Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

martedì 20 novembre 2018

Informazione all’utenza di Trenitalia/RFI in perfetto stile borbonico … aspetta e spera!

Oggi è stata una mattinata pesante per il servizio ferroviario regionale, con numerosi ritardi lungo la Udine Venezia, causati da un’anormalità alla circolazione determinata da un guasto ad un treno merci in località Lancenigo.
Tanti i treni coinvolti, sia in partenza che in arrivo da Udine, che a cascata hanno interessato anche la linea UD-TS, con ritardi che hanno superato anche i 70 min.
Ecco alcuni dei treni coinvolti: R11002 Ve-UD - TS.: ritardo 73 min.; R6013 Tarvisio-UD-TS: ritardo 26 min.; RV2800 VE-UD-TS: ritardo 37 min.; R11007 UD-VE: ritardo 19 min.; R2441 UD-VE: ritardo 17 min.; R11008 VE-UD: ritardo 38 min.; R2802 VE-UD: ritardo 61 min.
In questo caso i disagi non sono imputabili direttamente a Trenitalia, né a RFI, gestore dell’infrastruttura ferroviaria, tuttavia riteniamo necessaria una seria e puntuale analisi della situazione, visto che un semplice guasto a un treno merci ha di fatto mandato nel caos l’intera rete nella fascia di punta.
Sotto accusa i tempi di reazione delle sale operative di RFI e Trenitalia e le loro scelte o non scelte, che purtroppo troppo spesso anziché ridurre i disagi vanno ad aumentarli.
Ancora una volta il sistema informativo è risultato carente, sia in stazione che a bordo treno: le informazioni vengono fornite all’utente in maniera intempestiva, spesso i ritardi indicati dai tabelloni nelle stazioni non rispecchiano infatti la realtà. A bordo treno invece i capitreno sono quasi sempre all’oscuro di quello che sta succedendo lungo la rete, e loro malgrado, impossibilitati a fornire informazioni utili all’utenza.
Una "lentezza funzionale" legata a protocolli “borbonici” in ossequio ad un’ossessiva esigenza di sicurezza che pare giustifichi ogni tipo di carenza decisionale da parte dei preposti di RFI e Trenitalia.
Ciò evidentemente determina che nei casi di anomalie alla circolazione, come quella di oggi, anziché assumere rapidamente decisioni che limitino i disagi, si ottiene esattamente il risultato opposto. Non solo, pare che la mera comunicazione del ritardo sui tabelloni (vero o presunto), sia sufficiente per i Gestori FS a mettersi la coscienza a posto, esaurendo così il loro dovere d’informazione, fermo restando che nelle stazioni ogni utente è di fatto abbandonato a se stesso.
In queste situazioni tutto è lasciato alla “regola aurea dell’arrangiarsi”, dove ogni pendolare in tempo zero e a proprio rischio deve optare se aspettare il treno in ritardo, sperando che non aumenti ulteriormente, ovvero optare per altre soluzioni di viaggio, dall’utilizzo dell’auto o del bus, se presente. Sono limitati e sporadici i casi in cui Trenitalia o RFI offrono all’utente delle alternative di viaggio finalizzate a limitare il disagio.
Per questi motivi abbiamo indirizzato oggi al Direttore regionale FVG Trenitalia, Elisa Nannetti e alla Direzione Mobilità della Regione FVG, committente del servizio, una nota, di seguito riportata in calce, evidenziando queste problematiche, sensibilizzando il Gestore ad assumere quei correttivi necessari per garantire un’informazione non solo tempestiva e corretta, ma soprattutto utile all’utenza.
Siamo nel 2018, ormai quasi nel 2019 a quasi 50 anni dallo sbarco sulla luna e riteniamo pertanto che la tecnologia sia sufficiente per fornire quasi in tempo reale queste informazioni.
Probabilmente però manca la buona volontà o l’organizzazione gestionale per farlo.

Buongiorno,
in merito al RV 2800 (VE-TS) / 2801 (da UD a TS), il quale è giunto a TS alle ore 8.40, maturando un ritardo oltre 35 min., vi segnaliamo quanto comunicatoci da alcuni utenti presenti in stazione a Gorizia, dove l’informazione è risultata carente. Il treno infatti è stato segnalato sui tabelloni della stazione con un ritardo di 20 min., quanto in realtà il ritardo a Udine era già superiore ai 25 min. Il treno, programmato in partenza alle 7.19, è giunto a Gorizia alle 7.50 e nessun annuncio è stato fatto ai passeggeri presenti in stazione per dirottarli sul R (non veloce) n. 20957 delle ore 7.41, partito alle 7.43 e giunto a Trieste puntuale alle ore 8.30.
In questi casi, vista la fascia oraria interessata (lavoratori pendolari/studenti), fondamentale è fornire notizie certe circa il primo treno utile, atteso che l’interesse dell’utente è giungere il prima possibile a destinazione.
I pendolari più esperti ovviamente consci che in queste situazioni vige purtroppo “la regola aurea dell’arrangiarsi”, a proprio rischio e pericolo hanno optato per il “più lento” R20957, che è giunto puntuale a TS, anticipando di 10 min. il ritardatario RV2801.
Rileviamo che l’episodio evidenzia la carenza strutturale legata all’informazione all’utenza, la quale – nei casi di anomalie alla circolazione - di fatto è lascata libera di scegliere tra aspettare il treno in ritardo, oppure optare per altre soluzioni di viaggio.
Pare quasi che la semplice comunicazione del ritardo sul tabelloni in stazione esaurisca il dovere d’informazione di RFI e Trenitalia.
Ci domandiamo come mai in questi casi non sia possibile da parte delle sale operative, con tutta la tecnologia esistente, prevedere un’informazione esaustiva per l’utenza, dirigendola verso le migliori soluzioni alternative di viaggio, in maniera da limitare il disagio derivante dal ritardo o dalla soppressione delle corse. Spesso siamo spettatori di una “lentezza funzionale” legata a protocolli “borbonici” in ossequio ad un’ossessiva esigenza di sicurezza, che pare giustifichi ogni tipo di carenza decisionale da parte dei preposti.
Ciò evidentemente determina che nei casi di anomalie alla circolazione, come quella di oggi, anziché assumere rapidamente decisioni che limitino i disagi, l’ottenimento del risultato opposto.
Riteniamo che si debba modificare l’approccio, sensibilizzando le sale operative e gli operatori a prendere decisioni rapide e di buon senso, facendo meno conti su eventuali penalizzazioni contrattuali e favorendo altresì soluzioni efficienti per l’utenza.
Certi che valuterete con attenzione quanto sopra indicato, restiamo fiduciosi di un “cambio di passo” in ordine al sistema informativo, in quanto l’alta qualità del servizio offerto non può essere limitato esclusivamente alle performance della puntualità, ma comprende necessariamente l’informazione e la capacità del gestore di trovare tempestive risposte/soluzioni nei casi di anomalie.
Cordiali saluti
Comitato Pendolari Alto Friuli

1 commento:

Il Comitato Pendolari Alto Friuli è ha detto...

Pubblichiamo una segnalazione inviataci da un utente che evidenzia la grave situazione di disservizio odierna legata soprattutto alla carenza di informazioni

Segnalo il grave disagio patito a causa dell'enorme ritardo del treno 11002/20961.
Detto treno è giunto a Pordenone con 77', a Udine con 76' e a Trieste con 73' di ritardo.
LE CARENZE INFORMATIVE sono state GRAVISSIME: ai passeggeri in attesa a Pordenone alle 6.40 il treno era segnalato con 15' di ritardo, mentre a quell'ora il convoglio era ancora fermo a Treviso dalle 5.54 con un RITARDO GIA' MATURATO di 46' che NON È STATO COMUNICATO ALL'UTENZA NELLA REALE ENTITÀ (poi peggiorata).
Avvisare tempestivamente l'utenza di un simile ritardo avrebbe consentito ai passeggeri di valutare immediatamente soluzioni alternative private (ovvero prendere l'auto). Gli utenti pordenonesi hanno poi comunque preso l'auto in massa (chi poteva farlo, ovviamente) ma solo dopo le 7.00, quando il ritardo è stato segnalato in 45' (e comunque il treno era ancora a Treviso con più di 70' già accertati, quindi ancora informazione non veritiera).
In siffatte ipotesi, si sono sommati parecchi disagi aggravanti inutili:
- a Udine nessuno ha pensato di avvisare i passeggeri diretti a Monfalcone e Trieste in attesa del 2800 che era opportuno avvalersi del treno 6013 in ritardo che è partito alle 7.00 circa;
- (è stato invece correttamente annunciato a Udine che il primo treno per Gorizia sarebbe stato il 20957);
- i passeggeri in attesa del 20961 (Udine 7.36) non hanno avuto altra scelta che subire i 75 minuti di ritardo perché non è stata offerta alcuna soluzione.
Tutto questo per un treno merci che si guasta appare francamente troppo.
Soprattutto è inaccettabile che le situazioni che appaiono chiare al pendolare abituale non appaiano tali a chi invece dovrebbe informare l'utenza, lasciando che il sistema talvolta aggiorni i ritardi di cinque minuti in cinque minuti, senza offrire la reale rappresentazione del contesto che, in assenza di soluzioni, dia almeno la possibilità al malcapitato viaggiatore di prendere le proprie decisioni.

Restano, infine, evidenti i limiti infrastrutturali che aggravano questi disagi: assenza di circolazione banalizzata e/o scarsità di posti di comunicazione (o inutilizzabilità degli stessi), sicché in caso di guasto a un treno l'utilizzo in circolazione alternata sull'altro binario diventi quasi impraticabile perché la sezione è troppo lunga.
Da ultimo, che le richieste di riserva avvenute anche a distanza di solo qualche chilometro da un grande impianto, magari sede di deposito, non si risolvano celermente lascia sconcertati.