Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

giovedì 22 gennaio 2015

San Giorgio di Nogaro: una stazione “a ostacoli” e scatta la denuncia ai Cc

SAN GIORGIO DI NOGARO. L’ascensore per i disabili non funziona, le scale sono fuori norma, i servizi igienici chiusi: scatta allora la denuncia nei confronti delle Ferrovie dello Stato, per i gravi disservizi della stazione di San Giorgio di Nogaro. A presentare l'esposto ai carabinieri, è stato ieri mattina, in veste di rappresentante del Comitato per la Vita del Friuli Rurale, ma anche in qualità di semplice cittadino, Aldevis Tibaldi, stanco dei gravi disagi patiti ancora una volta dai disabili. Tibaldi, nell’invitare la popolazione alla mobilitazione per la situazione in cui versano le ferrovie regionali, presenta inoltre un esposto alla Corte dei Conti, per la vicenda legata alla mancata entrata in esercizio dei nuovi treni del Friuli Venezia Giulia. «Un tempo – spiega – la stazione ferroviaria di San Giorgio di Nogaro era molto frequentata. I treni erano puntuali, sebbene affollati, e un personale garbato e diligente presidiava la biglietteria, prodigo di consigli e informazioni. Da lungo tempo ormai la biglietteria è stata dismessa, ma ciò che ha dell’incredibile è che da sei anni a questa parte gli anziani e i disabili hanno smesso di viaggiare. La ragione? É presto detto: nell’ipotetico intento di mettere a norma la stazione hanno realizzato un sotto passo pedonale per raggiungere obbligatoriamente la pensilina lungo la quale transitano i treni nei due sensi di marcia». «Contemporaneamente hanno realizzato due splendidi ascensori a beneficio dei portatori di handicap e delle persone anziane munite di bagaglio. Ebbene – sottolinea – , gli splendidi ascensori non sono mai entrati in funzione e visto che le due rampe di scale per scendere e risalire sono ripidissime e persino fuori norma, da quel giorno in poi, chi non ha gambe buone, il treno non lo prende più». Tibaldi ricorda anche che i servizi igienici sono chiusi e bisogna prendere la chiave al bar, che però è chiuso. «In una regione che non sia delle banane – dice – , tutto ciò sarebbe inammissibile, la gente sarebbe indignata, il sindaco del luogo avrebbe indossato la fascia tricolore, il consigliere regionale avrebbe elevato vibranti proteste e la presidenza regionale non avrebbe esitato a convocare i vertici delle Ferrovie dello Stato. Non qui. Qui la gente ha smesso di credere nel futuro, il sindaco eletto per il terzo mandato non ha più stimoli, al consigliere regionale per farsi rieleggere basta presentarsi a tutti i funerali, la presidenza è troppo indaffarata a concedere interviste e a propagandare la Tav». Tibaldi, sconsolato conclude: «Dopo anni di ignobili disservizi, nessuno è chiamato a rassegnare le dimissioni: tanto meno la governatrice e l’assessore Santoro».
 
Il Comitato per la Vita del Friuli Rurale annuncia inoltre un esposto alla Corte dei Conti anche per la vicenda dei nuovi treni CAF, per i quali la Regione ha sborsato oltre 50 milioni di euro, che come noto dovevano entrare in funzione a gennaio del 2013.
Nella denuncia si evidenzia come l’Assessore Santoro abbia “giurato che sarebbero entrati in esercizio a fine marzo, poi tra una balla e l'altra siamo entrati nel 2015 e la presa in giro continua nell'omertà generale e nel più evidente danno erariale”.
Una presa di posizione più che condivisibile atteso che altrove (vedi il caso della Puglia e persino dell'arretrato Montenegro) gli stessi treni sono entrati in esercizio dopo due anni dal contratto di acquisto, mentre da noi a distanza di quattro anni siamo in attesa che vengano omologati.
La verità – continua il portavoce del Comitato per la Vita del Friuli Rurale - è che stiamo diventando una Regione arretrata dove, nonostante le autocelebrazioni delle testate giornalistiche, si vive di menzogne e di millanterie che all'atto pratico si traducono in vistosi danni erariali, in danni ambientali, in perdite economiche private e imprenditoriali, in ripercussioni sulla salute e, più in generale, nel nostro livello di civiltà.”
Non ci piace che si lasci in mano alla Magistratura il compito di sostituirsi alle Istituzioni, ma probabilmente questa vicenda dei nuovi treni è giunta ai titoli di coda e questa rappresenta l’estrema ratio; una soluzione che denota tutto il malumore dei cittadini verso Ferrovie dello Stato, una società pubblica che non è più in grado di gestire nemmeno le sue (nostre!) proprietà, nonché della Regione sempre più disinteressata alle esigenze di mobilità della gente.

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