Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

domenica 20 gennaio 2013

Diario di un Pendolare. 10° puntata: la neve & Trenitalia, un rapporto difficile!

La nostra Regione - Friuli Venezia Giulia - fa parte della cosiddetta fascia climatica sub continentale, caratterizzata da un’ampia escursione termica annuale con temperature medio-basse in inverno (0°/4° C) ed alte in estate (25°/30° C). Ciò significa che l’inverno è freddo, alcune zone sono addirittura nebbiose, mentre l’estate è piuttosto calda.
Ora, gennaio è un mese che cade in inverno e l’inverno è un periodo dell’anno freddo dove le temperature possono scendere al di sotto dello zero e, quindi, si possono verificare delle precipitazioni nevose.
Questa non vuole essere una lezione di geografia, ma la semplice constatazione che tale tipologia climatica contraddistingue da millenni la nostra regione. Allora sorge spontanea una domanda: “perché, al primo fiocco di neve, i treni smettono di circolare?”
Sono una pendolare come tanti che ogni mattina percorre il tragitto Udine-Pordenone e viceversa per motivi di lavoro. Da anni mi trovo ad affrontare i continui disagi che affliggono la rete ferroviaria regionale, ma quello che è accaduto lunedì 14 gennaio 2013 non riesco proprio a spiegarlo.
Lunedì mattina nevicava copiosamente su quasi tutta la regione. Non si trattava di una bufera siberiana, ma semplicemente di una normale nevicata che può capitare in un mese freddo come gennaio, cioè in inverno. Eppure, lunedì 14 gennaio i treni della linea Trieste-Venezia non circolavano. Il tabellone degli orari segnalava alcune cancellazioni e dei ritardi che si aggiravano dai 30 ai 60 minuti. La spiegazione trasmessa ripetutamente dalla voce metallica era semplice: i treni non circolavano per avverse condizioni atmosferiche.
Guardavo fuori per capire. E’ vero, nevicata abbondantemente, ma non da incidere così negativamente sul traffico ferroviario. Dopo circa due ore di attesa in stazione e aver ascoltato le continue comunicazioni che annunciavano il dilatarsi dei ritardi (da 60 a 70 minuti fino ad arrivare a 110 minuti), mi decisi, assieme a dei colleghi, a raggiungere il posto di lavoro in auto.
Il motivo di tale disagio era dovuto ad un guasto alla linea elettrica. Il Piccolo di Trieste, sul suo sito internet, scriveva “Ore 9.15: il blocco alla linea ferroviaria è dovuto (così dicono) a un guasto elettrico. Non ci sono previsioni per la ripresa del servizio. I tecnici di Fs sono comunque al lavoro” e successivamente “Ore 12.40: rimosso tutto il ghiaccio che ‘incrostava’ i fili elettrici della linea ferroviaria, la circolazione dei treni è ripresa regolarmente. Si scontano, però, i ritardi accumulati questa mattina”.
Se è vero quanto dichiarato dal Piccolo, provo rabbia e vergogna. E’ mai possibile che non venga fatta una manutenzione preventiva sui fili elettrici durante il periodo invernale? E’ mai possibile che a nessun dirigente, tecnico specializzato, etc… passi per l’anticamera del cervello di controllare i fili elettrici durante l’inverno per evitare che si ghiaccino? E’ mai possibile che sistematicamente, per vari e svariati motivi, si debba verificarsi un guasto elettrico lungo la linea Trieste-Venezia?
Pago puntualmente un abbonamento mensile di 67,05 euro, aumentato, a gennaio 2013, di 5,25 euro (ciò significa un esborso annuale maggiorato di 63 euro) per avere un servizio scarso e inefficiente. I treni sono obsoleti, spesso si verificano dei ritardi che superano i 10 minuti senza che vengano nemmeno annunciati, ad un minimo scroscio di pioggia o una semplice nevicata il trasporto si paralizza lasciando nello sconforto i passeggeri.
Mi chiedo se mai gli amministratori di Trenitalia e i politici locali provino un minimo di vergogna per quanto accadde nell’ambito dei trasporti su rotaia. Invece di utilizzare le auto blu per spostarsi (con tanto di autista), dovrebbero talvolta viaggiare in treno come tutti noi pendolari. In questo modo si accorgerebbero dei disservizi, di quanto pesi il ritardo sull’orario di lavoro, soprattutto se si accumula giorno dopo giorno costringendo il lavoratore a recuperare le ore perse. Anche qui sorge un’altra domanda: “quanto contano i pendolari?
Eh già, perché tutti coloro che si spostano ogni giorno in treno lo fanno per motivi di lavoro e di studio e quindi per portare avanti l’economia del Paese. La nostra classe politica dovrebbe riflettere attentamente su questo punto, anche perché l’utilizzo del treno comporterebbe una riduzione del traffico stradale e, conseguentemente, un minore inquinamento. Pare poco? Quel lunedì 14 gennaio ho perso 2,5 ore di lavoro che dovrò recuperare. Chi paga quelle ore? O meglio, chi paga tutte le ore perse e accumulate in questi anni da pendolare? Dove sono i nuovi convogli promessi ripetutamente dalla Regione e mai arrivati? Spesso sul Messaggero si legge che la Regione ha stanziato una quota del proprio bilancio per l’acquisto di nuovi treni, dove sono finiti? Perché nella vicina Austria i servizi ferroviari funzionano perfettamente? Anche da loro nevica ogni tanto, no? Se non si trova al più presto una soluzione a tutti questi disagi, la Regione Friuli Venezia Giulia rischierà di collassare e di rimanere isolata dal resto d’Italia e d’Europa. E’ inutile ragionare in termini di Euroregione se la politica locale non è in grado di efficientare e garantire una normale circolazione ferroviaria.
Le persone sono costrette a viaggiare in auto per raggiungere puntualmente il loro posto di lavoro causando una serie di difficoltà: oltre all’intensificazione del traffico e al maggiore inquinamento, bisogna mettere in conto l’aumento del costo del carburante e la manutenzione del mezzo.
L’art. 4 della Costituzione recita “comma 1 - la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuovere le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Comma 2 - Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Allora lasciateci esercitare tale diritto. Grazie
Anna Bagnarol (Udine)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Egregia pendolare per quanto riguarda il problema neve e tutto quello che ne cosegue una cosa è Trenitalia che ha materiali (treni biglietterie macchinisti capitreno ecc..) un'altra sono i binari gli scambi i segnali la linera aerea (fili della corrente) ecc. cioè tutto quello che ha a che fare con la circolazione i fili ad esempio sono un problema di RFI quindi nulla si può imputare a Trenitalia ma solo a RFI pertanto la prego invece di partecipare allo sport nazionale "spara a Terenitalia tanto fai sempre centro" si informi meglio e magari i gestori del sito così solerti a denunciare quello che non funziona prima di pubblicare stupidate che dessero una regolata allo scritto dei blogger, naturalmente per amor di verità.

Il Comitato Pendolari Alto Friuli è ha detto...

@Caro Anonimo, Lei ha ragione in parte su quello che dice.
Questo blog è aperto alle discussioni, purché civili, volte ad apportare migliorie al servizio ferroviario.
Sbaglia in primis nel non firmarsi; sbaglia ancora nel aver preconcetti verso il ns Comitato.
Si legga bene gli articoli e si informi sul ns. lavoro.
Non fosse stato per l'attività dei Comitati dei Pendoalri non si sarebbero raggiunti certi risultati, e di questo ne andiamo fieri !
Sbaglia poi nel non RISPETTARE le opinioni altrui, come quella della pendoalre che ha scritto la lettera.
E' evidente che lei lavori nel campo ferroviario viste le sue conoscenze, e questo dovrebbe già farle comprendere che i malumori dell'Utenza sono più che legittimi visto l'assurdo sistema di gestione delle FS, costituito da società, sulla carta di diritto privato (spa), ma nella realtà, di capitale pubblico.
Il Cittadino medio non conosce le distinzioni tra RFI, Trenitalia e nell'ambito di quest'ultima tra le Direzioni Regionali, la Passeggeri e la Cargo. E' ovvio che si guardi solo all'offerta del servizio, perché al cittadino medio non interessa chi fa cosa, ma interessa che il servizio che paga venga svolto nella maniera migliore.
A coloro che stamane erano a bordo dei treni fermi a Risano non interessa se la mancanza dell'annuncio sia da addebitare a RFI o a Trenitalia, interessa semmai avere un servizio di qualità!
La qualità parte però dal RISPETTO, parola assai sconosciuta a FS. Il perchè è noto, nessuno è responsabile di nulla, quindi quello sport che lei definisce "spara a Trenitalia tanto fai sempre centro", non fa proprio danni ... non fa male proprio a nessuno ... e magari nemmeno a Lei.
Si metta nei panni panni degli utenti, che:
1) pagano un biglietto e ricevono spesso disservizi 8talvolata superabili con un semplice annuncio a bordo treno!)
2) contribuisocno al mantenimento del servizio, e quindi anche allo stipendio dei ferrovieri.
Non è demagogia ma è la pura e sacrosanta verità!
Portare RISPETTO e Vi sarà dato rispetto ! E' la regola basilare di ogni rapporto umano.
Da ultimo è buona cosa non nascondersi nell'Anonimato, ma aver il coraggio di firmarsi ... anche questo rientra nel concetto di RISPETTO !
Buon lavoro !

Anna Bagnarol ha detto...

Sono Anna Bagnarol, la persona che ha scritto il post pubblicato dal Comitato pendolari Alto Friuli, e desidero rispondere ad “anonimo”.
E’ vero che non sono informata sui vari gestori che si occupano del sistema ferroviario italiano (Trenitalia, RFI, etc) e me ne scuso, ma la mia era semplicemente una voce di protesta per l’ennesimo disservizio. Come scrive il Comitato, al cittadino medio, come me e come molti altri, non importa chi fa cosa ma importa sicuramente di beneficiare di un servizio efficiente e di qualità e, soprattutto, di arrivare al lavoro per tempo e non essere costretto a fermarsi fino a tardi per recuperare (soprattutto quando si ha anche una famiglia da gestire!).
Se io non rispetto le scadenze di lavoro che mi vengono affidate devo rispondere ai miei superiori e ci sono delle sanzioni in caso di inadempienza, allora non vedo perché tali sanzioni non debbano essere imposte anche a Trenitalia o RFI o a chiunque altro gestore? Ha mai provato a viaggiare all’estero? Io sì. Ho viaggiato in Inghilterra, in Germania e in Austria, anche quando nevicava, e non ho mai trovato un treno in ritardo! In Inghilterra ho vissuto un anno e mi sono spostata spesso in treno per lavoro o per viaggiare: mai un problema. E allora?
Se lei lavora nel campo ferroviario si accorgerà senz’altro dei moltissimi pendolari che quotidianamente usufruiscono dei treni. Ogni mattina, quando mi reco al lavoro - e alla sera, quando rientro - trovo sul treno un sacco di persone e spesso tutti i posti a sedere sono occupati. Come ben scrive il Comitato, tutti questi numerosi Utenti pagano il biglietto o l’abbonamento e contribuiscono allo stipendio dei ferroviari e quindi meritano RISPETTO! Sa quante volte le persone aspettano il treno sulla banchina e, se questo è in ritardo di 5-10-15 minuti, non viene annunciato nulla a proposito? (Mia personale esperienza) Le sembra corretto? Dovremmo allora stare sempre zitti e subire tutto? Dovremmo forse pensare che 10 minuti di ritardo sono poca cosa e che non cambiano la vita? C’è un contratto che regola il servizio ferroviario, come ogni lavoratore ha un contratto di lavoro che deve osservare, quindi tale contratto va RISPETTATO!
Grazie

Anna Bagnarol