Il giorno 13 marzo scorso alle 18.29 sono salita sul treno numero 5995 della tratta Trieste-Venezia, che non era soltanto sporco, ma lurido. I sedili, in origine a fantasia blu elettrico, erano color marrone, sia la seduta sia il poggiaschiena. Ho percorso cinque o sei vagoni prima di trovare un sedile soltanto sporco. A parte lo schifo provato, ho avuto anche timore che vi fossero parassiti o insetti che avrebbero potuto provocarmi qualche ulteriore, sgradevole inconveniente. Al capotreno ho fatto presente ciò e mi ha risposto che sono decenni che c’è questa situazione e che avrei potuto fare reclamo e gentilmente mi ha fornito i dati del treno. Io non voglio essere costretta in futuro a servirmi di nuovo di un treno lurido. Pare però che oltre al reclamo a Trenitalia, che penso lasci il tempo che trova, rimanga un pio desiderio trovare una soluzione al problema perché non si sa quale organo sia competente per tutelare il cittadino. Mi indigna che non ci sia il modo per contrastare questo abuso, abuso in quanto la gente è costretta, suo malgrado, a servirsi di quel ricettacolo di sudiceria viaggiante. Scrivo al Messaggero Veneto perché non so davvero a chi rivolgermi per ottenere quello che penso sia oltre un segno di civiltà, anche un diritto: quello di poter viaggiare su un treno decoroso. Paola Peressini (lettera pubblicata sul Messaggero Veneto del 04.04.2010)
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