qui finirà probabilmente a tarallucci e vino, come nelle altri regioni.
PS: un commento sulla presa di posizione di Pizzimenti a favore del comitato anti-treno ?
@Giuseppe: l'affidamento diretto è il modo più immediato ed efficace per garantire il servizio. Avventurarsi in una gara europea (i primi ?) vorrebbe dire continuare almeno per altri 3 anni con un contratto "ponte", con un servizio legato alla precarietà strutturata. Senza contare il rischio di ricorsi e contro ricorsi, l'esperienza della gara sul TPL gomma insegna.
Le procedura di gara non garantiscono oggi di certo la possibilità di affidare il servizio in tempi celeri e sicuri, sicuramente una grande lacuna della normativa vigente.
L'affidamento diretto se fatto nella maniera equilibrata permette invece di dare stabilità al servizio e garantirebbe quegli investimenti che oggi sono necessari al settore ferroviario.
PS: sulla questione dei passaggi a livello di Udine, restiamo della nostra opinione. Tanta fuffa e bagarre politica. Vedremo gli sviluppi.
Restano gli atti ufficiali: lo spostamento della linea non è previsto dal contratto di programma appena licenziato dal Parlamento.
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