Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

giovedì 5 marzo 2015

Riflessioni sul fallimento del federalismo del trasporto ferroviario

Prendo spunto dalla recente polemica innescata dall’Assessore alla Mobilità del Veneto, Elena Donazzan, secondo la quale il Veneto subirebbe i disservizi a causa del Friuli Venezia Giulia.
Lo sfogo dell’assessore segue i recenti episodi di disservizio verificati lungo la Udine-Venezia.
Una polemica sterile, in quanto assistiamo per l’ennesima volta al “teatrino della politica”, la quale ha raggiunto livelli subumani.
I rispettivi capoluoghi di Veneto e FVG sono collegati da due linee ferroviarie  e invece di unire le sinergie tra loro siamo arrivati al paradosso che le due Regioni confinanti si accusano per i disservizi …
Purtroppo mancano scelte coraggiose e lungimiranti volte a sviluppare una vera e propria cultura del trasporto pubblico in questo Paese.
Siamo alla “Medioevo Ferroviaria”, termine coniato dall’amico Alessandro Puhali, storico e profondo conoscitore del mondo FS, che descrive bene come ogni Regione pensi soltanto al proprio "orticello", dimenticando invece la natura universale del treno che non ammette confini di sorta.
Si è perso il buon senso e gli esempi non mancano, basti pensare alle carrozze off limits inventate dal FVG, provvedimento unico nel suo genere, durato 52 giorni (!), il cui ideatore dovrebbe essere licenziato tanto stupida e folle fosse l’idea.
Il Veneto però non è da meno, visto che l’orologio di Mestre è causa di gran parte dei mali del trasporto regionale del FVG: dal dicembre 2013 grazie all’introduzione  dell’orario cadenzato, i pendolari FVG sono vittime di continui disservizi, causati da un orario a dir poco scellerato che ha significativamente tagliato i collegamenti lungo le linee minori.
Non è certo una novità che "l’Italia ferroviaria" si fermi a Mestre, con il FVG sempre più marginalizzato, al punto da dover pagare Trenitalia 3 milioni di € (unica regione in Italia!) per il mantenimento dei collegamenti Frecciabianca e Frecciargento.
La cannibalizzazione è evidente se confrontiamo i numeri, con il contratto di servizio del Veneto che vale 3 volte e mezzo quello del FVG (142 mln contro 40).
Il FVG paga purtroppo lo scotto di errori del passato: dalla mancanza di un hub regionale, al sottoutilizzo della modernissima Pontebbana, alla dismissione degli scali di Pontebba e Cervignano, fino alla questione del porto di Trieste, che da oltre 40 anni attende il rilancio.
Mentre i nostri politici per mere questioni elettorali danno retta ai quattro lamentosi di Laipacco, che pretendono di spostare la ferrovia lontano dalle loro case, tutto il traffico merci viene dirottato sul Brennero e su altre direttrici, con un aumento significativo del traffico su gomma in FVG.
A breve partirà la stagione delle gare e tutti si augurano che OBB o chissà quale altro "cavaliere bianco" scenda in campo e sconfigga l’inefficiente Trenitalia, la quale però resta ancora in pole position grazie ad un sistema che non ammette concorrenza, malato in maniera endemica di un conflitto di interessi tra RFI, gestore dell’infrastruttura e Trenitalia, tutte società appartenenti al colosso pubblico FS.
In Emilia Romagna la gara si è già inceppata con un bando che sembrava sostenere meccanismi competitivi, ma alla prova dei fatti ha riproposto il modello monopolista, costoso ed inefficiente di questi ultimi anni.
Di certo il boccone più ambito sarà il Veneto e non il piccolo FVG: fossi nei panni dei nostri governanti cercherei di bandire gare per linee (es. VE-TS, VE-UD-TS, Casarsa-Portogruaro), a prescindere dalla territorialità, invece le regioni, contrapposte per differenti schieramenti politici e disinteressandosi della qualità del servizio offerto, baderanno unicamente a far quadrare i conti.
Condividendo le parole di Marco Chiandoni, storico rappresentante dei Comitati dei Pendolari FVG, non ha senso “perdersi in questioni di campanile nel 2015, quando si pensa a colonizzare Marte, in quanto dimostra ottusità, che costituisce il pericolo più dannoso per tutti noi, pendolari e non.”
Manca una visione d’insieme, in quanto non è possibile affrontare il tema della ferrovia a colpi di confine: questo rappresenta il peggiore affronto che la politica possa fare verso quegli illuminati che costruivano le ferrovie con ben altre visioni.
Da sempre la ferrovia è sinonimo di sviluppo di una Comunità, per questo urge trovare un nuovo indirizzo politico che sappia superare il fallimento del "federalismo dei trasporto pubblico", mediante un nuovo sistema intermodale, capace di mettere in rete più gestori, e al tempo stesso attrarre e aumentare il volume dei trasportati.
In Nord Europa questa sfida è già stata vinta tanti anni fa.
Basterebbe copiare, il problema però è che non siamo in grado neppure di fare quello …
Andrea Palese 

1 commento:

Lucio ha detto...

Bella riflessione. Palese persona saggia e combattiva.
Complimenti.
Lucio - Pendolare Tarcento