E’ questa la frase che un nostro rappresentante si è sentito dire alcune settimane fa dal Direttore Regionale di Trenitalia, prima che gli attaccasse il telefono. Non vogliamo abusare di questo spazio per enfatizzare un’espressione, che si commenta da sé, pronunciata nel contesto di una semplice e cortese telefonata di servizio, volta unicamente a sensibilizzare il Dirigente in ordine ad una problematica segnalata da un Utente, nostro associato. Vogliamo invece porre all’attenzione pubblica il modo in cui viene gestito un servizio, quale quello ferroviario, di importanza strategica per la nostra Regione, atteso il decadimento della qualità registrata negli ultimi mesi, con soppressioni e ritardi all’ordine del giorno.
E’ noto che il Comitato Pendolari Gemona-Udine, ora Comitato Pendolari Alto Friuli, è da tempo impegnato in una seria attività di sensibilizzazione in ordine al problema del trasporto pubblico ferroviario regionale. Proposte e critiche costruttive, non solo lamentele: la riapertura della biglietteria della stazione di Gemona ne è la prova; risultato ottenuto dopo una vera e propria mobilitazione popolare, come dimostrato dalle oltre 2.100 firme raccolte e consegnate all’Assessore Regionale Riccardi. Soluzioni che vanno ricercate grazie ad un metodo di lavoro condiviso tra Regione, Trenitalia e Utenza, vero e proprio “termometro” del servizio e non “calate dall’alto”, verificato che il problema è divenuto ormai una vera e propria emergenza territoriale che in Friuli riguarda oltre 20.000 pendolari.
Negli ultimi mesi il servizio ha raggiunto picchi di inefficienza mai visti prima, non tanto per colpa del personale FS, ma soprattutto per la disorganizzazione del suo management, sempre più distante dalla gente, incapace di recepire i minimi suggerimenti degli Utenti. A Natale, 10 cm di neve e qualche grado sotto zero sono stati sufficienti per bloccare due treni su tre, quest’estate in 21 giorni si sono contate 98 corse soppresse, 4 e mezza ogni giorno, senza risparmiare alcuna area della regione. Dal 1 gennaio ad oggi, il Comitato ha inviato alla Regione oltre 30 segnalazioni di disservizi lungo la solo linea Udine-Tarvisio, senza mai ottenere risposta e questo la dice lunga sulla bontà e sull’efficienza del servizio e-mail dedicato agli Utenti (info@regione.fvg.it) istituito solo un anno fa dalla Regione! Dati preoccupanti che denotano uno stato agonizzante del servizio, incapace ormai di attrarre nuovi utenti e sempre più destinato a perdere quote di mercato, dal momento che i reiterati disservizi disincentivano all’utilizzo del treno, altrimenti preferito al mezzo automobilistico privato.
Non dimentichiamo poi il problema non risolto della pulizia: la questione non è tuttavia una novità, lo stesso AD di Trenitalia, Vincenzo Soprano, intervenendo alla trasmissione radiofonica “Radio anch’io”, ha dichiarato che “mi vergogno ogni volta che salgo su un treno”. Lo stato di degrado della stazione di Udine, denunciato dal Comitato mediante un recente esposto all’ASL di Udine, fotografa perfettamente la situazione. Solo pochi giorni fa, abbiamo appreso dalla stampa che entro la fine dell’anno inizieranno i lavori di restyling delle pensiline della stazione di Udine: una coincidenza oppure l’effetto dell’esposto? Forse la situazione relativa alla sicurezza e quella igienica-sanitaria non risultano così a norma … alla faccia dei “casi isolati”, come asserito dalla Direzione Regionale Trenitalia. Chissà però quando e soprattutto se inizieranno questi lavori, visto che del tanto pubblicizzato restyling dei mezzi (vedi Messaggero Veneto del 08.03.2010), pari a circa 328.000 euro di investimenti, si deve ancora vedere i primi risultati concreti, nonostante le pompose dichiarazione effettuate a mezzo stampa dall’Assessore regionale competente. Senza poi contare che questo investimento dovrebbe derivare dalle penali che Trenitalia dovrebbe pagare alla Regione per inadempimento contrattuale inerente le condizioni di pulizia e igiene a bordo treno: troppo buonismo signori, così non funziona ! E’ come se il vigile multasse un automobilista perché circola con un faro rotto e poi gli lasciasse il corrispettivo della multa per comprarsi il faro nuovo …
I precedenti tuttavia non mancano e non invocano certo all’ottimismo: lo scorso anno l’Asl di Milano ha messo in mora il Sindaco Moratti, perché emettesse un'ordinanza contro Trenitalia per obbligare la società a ripulire i treni della Milano-Mortara, ripristinando così le condizioni di pulizia e sicurezza. La situazione regionale non si discosta di tanto da quella delle altre regioni, dove l’esasperazione degli utenti è purtroppo sfociata anche in spiacevoli episodi: risse tra Pendolari e ferrovieri a Milano Centrale, blocchi di treni e in stazione in Liguria e al Sud. L’ultimo episodio è quello occorso a Elisa, pendolare pavese, denunciata per interruzione di pubblico servizio, in quanto dopo l’ennesimo disservizio subito ha occupato con altre persone i binari a Stradella.
Se come riferito da alcuni “colleghi” pavesi, la denuncia di Elisa è stata una ritorsione, ebbene il copione anche da noi non si discosta di molto, dove alcuni “capitreno sceriffi” continuano a elevare multe agli utenti della tratta Gemona-Udine perché non in possesso del biglietto integrato Saf, ovvero si registrano episodi come quello capitato alla sig.ra Lauretta Bastiani, denunciato sulle pagine di questo giornale, punita e trattata come una delinquente comune per non aver obliterato il biglietto nonostante l’obliteratrice in stazione risultasse guasta. Il tutto solo per ritorsione nei confronti di coloro che osano contestare “il sistema”, ovvero per il piacere di esibire la propria autorità a bordo treno, come dimostrato da quel capitreno (pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue mansioni), che al momento della contestazione della multa si è rifiutato di ricevere a verbale le dichiarazioni a difesa dell’asserito trasgressore, così come previsto dall’Art. 73 del DPR n. 653/1980, dichiarando poi il falso a verbale indicando che l’utente si era rifiutato di sottoscriverlo; ovvero come accaduto ancora in maniera più pacchiana, quando il capotreno (sempre il medesimo soggetto) ha costretto l’Utente a scrivere di suo pugno le osservazioni a verbale... Poi alla fine però tutto rimane come prima: basti pensare alla questione del biglietto integrato Saf, vera e propria ingiustizia posta in essere ai danni degli utenti gemonesi, discriminati dall’applicazione di una maggiorazione tariffaria che non trova giustificazione normativa e che da oltre 10 anni attende una soluzione. Comprendiamo benissimo lo stato d’animo di queste persone, compagni di viaggio e di sventura, capiamo la loro esasperazione perché è anche la nostra e quella di altri 2.000.000 di pendolari italiani: ebbene in questo scenario tutti noi siamo Elisa!
Il decadimento del servizio è evidente, basti pensare al proliferare di Comitati a tutela degli utenti e alle pronunce della Magistratura in favore dei Pendolari. L’Associazione Pendolari Piacenza, ad esempio, ha sino ad oggi ottenuto 8 sentenze che hanno riconosciuto ai viaggiatori-reclamanti un risarcimento del danno esistenziale, non per un singolo episodio di ritardo, ma per il mancato rispetto degli standard di qualità e pulizia; altre 40 cause analoghe aspettano di giungere a sentenza e l’esito pare scontato. Anche in regione si registra una sentenza storica in favore dei Pendolari, quella emessa in favore di uno studente assistito dal Codacons: il Tribunale di Udine, a fronte del viaggio da incubo denunciato dal pendolare, ha condannato Trenitalia al risarcimento del danno morale, in quanto “negligente e incapace di sopperire adeguatamente – si legge nella sentenza – ad un guasto tecnico” e di garantire ugualmente il trasporto dei passeggeri in condizioni dignitose.
E Trenitalia e le Istituzioni cosa fanno di fronte a questa emergenza? Lavorano, dicono loro, ma poi i risultati sono questi. Dinanzi al dramma quotidiano dei pendolari si pensa all’Alta Velocità e alle Grandi Opere, per poi leggere sui giornali che i finanziamenti europei per la progettazione e la realizzazione della TAV nelle tratte Venezia-Trieste e Trieste-Divaccia sono a rischio, a causa dei ritardi nella presentazione dei progetti, come dichiarato recentemente dal coordinatore del Progetto Prioritario numero 6, Laurens Jan Brinkhorst.
Non c’è nulla da stupirsi, in un Paese dove l’AD di FS continua a sbeffeggiare gli utenti con irridenti esternazioni: dopo il famoso "portatevi panini e coperte da casa", ha fatto seguito l'aver definito uno "spiacevolissimo episodio" la strage di Viareggio con i suoi incolpevoli 32 morti, eccoti ora l'ennesima perla dell’Ing. Moretti: ''per i pendolari le proteste ci saranno sempre, perché l'affollamento e' tale per cui la difficoltà di avere posti e treni per tutti e' difficile. Non si può pensare a una flotta solo nelle due ore di punta.” Forse è davvero attuale quella frase proferita da un nostro associato, vecchio ferroviere che negli anni ‘70 istruiva i giovani controllori: “dove finisce il buon senso inizia la ferrovia”.
E la Regione, concessionaria del servizio dal 2008, cosa sta facendo? Tanto, sembrerebbe leggendo i titoli apparsi sulla stampa. Concretamente, pochino ... interessante è la delibera n. 862 del 6 maggio scorso, con cui la Giunta ha stanziato 100.000 euro per avviare la libera circolazione delle Forze dell’Ordine (rispettivamente: Carabinieri, Polizia di Stato e Locale, Polizia Penitenziaria, Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto, Corpo Forestale dello Stato e della Regione, Vigili del Fuoco e Ispettorato del Lavoro), in divisa o dotati di tessera di riconoscimento, sia per le finalità di servizio che per garantire la sicurezza dei trasportati. Premesso che riteniamo corretto che si permetta alle Forze dell’Ordine di viaggiare gratuitamente su tutti i mezzi per esigenze di servizio, alcuni dubbi rimangono sull’opportunità di estendere tale agevolazione anche agli agenti non in servizio. La decisione sarebbe giustificata dall’esigenza di garantire “una maggiore sicurezza dei passeggeri e del personale in servizio sui treni regionali”. Ci domandiamo quanti reati siano stati commessi nell’ultimo anno a bordo treno e soprattutto se il personale Polfer in servizio nei nove Presidi regionali (Tarvisio, Gemona, Udine, Cervignano, Casarsa, Pordenone, Gorizia, Monfalcone, Trieste) non sia di per sé sufficiente a garantire la sicurezza dei trasportati.
Non solo, si spenderanno ulteriori 100.000 euro per una consulenza al fine “dell’individuazione di azioni di miglioramento delle attività di monitoraggio e della correlata qualità dei servizi ferroviari, in particolare negli ambiti della pulizia del materiale rotabile e dell’informazione all’utenza ...”. Una delle tante consulenze che la Regione ha disposto negli ultimi anni, nonostante la Corte dei Conti l’abbia invitata a ridurre ai minimi termini la spesa per tali incarichi, specie nell'attuale situazione di particolare difficoltà finanziaria. Ci auguriamo che i 100.000 euro vengano ben spesi e che non si tratti dell’ennesimo sondaggio telefonico, i cui risultati lasciano il tempo che trovano.
Anche in questo caso si poteva fare qualcosa di più, coinvolgendo maggiormente i pendolari ben rappresentati in regione, magari sull’esempio della Lombardia, la quale ha recentemente adottato in forma sperimentale il sistema di monitoraggio ideato da Max Lilla del Coordinamento Pendolari di Pavia (http://www.coordinamentopendolari.it/segnalazioni.php), il quale, grazie a un semplice software, permette a costo zero l’aggiornamento in tempo reale in ordine alla puntualità e ad ogni altro disservizio rilevabile a bordo treno.
L’ultima novità però è la sentenza del TAR regionale n. 394 del 9 giugno scorso che ha riammesso l’impresa spagnola CAF alla gara indetta dalla Regione per l’acquisto di otto nuovi elettrotreni da adibire al trasporto pubblico locale. Il ricorso della CAF è stato accolto dai Giudici, i quali hanno rilevato una serie di irregolarità formali. Ma il Tribunale ha contestato alla Regione anche di aver definito un bando di gara non chiaro e pertanto suscettibile di interpretazioni diverse. La questione potrebbe ora avere conseguenze rilevanti in ordine alla tempistica prevista per il rinnovo del parco mezzi (entro il 2011): la sentenza del TAR potrebbe infatti rimettere tutto in discussione. Ricordiamo che per l’acquisto di questi nuovi mezzi è stata prevista una spesa di 107 milioni di euro, che verrà sostenuta dallo Stato (3 milioni), da Trenitalia (30 milioni) e dalla Regione (74 milioni). I nuovi treni dovranno sostituire i vecchi Ale 801, 33 anni di servizio alle spalle e vera e propria disperazione per gli Utenti. I treni nuovi arriveranno, prima o poi e così finalmente tutti, politici e dirigenti FS potranno pontificare e far loro i risultati ottenuti, dimenticando in fretta tutti gli errori commessi e chissà, magari per taluni sarà anche un’occasione irripetibile per preparare al meglio la prossima campagna elettorale!
In questo scenario spiace rilevare l’imbarazzante silenzio delle Istituzioni e del mondo politico in generale dinanzi alle richieste dell’Utenza: basti pensare alle proposte formulate dai rappresentanti dei Pendolari quali la costituzione della Consulta del Trasporto Pubblico Locale che permetterebbe l’istituzionalizzazione dei Pendolari o la richiesta di un bonus-sconto in favore degli utenti a parziale ristoro dei danni economici subiti a fronte dei disservizi, strumenti già adottati da altre Regioni più virtuose. A tal fine, pretendiamo che la Regione si attivi in maniera rigorosa nei confronti del gestore per far rispettare i termini del contratto di servizio, applicando le penali in caso di inadempimento e utilizzando i proventi in favore dell’Utenza mediante lo strumento del bonus. Il contratto di servizio vigente, contratto “vero” secondo taluni, risulta a nostro giudizio un contratto di comodo, visto che non indica in maniera precisa e insindacabile dei parametri prestazionali vincolanti, come parimenti fatto da altre Regioni (es. Lombardia, Veneto e Liguria). Se i parametri prestazionali e i vincoli su qualità e modalità del servizio non verranno inseriti in futuro in maniera più precisa e dettagliata, significherà vincolare l’Utenza ad un servizio scadente, vanificando le enormi potenzialità del sistema ferroviario quale asse forte della mobilità regionale.
Da ultimo un richiamo forte alla classe dirigente, la quale deve recuperare sobrietà e soprattutto quello spirito funzionale per cui la politica deve essere intesa come l’arte del buon governo: un plauso a quell’Assessore della Lombardia che per una settimana, lontano dai fotografi e dalla stampa, ha viaggiato con i pendolari, studiando e apprendendo i loro problemi. Parimenti, si contrappongono comportamenti opposti, come nel caso di Viareggio, dove solo la ferma opposizione del Comitato dei familiari delle vittime della strage, ha impedito al Ministro ai Trasporti e all’AD di FS “di sfilare” alle cerimonie dell’anniversario della tragedia. E’ bene ricordare a questi Dirigenti FS e ai nostri politici che i treni non sono i loro, ma i nostri, che l’azienda che gestiscono non è loro, ma è la nostra, che i loro lauti stipendi, quelli sì, sono loro, ma sono pagati con le nostre tasse e che la prossima volta che verranno a chiedere il nostro voto, farebbero bene a fare un esame di coscienza, evitando l’ennesima figura di pessimo gusto.
Non ci serve che qualcuno ci ricordi quanto è dura la vita del pendolare, la conosciamo già; non ci serve che ogni giorno qualcuno ci illuda, promettendoci sulla stampa un miglioramento del servizio e poi non si degni neppure di rispondere alle nostre e-mails o non trovi un solo giorno nell’arco dell’anno per riunire i rappresentanti dei Pendolari. Si è parlato tanto di coinvolgimento dell’utenza nella valutazione del servizio, così come previsto dall’art. 15 comma 7 del vigente Contratto di Servizio e poi la Regione da oltre 9 mesi risulta latitante, anzi muta al confronto con l’Utenza! Il tempo delle ferie ora è passato, chissà se a settembre qualcuno si ricorderà di noi ...
Ebbene cari signori, noi siamo stufi di questo andazzo, siamo nauseati di viaggiare su carrozze sudice oltre ogni inimmaginabile immaginazione, dove persino i bagni sono bloccati o inutilizzabili e se al povero utente gli scappa, il capotreno è obbligato a fermare il treno nella prima stazione servita da wc, anche se alla fine come dice l’Ing. Moretti, “i pendolari si lamenteranno sempre”. Già noi ci lamentiamo sempre, mentre loro invece non hanno tempo, perché stanno pranzando!
Segreteria Comitato Pendolari Alto Friuli
E’ noto che il Comitato Pendolari Gemona-Udine, ora Comitato Pendolari Alto Friuli, è da tempo impegnato in una seria attività di sensibilizzazione in ordine al problema del trasporto pubblico ferroviario regionale. Proposte e critiche costruttive, non solo lamentele: la riapertura della biglietteria della stazione di Gemona ne è la prova; risultato ottenuto dopo una vera e propria mobilitazione popolare, come dimostrato dalle oltre 2.100 firme raccolte e consegnate all’Assessore Regionale Riccardi. Soluzioni che vanno ricercate grazie ad un metodo di lavoro condiviso tra Regione, Trenitalia e Utenza, vero e proprio “termometro” del servizio e non “calate dall’alto”, verificato che il problema è divenuto ormai una vera e propria emergenza territoriale che in Friuli riguarda oltre 20.000 pendolari.
Negli ultimi mesi il servizio ha raggiunto picchi di inefficienza mai visti prima, non tanto per colpa del personale FS, ma soprattutto per la disorganizzazione del suo management, sempre più distante dalla gente, incapace di recepire i minimi suggerimenti degli Utenti. A Natale, 10 cm di neve e qualche grado sotto zero sono stati sufficienti per bloccare due treni su tre, quest’estate in 21 giorni si sono contate 98 corse soppresse, 4 e mezza ogni giorno, senza risparmiare alcuna area della regione. Dal 1 gennaio ad oggi, il Comitato ha inviato alla Regione oltre 30 segnalazioni di disservizi lungo la solo linea Udine-Tarvisio, senza mai ottenere risposta e questo la dice lunga sulla bontà e sull’efficienza del servizio e-mail dedicato agli Utenti (info@regione.fvg.it) istituito solo un anno fa dalla Regione! Dati preoccupanti che denotano uno stato agonizzante del servizio, incapace ormai di attrarre nuovi utenti e sempre più destinato a perdere quote di mercato, dal momento che i reiterati disservizi disincentivano all’utilizzo del treno, altrimenti preferito al mezzo automobilistico privato.
Non dimentichiamo poi il problema non risolto della pulizia: la questione non è tuttavia una novità, lo stesso AD di Trenitalia, Vincenzo Soprano, intervenendo alla trasmissione radiofonica “Radio anch’io”, ha dichiarato che “mi vergogno ogni volta che salgo su un treno”. Lo stato di degrado della stazione di Udine, denunciato dal Comitato mediante un recente esposto all’ASL di Udine, fotografa perfettamente la situazione. Solo pochi giorni fa, abbiamo appreso dalla stampa che entro la fine dell’anno inizieranno i lavori di restyling delle pensiline della stazione di Udine: una coincidenza oppure l’effetto dell’esposto? Forse la situazione relativa alla sicurezza e quella igienica-sanitaria non risultano così a norma … alla faccia dei “casi isolati”, come asserito dalla Direzione Regionale Trenitalia. Chissà però quando e soprattutto se inizieranno questi lavori, visto che del tanto pubblicizzato restyling dei mezzi (vedi Messaggero Veneto del 08.03.2010), pari a circa 328.000 euro di investimenti, si deve ancora vedere i primi risultati concreti, nonostante le pompose dichiarazione effettuate a mezzo stampa dall’Assessore regionale competente. Senza poi contare che questo investimento dovrebbe derivare dalle penali che Trenitalia dovrebbe pagare alla Regione per inadempimento contrattuale inerente le condizioni di pulizia e igiene a bordo treno: troppo buonismo signori, così non funziona ! E’ come se il vigile multasse un automobilista perché circola con un faro rotto e poi gli lasciasse il corrispettivo della multa per comprarsi il faro nuovo …
I precedenti tuttavia non mancano e non invocano certo all’ottimismo: lo scorso anno l’Asl di Milano ha messo in mora il Sindaco Moratti, perché emettesse un'ordinanza contro Trenitalia per obbligare la società a ripulire i treni della Milano-Mortara, ripristinando così le condizioni di pulizia e sicurezza. La situazione regionale non si discosta di tanto da quella delle altre regioni, dove l’esasperazione degli utenti è purtroppo sfociata anche in spiacevoli episodi: risse tra Pendolari e ferrovieri a Milano Centrale, blocchi di treni e in stazione in Liguria e al Sud. L’ultimo episodio è quello occorso a Elisa, pendolare pavese, denunciata per interruzione di pubblico servizio, in quanto dopo l’ennesimo disservizio subito ha occupato con altre persone i binari a Stradella.
Se come riferito da alcuni “colleghi” pavesi, la denuncia di Elisa è stata una ritorsione, ebbene il copione anche da noi non si discosta di molto, dove alcuni “capitreno sceriffi” continuano a elevare multe agli utenti della tratta Gemona-Udine perché non in possesso del biglietto integrato Saf, ovvero si registrano episodi come quello capitato alla sig.ra Lauretta Bastiani, denunciato sulle pagine di questo giornale, punita e trattata come una delinquente comune per non aver obliterato il biglietto nonostante l’obliteratrice in stazione risultasse guasta. Il tutto solo per ritorsione nei confronti di coloro che osano contestare “il sistema”, ovvero per il piacere di esibire la propria autorità a bordo treno, come dimostrato da quel capitreno (pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue mansioni), che al momento della contestazione della multa si è rifiutato di ricevere a verbale le dichiarazioni a difesa dell’asserito trasgressore, così come previsto dall’Art. 73 del DPR n. 653/1980, dichiarando poi il falso a verbale indicando che l’utente si era rifiutato di sottoscriverlo; ovvero come accaduto ancora in maniera più pacchiana, quando il capotreno (sempre il medesimo soggetto) ha costretto l’Utente a scrivere di suo pugno le osservazioni a verbale... Poi alla fine però tutto rimane come prima: basti pensare alla questione del biglietto integrato Saf, vera e propria ingiustizia posta in essere ai danni degli utenti gemonesi, discriminati dall’applicazione di una maggiorazione tariffaria che non trova giustificazione normativa e che da oltre 10 anni attende una soluzione. Comprendiamo benissimo lo stato d’animo di queste persone, compagni di viaggio e di sventura, capiamo la loro esasperazione perché è anche la nostra e quella di altri 2.000.000 di pendolari italiani: ebbene in questo scenario tutti noi siamo Elisa!
Il decadimento del servizio è evidente, basti pensare al proliferare di Comitati a tutela degli utenti e alle pronunce della Magistratura in favore dei Pendolari. L’Associazione Pendolari Piacenza, ad esempio, ha sino ad oggi ottenuto 8 sentenze che hanno riconosciuto ai viaggiatori-reclamanti un risarcimento del danno esistenziale, non per un singolo episodio di ritardo, ma per il mancato rispetto degli standard di qualità e pulizia; altre 40 cause analoghe aspettano di giungere a sentenza e l’esito pare scontato. Anche in regione si registra una sentenza storica in favore dei Pendolari, quella emessa in favore di uno studente assistito dal Codacons: il Tribunale di Udine, a fronte del viaggio da incubo denunciato dal pendolare, ha condannato Trenitalia al risarcimento del danno morale, in quanto “negligente e incapace di sopperire adeguatamente – si legge nella sentenza – ad un guasto tecnico” e di garantire ugualmente il trasporto dei passeggeri in condizioni dignitose.
E Trenitalia e le Istituzioni cosa fanno di fronte a questa emergenza? Lavorano, dicono loro, ma poi i risultati sono questi. Dinanzi al dramma quotidiano dei pendolari si pensa all’Alta Velocità e alle Grandi Opere, per poi leggere sui giornali che i finanziamenti europei per la progettazione e la realizzazione della TAV nelle tratte Venezia-Trieste e Trieste-Divaccia sono a rischio, a causa dei ritardi nella presentazione dei progetti, come dichiarato recentemente dal coordinatore del Progetto Prioritario numero 6, Laurens Jan Brinkhorst.
Non c’è nulla da stupirsi, in un Paese dove l’AD di FS continua a sbeffeggiare gli utenti con irridenti esternazioni: dopo il famoso "portatevi panini e coperte da casa", ha fatto seguito l'aver definito uno "spiacevolissimo episodio" la strage di Viareggio con i suoi incolpevoli 32 morti, eccoti ora l'ennesima perla dell’Ing. Moretti: ''per i pendolari le proteste ci saranno sempre, perché l'affollamento e' tale per cui la difficoltà di avere posti e treni per tutti e' difficile. Non si può pensare a una flotta solo nelle due ore di punta.” Forse è davvero attuale quella frase proferita da un nostro associato, vecchio ferroviere che negli anni ‘70 istruiva i giovani controllori: “dove finisce il buon senso inizia la ferrovia”.
E la Regione, concessionaria del servizio dal 2008, cosa sta facendo? Tanto, sembrerebbe leggendo i titoli apparsi sulla stampa. Concretamente, pochino ... interessante è la delibera n. 862 del 6 maggio scorso, con cui la Giunta ha stanziato 100.000 euro per avviare la libera circolazione delle Forze dell’Ordine (rispettivamente: Carabinieri, Polizia di Stato e Locale, Polizia Penitenziaria, Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto, Corpo Forestale dello Stato e della Regione, Vigili del Fuoco e Ispettorato del Lavoro), in divisa o dotati di tessera di riconoscimento, sia per le finalità di servizio che per garantire la sicurezza dei trasportati. Premesso che riteniamo corretto che si permetta alle Forze dell’Ordine di viaggiare gratuitamente su tutti i mezzi per esigenze di servizio, alcuni dubbi rimangono sull’opportunità di estendere tale agevolazione anche agli agenti non in servizio. La decisione sarebbe giustificata dall’esigenza di garantire “una maggiore sicurezza dei passeggeri e del personale in servizio sui treni regionali”. Ci domandiamo quanti reati siano stati commessi nell’ultimo anno a bordo treno e soprattutto se il personale Polfer in servizio nei nove Presidi regionali (Tarvisio, Gemona, Udine, Cervignano, Casarsa, Pordenone, Gorizia, Monfalcone, Trieste) non sia di per sé sufficiente a garantire la sicurezza dei trasportati.
Non solo, si spenderanno ulteriori 100.000 euro per una consulenza al fine “dell’individuazione di azioni di miglioramento delle attività di monitoraggio e della correlata qualità dei servizi ferroviari, in particolare negli ambiti della pulizia del materiale rotabile e dell’informazione all’utenza ...”. Una delle tante consulenze che la Regione ha disposto negli ultimi anni, nonostante la Corte dei Conti l’abbia invitata a ridurre ai minimi termini la spesa per tali incarichi, specie nell'attuale situazione di particolare difficoltà finanziaria. Ci auguriamo che i 100.000 euro vengano ben spesi e che non si tratti dell’ennesimo sondaggio telefonico, i cui risultati lasciano il tempo che trovano.
Anche in questo caso si poteva fare qualcosa di più, coinvolgendo maggiormente i pendolari ben rappresentati in regione, magari sull’esempio della Lombardia, la quale ha recentemente adottato in forma sperimentale il sistema di monitoraggio ideato da Max Lilla del Coordinamento Pendolari di Pavia (http://www.coordinamentopendolari.it/segnalazioni.php), il quale, grazie a un semplice software, permette a costo zero l’aggiornamento in tempo reale in ordine alla puntualità e ad ogni altro disservizio rilevabile a bordo treno.
L’ultima novità però è la sentenza del TAR regionale n. 394 del 9 giugno scorso che ha riammesso l’impresa spagnola CAF alla gara indetta dalla Regione per l’acquisto di otto nuovi elettrotreni da adibire al trasporto pubblico locale. Il ricorso della CAF è stato accolto dai Giudici, i quali hanno rilevato una serie di irregolarità formali. Ma il Tribunale ha contestato alla Regione anche di aver definito un bando di gara non chiaro e pertanto suscettibile di interpretazioni diverse. La questione potrebbe ora avere conseguenze rilevanti in ordine alla tempistica prevista per il rinnovo del parco mezzi (entro il 2011): la sentenza del TAR potrebbe infatti rimettere tutto in discussione. Ricordiamo che per l’acquisto di questi nuovi mezzi è stata prevista una spesa di 107 milioni di euro, che verrà sostenuta dallo Stato (3 milioni), da Trenitalia (30 milioni) e dalla Regione (74 milioni). I nuovi treni dovranno sostituire i vecchi Ale 801, 33 anni di servizio alle spalle e vera e propria disperazione per gli Utenti. I treni nuovi arriveranno, prima o poi e così finalmente tutti, politici e dirigenti FS potranno pontificare e far loro i risultati ottenuti, dimenticando in fretta tutti gli errori commessi e chissà, magari per taluni sarà anche un’occasione irripetibile per preparare al meglio la prossima campagna elettorale!
In questo scenario spiace rilevare l’imbarazzante silenzio delle Istituzioni e del mondo politico in generale dinanzi alle richieste dell’Utenza: basti pensare alle proposte formulate dai rappresentanti dei Pendolari quali la costituzione della Consulta del Trasporto Pubblico Locale che permetterebbe l’istituzionalizzazione dei Pendolari o la richiesta di un bonus-sconto in favore degli utenti a parziale ristoro dei danni economici subiti a fronte dei disservizi, strumenti già adottati da altre Regioni più virtuose. A tal fine, pretendiamo che la Regione si attivi in maniera rigorosa nei confronti del gestore per far rispettare i termini del contratto di servizio, applicando le penali in caso di inadempimento e utilizzando i proventi in favore dell’Utenza mediante lo strumento del bonus. Il contratto di servizio vigente, contratto “vero” secondo taluni, risulta a nostro giudizio un contratto di comodo, visto che non indica in maniera precisa e insindacabile dei parametri prestazionali vincolanti, come parimenti fatto da altre Regioni (es. Lombardia, Veneto e Liguria). Se i parametri prestazionali e i vincoli su qualità e modalità del servizio non verranno inseriti in futuro in maniera più precisa e dettagliata, significherà vincolare l’Utenza ad un servizio scadente, vanificando le enormi potenzialità del sistema ferroviario quale asse forte della mobilità regionale.
Da ultimo un richiamo forte alla classe dirigente, la quale deve recuperare sobrietà e soprattutto quello spirito funzionale per cui la politica deve essere intesa come l’arte del buon governo: un plauso a quell’Assessore della Lombardia che per una settimana, lontano dai fotografi e dalla stampa, ha viaggiato con i pendolari, studiando e apprendendo i loro problemi. Parimenti, si contrappongono comportamenti opposti, come nel caso di Viareggio, dove solo la ferma opposizione del Comitato dei familiari delle vittime della strage, ha impedito al Ministro ai Trasporti e all’AD di FS “di sfilare” alle cerimonie dell’anniversario della tragedia. E’ bene ricordare a questi Dirigenti FS e ai nostri politici che i treni non sono i loro, ma i nostri, che l’azienda che gestiscono non è loro, ma è la nostra, che i loro lauti stipendi, quelli sì, sono loro, ma sono pagati con le nostre tasse e che la prossima volta che verranno a chiedere il nostro voto, farebbero bene a fare un esame di coscienza, evitando l’ennesima figura di pessimo gusto.
Non ci serve che qualcuno ci ricordi quanto è dura la vita del pendolare, la conosciamo già; non ci serve che ogni giorno qualcuno ci illuda, promettendoci sulla stampa un miglioramento del servizio e poi non si degni neppure di rispondere alle nostre e-mails o non trovi un solo giorno nell’arco dell’anno per riunire i rappresentanti dei Pendolari. Si è parlato tanto di coinvolgimento dell’utenza nella valutazione del servizio, così come previsto dall’art. 15 comma 7 del vigente Contratto di Servizio e poi la Regione da oltre 9 mesi risulta latitante, anzi muta al confronto con l’Utenza! Il tempo delle ferie ora è passato, chissà se a settembre qualcuno si ricorderà di noi ...
Ebbene cari signori, noi siamo stufi di questo andazzo, siamo nauseati di viaggiare su carrozze sudice oltre ogni inimmaginabile immaginazione, dove persino i bagni sono bloccati o inutilizzabili e se al povero utente gli scappa, il capotreno è obbligato a fermare il treno nella prima stazione servita da wc, anche se alla fine come dice l’Ing. Moretti, “i pendolari si lamenteranno sempre”. Già noi ci lamentiamo sempre, mentre loro invece non hanno tempo, perché stanno pranzando!
Segreteria Comitato Pendolari Alto Friuli
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