Sulla scia dell’esperienza di altre regioni italiane, abbiamo lanciato la proposta della costituzione della Consulta Regionale degli Utenti Ferroviari, quale organo di raccordo tra Regione FVG, Trenitalia, Utenti e parti sociali; essa permetterebbe di dar voce all’Utenza rappresentata (Comitati, Associazioni di Consumatori ecc.) e garantire la partecipazione dei viaggiatori al processo di pianificazione e programmazione del sistema dei trasporti e della mobilità regionale. La Consulta quindi come sede di confronto, di scambio di informazioni e di analisi delle esigenze in materia di trasporto di persone.
La Consulta è già realtà in Emilia Romagna (ove opera il C.R.U.F.E.R.), in Campania e in Piemonte (con l’Osservatorio sul TPL), dove sono espressamente previste e disciplinate per legge; il ruolo dei Pendolari risulta poi istituzionalizzato in altre forme anche in Lombardia e Liguria dove operano da anni Coordinamenti riconosciuti e rappresentativi dell’Utenza.
Solo con il riconoscimento del ruolo dei Pendolari a livello istituzionale si potrà raggiungere quella piena e condivisa azione volta al miglioramento della qualità del servizio, atteso che i Pendolari costituiscono “il termometro” della soddisfazione del servizio.
A tal fine il Comitato presenterà alla Regione FVG una bozza contenete le linee guida per la costituzione della Consulta; la proposta redatta grazie al contributo e all’esperienza di altri Comitati Pendolari di altre regioni (Unione dei Pendolari Piacentini, Pendolari Liguri, Coordinamento Pendolari della Lombardia, Coordinamento Pendolari Pavia, altri) risulta a nostro parere confacente alle esigenze della realtà friulana.
La Consulta che intendiamo non deve essere confusa con le solite commissioni, spesso sedi di inutili quanto sterili discussioni, ma deve essere un organismo operativo, agile, snello nell’organizzazione, con poteri consultivi, che permetta un adeguato supporto alle Autorità dotate dei poteri deliberativi in materia.
Non si tratta quindi di creare “nuove poltrone”, bensì un organo che, grazie al contributo di chi ogni giorno è presente sul campo, possa permetterebbe di individuare quelle soluzioni concrete ai casi specifici, risultando un utile strumento di monitoraggio del servizio offerto.
Questa esigenza è data peraltro dallo stesso Art. 7 della Legge Regionale n. 23 del 20.08.2007, la quale prevede che la Regione debba assicurare l’adozione di misure finalizzate alla tutela dell’utenza al fine di garantire la qualità e la sicurezza del servizio del trasporto pubblico, nonché del comma 461, dell’Art. 2 della Legge n. 244 del 24.12.2007 e dell’Art. 15 comma 7 del vigente contratto di servizio, la cui ratio prevede che “per la valutazione dei servizi ferroviari resi ed il miglioramento qualitativo dell’offerta dei servizi stessi, la Regione si avvale del contributo dell’utenza ed in particolare di quella pendolare.”
E’ bene sottolineare che la Consulta dovrà risultare rappresentativa dell’Utenza e di tutti i portatori di interesse, garantendo il principio democratico, evitando ogni strumentalizzazioni di sorta: l’organo così inteso dovrà svolgere funzioni di osservatorio in ordine alla verifica della qualità del servizio di trasporto pubblico ed in particolare in merito alla “Carta dei Servizi”, esprimendo pareri e proposte sulle opere o sui progetti che l’Amministrazione regionale intende attuare per il miglioramento del servizio ferroviario, promuovendo inoltre tutte le iniziative atte a migliorare la condizione dell’Utenza, con particolare riferimento a quella pendolare per una sempre migliore funzionalità delle strutture, nonché per la promozione di iniziative volte a diffondere la cultura del trasporto pubblico come alternativa al mezzo automobilistico privato.
Il tema centrale di discussione sul modello di Consulta da adottare non può prescindere dalla "rappresentanza e dalla rappresentatività delle organizzazioni dei Pendolari e dei portatori di interesse”. Il tema coinvolge in particolare i Comitati, ovvero quelle organizzazioni volontaristiche che generalmente nascono spontaneamente sulla spinta delle esigenze di gruppi di utenti, i quali formano dei gruppi di pressione non costituiti legalmente, né regolamentati da statuti o dotati di un’organizzazione di tipo associativa.
La questione della rappresentanza e della rappresentatività è di fondamentale importanza allorché le organizzazioni dei pendolari vengono coinvolte dalle Istituzioni nel processo di pianificazione e programmazione del sistema dei trasporti: è pacifico che migliore sarà il risultato quanto migliore sarà garantita l’effettiva e legittima rappresentanza degli utenti al processo decisionale.
Il problema riguarda dunque il processo di identificazione dei Comitati ed i criteri di rappresentatività sulla cui base queste organizzazioni possano essere riconosciuti a livello istituzionale, rappresentando efficacemente le istanze e gli interessi degli utenti. A tal fine è necessario distinguere la rappresentatività, ovvero la capacità di essere rappresentati, dalla rappresentanza data dall’azione di agire in nome e per conto altrui per la tutela degli interessi di terzi.
Come già avviene nelle altre Regioni i Comitati devono essere costituiti, ovvero devono essere riconosciuti dalle Istituzioni secondo determinati criteri, in maniera tale che i portavoce siano effettivamente rappresentativi e rappresentanti dei pendolari. Questa è la condizione imprescindibile per poter confrontarsi con le Autorità e le Istituzioni; seppur mossi da buoni propositi, i gruppi spontanei, potenzialmente rappresentativi di una data cerchia di utenti, rischiano senza un espresso mandato di parlare solo per un ristretto gruppo di persone e quindi di non rappresentare in maniera legittima gli interessi dei viaggiatori.
Studiando le varie forme di Consulta presenti nel panorama italiano, riteniamo che quella individuata sia il modello che offra le maggiori garanzie.
I forum, i blog, le newsletter sono tutti strumenti utili per fare massa critica, per scambiarsi opinioni e proposte, tuttavia il nostro ordinamento prevede un solo modo per poter legittimamente rappresentare altre persone: quello di essere eletto o designato democraticamente quale rappresentante o portatore di un interesse generale della base.
Non facciamoci ingannare da quei sedicenti rappresentanti dei pendolari che adducono solo scuse per non esibire gli elenchi degli iscritti, accampando immoralità nel pagamento di qualche marca da bollo necessaria per la registrazione dell’atto costitutivo e dello statuto del Comitato. Spese che potrebbero essere coperte con un piccolissimo contributo dei pendolari che questi adducano di rappresentare.
A noi sembra che chi obietta sulla costituzione legale dei Comitati, faccia più la rappresentanza di se stesso che gli interessi dei viaggiatori, atteso che spesso i portavoce dei pendolari risultano autoeletti e che all’interno del movimento manca un vero e proprio confronto con la base.
Per questi motivi il nostro Comitato ha deciso di costituirsi legalmente, dotandosi di una struttura tipo associazione per meglio confrontarsi con la base, promovendo riunioni e campagne di tesseramento periodiche, sondaggi e volantinaggi a bordo treno. Questa scelta è stata effettuata non per ottenere una posizione di potere, ma per poter garantire al meglio il diritto alla mobilità e spostamento dei nostri associati.
Riteniamo che il problema dei pendolari non sia né di destra, né di sinistra, ma riguardi l’interesse generale dei cittadini: per questi motivi è necessario che le Organizzazioni devono essere effettivamente rappresentative dell’Utenza (es. per linee o tratte o in coordinamento tra loro), senza padroni o padrini !
Non ci sembra che tutto ciò comporti un limite alla partecipazione popolare, bensì rappresenta il normale approccio che tutte le associazioni di volontariato devono tenere con le Istituzioni per potersi confrontare democraticamente e legittimamente.
Iscriversi ad un registro pubblico o costituirsi con un atto costitutivo garantisce inoltre agli stressi pendolari maggior importanza e maggior peso negoziale, oltre ovviamente a permettere di verificare che gli interlocutori dei gruppi rappresentino davvero un interesse comune e non solo quello di poche persone.
E’ bene precisare che il nostro sodalizio, come molti altri in Italia, svolge un’attività di volontariato completamente gratuita e si è messo in gioco, accettando queste basilari regole.
I risultati ottenuti nel corso del 2010 e soprattutto il metodo di lavoro intrapreso ci danno ragione e siamo certi che con la creazione della Consulta, quale strumento democratico di consultazione, si potrà rafforzare ulteriormente il processo di miglioramento della qualità del servizio ferroviario regionale.
La Consulta è già realtà in Emilia Romagna (ove opera il C.R.U.F.E.R.), in Campania e in Piemonte (con l’Osservatorio sul TPL), dove sono espressamente previste e disciplinate per legge; il ruolo dei Pendolari risulta poi istituzionalizzato in altre forme anche in Lombardia e Liguria dove operano da anni Coordinamenti riconosciuti e rappresentativi dell’Utenza.
Solo con il riconoscimento del ruolo dei Pendolari a livello istituzionale si potrà raggiungere quella piena e condivisa azione volta al miglioramento della qualità del servizio, atteso che i Pendolari costituiscono “il termometro” della soddisfazione del servizio.
A tal fine il Comitato presenterà alla Regione FVG una bozza contenete le linee guida per la costituzione della Consulta; la proposta redatta grazie al contributo e all’esperienza di altri Comitati Pendolari di altre regioni (Unione dei Pendolari Piacentini, Pendolari Liguri, Coordinamento Pendolari della Lombardia, Coordinamento Pendolari Pavia, altri) risulta a nostro parere confacente alle esigenze della realtà friulana.
La Consulta che intendiamo non deve essere confusa con le solite commissioni, spesso sedi di inutili quanto sterili discussioni, ma deve essere un organismo operativo, agile, snello nell’organizzazione, con poteri consultivi, che permetta un adeguato supporto alle Autorità dotate dei poteri deliberativi in materia.
Non si tratta quindi di creare “nuove poltrone”, bensì un organo che, grazie al contributo di chi ogni giorno è presente sul campo, possa permetterebbe di individuare quelle soluzioni concrete ai casi specifici, risultando un utile strumento di monitoraggio del servizio offerto.
Questa esigenza è data peraltro dallo stesso Art. 7 della Legge Regionale n. 23 del 20.08.2007, la quale prevede che la Regione debba assicurare l’adozione di misure finalizzate alla tutela dell’utenza al fine di garantire la qualità e la sicurezza del servizio del trasporto pubblico, nonché del comma 461, dell’Art. 2 della Legge n. 244 del 24.12.2007 e dell’Art. 15 comma 7 del vigente contratto di servizio, la cui ratio prevede che “per la valutazione dei servizi ferroviari resi ed il miglioramento qualitativo dell’offerta dei servizi stessi, la Regione si avvale del contributo dell’utenza ed in particolare di quella pendolare.”
E’ bene sottolineare che la Consulta dovrà risultare rappresentativa dell’Utenza e di tutti i portatori di interesse, garantendo il principio democratico, evitando ogni strumentalizzazioni di sorta: l’organo così inteso dovrà svolgere funzioni di osservatorio in ordine alla verifica della qualità del servizio di trasporto pubblico ed in particolare in merito alla “Carta dei Servizi”, esprimendo pareri e proposte sulle opere o sui progetti che l’Amministrazione regionale intende attuare per il miglioramento del servizio ferroviario, promuovendo inoltre tutte le iniziative atte a migliorare la condizione dell’Utenza, con particolare riferimento a quella pendolare per una sempre migliore funzionalità delle strutture, nonché per la promozione di iniziative volte a diffondere la cultura del trasporto pubblico come alternativa al mezzo automobilistico privato.
Il tema centrale di discussione sul modello di Consulta da adottare non può prescindere dalla "rappresentanza e dalla rappresentatività delle organizzazioni dei Pendolari e dei portatori di interesse”. Il tema coinvolge in particolare i Comitati, ovvero quelle organizzazioni volontaristiche che generalmente nascono spontaneamente sulla spinta delle esigenze di gruppi di utenti, i quali formano dei gruppi di pressione non costituiti legalmente, né regolamentati da statuti o dotati di un’organizzazione di tipo associativa.
La questione della rappresentanza e della rappresentatività è di fondamentale importanza allorché le organizzazioni dei pendolari vengono coinvolte dalle Istituzioni nel processo di pianificazione e programmazione del sistema dei trasporti: è pacifico che migliore sarà il risultato quanto migliore sarà garantita l’effettiva e legittima rappresentanza degli utenti al processo decisionale.
Il problema riguarda dunque il processo di identificazione dei Comitati ed i criteri di rappresentatività sulla cui base queste organizzazioni possano essere riconosciuti a livello istituzionale, rappresentando efficacemente le istanze e gli interessi degli utenti. A tal fine è necessario distinguere la rappresentatività, ovvero la capacità di essere rappresentati, dalla rappresentanza data dall’azione di agire in nome e per conto altrui per la tutela degli interessi di terzi.
Come già avviene nelle altre Regioni i Comitati devono essere costituiti, ovvero devono essere riconosciuti dalle Istituzioni secondo determinati criteri, in maniera tale che i portavoce siano effettivamente rappresentativi e rappresentanti dei pendolari. Questa è la condizione imprescindibile per poter confrontarsi con le Autorità e le Istituzioni; seppur mossi da buoni propositi, i gruppi spontanei, potenzialmente rappresentativi di una data cerchia di utenti, rischiano senza un espresso mandato di parlare solo per un ristretto gruppo di persone e quindi di non rappresentare in maniera legittima gli interessi dei viaggiatori.
Studiando le varie forme di Consulta presenti nel panorama italiano, riteniamo che quella individuata sia il modello che offra le maggiori garanzie.
I forum, i blog, le newsletter sono tutti strumenti utili per fare massa critica, per scambiarsi opinioni e proposte, tuttavia il nostro ordinamento prevede un solo modo per poter legittimamente rappresentare altre persone: quello di essere eletto o designato democraticamente quale rappresentante o portatore di un interesse generale della base.
Non facciamoci ingannare da quei sedicenti rappresentanti dei pendolari che adducono solo scuse per non esibire gli elenchi degli iscritti, accampando immoralità nel pagamento di qualche marca da bollo necessaria per la registrazione dell’atto costitutivo e dello statuto del Comitato. Spese che potrebbero essere coperte con un piccolissimo contributo dei pendolari che questi adducano di rappresentare.
A noi sembra che chi obietta sulla costituzione legale dei Comitati, faccia più la rappresentanza di se stesso che gli interessi dei viaggiatori, atteso che spesso i portavoce dei pendolari risultano autoeletti e che all’interno del movimento manca un vero e proprio confronto con la base.
Per questi motivi il nostro Comitato ha deciso di costituirsi legalmente, dotandosi di una struttura tipo associazione per meglio confrontarsi con la base, promovendo riunioni e campagne di tesseramento periodiche, sondaggi e volantinaggi a bordo treno. Questa scelta è stata effettuata non per ottenere una posizione di potere, ma per poter garantire al meglio il diritto alla mobilità e spostamento dei nostri associati.
Riteniamo che il problema dei pendolari non sia né di destra, né di sinistra, ma riguardi l’interesse generale dei cittadini: per questi motivi è necessario che le Organizzazioni devono essere effettivamente rappresentative dell’Utenza (es. per linee o tratte o in coordinamento tra loro), senza padroni o padrini !
Non ci sembra che tutto ciò comporti un limite alla partecipazione popolare, bensì rappresenta il normale approccio che tutte le associazioni di volontariato devono tenere con le Istituzioni per potersi confrontare democraticamente e legittimamente.
Iscriversi ad un registro pubblico o costituirsi con un atto costitutivo garantisce inoltre agli stressi pendolari maggior importanza e maggior peso negoziale, oltre ovviamente a permettere di verificare che gli interlocutori dei gruppi rappresentino davvero un interesse comune e non solo quello di poche persone.
E’ bene precisare che il nostro sodalizio, come molti altri in Italia, svolge un’attività di volontariato completamente gratuita e si è messo in gioco, accettando queste basilari regole.
I risultati ottenuti nel corso del 2010 e soprattutto il metodo di lavoro intrapreso ci danno ragione e siamo certi che con la creazione della Consulta, quale strumento democratico di consultazione, si potrà rafforzare ulteriormente il processo di miglioramento della qualità del servizio ferroviario regionale.
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