Sono state ben 45 le soppressioni di treni in questo fine settimana lungo le linee regionali: 11 solo lungo la linea Udine-Tarvisio, praticamente paralizzata nella giornata di sabato.
Venerdì 2 marzo: 1) R. n. 6031 Udine-Carnia p. 16.04: soppresso; 2) R. n. 6028 Carnia-Udine p. 16.04: soppresso. Sabato 3 marzo: 3) R. n. 20987 Tarvisio-Udine p.6.36: ritardo 15 minuti; 4) R. n. 6025 Carnia-Udine p. 12.52: soppresso; 5) R. n. 6031 Carnia-Udine p. 16.04: soppresso; 6) R. n. 5982 Udine-Carnia p. 12.00: soppresso; 7) R. n. 6028 Udine-Carnia p. 16.04: soppresso; 8) R. n. 21012 Udine-Tarvisio p. 17.36: soppresso; 9) R. n. 21018 Udine-Carnia p. 18.47: soppresso; 10) R. n. 6034 Udine-Carnia p. 20.00: soppresso.Domenica 4 marzo: 11) R. n. 20941 Udine-Tarvisio p. 12.11: soppresso; 12) R. n. 20896 Tarvisio-Udine p. 9.03: soppresso.
Disagi dovuti questa volta non a guasti o a problemi tecnici al materiale, ma "all'improvvisa indisponibilità del personale"; questa è la giustificazione ufficiale fornita ai viaggiatori da Trenitalia. In altre parole assenteismo dei dipendenti.
Già mercoledì le prime avvisaglie di questa "improvvisa influenza", con ben 6 soppressioni lungo la Pontebbana, poi lo sciopero nazionale proclamato giovedì a creare ulteriore disagio, e per finire in bellezza questo week-end nerissimo.
Lasciamo al lettore ogni commento in merito a questa tragica situazione, che sta colpendo pesantemente gli utenti friulani, ma non solo, tutta la nostra regione, atteso che ormai di civile questa situazione ha poco o nulla.
Una situazione che non ammette giustificazioni di nessuna sorta, in quanto è causa solo di danni economici per gli utenti, gran parte dei quali hanno già acquistato l'abbonamento del mese di marzo, anticipando in contanti soldi per un servizio che non viene erogato in base a quanto previsto dal programma d'esercizio.
Ma non solo, una situazione che causa ogni giorno la perdita di una grossa quota di mercato, atteso che sempre più persone decidono di non utilizzare più il mezzo ferroviario per i propri spostamenti, determinando di conseguenza un danno alla collettività, visto che il servizio viene pagato per 2/3 con contributi pubblici.
Non c'è più tempo da perdere, ci appelliamo pertanto al buon senso di tutti, per salvare un servizio pubblico che sino al 2010, con tutti i distinguo del caso, garantiva ancora standard qualitativi ancora accettabili.
Martedì sera i rappresentanti di tutti i Comitati dei Pendolari regionali si incontreranno per affrontare il problema e studiare una linea comune, anche se è evidente che a questo punto, sono ben altri che devono attivarsi per risolvere il problema.
Basta giocare con la pelle dei pendolari e dei contribuenti in generale. Ora basta parlare, questa è l'ultima chiamata. Tolleranza zero per tutti!
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