Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

martedì 24 luglio 2018

Storia della ferrovia Pedemontana Sacile-Gemona

Ordine di Servizio del 23.10.1930 
In attesa della grande inaugurazione della ferrovia turistica Pedemontana, prevista per domenica 29 luglio, pubblichiamo questo magnifico contributo dell'amico, Romano Vecchiet, scrittore e storico ferroviario.
Pubblichiamo altresì l'estratto dell'Ordine di Servizio n. 153 pubblicato in data 23 ottobre 1930 sul Bollettino Ufficiale delle Ferrovie dello Stato. Si tratta del documento originario relativo all'apertura all'esercizio della linea Sacile-Pinzano, con la descrizione della linea e delle sue caratteristiche tecniche (stazioni, segnalamento, sistema di sicurezza e sistema di esercizio con dirigente unico, giurisdizione). 


Quella che oggi si considera una sola ferrovia, che risale dolcemente da Sacile lungo la linea pedemontana verso Montereale, Maniago e Pinzano, superando il Tagliamento tra Cornino e Cimano per proseguire a nord lungo la piana di Osoppo, allacciandosi alla ferrovia “Pontebbana” a Gemona, è in realtà l’unione di due distinte linee: la Sacile-Pinzano e la Pinzano-Gemona.
Quest’ultima, di certo la più antica delle due, venne realizzata alla vigilia dell’ingresso in guerra dell’Italia e completata nel 1914 per ragioni strategico-militari, ma faceva parte di un tracciato più ambizioso, voluto da Venezia fin dagli anni Settanta dell’Ottocento, per collegare direttamente quel porto ai ricchi mercati del Centro Europa evitando la lenta linea per Conegliano e Udine (la cosiddetta “Veneto-Illirica”) e minare pertanto la supremazia di Trieste tra i porti dell’alto Adriatico.
Il tronco Sacile-Pinzano, invece, fu inaugurato nel 1930 (ma i primi lavori vennero avviati fin dal 1915 tra Sacile e Aviano), sia per funzioni strategiche a supporto della linea di difesa sul Tagliamento, sia per offrire un lavoro ai migliaia di emigranti friulani disoccupati che proprio lo scoppio della Grande Guerra aveva costretto a rientrare precipitosamente in Patria.
La chiusura della linea Pinzano-Casarsa, avvenuta nel 1967 per il traffico passeggeri e i primi anni Ottanta per quello merci, rese possibile la saldatura a Pinzano dei due tronchi rimasti: nacque così la “Pedemontana” Sacile-Gemona come la conosciamo oggi. Una linea che, dopo essere stata costruita dagli emigranti e dai reduci della Grande Guerra, svolse il ruolo di “ferrovia degli emigranti”, favorendo i collegamenti con i nuovi centri di emigrazione per tutti quei friulani che avevano scelto la via dell’espatrio in Svizzera, Germania, Francia e Belgio negli anni del secondo dopoguerra.
Rimasta a binario unico e non elettrificata, negli anni Novanta venne ammodernata con apparati tecnologici che consentirono l’automazione di alcuni servizi, ma il traffico - causa l’affermarsi sempre più massiccio della motorizzazione privata - non decollò mai come ci si augurava, e poi la rarefazione delle corse in orario fece il resto.
La frana del luglio 2012 a Meduno nella quale deragliò un’automotrice “Minuetto”, pose improvvisamente fine a questa ferrovia e tutto si interruppe per cinque lunghi anni.
Il resto è storia recente. Fu la volontà popolare della gente della Pedemontana friulana e del Comitato nato contro la sua chiusura, oltre a un numero impressionante di appassionati e a tutti i Comuni toccati dalla linea, a convincere Regione e Rete Ferroviaria Italiana (RFI) - che firmarono un protocollo d’intesa il 26 novembre 2016 - a riaprire il 10 dicembre dell’anno dopo l’esercizio, con la riapertura del tronco Sacile-Maniago tra una folla straripante e ammirata di fronte al convoglio storico trainato da una fumante locomotiva a vapore del gruppo 740.
Un sogno covato per cinque anni, si era tradotto in realtà. Ma un ulteriore risultato, dopo anni di oblio, è stata l’emanazione di una legge dello Stato, la 128 del 2017, che ha inserito la “Pedemontana” friulana nell’elenco delle ferrovie turistiche gestite da Fondazione FS per il progetto “Binari senza tempo”.
Ora la “Pedemontana” ha trovato il suo pieno riscatto ed è pronta a svelarsi ai numerosi turisti che vogliono percorrerla e visitare il territorio affascinante che attraversa.
Romano Vecchiet

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