Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

martedì 10 febbraio 2015

Gemona-Sacile: RFI smantella le sbarre dei passaggi a livello. Manutenzione o dismissione?

Pubblichiamo la mail inviata all’Assessore regionale alla Mobilità Mariagrazia Santoro e all’A.D di Ferrovie Udine-Cividale, Maurizio Ionico, società incaricata di svolgere lo studio di fattibilità lungo la linea Gemona-Sacile.
 
Buongiorno,
Vi segnaliamo questo articolo apparso sulla stampa locale (clicca immagine), relativo ad alcuni lavori in corso lungo la linea Gemona-Sacile; l'articolo segue le numerose segnalazioni pervenute da appassionanti di ferrovia, cittadini e Amministratori Locali della Pedemontana.
Vi chiediamo se siete a conoscenza di un tanto e se RFI – attuale concessionaria della linea - ha comunicato l’avvio di questi lavori. Sarebbe interessante sapere se RFI sta avviando effettivamente interventi migliorativi all'infrastruttura, come comunicato lo scorso 30 gennaio dall'Ing. Botti, o se tali lavori sono invece volti a smantellare i PL esistenti lungo la linea.
In questo caso troviamo assolutamente illogico che da un lato sia in corso uno studio di fattibilità della linea per verificarne la sua riattivazione e dall’altra si smantellino alcune infrastrutture fondamentali per l’eventuale ripristino. Cordiali saluti.
Comitato Pendolari Alto Friuli

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Vi invito a leggere questo articolo dell'ottimo Stagni:
http://www.stagniweb.it/chiuse14.htm
Poi ognuno si darà la risposta che vuole...

Andrea P. ha detto...

interessante lettura quella di Stagni. Analisi perfetta e purtroppo applicabile anche per la pedemontana.
Premesso che RFI non farà niente, anzi ostacolerà il più possibile ogni tentativo di riattivazione, credo che le sorti della linea sono unicamente nelle mani della Regione che fino ad oggi ha fatto melina.
A maggio sapremo cosa dirà lo studio di fattibilità e quanto denari serviranno a rimettere in sesto la pedemontana. Vedremo se la Regione vorrà investire e soprattutto come: facendosi trasferire la proprietà dei binari dallo Stato oppure facendo beneficenza allo Stato-RFI pagando la riattivazione e poi lascando a RFI la linea? Ogni tanto dovremmo ricordarci che siamo una Regione a Statuto Speciale con una certa autonomia. Purtroppo però qs ce lo ricordano solo nei manifesti elettorali e poi non siamo capaci di prendere scelte a tutela del ns territorio ... altrove qs linea sarebbe un patrimonio di inestimabile valore, da noi è considerata un ramo secco, una seccatura ... ahimè la differenza tra amministratori lungimiranti e capaci e parolai e inadeguati!
Andrea P.

Anonimo ha detto...

personalmente credo che la linea sia già chiusa visto che né RFI né la regione vogliono spendere soldi per questo ramo secco.
RFI perché gira i suoi quattrini per altri nodi ritenuto strategici mentre la politica è connivente di questo modo di gestire, in quanto ha interesse a vedere investire soldi solo dove fruttano voti.
Vi siete chiesti perché si investono sul nodo di Udine 60 milioni di euro per far transitare 50 treni al giorno e non sulla nostra Pedemonatana? Ovviamente perché a Udine e nella cintura ci sono 200000 elettori mentre nella Pedemontana solo poche migliaia.
Non fosse per l'amore per le ferrovie di alcuni singoli e l'impegno dei Comitati e di qualche amministratore locale la questione Gemona-Sacile sarebbe già stata risolta nel silenzio più assordante.
Non mollate e spero che anche i Sindaci della Pedemontana non mollino e continuino ad abbaiare contro questo sistema ignobile di governare.
Luca - Sacile

Anonimo ha detto...

Nel 2012 venne reso pubblico sulla stampa un dossier di RFI in base al quale la riattivazione della linea prevedeva la realizzazione di interventi straordinari di messa in sicurezza e adeguamento tecnologico stimati in circa 3,1 milioni di euro, costi di manutenzione ordinaria stimati in 1,5 milioni di euro l’anno oltre ai costi di gestione individuati in circa 1 milione.
Il tutto in un quadro economico in cui i ricavi da pedaggio sono stimati in appena 140 mila euro.
E' evidente che in mancanza di altre prospettive economiche la linea resterà chiusa sine die.
Dimenticavo il trasferimento della proprietà della linea non sarebbe a costo zero visto che RFI prendente un corrispettivo stimato in qualche milione.
Stragni docet

Andrea P. ha detto...

@Anonimo: io ricordo anche i numeri diffusi dal senatore Sonego e dichiarati nel luglio 2013 al MV. Parole di Sonego. “chi propone il passaggio di proprietà della ferrovia dallo Stato alla Regione, chiede che quest'ultima spenda subito 19 milioni di euro del suo bilancio, più le spese per manutenzioni e rischi futuri, per mantenere attiva una linea che Rfi ha, per legge, l’obbligo di tenere aperta in quanto concessionaria dello Stato... Rfi ha comunicato che la ferrovia richiede a breve un investimento di 10,5 milioni di euro per manutenzione straordinaria, di cui 3,1 milioni subito come precondizione per fare circolare il primo treno. Oltre a ciò, Rfi precisa che il trasferimento della proprietà alla Regione deve avvenire con un corrispettivo almeno pari al valore per il quale l’infrastruttura è iscritta nel proprio bilancio, ossia 8,5 milioni di euro”.
A maggio sapremo i numeri di FUC e poi si dovranno finalmente tirare le somme.
A parte tutto la regione conosce già in linea di massima i numeri e quindi il quantum dell'investimento da fare. Il problema è soltanto di scelte.
Andrea

Anonimo ha detto...

Quindi facendo i conti della serva , la regione fvg deve sborsare 19 milioni di euro, per piacere questi soldi andrebbero utilizzati per aiutare la gente ha trovare un posto di lavoro, per piacere.......

Il Comitato Pendolari Alto Friuli è ha detto...

Premesso che è illogico che la Regione paghi la proprietà dei binari allo Stato, visto che quei binari sono già stati pagati dalla collettività una volta, è bene aspettare il computo dei costi da parte di FUC per evitare speculazioni o strumentalizzazioni.
La ferrovia è un patrimonio e come tutti i patrimoni bisognerebbe farla fruttare. In tutto il mondo evoluto (vedi Svizzera e Austria)ci riescono, nel Bel Paese invece no ... domandiamoci il perché ?

Anonimo ha detto...

In Italia da generazioni comanda la FIAT...