L'iniziativa parte dai viaggiatori della Nettuno-Roma: 20mila passeggeri al giorno. E la protesta dilaga in Rete anche per tutte le altre linee regionali
Quant’è lontana la Capitale per i pendolari che ogni mattina devono raggiungere l’ufficio in treno. Su tutte le linee gli stessi problemi, dalla Roma-Lido alla Nettuno-Roma, passando per i collegamenti verso Tivoli, Cesano e Civitavecchia. Corse saltate, ritardi, sporcizia. Aria condizionata fuori uso sino a qualche giorno fa e adesso, con la temperatura che scende, freddo nelle carrozze e spifferi gelidi. I passeggeri però si organizzano. Quelli della Nettuno-Roma, una delle tratte dove maggiori sono le tribolazioni, con una specie di mobilitazione «fai da te» stanno raccogliendo le firme per avviare una class action - in sostanza una richiesta danni - indirizzata a Trenitalia. Un’iniziativa che potrebbe presto estendersi anche su altre linee, sostenuta da agguerriti comitati pendolari.
LA PROTESTA IN TRIBUNALE – Alla mail classactionromanettuno@gmail.it le adesioni continuano a crescere ogni giorno. La scadenza per firmare la petizione contro Trenitalia scadrà il 15 ottobre. Poi un avvocato di Aprilia, al quale si è rivolto la signora Rosalba Rizzuto che sta coordinando la protesta, porterà il documento in tribunale. Tutto è iniziato a luglio, a seguito di un viaggio che la donna non dimentica. «Eravamo schiacciati sui vagoni l’uno contro gli altri, la temperatura segnava 40 gradi, non respiravamo più. “Sono esausta”, mi sono detta. “Non posso più sopportare tutto questo”. Da qui è cominciato il confronto con gli altri viaggiatori di Aprilia, di Nettuno, di Pomezia». Ed è partita la sollevazione legale.
INTERVENGONO REGIONE E SINDACI - I pendolari della Nettuno-Roma, circa 20 mila utenti al giorno, segnalano sporcizia sui vagoni, aria condizionata inesistente, corse carenti e affollamento insopportabile delle carrozze. Tutto inoltrato ai Sindaci del Litorale (Ardea, Pomezia e Nettuno) che stanno prendendo a cuore la protesta e pensano ad un imminente confronto tra Giunte e Trenitalia. Intanto arriva l’interessamento anche di alcuni consiglieri regionali. Ivano Peduzzi, di Sinistra e Libertà, chiede la convocazione «quanto prima, della commissione Mobilità per affrontare le criticità denunciate». Il presidente dei Verdi Angelo Bonelli pensa invece ad estendere l’utilizzo della «class action». «Le segnalazioni arrabbiate dei pendolari - osserva l’ambientalista - riguardano numerose linee e la richiesta danni è fondata».
LA RABBIA CORRE SULLA RETE – Sul web ovunque fioccano denunce e resoconti furibondi. Su http://www.pendoralicv.org/ c’è il racconto di quanto accaduto sulla Roma-Civitavecchia il 16 settembre. Da Roma Ostiense il convoglio delle 18 e 16 parte «con i passeggeri compressi all’inverosimile. Ma si procede piuttosto piano ed a sorpresa ci fermiamo al binario 4 di Roma Aurelia. La fermata non è prevista, le porte sono bloccate e non può scendere nè salire nessuno. Tutto perché deve transitare l’Eurostar City, in ritardo di 30 minuti. Un ritardo che rimbalza pari pari sul nostro rientro a casa».
Un altro sito, http://www.pendolare.wordpress.com/, dettaglia le soppressioni sulla linea FM2 verso Tivoli. Una specie di falcidie quotidiana, con un record – una mattina – di due cancellazioni tra le 7 e le 8, la fascia oraria più affollata. Tribolazioni anche sulla Roma-Lido che porta i pendolari di Ostia sino a Piramide. Qui i disagi «si stanno ripetendo da oltre una settimana - è sempre Bonelli a denunciare - con soppressioni improvvise di corse e ritardi che superano i 30 minuti».
IL MACCHINISTA: «PROBLEMI NOTI» - Ancora: il 23 settembre sulla FM3 (Roma Cesano) i passeggeri non trovano il treno annunciato in partenza alle 18 e 22. Salgono quindi su quello delle 18 e 37 che però «antico, distrutto, affaticato - stavolta il racconto si legge sul sito del comitato contro l’autovelox di Torrimpietra - mostra fin da subito segnali di sofferenza fermandosi tre volte prima di giungere a Trastevere, distante solo un chilometro da Ostiense». Si procede al buio, anche lungo le numerose gallerie. Alla stazione San Pietro la motrice getta la spugna e si ferma. Definitivamente. I passeggeri vengono fatti scendere e ripartono con un convoglio successivo. Un viaggiatore chiede spiegazioni a un macchinista ed ecco la risposta: «Caro signore, questo treno non poteva in alcun modo fare la salita di questa linea, è noto a tutti e io stesso l'ho segnalato alla dirigenza. Loro hanno voluto lo stesso che partisse: sono una gabbia di matti, non vedo l’ora di andarmene in pensione e salutare tutti».
IL MACCHINISTA: «PROBLEMI NOTI» - Ancora: il 23 settembre sulla FM3 (Roma Cesano) i passeggeri non trovano il treno annunciato in partenza alle 18 e 22. Salgono quindi su quello delle 18 e 37 che però «antico, distrutto, affaticato - stavolta il racconto si legge sul sito del comitato contro l’autovelox di Torrimpietra - mostra fin da subito segnali di sofferenza fermandosi tre volte prima di giungere a Trastevere, distante solo un chilometro da Ostiense». Si procede al buio, anche lungo le numerose gallerie. Alla stazione San Pietro la motrice getta la spugna e si ferma. Definitivamente. I passeggeri vengono fatti scendere e ripartono con un convoglio successivo. Un viaggiatore chiede spiegazioni a un macchinista ed ecco la risposta: «Caro signore, questo treno non poteva in alcun modo fare la salita di questa linea, è noto a tutti e io stesso l'ho segnalato alla dirigenza. Loro hanno voluto lo stesso che partisse: sono una gabbia di matti, non vedo l’ora di andarmene in pensione e salutare tutti».
1 commento:
Questo purtroppo sembra l'unico strumento a tutela del diritto di mobilità e spostamento.
Purtroppo rileviamo la totale mancanza di sensibilità da parte delle Istituzioni preposte e del mondo politico in generale, impegnato più a tutelare la propria "casta" che ad offrire soluzioni concrete ai cittadini.
Difronte a questo scenario istituzionale e soprattutto dinanzi ad un servizio impresentabile, il Comitato Pendolari Alto Friuli sostiene l'iniziativa legale intrapresa dai Pendolari Romani, la quale costituisce l'unica forma di autotutela riconosciuta dall'Ordinamento giuridico all'Utenza.
Segreteria Comitato Pendolari Alto Friuli
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