La lista delle “disgrazie” ferroviarie per i pendolari del FVG sembra non aver fine.
Oltre al disagio determinato dal cantiere di Aurisina che sta limitando in maniera significativa il traffico tra Monfalcone e Trieste, con oltre il 50% dei treni autosostituiti, ieri mattina la circolazione lungo la Udine-Trieste è stata interrotta dalle 7.30 alle 9.30 a causa di un incidente che ha coinvolto un passaggio a livello a Fogliano. Per cause ancora da determinare un camion ha abbattuto il passaggio a livello e alcuni pali della linea elettrica di alimentazione determinando il blocco della circolazione.
Sono stati coinvolti una dozzina di treni, rispettivamente:
R5863 Udine-TS: ritardo 54 min. / R20955 Udine-TS: limitato a Gorizia / R11004/20963 Venezia-UD/TS: ritardo 77 min. / R6003 Tarvisio-Cervignano: soppresso da Udine a Cervignano / R33509 Venezia-TS: ritardo 22 min. / R20947 Udine-Monfalcone: soppresso / R2443 Udine-Monfalcone: soppresso / R6002 Trieste-Carnia: ritardo 43 min. a Udine e soppresso da Udine a Carnia / R6009 Carnia-Udine: soppresso / R20962 Monfalcone-Udine: soppresso da Monfalcone a Gorizia, ritardo 30 min. a Udine / R6006 Monfalcone-Udine: ritardo 26 min.
Trenitalia ha attivato bus sostitutivi tra Monfalcone e Gorizia per assicurare i collegamenti, ripresi con forti ritardi dopo le 9.30 e con circolazione a senso unico alternato su un solo binario.
Come detto l’incidente ha amplificato i disagi già in essere al Bivio di Aurisina a causa dei lavori previsti fino al 21 agosto per il consolidamento del costone roccioso franato sulle rotaie lo scorso 22 giugno.
L’unica nota positiva è stata la presenza del Desk con le “giubbe rosse” di Trenitalia a Gorizia, Monfalcone e Cervignano che hanno garantito assistenza ai passeggeri; segnaliamo infatti che la Direzione Trenitalia ha garantito in un caso motivato dall'urgenza il ristoro delle spese del taxi sostenute da una utente.
Ieri però è stato solo l’ultimo episodio di disagio di una settimana nera, caratterizzata di guasti soprattutto alla rete ferroviaria:
- mercoledì 22 luglio si è verificata un’anormalità tra PM VAT e Udine data da un guasto ha coinvolto 6 treni, determinando 2 soppressioni lungo l’intera tratta Udine-Carnia e ritardi tra 10 e 35 minuti;
- sempre mercoledì 22 luglio un guasto ai sistemi di bordo del treno R20989 ha causato la soppressione del treno lungo la tratta Redipuglia-Monfalcone: i viaggiatori sono stati trasbordati nella stazione di Sagrado sul R2451. Il treno corrispondente R20978 è ripartito da Redipuglia con un ritardo di 59 min., dopo aver atteso i viaggiatori provenienti da Monfalcone con bus.
- giovedì 23 luglio si è verificata un’anormalità sulla Trieste–Monfalcone, dovuta alla temporanea disconnessione della stazione di Bivio di Aurisina provocando il ritardo a quattro treni da 10 a 50 min.
- sempre giovedì 23 luglio tra le ore 08:10 e le 09:20 si è verificata un’anormalità di circolazione tra Cormons e Gorizia per la presenza di persone estranee lungo la linea (alcuni profughi della rotta balcanica), causando ritardi tra i 23 e 38 minuti e un treno sostituito con bus.
PERSONE ESTRANEE: la questione delle persone estranee lungo i binari è diventata una triste abitudine, già nei mesi scorsi lungo la linea Trieste-Udine ci sono stati vari episodi; giovedì 18 giugno si sono verificati ritardi fino a 30 minuti lungo la tratta Cormons-Gorizia, sabato 18 luglio invece si è bloccato il tratto tra le stazioni di Udine e S. Giovanni al Natisone, con treni in ritardo tra i 20 e 55 minuti per effettuare lo sgombero degli estranei e la ricognizione della linea.
Un fenomeno questo molto pericoloso che necessita a nostro parere un intervento deciso da parte delle Forze dell’Ordine che dovrebbero rafforzare la vigilanza, impedendo a queste persone di entrare sul sedime ferroviario.
UDINE-CERVIGNANO: dall'avvio della Fase2, i guasti all'infrastruttura sono tornati purtroppo all'ordine del giorno, evidenziando la fragilità della nostra rete.
Balzano agli occhi i soliti problemi ai passaggi a livello lungo la Udine-Cervignano, dove si sono verificate anomalie rispettivamente il 1 giugno (guasto PL di Risano, ritardi fino a 60 min.), il 29 giugno (guasto tecnico con ritardi tra 15 e 45 min.), il 10 luglio (PL abbattuto da parte di un’auto, ritardi tra 15 e 45 min.) e 11 luglio (guasto dovuto ad avverse condizioni meteo).
Balzano agli occhi i soliti problemi ai passaggi a livello lungo la Udine-Cervignano, dove si sono verificate anomalie rispettivamente il 1 giugno (guasto PL di Risano, ritardi fino a 60 min.), il 29 giugno (guasto tecnico con ritardi tra 15 e 45 min.), il 10 luglio (PL abbattuto da parte di un’auto, ritardi tra 15 e 45 min.) e 11 luglio (guasto dovuto ad avverse condizioni meteo).
Una linea colabrodo che pare non aver trovato giovamento dalla manutenzione svolta da RFI durante il lockdown.
LA RETE FS REGIONALE: non è solo però la Udine-Cervignano a destare problemi visto che è l'intera infrastruttura ferroviaria regionale ad evidenziare malanni, ormai cronici.
Una precarietà che ci preoccupa e che pregiudica in maniera sensibile la qualità dell’offerta del servizio di Trenitalia, che fino a qualche mese fa evidenziava ottime performance tali da elevare il nostro servizio tpl tra i migliori d'Italia per puntualità.
Sotto accusa è ovviamente Rete Ferroviaria Italiana (RFI), gestore della rete, il cui operato non appare soddisfacente.
Una situazione che va a disincentivare l'utilizzo del treno, già significativamente colpito dall'emergenza Covid-19 che per vari motivi ha già allontanato tanti utenti.
Entro l'anno la Regione dovrà bandire la nuova gara per l'affidamento del servizio, il quale a prescindere da chi sarà il gestore (Trenitalia o altra Impresa Fs), si dovrà fare i conti con lo stato di fatto di una rete che necessità di importanti investimenti non più procrastinabili.
E' infatti inutile pensare ad un un potenziamento dell'offerta con una modifica del programma d'esercizio ed a nuovi treni, quando la rete fs risulta obsoleta, rabberciata in tanti tratti con stazioni fatiscenti o difficilmente accessibili: è come avere una ferrari e farla correre in una pista da cross!
Ci ha fatto piacere leggere sui giornali che il Governo ha deciso di inserire la velocizzazione della Venezia-Trieste tra le 130 opere prioritarie da realizzare. Ora però dalle chiacchiere e dalle promesse è necessario passare ai fatti, superando l'ideologia del no alle opere pubbliche, a fantasiosi criteri del costi/benefici o le strumentali polemiche di una politica che si è dimostrata incompetente in materia.
Sicuramente il quadro generale è poco incoraggiante:
- la linea 15 bassa (Udine-Cervignano) risulta ormai anacronistica, colpita da continui guasti. Serve urgentemente programmare un intervento definitivo evitando così che Trieste Airport diventi una cattedrale nel deserto e valorizzando al contempo lo scalo di Cervignano;
- la frana di Aurisina ha solo scoperto poi il nervo dei collegamenti con Trieste e il suo porto, oggi assicurati dalla linea di Sissi, risalente a fine Ottocento; una linea assolutamente non all'altezza dei volumi di traffico passeggeri e merci odierni.
Senza entrare nella polemica di una bassa politica, la realizzazione di una nuova linea appare la cosa più logica visto che sotto il profilo tecnico gli ipotizzati 20.000 treni merci/annui (oggi sono 10.000) diretti o in partenza dal porto di Trieste non possono essere instradati e supportati né dall'attuale linea costiera, né dalla riattivata bretella meridionale della Transalpina, quest'ultima caratterizzata da una forte pendenza.
Il nodo delle infrastrutture da realizzare non dovrà tener conto tanto della riduzione dei tempi di percorrenza, bensì dei volumi dei traffici che potranno viaggiare, aumentando in maniera significativa la capienza della rete;
- da ultimo ma non per ordine di importanza la situazione delle stazioni e in particolare quella di Udine, oggi senza dubbio la peggiore della regione ed una delle peggiori dell'intero nord-est, inaccessibile non solo ai disabili e agli anziani ma anche ai passeggeri con valige ingombranti e pesanti.
La stazione con i suoi 8 milioni di viaggiatori annui pre Covid, si presenta con un'infrastruttura vecchia, senza servizi, più volte rabberciata con interventi poco lungimiranti.
Da oltre un anno sono iniziati i lavori di adeguamento dei marciapiedi all'altezza standard prevista a livello europeo per i servizi ferroviari metropolitani consentirà ora un più facile accesso ai treni da parte di tutti i viaggiatori. Iniziato a giugno 2019, l’intervento ha richiesto l’impegno di circa un milione e 400mila euro da parte di RFI e per ora è stato terminato solo un marciapiede (banchina binario 5 e 6); a gennaio 2020 sono iniziati poi i lavori per la realizzazione di due ascensori, operazione che doveva concludersi entro giugno per un importo ulteriore di 450mila euro. In realtà la realizzazione del primo ascensore (banchina binari 5 e 6) è ancora ferma alle fondamenta.
La lentezza delle opere di RFI fa il paio con quella del Comune di Udine, che in tempi non sospetti aveva promesso per l'estate 2020 (a scuole chiuse) l'avvio dell'intervento sul piazzale esterno; un'opera attesa da decenni che dovrebbe risolvere in maniera definitiva la questione dell'accesso pedonale e l'attraversamento di Via Europa Unita, ma anche quello dei bus e dei taxi.
Durante il lockdown si è persa purtroppo l'ennesima occasione per avviare e velocizzare la realizzazione di queste opere attese da tempo, probabilmente per la solita burocrazia, ma soprattutto per la mancanza di coraggio da parte di amministratori che si sono dimostrati poco sensibili al tema.
Una precarietà che ci preoccupa e che pregiudica in maniera sensibile la qualità dell’offerta del servizio di Trenitalia, che fino a qualche mese fa evidenziava ottime performance tali da elevare il nostro servizio tpl tra i migliori d'Italia per puntualità.
Sotto accusa è ovviamente Rete Ferroviaria Italiana (RFI), gestore della rete, il cui operato non appare soddisfacente.
Una situazione che va a disincentivare l'utilizzo del treno, già significativamente colpito dall'emergenza Covid-19 che per vari motivi ha già allontanato tanti utenti.
Entro l'anno la Regione dovrà bandire la nuova gara per l'affidamento del servizio, il quale a prescindere da chi sarà il gestore (Trenitalia o altra Impresa Fs), si dovrà fare i conti con lo stato di fatto di una rete che necessità di importanti investimenti non più procrastinabili.
E' infatti inutile pensare ad un un potenziamento dell'offerta con una modifica del programma d'esercizio ed a nuovi treni, quando la rete fs risulta obsoleta, rabberciata in tanti tratti con stazioni fatiscenti o difficilmente accessibili: è come avere una ferrari e farla correre in una pista da cross!
Ci ha fatto piacere leggere sui giornali che il Governo ha deciso di inserire la velocizzazione della Venezia-Trieste tra le 130 opere prioritarie da realizzare. Ora però dalle chiacchiere e dalle promesse è necessario passare ai fatti, superando l'ideologia del no alle opere pubbliche, a fantasiosi criteri del costi/benefici o le strumentali polemiche di una politica che si è dimostrata incompetente in materia.
Sicuramente il quadro generale è poco incoraggiante:
- la linea 15 bassa (Udine-Cervignano) risulta ormai anacronistica, colpita da continui guasti. Serve urgentemente programmare un intervento definitivo evitando così che Trieste Airport diventi una cattedrale nel deserto e valorizzando al contempo lo scalo di Cervignano;
- la frana di Aurisina ha solo scoperto poi il nervo dei collegamenti con Trieste e il suo porto, oggi assicurati dalla linea di Sissi, risalente a fine Ottocento; una linea assolutamente non all'altezza dei volumi di traffico passeggeri e merci odierni.
Senza entrare nella polemica di una bassa politica, la realizzazione di una nuova linea appare la cosa più logica visto che sotto il profilo tecnico gli ipotizzati 20.000 treni merci/annui (oggi sono 10.000) diretti o in partenza dal porto di Trieste non possono essere instradati e supportati né dall'attuale linea costiera, né dalla riattivata bretella meridionale della Transalpina, quest'ultima caratterizzata da una forte pendenza.
Il nodo delle infrastrutture da realizzare non dovrà tener conto tanto della riduzione dei tempi di percorrenza, bensì dei volumi dei traffici che potranno viaggiare, aumentando in maniera significativa la capienza della rete;
- da ultimo ma non per ordine di importanza la situazione delle stazioni e in particolare quella di Udine, oggi senza dubbio la peggiore della regione ed una delle peggiori dell'intero nord-est, inaccessibile non solo ai disabili e agli anziani ma anche ai passeggeri con valige ingombranti e pesanti.
La stazione con i suoi 8 milioni di viaggiatori annui pre Covid, si presenta con un'infrastruttura vecchia, senza servizi, più volte rabberciata con interventi poco lungimiranti.
Da oltre un anno sono iniziati i lavori di adeguamento dei marciapiedi all'altezza standard prevista a livello europeo per i servizi ferroviari metropolitani consentirà ora un più facile accesso ai treni da parte di tutti i viaggiatori. Iniziato a giugno 2019, l’intervento ha richiesto l’impegno di circa un milione e 400mila euro da parte di RFI e per ora è stato terminato solo un marciapiede (banchina binario 5 e 6); a gennaio 2020 sono iniziati poi i lavori per la realizzazione di due ascensori, operazione che doveva concludersi entro giugno per un importo ulteriore di 450mila euro. In realtà la realizzazione del primo ascensore (banchina binari 5 e 6) è ancora ferma alle fondamenta.
La lentezza delle opere di RFI fa il paio con quella del Comune di Udine, che in tempi non sospetti aveva promesso per l'estate 2020 (a scuole chiuse) l'avvio dell'intervento sul piazzale esterno; un'opera attesa da decenni che dovrebbe risolvere in maniera definitiva la questione dell'accesso pedonale e l'attraversamento di Via Europa Unita, ma anche quello dei bus e dei taxi.
Durante il lockdown si è persa purtroppo l'ennesima occasione per avviare e velocizzare la realizzazione di queste opere attese da tempo, probabilmente per la solita burocrazia, ma soprattutto per la mancanza di coraggio da parte di amministratori che si sono dimostrati poco sensibili al tema.
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