In questi ultimi anni si è discusso a 360° sul futuro della Pedemontana, pensando al suo rilancio: una discussione spesso caduta sui "massimi sistemi", poco utile però a risolvere il vero problema, discussioni spesso utili a strumentalizzazioni politiche e personalismi.
Le Istituzioni deputate in materia, la Regione FVG in questo caso, fino ad oggi ha giocato di rimessa, procrastinando e rinviando sempre ogni decisione volta a risolvere il problema.
In campagna elettorale si erano fatte le più disparate ipotesi in ordine al rilancio della ferrovia, illudendo le persone, senza purtroppo avere la benché minima idea su come veramente risolvere la questione.
Poi quando si è trattato di essere concreti e ci si è trovati ad approcciare il problema, si è pensato bene di alzare un muro di gomma, inventandosi i più disparati atti e adempimenti, ritenendoli indispensabili.
Così si è perso oltre un anno per la redazione di uno studio di fattibilità, il quale doveva dettare le linee guida, nonché il “piano industriale” per il rilancio futuro della Pedemontana.
Un documento talmente indispensabile a parere dell'Assessore regionale Mariagrazia Santoro che ad oggi non è stato ancora presentato alla cittadinanza …
Per comprendere la sensibilità della Regione alla questione "ferrovia" basta ricordare che lo studio di fattibilità, redatto da Ferrovie Udine-Cividale (FUC) – e costato 40mila € - è stato pagato da due Enti Locali (Comunità Montana del Gemonese e del Friuli Occidentale) e da un Ente privato (Fondazione CRUP), i quali sono stati utilizzati dalla “ricca” Regione, titolare di un bilancio milionario (!), come meri bancomat.
Poi quando "la patata" è diventata ancora più bollente, l’Assessore Santoro, ha imposto ai Sindaci di sottoscrivere un protocollo d’intesa, cercando così di sterilizzare ogni possibile protesta proveniente dal Territorio, scaricando le responsabilità sui Primi Cittadini.
Se la politica regionale è ferma, immobile e incapace a comprendere le opportunità che può fornire la ferrovia, in altre parti d’Italia invece si stanno riaprendo kilometri e kilometri di ferrovie;.grazie al progetto nazionale della Fondazione FS, “Binari senza tempo”, dal 2015 ad oggi sono ben sette le linee recuperate: dalla ferrovia della Valle dei Templi di Agrigento, alla Ferrovia dell’Irpinia, alla Ferrovia della Val Tanaro a quella della Val Sesia, quest’ultime riaperte solo qualche settimana fa.
Il progetto della Fondazione FS rappresenta un'occasione unica da prendere al volo, un'opportunità di sviluppo economico per le nostre Comunità, non solo legate all’utilizzo del treno come mezzo di trasporto tradizionale, ma anche come veicolo del “viaggio lento”, volto a promuovere sul Territorio il turismo mediante l’utilizzo di convogli storici.
La proposta di far inserire la linea Gemona-Sacile nel progetto “Binari senza tempo” è stata lanciata ancora lo scorso febbraio dallo storico rappresentante dei pendolari friulani, nonché consigliere comunale di Gemona, Andrea Palese, il quale ha invitato la Regione FVG e i Sindaci ad approcciarsi con la Fondazione FS.
Una proposta accolta però in maniera fredda "dall’attendista" Assessore regionale Santoro, la quale non sapendo più che pesci pigliare, dopo aver archiviato lo studio di fattibilità, ora si è orientata nel far inserire la Pedemontana nell’elenco delle linee turistiche previsto dalla proposta di legge in fase di discussione in Parlamento.
A tal fine Santoro ha infatti dichiarato che si è in attesa di un sopralluogo da parte della Commissione Parlamentare competente; sopralluogo peraltro che doveva già essere svolto a giugno…
Vedremo se nel corso delle prossime settimane qualcosa si muoverà … la speranza è l’ultima a morire, anche se l’atteggiamento delle Istituzione non permette alcun tipo di ottimismo.
Nel frattempo sulla Pedemontana continuano ad imperversare personalismi e sterili dibattiti promossi da chi nemmeno sa com'è fatto un treno !
Nel frattempo sulla Pedemontana continuano ad imperversare personalismi e sterili dibattiti promossi da chi nemmeno sa com'è fatto un treno !
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